Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: Dark Magician    05/11/2006    14 recensioni
non è detto che sia destino, alla fine, sparire fra le ombre... magari questo dissolversi è interpretabile come qualcosa di diverso... che so, una sorta di rinascita... un modo per ritrovare il nostro cuore. //fic dedicata ai XIII. perchè ognuno merita una seconda possibilità. SPOILER SU KH2!
Genere: Malinconico, Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Organizzazione XIII, Riku, Sora
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 1- NOBODY’S DESTINY

 

-Dannati heartless-, borbottò Sora mentre un gruppetto di shadows spariva sotto i colpi del suo keyblade –E’ incredibile come continuino a sbucarne fuori da tutte le parti-

Riku rise, e si appoggiò il Way to the Dawn alla spalla –Non dirmi che sei già stanco, leggendario guardiano del keyblade! Dopo solo qualche milioncino di esserini piccoli e attaccabrighe alla ricerca di cuori!-

-Io sono in formissima!-

Sora fece uno scatto verso l’amico, ma poi decise che con lui poteva anche non fingere, e si lasciò cadere stremato su un dosso di terra.

Poi cominciò ad osservare la città che cominciava a svegliarsi, poco lontano.

Amava visitare mondi nuovi, per questo era stato piuttosto contento quando King Mickey aveva affidato a lui e a Riku la Gummiship col compito di eliminare i pochi heartless rimasti a zonzo per i mondi. Anche se ormai cominciava a sentire la mancanza di casa e di Kairi, dal momento che era in viaggio da quasi un mese.

A Riku bastò uno sguardo per capire i pensieri dell’amico, e gli mollò una distruttiva pacca nella schiena, che fece gemere Sora di dolore.

-Finiamo qui poi ce ne torniamo per un po’ alle Destiny Islands, mh?-

-Razza di animale…-, mormorò il custode del keyblade massaggiandosi la spalla colpita, ma poi sorrise.

Sì, ancora qualche heartless e poi di nuovo a casa. Forse, se si sbrigavano, potevano addirittura arrivare per l’ora di cena!

Ma ora era troppo stanco per ricominciare subito a combattere. A differenza degli altri mondi, questo era decisamente pullulante di mostriciattoli divora cuori. Troppo oscurità dentro le persone?

-Riku, secondo te perché qui ci sono così tanti heartless?-, chiese al compagno, che scosse le spalle.

-Non lo so-, ammise, -In effetti me lo stavo chiedendo anch’io. Potrebbe essere solo un caso-

-Mh- Sora si alzò in piedi e si stiracchiò –Bha, in fondo non è così importante. Su, rimettiamoci in marcia. Un ultimo giro nei dintorni e poi abbiamo finito-

Riku annuì, ed insieme si incamminarono sotto il pallidi raggi del sole del mattino.

 

I due ragazzi non erano i soli però ad aggirarsi per la periferia di prima mattina.

Infatti anche una ragazzo dai capelli di un acceso rosso-arancione stava percorrendo di corsa la zona, chiamando a gran voce qualcuno che evidentemente doveva avergli fatto un brutto scherzo, dato il tono e l’espressione con cui lo cercava.

-Deym!-, gridò nel fresco silenzio dell’alba, -Deym, dannazione! Dove diavolo ti sei cacciato?!-

Nessuno gli rispose, e lui continuò ancora più arrabbiato.

-Giuro che questa volta ti massacro, così impari a fottermi la moto per andare a quei concerti idioti!-

Ancora niente. Se fosse stato possibile, avrebbe cominciato ad uscirgli il fumo dalle orecchie.

-Deym! Brutto deficiente! Guarda che così peggiori solo la situazione! Oh, ma io ti ammazzo! Anzi no! Dopo quest’uscita pulirai il cesso con lo spazzolino per un anno! Mi hai sentito?! Un anno! Got…-

Si bloccò improvvisamente. Ma quella cosa rossa spiaccicata a terra non era forse la sua moto?

-Ho detto un anno?! Volevo dire dieci anni!-, esclamò precipitandosi sui rimasugli del povero veicolo polverizzato –Ma guarda che roba! Ci avevo messo cinque stipendi per pagarmela!-

Sfiorò con la punta delle dita le lamiere accartocciate. Ecco, ora che aveva avuto il suo piccolo momento di sfuriata, poteva riflettere più chiaramente.

