.:
The Dog :.
Capitolo 3: Le
emozioni che nascono…
-Prego entri pure- mi disse l’uomo
-Si…-
Ero ancora
incerto su quello che stava succedendo, ma entrai senza pensarci due volte…
-Io sono il
maggiordomo di questa casa e mi chiamo Alfred- disse mentre entravo
-…Wow…- fu
l’unica cosa che riuscii a dire.
Era una deliziosa
villetta a due piani, con tanto di veranda e giardinetto. Semplicemente
stupenda.
Attraversammo una
piccola stradina, per poi arrivare in veranda.
La veranda era
molto semplice. C’erano delle piantine che la contornavano e un dondolo a tre
posti, situato sul lato destro rispetto alla porta, praticamente
attaccato alla parete.
-Da questa parte-
mi disse all’improvviso, aprendo la porta d’ingresso.
-Se le va, possiamo fare un giro per la
casa…che mi sembra averla colpita molto- mi disse sorridendo.
- Io…- Farfugliai
imbarazzato - …Ok. In effetti mi ha colpito
piacevolmente -
Mi sorrise
ancora.
Appena entrati,
sulla destra c’era una scalinata a chiocciola che portava al secondo
piano, davanti si poteva ammirare immediatamente il salottino molto ampio.
Riempiva praticamente tutta la stanza principale. Con
tre divani bianchi a tre posti ciascuno, un camino nel centro della parete,
verso sinistra rivolto verso il tavolino in vetro,
posizionato al centro fra i divani, era lavorato in legno con su una mensoletta,
dove vi erano poggiate diversi portafotografie.
Dai toni chiari
che si avvicinavano molto alla tinta color pesca, la
casa dava l’impressione di essere avvolti da una sensazione di caldo.
-Direi che se
iniziamo dal piano superiore sia meglio. Prego- e mi indicò
con la mano sinistra le scale.
Così iniziai a
salire, quelle scale a chiocciola in legno.
Appena arrivai in cima, mi ritrovai in un piccolo corridoio, che si
estendeva parallelamente alla scala. C’erano cinque porte lungo i lati, tre
dalla parte opposta alla rampa di scale, e due sulla stessa, alla fine del
corridoio, da entrambe le parti, si trovavano due finestroni con delle tendine
bianche che affacciavano all’esterno, o per meglio dire sul giardino.
Iniziai a
camminare verso la porta più vicina. Senza pensarci molto, iniziai ad aprire la
porta, ma immediatamente la mano di Alfred mi fermò.
-Meglio non
entrare qui. Le farò vedere le altre stanze che sono molto simili- E richiuse
la porta.
Mi mostrò altre
due stanze, ovvero quella degli ospiti e la sua, che erano molto spaziose, e
con degli arredamenti molto semplici.
Mentre scendevamo giù per andare a vedere il
resto della casa, la mia mente era molto distratta rispetto a prima.
Nonostante non
fossero fatti che mi importassero, non riuscivo a
capire
perché Alfred non mi avesse permesso di poter
vedere quella stanza.
Così, mentre
eravamo in salotto a conversare e a gustare una tazza di thè verde, senza
troppi giri di parole glielo chiesi.
-
Alfred, perché prima non mi ha permesso di poter vedere quella stanza di sopra?-
Lui non mi
rispose, e continuò a sorseggiare il thè. Dopo che lo ebbe finito, posò la
tazzina sul vassoio posto sul tavolino, si girò verso di me e mi chiese:
-Perché
le interessa?-
-…Io…so di essere invadente,ma…-iniziai a farfugliare imbarazzato
-Vede, sono una
persona particolarmente curiosa…ma la capisco perfettamente se non vuole
dirmelo…anzi mi scusi per averglielo chiesto-
Scoppiò in una
sonora risata.
- Scusi ma perché
ride?-
- Perché lei mi è simpatico! Vede in quella stanza non c’è niente che
io debba nascondere. Quella è la stanza del padroncino, e non l’ho fatta
entrare semplicemente perché stava dormendo, e lei avrebbe potuto svegliarlo se
fosse entrato- Mi disse sorridendo
- Oh…capisco.
Perché mi continua a dare del lei?-
- E’ l’abitudine-
- Ahaha…capisco…-
dissi ridendo
-Ma lei mi chiami solamente Alfred-
- Va bene.-
- Le va di vedere
delle foto del padroncino?-
-Ma certo-
Così si alzò, si
avvicinò ad un mobile li vicino, e prese un album di
foto. Si sedette affianco a me, e me le mostrò.
