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Autore: Ashbear    09/04/2012    1 recensioni
Rinoa e Squall. È la caduta che definisce il tuo cammino attraverso la vita. È come continui a vivere dopo la caduta che definisce chi sei. In un secondo, un proiettile ha cambiato tutto. Se le parole che hai confessato non dovevano essere sentite, non sarebbe abbastanza cancellare il passato?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Rinoa Heartilly, Squall Leonheart, Zell Dincht
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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AFTER THE FALL
scritto da Ashbear, tradotto da Alessia Heartilly
~ Capitolo XXI: Too Short A Season ~

Rinoa pensò che la sua mente fosse andata oltre il punto di qualsiasi comprensione; le parole che credeva di aver sentito non potevano essere vere. Era un'eco vuota di realtà, una piccola voce che le diceva che aveva frainteso la frase di Shu: era l'unica persona citata nel testamento.

Era impossibile, semplicemente senza motivo.

Se c'era del sangue rimasto a correrle nelle vene, era assente dal suo viso. La sua pelle si schiarì fino a una sfumatura d'alabastro poco sana; la mera essenza della sua forza vitale sembrò svanire. Shu riconobbe immediatamente i segnali, dopo anni passati ad affrontare le famiglie in fase di negazione. La Strega era scioccata, non al punto di aver bisogno di immediata attenzione medica, ma al punto di aver bisogno di essere in grado di respirare secondo la sua forza di volontà. Sembrava che non avesse preso aria da quando la SeeD l'aveva informata della situazione.

"Rinoa, posso prenderti qualcosa? Acqua?"

"Io? No, no... sto bene. Solo, io..."

Si fermò; non c'era modo di poter spiegare a qualcun altro come si sentiva. Le emozioni che le paralizzavano il corpo erano quasi debilitanti.

"Ho solo bisogno di un momento." Rinoa cercò di riacquistare i sensi, il più diplomaticamente possibile, in quelle circostanze.

La SeeD annuì, cercando di risolvere equamente la situazione. Shu non aveva previsto una tale reazione della giovane donna. Era ora evidente che Squall si era tenuto quel programma per sé; persino la morte non aveva fermato quel tratto del suo carattere. La loro rottura non era certo un segreto, ma se Rinoa davvero non era a conoscenza dei desideri di Squall, poteva capire il vacillare della Strega.

In realtà, Shu aveva messo in discussione la situazione con Squall stesso alcuni anni prima. Eppure il Comandante era stato irremovibile sulla sua decisione, e così non aveva più affrontato l'argomento. Il suo lavoro aveva spesso a che fare con gli 'e se'; le loro vite erano spesso nulla più di un indovinello, un semplice gioco di probabilità - che spesso i giocatori perdevano.

Quando la Strega continuò a tacere, Shu iniziò di nuovo con una spiegazione più professionale. "Rinoa, come unica erede nominata dal testamento, avrai la completa responsabilità della divisione e distribuzione delle sue proprietà, se è questo ciò che desideri. Ho già fatto preparare dagli avvocati le bozze finali dei documenti necessari. Ci servirà solo la tua firma per iniziare i trasferimenti e la liquidazione dei suoi averi. La parte finanziaria richiederà un po' di tempo; i fondi disponibili saranno pronti al trasferimento quando avremo compilato i moduli. Ad ogni modo, tutti i suoi averi personali saranno subito pronti per esserti consegnati."

Rinoa era senza parole.

Non c'erano parole anche solo per descrivere la sua confusione; i suoi pensieri erano ingarbugliati e caotici. Doveva essere un errore. Questo è un enorme errore. Quella di certo era l'unica spiegazione plausibile nella sua mente. Shu doveva aver guardato moduli datati più di quattro anni prima; persino allora era difficile da capire. Lei e Squall avevano parlato solo una volta in tre anni, e Dio solo sapeva che non era andata bene. Lui di certo non le avrebbe lasciato tutto quello che aveva. Questo la riportò all'unico pensiero logico - doveva essere un errore di trascrizione da parte del Garden.

Doveva esserlo.

"Shu..." Si sforzò molto solo per pronunciare il nome della ragazza. La sua mente, il suo corpo, e i pensieri erano tutto tranne che sincronizzati. La Strega si trovò a tremare, mentre la sua voce echeggiava piano le uniche parole che si ripetevano nella sua mente.

"È un errore. È un errore. Ci siamo lasciati tre anni fa. Non avrebbe... No."