Cosa diavolo aveva ridotto così una moto di quella cilindrata?

Deym era un imbecille, questo sì, ma non così tanto da ridurre qualcosa in simili condizioni.

Forse uno di quegli strani esseri che comparivano intorno al centro abitato di tanto in tanto l’aveva attaccato. Ma in questo caso lui dov’era finito?

Ecco, ora cominciava anche a preoccuparsi.

-Deym!-, chiamò di nuovo, lasciando da parte la rabbia per la moto distrutta, -Deym! Per favore, rispondimi! Giuro che non ti uccido! Però vorrei andarmene di qui in fretta!-

Questa volta gli giunse in risposta una flebile e spaventata voce maschile.

-Sei tu Lae?-, mormorò un ragazzo dai capelli biondo scuro uscendo tremante da dietro un cumulo di sassi, e l’altro sospirò di sollievo. Aveva la mezza intenzione di rimettere su l’aria arrabbiata, ma l’espressione sinceramente terrorizzata dell’amico gli fece cambiare idea.

-Cosa ti è successo, razza di idiota?-, chiese avvicinandoglisi –E perché non mi hai dato retta? Te l’ho detto mille volte che la periferia è pericolosa. P-E-R-I-C-O-L-O-S-A. Ci sarà pure un motivo per cui non ci vive nessuno, mh? Tu e quei concerti idioti. La prossima volta vacci a piedi, così almeno non devi fare il giro da fuori per il coprifuoco! E non mi distruggi la moto-

Il ragazzo abbozzò un sorriso tremolante. Lae aveva il potere di rassicurarlo.

-Perdonami-, mormorò, ancora con le lacrime agli occhi –Giuro che non lo faccio più-

-Oh, su questo ci puoi contare- il rosso si stiracchiò –Su, andiamo-

-Non riesco a camminare-

Lae si battè una mano sulla fronte e fece sedere l’amico. In effetti aveva un aspetto piuttosto malconcio. Niente di grave ad occhio e croce, ma sicuramente la gamba sinistra era rotta.

-Questo non ci voleva. Ma mi vuoi spiegare cos’è successo?-

-E’ stato… un mostro enorme!-, piagnucolò Deym sentendo la paura invaderlo di nuovo –Mi ha atterrato, io sono stato sbalzato qui e lui ha distrutto la moto! Poi è scomparso!-

-Questo quanto tempo fa?-

Il biondino tirò su col naso –Non lo so, mezz’ora, forse un’ ora fa! Prima dell’alba…-

-Allora è meglio muoversi-

Lae aiutò l’amico ad alzarsi, e con un enorme sforzo se lo caricò sulla schiena.

Sapeva che non sarebbe mai arrivato a casa, ma forse se riusciva a raggiungere la strada poteva trovare un passaggio. Dato che erano almeno un paio di chilometri dal punto più vicino, decise di non perdere altro tempo e cominciò ad arrancare lungo un sentierino di ghiaia.

-Te lo dico sempre io che dovresti mettere su qualche chiletto di muscoli, ma tu non mi ascolti mai-, osservò Deym con una smorfia infantile, e Lae sbuffò.

-Non ti lamentare, razza di idiota-

-Ma mi fa male la gamba-

-Vuoi fartela a piedi?-

Il biondino rimase in silenzio, ed il rosso pensò che fosse il momento giusto per fargli un predicozzo.

-Riguardo alla moto… mi hai sentito quando ho detto che pulirai il cesso per dieci anni col tuo spazzolino, vero?-

-Uhm… più o meno-

-Ti assicuro che non stavo scherzando. Finchè non riavrò la moto farai tutti i lavori di casa e mi passerai tutto il tuo stipendio-

-Quella miseria? Non puoi fare a meno del motore?-

-E con cosa ci vado all’università, idiota?-

-In treno?-

-In treno?!-

Come offeso dalla proposta dell’amico, Lae attaccò con un lungo discorso sull’importanza di un mezzo proprio per valorizzare la propria immagine sia a scuola che sul lavoro, sul valore affettivo della vecchia moto, eccetera eccetera eccetera.

Deym alzò gli occhi al cielo. Pur di non ascoltarlo cominciò a guardarsi attorno, e ciò che vide alle sue spalle gli fece tornare il terrore di prima.

-Lae…-, mormorò rafforzando la stretta attorno al suo collo.

