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Autore: Maho_Lupin    03/11/2006    2 recensioni
"Mentre stavo sull’altalena a rimuginare su tutto ciò, d’improvviso, ad interrompere i miei pensieri, mi si presenta un cane, che dopo qualche passo, si siede proprio davanti a me, iniziando ad osservarmi. Mai avrei creduto, che proprio quel cane con quel naso bizzarro, avrebbe dato una tinta più chiara alla mia vita." Vi prego è la prima fic originale che scrivo, perciò dovrò fare pratica!! Spero vi piaccia!!Si accettano recensioni di tutti i tipi!
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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              .: The Dog :.

 

Capitolo 3: Le emozioni che nascono…

 

-Prego entri pure- mi disse l’uomo

-Si…-

Ero ancora incerto su quello che stava succedendo, ma entrai senza pensarci due volte…

-Io sono il maggiordomo di questa casa e mi chiamo Alfred- disse mentre entravo

-…Wow…- fu l’unica cosa che riuscii a dire.

Era una deliziosa villetta a due piani, con tanto di veranda e giardinetto. Semplicemente stupenda.

Attraversammo una piccola stradina, per poi arrivare in veranda.

La veranda era molto semplice. C’erano delle piantine che la contornavano e un dondolo a tre posti, situato sul lato destro rispetto alla porta, praticamente attaccato alla parete.

-Da questa parte- mi disse all’improvviso, aprendo la porta d’ingresso.

-Se le va, possiamo fare un giro per la casa…che mi sembra averla colpita molto- mi disse sorridendo.

- Io…- Farfugliai imbarazzato - …Ok. In effetti mi ha colpito piacevolmente -

Mi sorrise ancora.

Appena entrati, sulla destra c’era una scalinata a chiocciola che portava al secondo piano, davanti si poteva ammirare immediatamente il salottino molto ampio. Riempiva praticamente tutta la stanza principale. Con tre divani bianchi a tre posti ciascuno, un camino nel centro della parete, verso sinistra rivolto verso il tavolino in vetro, posizionato al centro fra i divani, era lavorato in legno con su una mensoletta, dove vi erano poggiate diversi portafotografie.

Dai toni chiari che si avvicinavano molto alla tinta color pesca, la casa dava l’impressione di essere avvolti da una sensazione di caldo.

-Direi che se iniziamo dal piano superiore sia meglio. Prego- e mi indicò con la mano sinistra le scale.

Così iniziai a salire, quelle scale a chiocciola in legno.

Appena arrivai in cima,  mi ritrovai in un piccolo corridoio, che si estendeva parallelamente alla scala. C’erano cinque porte lungo i lati, tre dalla parte opposta alla rampa di scale, e due sulla stessa, alla fine del corridoio, da entrambe le parti, si trovavano due finestroni con delle tendine bianche che affacciavano all’esterno, o per meglio dire sul giardino.

Iniziai a camminare verso la porta più vicina. Senza pensarci molto, iniziai ad aprire la porta, ma immediatamente la mano di Alfred mi fermò.

-Meglio non entrare qui. Le farò vedere le altre stanze che sono molto simili- E richiuse la porta.

Mi mostrò altre due stanze, ovvero quella degli ospiti e la sua, che erano molto spaziose, e con degli arredamenti molto semplici.

Mentre scendevamo giù per andare a vedere il resto della casa, la mia mente era molto distratta rispetto a prima.

Nonostante non fossero fatti che mi importassero, non riuscivo a capire

perché Alfred non mi avesse permesso di poter vedere quella stanza.

Così, mentre eravamo in salotto a conversare e a gustare una tazza di thè verde, senza troppi giri di parole glielo chiesi.

- Alfred, perché prima non mi ha permesso di poter vedere quella stanza di sopra?-

Lui non mi rispose, e continuò a sorseggiare il thè. Dopo che lo ebbe finito, posò la tazzina sul vassoio posto sul tavolino, si girò verso di me e mi chiese:

-Perché le interessa?-

-…Io…so di essere invadente,ma…-iniziai a farfugliare imbarazzato

-Vede, sono una persona particolarmente curiosa…ma la capisco perfettamente se non vuole dirmelo…anzi mi scusi per averglielo chiesto-

Scoppiò in una sonora risata.