"Rinoa, non è un errore." Shu si allungò, posando cautamente la mano su quella di Rinoa. La giovane donna rifiutò il contatto visivo. Invece continuò a guardare verso il basso.

La Preside cercò di spiegare come meglio poteva. "Rinoa, non so se ricordi o no, ma i membri della SeeD devono aggiornare queste informazioni ogni sei mesi. Questo è stato fatto, in realtà, cinque mesi fa; tra un mese sarebbe stato aggiornato di nuovo. È obbligatorio. Squall non ti ha mai rimosso come beneficiaria del suo testamento. Lo ammetto, ero sorpresa la prima volta, dopo la tua partenza. Ma lui ha insistito che non doveva mai essere modificato. Ha avuto molte possibilità, Rinoa, ma per favore ricorda che questi erano i suoi ultimi desideri."

"No... questo proprio non... non può."

Era confusa al di là delle parole, e imbarazzate dalle sue azioni. Si sentiva persa e sola. Fu involontario, ma si nascose il viso tra le mani. Poteva essere quel suo essere infantile che veniva alla luce, ma non poteva interessarle meno. Voleva onestamente nascondersi, andarsene da quel posto, andarsene da quel mondo. Nulla aveva senso per lei, e nulla diventava più semplice.

"Rinoa, non intendevo darti questa notizia così. Se avessi saputo che non ne eri minimamente consapevole, avrei aspettato fino a stasera. Sapevo solo che avevi fretta di finire la nostra conversazione, e a dire il vero ho pensato... beh, ho pensato che fosse per questo."

"Perché lo avrebbe fatto?" chiese Rinoa, disperata.

Nulla glielo avrebbe fatto capire. Diavolo, persino parlare con Squall, se fosse stato lontanamente possibile, non l'avrebbe aiutata. Lui, molto probabilmente, avrebbe semplicemente evitato le sue domande con risposte indirette, sempre se si fosse disturbato a rispondere.

"Non potrei dirtelo." Shu si addolcì, lasciando da parte il suo ruolo di Preside. Nel suo incarico non aveva conosciuto bene Rinoa, ma sapeva abbastanza della Strega per rispettarla. Nessuna quantità di pettegolezzi o sentito dire poteva far vacillare la sua opinione; non era arrivata al potere indulgendo in tali frivolezze. Aveva anche enormemente rispettato il Comandante, non solo per il suo incarico, ma come persona, e questo di per sé diceva molte cose sul carattere di Rinoa.

La SeeD continuò a parlare in tono più empatico di quello precedente. "Forse Squall non si è mai sentito tanto vicino a nessun altro. Forse voleva solo assicurarsi che tu fossi finanziariamente stabile, era un tipo piuttosto pratico in queste faccende, ma... non sono davvero nella posizione di fare supposizioni."

Onestamente, Shu avrebbe supposto alcune altre ragioni, ma la realtà non avrebbe fatto bene a nessuno. Forse era meglio lasciare che quelle osservazioni fossero sepolte nel passato.

Quando Rinoa non fece altri tentativi di fare domande, Shu si trovò di nuovo nel ruolo di mediatrice del Garden. "Onestamente tutto quello per cui sono qui adesso è portare a termine la sistemazione di questa proprietà. Quello che farai con tutto, denaro o proprietà, riguarda solamente te."

"Non posso e basta."

La Strega scosse la testa, levandosi finalmente le mani dal viso. Non poteva nascondersi, per quanto lo volesse; non era il modo in cui aveva bisogno di affrontare la situazione. Rinoa cercò di comprendere il ragionamento di Squall, anche solo un po', nonostante fosse quasi impossibile.

"Rinoa, queste sono davvero le sue volontà." La SeeD offrì quel sentimento con più forza verbale di prima. Shu sorrise in un gesto di simpatia mentre Rinoa si mordeva inconsciamente il labbro. Poteva non essere accettazione da parte della Strega, ma per il momento sarebbe stata considerata tale. La SeeD sorrise e tornò di nuovo alle questioni legali più pressanti.

"Come dicevo, la parte finanziaria richiederà qualche giorno. Ti terrò debitamente informata dei progressi. Ad ogni modo tutti gli oggetti personali, le proprietà e le altre cose fisiche sono legalmente tue dopo che firmerai le tue copie. Puoi distribuirle come meglio credi; so che ha altri amici e familiari. Tutte le decisioni che prenderai saranno definitive, e il Garden non protesterà."