-…ed oltretutto vuoi mettere la comodità di una moto con i continui imbottigliamenti del traffico e i ritardi dei treni? Non c’è nemmeno paragone! Se poi prendi anche…-

-Lae!-, lo interruppe gridando terrorizzato, e il rosso si fermò.

-Cosa c’è ancora?-

-Dietro!-

Lae si voltò, giusto un attimo prima che l’enorme heartless che aveva attaccato Deym poco prima lanciasse verso di loro una scura e devastante sfera d’energia.        

 

-Energiga!-, gridò Sora sollevando il keyblade, e finalmente il ragazzo dai capelli rossi parve riprendere conoscenza.

-Cosa… cosa è successo?-, mormorò mettendosi a sedere con una mano sulla testa dolorante, e la risposta gli arrivò da un Deym ora profondamente rassicurato.

-Quel mostro che ha distrutto la moto ci ha attaccati! Tu sei stato colpito in pieno e sei caduto a terra, ma poi sono arrivati questi due ragazzi- indicò con un gesto eccitato Sora e Riku –E l’hanno distrutto con pochi colpi! Non è eccezionale?!-

Lae alzò lo sguardo verso i due keyblader, e qualcosa in una parte del suo corpo lo pizzicò. Avevano un’aria familiare…

-Quindi vi dobbiamo la vita? Grazie-

Sora sorrise e si portò le braccia dietro la testa –No problem. E’il nostro lavoro!-

Anche il guardiano del keyblade rimase un po’ perplesso. Non era mai stato in quel mondo, ma quei due… gli sembrava di averli già visti…

-Come vi chiamate?-, chiese Riku con la stessa sensazione di Sora.

Il biondino saltò in piedi sulla sua gamba appena curata –Io sono Deym! Lui invece è Lae, che si pronuncia però ‘Lee’-

-Smettila di storpiare il mio nome, idiota-, lo fulminò il rosso, poi si voltò verso i due keyblader –Si scrive Lae e si pronuncia Lae. Lae. L-A-E. Got it memorized?-

Sora e Riku si scambiarono un’occhiata perplessa. Per quel che ne sapevano, solo una persona usava quella frase. Però…

-Axel?-, mormorò Sora, e Lae inarcò un sopracciglio.

-Come scusa? Io non…-

Ma prima di poter aggiungere altro si bloccò. Da qualche parte nella testa sentiva di conoscere già quei due ragazzi, e non sapeva spiegarsene il motivo.

-Sora-, disse massaggiandosi la testa –E lui è Riku, giusto? Mi sento un po’confuso… ci siamo forse già visti?-

Tacque un attimo, forse per ascoltare qualcosa dentro di sé, poi aggiunse:- E chi è Roxas?-

Sora e Riku si guardarono di nuovo.

Forse avrebbero aspettato ancora un po’ prima di tornare alle Destiny Islands…

 

********************************************************************************

Nota dell’Autrice: forse questa fic si potrebbe considerare una sorta di seguito di “Promessa”.

E’ nata per un semplice motivo: non è giusto che i nobody facciano una fine del genere.

Chi non si è commosso con il sacrificio di Axel, o il “Where is my heart?” di Saix o tutti quegli atteggiamenti divertenti o affascinanti dei XIII che ti facevano guardare lo schermo e poi dire “questi qui vogliono solo tornare completi. Perché io li devo uccidere?”

(Xaldin sta benissimo anche morto, ha detto la mia migliore amica follemente innamorata della bestia, ma io non la bado XD).

Oh, e poi c’è anche il “Let’s meet again in the next life” di Axel.

Insomma, questi affascinanti ragazzi meritavano una seconda possibilità, soprattutto per la gioia dei fan di tutto il mondo! XD

Non so ancora quanto lunga diverrà questa fic, ma, se avete voglia di lasciare un commento, vi prego di aiutarmi, perché ho un grosso problema: i nomi dei XIII.

Quelli veri dei primi sei sono già scritti nel grillario, ma gli altri? Anagrammando, ho pensato che i più carini per Axel e Demyx fossero Lae e Deym, quello di Saix probabilmente diverrà Sai (mamma che fantasia), ma per gli altri non ne ho la più pallida idea! Se mi aiutate ve ne sarò grata in eterno!

E mi raccomando…. Commentate! ^___________^         

 

   
 
Leggi le 14 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: Dark Magician