- Scusi ma perché ride?-

- Perché lei mi è simpatico! Vede in quella stanza non c’è niente che io debba nascondere. Quella è la stanza del padroncino, e non l’ho fatta entrare semplicemente perché stava dormendo, e lei avrebbe potuto svegliarlo se fosse entrato- Mi disse sorridendo

- Oh…capisco. Perché mi continua a dare del lei?-

- E’ l’abitudine-

- Ahaha…capisco…- dissi ridendo

-Ma lei mi chiami solamente Alfred-

- Va bene.-

- Le va di vedere delle foto del padroncino?-

-Ma certo-

Così si alzò, si avvicinò ad un mobile li vicino, e prese un album di foto. Si sedette affianco a me, e me le mostrò.

In tutte, era raffigurato un bambino sui cinque anni, dai colori chiari e dal visino dolce e sorridente. In quasi tutte le foto giocava allegramente con  dei giocattoli. In altre, teneva per mano una donna molto bella, esile, dai capelli leggermente mossi e lunghi, e con lo stesso viso dolce e gli stessi colori chiari che aveva il bimbo. Senza dubbio doveva essere la madre.

-Questa è la signora Emily. La madre del signorino -

- E’ una donna davvero incantevole -

- Incantevole e anche molto forte,se c’era qualche difficoltà non si abbatteva mai, e insieme al marito l’affrontava.-

- Sembra conoscerli molto bene…-

- In effetti è praticamente da una vita che servo questa famiglia, e di conseguenza ho imparato a conoscere i caratteri dei vari componenti-

- Non ha mai pensato di andarsene?-

- Mai - mi disse sorridendo dolcemente.

- Posso chiederle come mai?-

- Tutto successe in un giorno di pioggia. Mi trovavo per strada, senza un lavoro e senza una casa…d’un tratto mi sentii chiamare da una voce molto dolce e preoccupata nell’insieme. Era la signora Emily…mi chiamò, e mi chiese il mio nome, quando glielo dissi, mi si sedette affianco, e iniziammo una conversazione alquanto insolita. Fatto sta, che dopo che ci dicemmo più o meno tutto quello che potevamo sapere l’uno dell’altro, la signora, dopo aver ascoltato la mia storia, si alzò di scatto e mi propose di lavorare come maggiordomo per lei. All’inizio ero suscettibile che una ragazza sui 18 o 19 anni potesse darmi un lavoro, così, in un primo momento, rifiutai. Ma lei non si arrese, iniziò a dirmi che da li a poco si sarebbe sposata con l’uomo che amava, e che aveva assolutamente bisogno di una mano, soprattutto se le fosse nato un bambino. La sua fermezza, mi colpì parecchio, e così accettai. Come aveva previsto si sposò con l’uomo che amava, e dopo un’annetto ebbe il signorino-

- Che donna originale!- esclamai.

- Oh, si. Senza dubbio-

- Ma come mai era finito in mezzo alla strada senza nulla?-

- Bhè…prima di finire li, avevo una vita molto semplice e felice. Avevo una casa, un lavoro…e una moglie da amare. Non avevo ancora figli, per il semplice motivo che volevo avere una situazione economica più ferma. Ma tutto si rovinò quando lei si ammalò gravemente. Spesi tutto quello che avevo per cercare una cura in grado di guarirla…ma non ve n’erano. Così, dopo qualche mese morì…ed io con lei. Iniziai a non andare più a lavoro, e non avendo più soldi per pagare il mutuo, finii in mezzo alla strada- raccontò con un sorriso triste e malinconico.  

- Mi scusi, forse era una domanda inopportuna…- dissi dispiaciuto.

- Non importa. E poi, mi ha fatto piacere riparlarne…non ho mai occasione di parlare di lei!-

Sapevo che Alfred voleva assicurarmi di non aver chiesto nulla di male….ma, non facevo altro che pensare che avrei dovuto imparare a tener a freno la mia stupida lingua!

Ma i miei pensieri furono presto interrotti.

-Yawn…che sonno. Alfred? Dove sei?-

- Sono qui signorino. Mi trovo in salotto, con un gentilissimo ragazzo che ci ha riportato la nostra Luna, che ora è in giardino-

A quanto pare il signorino si era svegliato. Aveva una voce molto dolce, suadente, e…calda.

- Cosa? Luna è tornata? - esclamò sbucando da dietro le scali, di corsa.

“ Alla faccia del signorino!” fu l’unica cosa che pensai.

Non era affatto il bambino di cinque anni raffigurato nelle foto, bensì un uomo sui 25 anni molto attraente.

Dal viso leggermente ovale, labbra sottili incurvate in un sorriso, occhi grandi che esprimevano solo grande dolcezza. Il tutto contornato da folti capelli sottili del color biondo miele.