Rinoa cercò di nuovo di assorbire la cosa: tutto quello che lui aveva mai posseduto era suo? Lui si aspettava che lei avesse davvero a che fare con le sue cose, e che dividesse i ricordi con i suoi amici? Un brusco guizzo di rabbia la percorse, anche se sapeva che non era giusto. Come? Come poteva lei controllare le sue cose e darle agli altri come se fossero una specie di trofeo della sua vita? Ci aveva davvero pensato, lui, o era una specie di tentativo ritardato di vendicarsi di lei?

Dio, no... sapeva che lui non aveva pensato questo, ma era tutto così travolgente. E onestamente, in quel momento, non poteva trovare nessun'altra spiegazione plausibile per le azioni semi eccentriche di Squall. Dal momento in cui aveva visto la sua fotografia in televisione, a Timber, e aveva sentito il giornalista dare la solenne notizia, tutto sembrava semplicemente fuori posto... le sembrava di essere solo un'osservatrice esterna della sua intera esistenza Questo non stava succedendo, non poteva star succedendo. Non poteva essere...

Rinoa guardò Shu come se le parole che aveva appena detto avessero in qualche modo avvelenato l'aria. La Strega cercò di raddrizzarsi a sedere e digerire la verità dai suoi stessi errori. Ad ogni modo, la verità era che non era pronta per nuove responsabilità, ma recitava comunque il suo ruolo. Tornò ad essere attenta e contò su tutto ciò che aveva mai imparato lavorando in campo politico.

"Ora, Rinoa, dato che la residenza personale di Squall si trova sulla proprietà del Garden, dovrai essere scortata sempre dal personale SeeD mentre sei nel suo appartamento. Qualsiasi computer, palmare, cellulare, o qualsiasi altro apparecchio elettronico che possa contenere informazioni riservate è già stato sequestrato dal Garden. Una scorta dovrà sempre essere presente per verificare che nessun oggetto confidenziale venga portato fuori dai nostri confini. Questa è la politica standard nei confronti di ogni vittima legata al Garden. Ad ogni modo, data la storia personale del caso, cercherò di fare in modo che siano sempre assegnate con te Quistis o Selphie. Voglio che tu sia il più possibile a tuo agio, dato le circostanze."

Rinoa rimase ancora seduta, disorientata e senza scopo, ma almeno recitò bene; la maggior parte delle parole di Shu non erano altro che un suono attutito di sottofondo. Tutta quella situazione era un sogno grottesco e surreale. Desiderava solo che qualcuno la svegliasse prima di rimanere intrappolata per sempre in quell'incubo infernale.

Non aveva compreso l'enormità della situazione, né poteva farlo se era ancora sotto shock. Non c'era modo di immaginare che avrebbe avuto la responsabilità di ogni singolo oggetto dentro al suo appartamento. Era qualcosa che avrebbe dovuto affrontare fisicamente, per poter anche solo iniziare a guarire mentalmente. Né si era fermata a considerare tutte le procedure relative, e il tempo necessario a impacchettare tutte le sue cose.

La verità era che il Comandante era quanto di più lontano potesse esserci da un maniaco dell'accumulo. Eppure, nel corso della vita, aveva acquisito infiniti oggetti, senza che nemmeno lui se ne rendesse conto. Dal divano del salotto al maglione che la madre di Zell gli aveva fatto a maglia per l'inverno e ogni cosa nel mezzo - erano oggetti banali che ora ammontavano a molto più che alla somma della sua vita.

E gli amici che aveva lasciato?

Si sarebbe aspettato che lei, o per quanto potesse decidere date le circostanze, fosse quella che avrebbe deciso chi avrebbe ricevuto cosa, sempre che ricevesse qualcosa? Era sempre stato orribile nel dare regali, in vita. A quanto pareva in morte non aveva alcuna intenzione di aggiustare quel difetto. Gli amici, la famiglia... persino Lauren? Sarebbe stata responsabile del dare a tutti loro un qualche ricordo di lui.

Come diavolo era finita Rinoa ad avere quel compito? Le sue emozioni vacillavano drasticamente tra lo shock e la rabbia. Perché lui l'avrebbe messa in una situazione così instabile? Era stata quella la sua intenzione quando aveva messo il suo nome su quei dannati documenti? Di nuovo, ne dubitò, ma chi conosceva il lavorio interno della mente di Squall Leonhart? Anche lei non ne sapeva niente.

Per non parlare del fatto che non aveva considerato l'intimo livello di lealtà e forza emotiva che ci sarebbe voluta per andare in fondo. Lui era sempre stato in guardia nella loro relazione, senza mai lasciarla entrare completamente tra le sue mura, e adesso... lei avrebbe scoperto tutto. Adesso sarebbero stati, di fatto, i suoi segreti per procura.