In tutte, era
raffigurato un bambino sui cinque anni, dai colori chiari e dal visino dolce e
sorridente. In quasi tutte le foto giocava
allegramente con dei giocattoli. In
altre, teneva per mano una donna molto bella, esile, dai capelli leggermente
mossi e lunghi, e con lo stesso viso dolce e gli stessi colori chiari che aveva il bimbo. Senza dubbio doveva essere la madre.
-Questa è la
signora Emily. La madre del signorino -
- E’ una donna
davvero incantevole -
- Incantevole e
anche molto forte,se c’era qualche difficoltà non si
abbatteva mai, e insieme al marito l’affrontava.-
- Sembra
conoscerli molto bene…-
- In effetti è praticamente da una vita che servo questa
famiglia, e di conseguenza ho imparato a conoscere i caratteri dei vari
componenti-
- Non ha mai
pensato di andarsene?-
- Mai - mi disse
sorridendo dolcemente.
- Posso chiederle
come mai?-
- Tutto successe
in un giorno di pioggia. Mi trovavo per strada, senza un
lavoro e senza una casa…d’un tratto mi sentii chiamare da una voce molto
dolce e preoccupata nell’insieme. Era la signora Emily…mi chiamò, e mi chiese il
mio nome, quando glielo dissi, mi si sedette affianco,
e iniziammo una conversazione alquanto insolita. Fatto sta, che dopo che ci
dicemmo più o meno tutto quello che potevamo sapere
l’uno dell’altro, la signora, dopo aver ascoltato la mia storia, si alzò di
scatto e mi propose di lavorare come maggiordomo per lei. All’inizio ero
suscettibile che una ragazza sui 18 o 19 anni potesse darmi un lavoro, così, in
un primo momento, rifiutai. Ma lei non si arrese, iniziò a dirmi che da li a poco si sarebbe sposata con l’uomo che amava, e che
aveva assolutamente bisogno di una mano, soprattutto se le fosse nato un
bambino. La sua fermezza, mi colpì parecchio, e così accettai.
Come aveva previsto si sposò con l’uomo che amava, e dopo un’annetto
ebbe il signorino-
- Che donna originale!- esclamai.
- Oh, si. Senza
dubbio-
- Ma come mai era
finito in mezzo alla strada senza nulla?-
- Bhè…prima di
finire li, avevo una vita molto semplice e felice. Avevo una casa, un lavoro…e
una moglie da amare. Non avevo ancora figli, per il semplice motivo che volevo avere una situazione economica più ferma. Ma tutto si rovinò quando lei si ammalò gravemente. Spesi
tutto quello che avevo per cercare una cura in grado di guarirla…ma non ve n’erano. Così, dopo qualche mese morì…ed io con lei. Iniziai a non andare più a lavoro, e non avendo più soldi per
pagare il mutuo, finii in mezzo alla strada- raccontò con un sorriso
triste e malinconico.
- Mi scusi, forse era una domanda inopportuna…- dissi
dispiaciuto.
- Non importa. E poi, mi ha fatto piacere riparlarne…non ho mai occasione
di parlare di lei!-
Sapevo che Alfred
voleva assicurarmi di non aver chiesto nulla di male….ma, non facevo altro che
pensare che avrei dovuto imparare a tener a freno la mia stupida lingua!
Ma i miei pensieri furono presto interrotti.
-Yawn…che sonno.
Alfred? Dove sei?-
- Sono qui
signorino. Mi trovo in salotto, con un gentilissimo ragazzo che ci ha riportato
la nostra Luna, che ora è in giardino-
A
quanto pare il
signorino si era svegliato. Aveva una voce molto dolce, suadente, e…calda.
- Cosa? Luna è tornata? - esclamò sbucando da dietro le scali, di corsa.
“ Alla faccia del signorino!” fu l’unica cosa che pensai.
Non era affatto il
bambino di cinque anni raffigurato nelle foto, bensì un uomo sui 25 anni molto
attraente.
Dal viso
leggermente ovale, labbra sottili incurvate in un sorriso, occhi grandi che
esprimevano solo grande dolcezza. Il tutto contornato
da folti capelli sottili del color biondo miele.
Anche fisicamente, era molto attraente.
Era vestito con una semplice camicia bianca, con
le maniche raggomitolate sui gomiti, e dei jeans
chiari. Erano un po’ sgualciti, segno che dimostrava
che si fosse addormentato con quelli addosso.