Anche fisicamente, era molto attraente.

Era  vestito con una semplice camicia bianca, con le maniche raggomitolate sui gomiti, e dei jeans chiari. Erano un po’ sgualciti, segno che dimostrava che si fosse addormentato con quelli addosso.

Mi sembrava la cosa più bella che i miei occhi avessero mai visto fino ad oggi.

Mi mozzò letteralmente il fiato. Rimasi incantato a guardarlo parlare.

Talmente incantato, che quando mi rivolse parola, non risposi.

- Ehm…signor Oliver? Mi sente?-

- Eh? Cosa?...io…mi dispiace ero distratto!- dissi arrossendo ferocemente. Non mi era mai capitato di sentirmi così in imbarazzo.

- Prima di tutto, sarebbe adeguato fare le presentazioni.- mi disse sorridendo dolcemente - Io sono Edward Weble, il padrone di Luna. Piacere di conoscerla.-

- Oliver Wood, è un piacere anche per me-

- Wood?...Questo nome non mi è nuovo…- disse guardandomi torvo

- Ehm…probabilmente non le è nuovo perché mio padre è il dirigente di un’importante multinazionale- spiegai.

In un attimo, ricordai il motivo per cui quel giorno andai al parco abbandonato…e mi rattristai di colpo.

- Allora avrò letto il suo nome da qualche quotidiano o rivista-

- Molto probabile- affermai con un falso sorriso.

Mi guardò per un attimo in modo strano…come se volesse leggermi nel pensiero.

- Passando ad altro…- disse accomodandosi sul divano affianco a quello dove eravamo seduti io ed Alfred -mi può dire come ha trovato Luna?-

- Bhè…a dire il vero è stata lei a trovare me!- risposi con leggero imbarazzo

- In che senso?- mi chiese perplesso

- Nel senso che, io stavo per  fatti miei in un parco abbandonato, ed improvvisamente Luna mi appare davanti-

- E immagino che sia stata lei a strapparle la manica!- disse scuotendo il capo

- La manica..? Ah, si. E’ vero. Me ne ero dimenticato…- dissi sorpreso dalla mia dimenticanza.

- Alfred, ti va di fare del caffé? -

- Certo signorino - e si diresse verso la cucina.

-Le va di accompagnarmi in giardino ?-

- Si certo -

Così ci alzammo, e invece di andare verso la porta d’ingresso, ci dirigemmo verso un’altra porta trasparente, che prima non avevo notato.

Portava ad un giardino sul retro, dove trovammo Luna che schiacciava un sonnellino sdraiata al sole.

- Come al solito - disse Edward scuotendo il capo

-Venga sediamoci qui- e mi fece segno con la mano verso delle sedie e un tavolino con l’ombrello, posizionati su una piattaforma di legno.

Ci accomodammo.

- Wof -

Evidentemente lo spostamento delle sedie, avevo svegliato Luna, che ora stava facendo le feste su due zampe ad Edward, che intanto le sorrideva radioso e la accarezzava.

Guardavo la scena incantato. Continuavo a ripetermi quanto fosse bello.

Soprattutto ora, che sotto il chiarore del sole, i suoi occhi e i suoi capelli erano ancora più belli.

Per un attimo ho creduto che mi fosse uscita della bava dalla bocca! Ma(per fortuna) era solo una mia impressione (più che giustificata!).

A riportarmi alla realtà, fu Alfred, che arrivò con un vassoio, dove vi erano le tazzine con il caffé fumante, e una zuccheriera.

Posò il vassoio sul tavolo e se andò.

-Alfred, già vai via?- esclamai improvvisamente.

Non me ne accorsi nemmeno. Le parole uscirono dalla mia bocca prima che potessi ragionare. L’unica cosa certa era che le avevo dette solo perché fui colto dal panico. 

Panico dovuto al pensiero di restare da solo con lui.

- Si. Ho delle commissioni da fare. Arrivederla- e sparì dietro la porta.

- Ciao…-…e adesso? Cosa dovevo dire o fare???

- Si sente bene?- mi chiese preoccupato Edward

-Eh…si, si.-

Di scatto presi la tazzina e la portai vicino alle labbra guardando altrove.

Cercando di nascondere quell’insano imbarazzo…

Peccato che non mi accorsi che il caffé era ancora bollente!

In una manciata di secondi, posai la tazzina sul tavolo, chiusi gli occhi e ingoiai il liquido bollente, portandomi le mani davanti alla bocca.