Non sapeva che uno di quegli oggetti doveva essere suo anni prima; lui semplicemente non aveva mai trovato il coraggio di seguire il suo cuore. La sua mente si metteva sempre in mezzo.

Lei avrebbe scoperto tutti i suoi segreti, anche quelli contenuti in una scatoletta di velluto.

*~*~*~*~*

Almeno era finita, fino a quando quel posto si sarebbe procurato l'atrocità successiva. Che conforto era per lui. Squall era agitato, stanco, mentalmente distrutto, e onestamente piuttosto incazzato. Aveva bisogno di uscire da quella cella di prigione su quattro ruote; aveva soprattutto bisogno di allontanarsi dal suo forzato compagno. Aveva bisogno di allontanarsi da tutto, a quel punto, incluso se stesso, ma i suoi bisogni sembravano banali nel grande schema della vita. Con la nuova informazione ricevuta da Dollet, era ovvio quale sarebbe stata la loro prossima destinazioni - il posto in cui era iniziato quell'incubo.

Cid li aveva informati che sarebbero partiti più tardi quella sera, dopo aver acquisito abbastanza prove audio e video. Certo, i loro sforzi della giornata potevano non portare a niente. Non era nulla più che un lancio di dadi, e il banco sembrava sempre avere quelli truccati. Continuò a fissare la scatola di legno riccamente decorata che doveva teoricamente essere il luogo del suo eterno risposo. Divenne piuttosto affascinante, in una maniera malata e ipnotica.

Ascoltò estranei che si avvicinavano e gli offrivano falsa gratitudine, un buon viaggio, e, cosa non troppo sorprendente, alcuni sembravano ironicamente compiaciuti dalla sua caduta. Segnò l'ora sul nastro quando parlavano quelle persone; avrebbe guardato gli indizi più tardi. Non se la prendeva per le loro parole; non gli interessava affatto di loro. Era quando venivano i suoi amici che si toglieva le cuffie. Non poteva sentirli. Non era pronto per le loro parole, o per il tradimento che avrebbero molto probabilmente sentito più avanti. Quelle parole dovevano essere private, e lui onorava la loro sacralità.

Erano passati quindici minuti buoni da quando Zell aveva parlato, un piccolo miracolo, se lui credeva a quel tipo di cose. Non era così. Eppure era inevitabile, il silenzio sarebbe stato spezzato. Era un dato di fatto, come il sorgere del sole al mattino.

"Posso fare una domanda?"

"Perché smettere ora," rispose Squall quasi con disprezzo. L'insistenza di Zell gli dava sui nervi, e se non fosse uscito da lì presto dubitava che sarebbe andata a finire bene.

"Uhm, dove ti seppelliranno?"

"Non sono morto."

"Beh, quello lo so. Voglio dire, dove pensano che verrai sepolto?"

"Fuori Balamb, credo."

"È quello che volevi? Credo di non aver mai pensato che sarebbe... beh, voglio dire, è quello che avevi chiesto?"

"No."

Voleva uscirsene con qualche risposta aggressiva, ma in verità non ce n'erano. In tutti i suoi anni di servizio alla SeeD, non era giunto a una decisione definitiva. Ora la scelta veniva fatta per lui. Ma davvero, trovava che il Garden non avesse altra scelta logica.

Winhill era il posto in cui era nato, ma di certo non era una casa. Sua madre poteva essere sepolta lì, e molto probabilmente suo padre sarebbe stato sepolto al suo fianco. Quella era la loro vita, non la sua. Per un po', avrebbe potuto dire l'orfanotrofio, ma ora quel posto aveva troppi ricordi e rimpianti. Nemmeno quella era la sua vita - non più. Quindi rimaneva l'unica cosa che lui era - un membro del Garden. Balamb era il posto in cui era cresciuto, e francamente, il posto in cui era morta una parte di lui.

Quindi, dato che la SeeD aveva definito la sua vita, era anche destinata a definire la sua morte.

*~*~*~*~*

Il Presidente era stato lì prima; aveva sentito il dolore della perdita di prima mano. Non era un posto in cui si poteva andare fisicamente, piuttosto uno stato mentale vuoto che spesso consumava anima e cuore. Aveva rinunciato a cercare di sorridere, quel giorno, dato che i suoi occhi mascheravano il dolore che gli era concesso ammettere pubblicamente. Lì, era come un qualsiasi altro partecipante. Era un destino che era stato scritto quasi un quarto di secolo prima, quando aveva seguito le orme di un altro sentiero.