Mi sembrava la
cosa più bella che i miei occhi avessero mai visto
fino ad oggi.
Mi mozzò
letteralmente il fiato. Rimasi incantato a guardarlo parlare.
Talmente
incantato, che quando mi rivolse parola, non risposi.
- Ehm…signor
Oliver? Mi sente?-
- Eh? Cosa?...io…mi dispiace ero distratto!- dissi arrossendo
ferocemente. Non mi era mai capitato di sentirmi così in imbarazzo.
- Prima di tutto,
sarebbe adeguato fare le presentazioni.- mi disse sorridendo
dolcemente - Io sono Edward Weble, il padrone di Luna. Piacere di
conoscerla.-
- Oliver Wood, è
un piacere anche per me-
- Wood?...Questo nome non mi è nuovo…- disse guardandomi torvo
-
Ehm…probabilmente non le è nuovo perché mio padre è il dirigente di
un’importante multinazionale- spiegai.
In un attimo,
ricordai il motivo per cui quel giorno andai al parco
abbandonato…e mi rattristai di colpo.
- Allora avrò
letto il suo nome da qualche quotidiano o rivista-
- Molto
probabile- affermai con un falso sorriso.
Mi guardò per un
attimo in modo strano…come se volesse leggermi nel pensiero.
- Passando ad
altro…- disse accomodandosi sul divano affianco a quello dove eravamo seduti io
ed Alfred -mi può dire come ha trovato Luna?-
- Bhè…a dire il
vero è stata lei a trovare me!- risposi con leggero imbarazzo
- In che senso?-
mi chiese perplesso
- Nel senso che,
io stavo per fatti miei in un parco
abbandonato, ed improvvisamente Luna mi appare davanti-
- E immagino che
sia stata lei a strapparle la manica!- disse scuotendo il capo
- La manica..? Ah, si. E’ vero. Me ne ero
dimenticato…- dissi sorpreso dalla mia dimenticanza.
- Alfred, ti va
di fare del caffé? -
- Certo signorino
- e si diresse verso la cucina.
-Le va di
accompagnarmi in giardino ?-
- Si certo -
Così ci alzammo,
e invece di andare verso la porta d’ingresso, ci dirigemmo verso un’altra porta
trasparente, che prima non avevo notato.
Portava ad un
giardino sul retro, dove trovammo Luna che schiacciava un sonnellino sdraiata
al sole.
- Come al solito - disse Edward scuotendo il capo
-Venga sediamoci
qui- e mi fece segno con la mano verso delle sedie e un tavolino con
l’ombrello, posizionati su una piattaforma di legno.
Ci accomodammo.
- Wof -
Evidentemente lo
spostamento delle sedie, avevo svegliato Luna, che ora stava facendo le feste
su due zampe ad Edward, che intanto le sorrideva radioso e la accarezzava.
Guardavo la scena incantato. Continuavo a ripetermi quanto fosse bello.
Soprattutto ora,
che sotto il chiarore del sole, i suoi occhi e i suoi capelli erano ancora più
belli.
Per un attimo ho
creduto che mi fosse uscita della bava dalla bocca! Ma(per
fortuna) era solo una mia impressione (più che giustificata!).
A riportarmi alla
realtà, fu Alfred, che arrivò con un vassoio, dove vi erano le tazzine con il
caffé fumante, e una zuccheriera.
Posò il vassoio
sul tavolo e se andò.
-Alfred, già vai via?- esclamai improvvisamente.
Non me ne accorsi nemmeno. Le parole uscirono dalla mia bocca prima
che potessi ragionare. L’unica cosa certa era che le
avevo dette solo perché fui colto dal panico.
Panico dovuto al
pensiero di restare da solo con lui.
- Si. Ho delle
commissioni da fare. Arrivederla- e sparì dietro la porta.
- Ciao…-…e adesso?
Cosa dovevo dire o fare???
- Si sente bene?-
mi chiese preoccupato Edward
-Eh…si, si.-
Di
scatto presi la
tazzina e la portai vicino alle labbra guardando altrove.
Cercando di nascondere
quell’insano imbarazzo…
Peccato che non
mi accorsi che il caffé era ancora bollente!
In una manciata di secondi, posai la tazzina sul tavolo, chiusi gli
occhi e ingoiai il liquido bollente, portandomi le mani davanti alla bocca.
Edward
preoccupato si avvicino esclamandomi:
-Immaginavo fosse
ancora molto caldo, ma quando gliel’ho detto non mi ha
prestato attenzione…come va?-
Come in una
risposta, due grossi lacrimoni scesero giù per le guance.