Edward preoccupato si avvicino esclamandomi:

-Immaginavo fosse ancora molto caldo, ma quando gliel’ho detto non mi ha prestato attenzione…come va?-

Come in una risposta, due grossi lacrimoni scesero giù per le guance.

-Vuole un po’ d’acqua?-

Annuii.

-Venga-

E mi prese sottobraccio. Di nuovo, arrossii ferocemente. La mia testa stava andando completamente in tilt!!!

Arrivati in cucina, prese una bottiglia d’acqua e un bicchiere di plastica, e dopo aver versato il liquido trasparente me lo porse.

Quando lo presi, lo portai immediatamente alla bocca, e bevvi tutto d’un fiato.

Quando finii, andava già molto meglio…anche se ora sentivo quella strana, fastidiosa sensazione alla lingua.

Sospirai al pensiero di quanto fossi maldestro e stupido!

Ancora preoccupato, Edward stava per riversare dell’altra acqua nel bicchiere.

Mentre stava per compiere il gesto, Luna, che ci aveva seguito, ebbe la felice idea di saltarci addosso.

Non capii più nulla, tranne che ero finito col fondoschiena sul pavimento e che la bottiglia, stava compiendo qualche giro mortale da10+, proprio sopra di me!

Come immaginerete, mi bagnò completamente.

Ero fradicio.
Probabilmente, se mi fossi fatto un tuffo in piscina avrei ottenuto lo stesso risultato!

-Mi…mi dispiace tantissimo. Io non so come scusarmi….Luna! Cattiva! Fila via! -

E come aveva detto Edward, corse via, verso il giardino.

Mi alzai.

- Senta, vada di sopra. E’ meglio se si fa un bagno o rischierà un raffreddore - disse seriamente preoccupato e dispiaciuto.

-Ehm…credo sia meglio che torni a casa- dissi frettoloso, avviandomi verso la porta d’ingresso.

- No! Aspetta…lascia almeno che ti accompagni con la mia auto-

- Non si preoccupi-

Voglio andarmene. Non ci sto capendo più nulla! La mia testa sta scoppiando e di questo passo rischio di andare al manicomio!Prima me ne vado, meglio è.

-Insisto- disse con voce ferma. -Mi sento terribilmente in colpa. Prima la manica, poi il caffé…e ora questo…Non la costringerò a restare qui per sistemarsi, perché è una scelta sua…ma almeno si faccia accompagnare…per favore- disse guardandomi con occhi preoccupatissimi.

“ Oddio!Come si può dire di no ad uno sguardo del genere!”

-Va bene- risposi rassegnato.

E con uno dei suoi migliori sorrisi, disse: -Prendo l’auto-…e uscì.

Tornò dopo poco. Mi ricordai che non avevo visto nessuna macchina, e pensai che probabilmente l’aveva lasciata fuori…ma non ci pensai molto, perché una volta usciti dal cancello di ferro, rimasi letteralmente a bocca aperta.

Era un favoloso Mercedes grigio metallizzato a quattro porte.

-Prego entri -  mi disse mentre prendeva posto alla guida.

Feci il giro, aprii la portiera e mi sedetti a suo fianco.

Il rivestimento interno, era fatto in pelle, di colore beige.

Sul cruscotto, fra me e lui , c’era il computer centrale. Che si occupava dell’aria condizionata, del gpr, dello stereo o lettore Mp3, a seconda della tua scelta, capace di ricevere e effettuare chiamate con un apposito cellulare.

-Bella è?!- mi disse sorridendo, guardando la mia faccia sbalordita - L’ho comprata da poco…un piccolo capriccio-

Chiamalo capriccio!”

- Dov’è che abita?-

- Hem…a Lupus Street 18-

- Computer, portami a Lupus Street 18-

- Si, signore- rispose la voce meccanica del computer che man mano che andavamo, spuntava per annunciare un: “Svoltare a destra” o qualcosa di simile.

Nessuno dei due parlò durante il viaggio. Ne approfittai per impararmi la strada, che scoprii, non essere molto difficile da ricordare. Nonostante fosse abbastanza distante da casa mia.

E involontariamente, pensai che la prossima volta sarebbe stato meglio venire con la moto.

Ma immediatamente cacciai quel pensiero dalla mente.

Sapevo che quella di oggi era stato come uno “strappo alla regola”. Un qualcosa, che il buon Dio lassù, aveva mandato per cambiare un po’ la monotonia della mia vita.