Eppure quell'ardente bisogno di sistemare un torto lo travolgeva. Forse stavolta non si trattava di suo figlio, ma di qualcuno quasi ugualmente importante, per lui, a livello emotivo. Aveva guardato Rinoa durante il servizio funebre, non c'era altra scelta che lasciarla andare: non era suo diritto fermarla. Eppure, era un suo bisogno trovarla, adesso, per vedere se, per qualche miracolo, poteva aiutare lei quando gli sembrava di aver fallito così enormemente con il suo ex Cavaliere.

Aveva sentito dire che era nel Giardino, ma era sembrato un vicolo cieco; ritornò sui suoi passi verso il salone. Dopo altri minuti di circolo vizioso, finì per seguire casualmente un piccolo corridoio che si diramava dall'ingresso principale del Garden. Il petto gli fece male quando vide una figura solitaria seduta contro il muro. Aveva gli occhi rivolti al cielo, come in cerca di risposte che ovviamente nessuno di loro due avrebbe mai ricevuto.

"Hey, ti piacerebbe avere compagnia?"

La domanda di Laguna era piuttosto mirata. Di fatto, era lui quello che aveva estremo bisogno di compagnia. Le offrì un sorriso rassicurante, o almeno ci provò, attraverso occhi pieni di lacrime. Lei annuì e cercò debolmente di ricambiare il gesto, anche se si notava a malapena. Lui si sedette sul pavimento proprio accanto a lei; le apparenze non gli interessavano. Poteva non essere adatto al Presidente della nazione più tecnologicamente avanzata sedersi in un corridoio rovinato, ma era adatto ad un uomo e padre addolorato.

Rinoa era grata della compagnia. Era stata sola abbastanza nella vita. Le sue parole erano dolci e contenevano il peso della giornata. "Mi dispiace così tanto, Laguna. Non sarei dovuta uscire. Non volevo... mi dispiace tanto e basta."

"Perché vuoi scusarti? Io di certo non ti biasimo. Diamine, onestamente volevo potermi unire a te, ma..."

"Lo so, andarsene non avrebbe dato esattamente il miglior esempio politico."

"Si fotta la politica," scherzò lui senza entusiasmo; ma era uno scherzo costruito sulla verità. "Credo di aver semplicemente sentito che dopo tutte le volte che non ci sono stato nella sua vita, beh, potevo almeno esserci stavolta... solo un po' più a lungo."

"Sono sicura che lui lo avrebbe apprezzato."

Entrambi sorrisero appena, e all'unisono risposero con una versione di, "no, no, non lo avrebbe fatto." Anche se le risposte non usavano le stesse parole, i sentimenti erano identici.

Rinoa distolse timidamente lo sguardo da lui; non era sicura di come dirlo ad alta voce. Di nuovo, proprio come con la morte di Squall, se avesse detto le parole ad alta voce sarebbero diventate vere. Stava ancora combattendo con ciò che le aveva detto Shu; come doveva fare ad ammetterlo con qualcuno? Eppure quest'uomo aveva il diritto di sapere. Diavolo, lui aveva più diritti a conoscere gli affari del Comandante di quanti ne avesse mai avuti lei. Era in qualche modo adatto che Laguna fosse il primo a saperlo, dato che era una verità che doveva sapere prima di tutti gli altri.

"Io... Laguna, Squall... mi ha lasciato tutto."

"Cosa?"

"Quel bastardo mi ha lasciato tutto con il testamento."

La rabbia le sfuggì amaramente, insieme alle lacrime che aveva trattenuto da quando si era lasciata cadere nel corridoio. Il suo corpo iniziò a tremare, per l'emozione che saliva e la furia gratuita. Come poteva lui farle questo senza alcuna considerazione emotiva? Certo, non pensava davvero a lui con gli insulti con lui lo marchiava la sua mente. La rabbia e il dolore stavano annebbiando il suo giudizio, e in verità Laguna capiva il suo dolore e il suo risentimento anche troppo bene.

"Dio mio," fu tutto quello che riuscì a dire, prendendola tra le braccia.