-Vuole un po’
d’acqua?-
Annuii.
-Venga-
E mi prese sottobraccio. Di nuovo, arrossii
ferocemente. La mia testa stava andando completamente in tilt!!!
Arrivati in
cucina, prese una bottiglia d’acqua e un bicchiere di plastica, e dopo aver
versato il liquido trasparente me lo porse.
Quando lo presi, lo portai immediatamente alla
bocca, e bevvi tutto d’un fiato.
Quando finii, andava già molto meglio…anche se
ora sentivo quella strana, fastidiosa sensazione alla lingua.
Sospirai al
pensiero di quanto fossi maldestro e stupido!
Ancora
preoccupato, Edward stava per riversare dell’altra acqua nel bicchiere.
Mentre stava per compiere il gesto, Luna, che ci
aveva seguito, ebbe la felice idea di saltarci addosso.
Non capii più
nulla, tranne che ero finito col fondoschiena sul pavimento e che la bottiglia,
stava compiendo qualche giro mortale da10+, proprio sopra di me!
Come immaginerete, mi bagnò completamente.
Ero fradicio.
Probabilmente, se mi fossi fatto un tuffo in piscina
avrei ottenuto lo stesso risultato!
-Mi…mi dispiace
tantissimo. Io non so come scusarmi….Luna! Cattiva! Fila via! -
E come aveva detto Edward, corse via, verso
il giardino.
Mi alzai.
- Senta, vada di sopra. E’ meglio se si fa un bagno o
rischierà un raffreddore - disse seriamente
preoccupato e dispiaciuto.
-Ehm…credo sia
meglio che torni a casa- dissi frettoloso, avviandomi
verso la porta d’ingresso.
- No! Aspetta…lascia
almeno che ti accompagni con la mia auto-
- Non si
preoccupi-
“Voglio andarmene. Non ci sto capendo più nulla!
La mia testa sta scoppiando e di questo passo rischio di andare al
manicomio!Prima me ne vado, meglio è.”
-Insisto- disse con voce ferma. -Mi sento
terribilmente in colpa. Prima la manica, poi il caffé…e ora questo…Non la
costringerò a restare qui per sistemarsi, perché è una scelta sua…ma almeno si faccia accompagnare…per favore- disse guardandomi
con occhi preoccupatissimi.
“ Oddio!Come si può dire di no ad uno
sguardo del genere!”
-Va
bene- risposi
rassegnato.
E con uno dei suoi migliori sorrisi, disse:
-Prendo l’auto-…e uscì.
Tornò dopo poco.
Mi ricordai che non avevo visto nessuna macchina, e pensai che probabilmente l’aveva lasciata fuori…ma non ci pensai molto, perché una
volta usciti dal cancello di ferro, rimasi letteralmente a bocca aperta.
Era un favoloso
Mercedes grigio metallizzato a quattro porte.
-Prego entri - mi disse mentre
prendeva posto alla guida.
Feci il giro,
aprii la portiera e mi sedetti a suo fianco.
Il rivestimento
interno, era fatto in pelle, di colore beige.
Sul cruscotto,
fra me e lui , c’era il computer centrale. Che si
occupava dell’aria condizionata, del gpr, dello stereo o lettore Mp3, a seconda della tua scelta, capace di ricevere e effettuare
chiamate con un apposito cellulare.
-Bella è?!- mi
disse sorridendo, guardando la mia faccia sbalordita - L’ho comprata da poco…un
piccolo capriccio-
“Chiamalo capriccio!”
- Dov’è che abita?-
- Hem…a
- Computer,
portami a Lupus Street 18-
- Si, signore- rispose la voce meccanica
del computer che man mano che andavamo, spuntava per
annunciare un: “Svoltare a destra” o qualcosa di simile.
Nessuno dei due
parlò durante il viaggio. Ne approfittai per impararmi
la strada, che scoprii, non essere molto difficile da ricordare. Nonostante fosse abbastanza distante da casa mia.
E involontariamente, pensai che la prossima
volta sarebbe stato meglio venire con la moto.
Ma immediatamente cacciai quel pensiero
dalla mente.
Sapevo che quella
di oggi era stato come uno “strappo alla regola”. Un
qualcosa, che il buon Dio lassù, aveva mandato per cambiare un po’ la monotonia
della mia vita.
Mi
rattristai.