Mi rattristai. 

Ma non so dire se avessi avuto questa reazione solo al pensiero della mia stupida vita monotona…o perché, per la prima volta nella mia vita, avevo incontrato delle persone che per qualche ora, mi avevano fatto sentire bene…(è un po’ idiota! =__=’ N.d.A.) (Per la serie mi hai creato tu!  N.d.Oliver)

-Siamo arrivati-

La voce di Edward mi riportò alla realtà. 

- Grazie mille per il passaggio - dissi, con voce roca.

Scesi dalla macchina. Mi chiusi la portiera alle spalle. Mi girai ancora una volta verso di lui, che prontamente abbassò il finestrino.

Abbozzai ad un mezzo inchino, per poi salutarlo.

- Arrivederla-

Stavo per mettere la chiave nella serratura del portone quando sentii la sua voce richiamarmi.

- Oliver se…se ti va di tornare a trovarci ci farebbe molto piacere- Iniziò a farfugliare - La casa è un po’ vuota… e una persona in più per compagnia fa sempre bene…e a quanto ho potuto vedere sei molto simpatico sia a Luna che ad Alfred…insomma…io…- sospirò -A me farebbe molto piacere se tornassi a trovarmi - concluse con voce più ferma.

Ero senza parole. Sbalordito da quell’inattesa proposta.

Proposta che riempì il mio cuore di felicità.

- Tornerò. Glielo prometto - e gli rivolsi un gran sorriso.

Sorrise a sua volta.

- Ah…Oliver. Chiamami pure Edward, finirai per farmi sentire vecchio se mi dai sempre del lei!- scherzò.

-Ok…Edward.- dissi fra le risate.

-Allora alla prossima -

-Alla prossima-

Un ultimo sguardo e sfrecciò via, dentro il suo Mercedes.

Di corsa, entrai in casa. Come al solito non c’era nessuno, probabilmente solo mia sorella in camera sua a sentire lo stereo ad alto volume.

Diversamente dalle altre volte, ero troppo felice per rattristarmi della solitudine che arenava quella casa.

Così andai dritto,dritto verso la mia stanza.

Mi buttai sul letto,a pensare e a ripensare alle parole di Edward…arrossivo e sorridevo come un’ebete mentre ci ripensavo.

Quella sera mi addormentai presto, pensando che quello,era di sicuro il giorno più bello della mia vita…

 

Continua…

 

 

 

Salve a voi cari lettori!Allora? Che ve ne pare di questo capitolo? Spero vi sia piaciuto…e mi scuso per il ritardo. Ma purtroppo ho avuto problemi col computer…-_-…in compenso, vi ho fatto un capitoletto bello lungo, in modo che possiate perdonarmi! >__<

Sono curiosissima di sapere come avete trovato questo nuovo personaggio, ovvero Edward. Spero me ne parlerete bene perché ci sono particolarmente affezionata *__* …ma, come ho già detto, accetto qualsiasi cosa!!! ^__^

 

Ad ogni modo, è arrivato il momento di ringraziare chi recensisce(ç__ç):

 

Momo : Visto come l’ho fatto lungo, lungo?!? Sono ben 9 pag non ti puoi lamentare! Il cane l’ho fatto femmina senza un motivo preciso…mi ispirava di più…forse! Ci vediamo, chattiamo, sentiamo alla prossima…se non ci vediamo accendiamo la luce! (AHAHAHAHAH) (SE NON RECENSISCI TI AMMAZZO!!! Ò_ò)(adesso ti prendi questo stupidissimo bacio!) (mi scuso per chi non riesce a comprendere…ma non è colpa mia se è ebete!!!)

 

Sefora: Ehh..sono cattiva lo so! Ma se non lascio i capitoli in questo modo, non ci sarà sfizio per me!!! Scherzo! Comunque ti ringrazio tantissimo per aver recensito, e spero di ritrovarti anche in questo ^___^

 

 Cry90: Innanzitutto ti ringrazio per aver recensito. Grazie! La nostra cara Luna, è davvero una gran combina guai! Ma è adorabile! Mi farebbe piacere se leggessi anche questo capitolo!!Ciaoooooooooo

 

Cassandra99 : Grazie per la tua recensione, e per i tuoi complimenti…ç___ç…sono commossa…Ad ogni modo, spero che il capitolo ti sia piaciuto…finalmente si vede il padrone di Luna. Come lo hai trovato? Aspetto considerazioni, un bacio! ^__^

 

 

 

 

                                             

 

  
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