Il Presidente non riusciva a immaginare perché suo figlio volesse farle vivere tutto quello - perché voleva tirarla di nuovo nel passato? Lui aveva sofferto la perdita di Raine. Anche se lei possedeva molto poco, la maggior parte delle cose erano state sistemati dagli altri a Winhill. Lui non aveva mai dovuto impacchettare le sue cose. Non aveva mai dovuto vedere ogni ultimo ricordo e fotografia. Non aveva mai dovuto mettere quel pezzo finale di nastro adesivo su una scatola e scriverci con un pennarello come se non fosse niente. Era una maledizione o una benedizione?

Ora Rinoa avrebbe dovuto rivivere il passato. Non aveva più l'ultima parola sul suo stesso destino. Laguna sapeva che era forte, ma in quel momento, con la perdita di un ex Cavaliere, a prescindere da quanto fossero stati separati da tempo e distanza, sistemare le sue cose... poteva essere emotivamente devastante. Non le avrebbe permesso di affrontare quel dolore da sola.

"Ti do una mano. Non devi farlo da sola."

"No," disse lei, quasi troppo velocemente.

Sembrava che non fosse grata dell'offerta - cosa che era lontanissima dalla verità. Rinoa sapeva che non poteva far passare a Laguna un'altra tragedia. Avrebbe preso questo destino e lo avrebbe accettato con quanta grazia fosse possibile. Sapeva anche che lui avrebbe continuato ad insistere, dato che erano simili sotto molti punti di vista.

"Mi dispiace Laguna. Non volevo davvero dire così... è solo che ho già l'aiuto, il Garden farà in modo che ci siano Selphie e Quistis. Si prenderanno cura di me, per cui per favore non preoccuparti. So che se ho bisogno di qualcosa tu ci sarai sempre."

"Va bene," concordò lui, anche se gli sembrava di abbandonare ancora una volta un suo dovere. Ma suo figlio aveva dato voce ai suoi desideri nel testamento. Se Squall voleva che Rinoa avesse la responsabilità di questa parte della sua eredità, lui avrebbe accettato. Non gli sarebbe affatto piaciuto, ma lo avrebbe fatto per onorare suo figlio.

"Rinoa, per favore, ti chiedo solo di non provare ad iniziare niente oggi... o anche solo stasera. Voglio che tutti noi superiamo la giornata per la famiglia disfunzionale che siamo. Cerca solo di superare oggi, e poi inizia a superare domani."

"Affare fatto."

Onestamente, non aveva alcuna intenzione di iniziare quel giorno. Non aveva idea di dove, come, o da cosa cominciare, anche se ci avesse provato. Si sarebbe concessa quel giorno per il dolore, e la vita intera per il lutto. In quel momento, aveva bisogno dei suoi amici e della sua famiglia adottiva, e in cambio tutti ci sarebbero stati per tutti. Come una famiglia.

"Sei impegnata stasera?" chiese lui nervosamente, rendendosi conto di quanto sembrasse stupida la domanda, date le circostanze. "Voglio dire, non che voglia saperlo. Ok, voglio dire che voglio saperlo..."

Lui espirò forte, cercando di riacquistare equilibrio verbale. Anche l'età e l'esperienza non lo avevano mai aiutato a migliorare nel trovare le parole giuste per l'occasione giusta. Era una realtà che lo perseguitava da ancora prima che potesse ricordare.

In ogni caso ci provò, lo faceva sempre. "È solo che Ellione mi ha parlato dopo la funzione. Ha detto che tutto il gruppo stasera farà una cena privata, sai, senza la confusione. Speravo che venissi anche tu. So che tutti ti vogliono lì."

"Sì, Quistis me ne ha parlato ieri sera. È solo che non sono sicura se-"

"Dovresti." Non c'era niente di più semplice di quel fatto. Lui voleva che lo sapesse anche lei.

"Solo che-"

"Sai, se continui a trovare scuse, io continuerò a interromperti. Rinoa, stasera non è per Squall, è per noi. Ora come ora abbiamo bisogno di questo, capisci?"

"Bene. Sai, non potrei mai discutere a lungo con te."

"Su." Si alzò, offrendole la mano. Lei voleva rifiutare, ma questo non riguardava più ciò che voleva lei. Facendo del suo meglio per sorridere, la Strega accettò il gesto e si alzò tremante.

"Vi raggiungo più tardi. C'è una cosa che devo fare adesso, altrimenti potrei non averne mai il coraggio."

*****
Nota della traduttrice: vi ricordo come sempre la newsletter e che ogni commento verrà tradotto & inoltrato ad Ashbear. Inoltre, è da poco attiva anche la pagina fan su Facebook! La trovate qui, e gli aggiornamenti verranno segnalati anche tramite la pagina fan (sia in italiano che in inglese!). Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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