Ma non so dire se
avessi avuto questa reazione solo al pensiero della
mia stupida vita monotona…o perché, per la prima volta nella mia vita, avevo
incontrato delle persone che per qualche ora, mi avevano fatto sentire bene…(è un po’ idiota! =__=’ N.d.A.) (Per la serie mi hai creato tu!
N.d.Oliver)
-Siamo arrivati-
La voce di Edward mi riportò alla realtà.
- Grazie mille
per il passaggio - dissi, con voce roca.
Scesi dalla
macchina. Mi chiusi la portiera alle spalle. Mi girai ancora una volta verso di
lui, che prontamente abbassò il finestrino.
Abbozzai ad un
mezzo inchino, per poi salutarlo.
- Arrivederla-
Stavo per mettere
la chiave nella serratura del portone quando sentii la sua voce richiamarmi.
- Oliver se…se ti
va di tornare a trovarci ci farebbe molto piacere-
Iniziò a farfugliare - La casa è un po’ vuota… e una persona in più per
compagnia fa sempre bene…e a quanto ho potuto vedere sei molto simpatico sia a
Luna che ad Alfred…insomma…io…- sospirò -A
me farebbe molto piacere se tornassi a trovarmi - concluse con voce più
ferma.
Ero senza parole.
Sbalordito da quell’inattesa proposta.
Proposta che
riempì il mio cuore di felicità.
-
Tornerò. Glielo
prometto - e gli rivolsi un gran sorriso.
Sorrise a sua
volta.
- Ah…Oliver.
Chiamami pure Edward, finirai per farmi sentire vecchio se mi dai sempre del
lei!- scherzò.
-Ok…Edward.-
dissi fra le risate.
-Allora alla
prossima -
-Alla prossima-
Un ultimo sguardo
e sfrecciò via, dentro il suo Mercedes.
Di corsa, entrai
in casa. Come al solito non c’era nessuno,
probabilmente solo mia sorella in camera sua a sentire lo stereo ad alto volume.
Diversamente
dalle altre volte, ero troppo felice per rattristarmi
della solitudine che arenava quella casa.
Così andai dritto,dritto verso la mia stanza.
Mi buttai sul
letto,a pensare e a ripensare alle parole di Edward…arrossivo
e sorridevo come un’ebete mentre ci ripensavo.
Quella sera mi
addormentai presto, pensando che quello,era di sicuro
il giorno più bello della mia vita…
Continua…
Salve a voi cari lettori!Allora? Che ve
ne pare di questo capitolo? Spero vi sia piaciuto…e mi scuso
per il ritardo. Ma purtroppo ho avuto problemi col computer…-_-…in compenso, vi
ho fatto un capitoletto bello lungo, in modo che possiate
perdonarmi! >__<
Sono curiosissima di sapere come avete trovato questo nuovo
personaggio, ovvero Edward. Spero me ne parlerete bene perché ci sono
particolarmente affezionata *__* …ma, come ho già detto, accetto
qualsiasi cosa!!! ^__^
Ad ogni modo, è arrivato il momento di ringraziare chi recensisce(ç__ç):
Momo : Visto come l’ho fatto lungo, lungo?!?
Sono ben 9 pag non ti puoi
lamentare! Il cane l’ho fatto femmina senza un motivo preciso…mi ispirava di più…forse! Ci vediamo, chattiamo, sentiamo
alla prossima…se non ci vediamo accendiamo la luce! (AHAHAHAHAH) (SE NON
RECENSISCI TI AMMAZZO!!! Ò_ò)(adesso
ti prendi questo stupidissimo bacio!) (mi scuso per chi non riesce a
comprendere…ma non è colpa mia se è ebete!!!)
Sefora: Ehh..sono
cattiva lo so! Ma se non lascio i capitoli in questo modo, non ci sarà sfizio per
me!!! Scherzo! Comunque ti
ringrazio tantissimo per aver recensito, e spero di ritrovarti anche in questo ^___^
Cry90: Innanzitutto ti
ringrazio per aver recensito. Grazie! La nostra cara Luna, è
davvero una gran combina guai! Ma è adorabile! Mi
farebbe piacere se leggessi anche questo capitolo!!Ciaoooooooooo
Cassandra99 : Grazie per la tua
recensione, e per i tuoi complimenti…ç___ç…sono commossa…Ad ogni modo, spero
che il capitolo ti sia piaciuto…finalmente si vede il padrone di Luna. Come lo hai trovato? Aspetto considerazioni, un bacio! ^__^