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Autore: Jodie Roses    10/04/2012    1 recensioni
Jodie, una ragazza dai capelli rosso sangue, una ragazza come tante altre, niente di speciale (o almeno così pensa lei) in una città come Los Angeles negli anni del grande rock'n'roll.
Axl, il cantante della band più in voga del momento, che tutte amano e tutte desiderano (o almeno così pensa lui) a cui nessuno può resistere.
E se un giorno incontrasse quella ragazza che non si concederà così facilmente a lui? Si arrenderebbe altrettanto facilmente? E comincerà a credere al detto "gli opposti si attraggono"?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Saaalve, so' tornata con un altro capitolo C: Buona lettura :D



Da quando aveva litigato con il ragazzo rosso, due giorni prima, Jodie non era ancora riuscita a sentirsi completamente bene, aveva come un vuoto sullo stomaco, una sensazione che la faceva star male.
Nicky l'aveva osservata attentamente, e adesso cominciava a non poterne più. Era come se fosse sempre distratta, con la testa altrove, come se non la stesse mai realmente ascoltando, e il capo le aveva già fatto un paio di sfuriate, anche se evidentemente non erano servite a molto, e adesso stava cominciando a perdere la pazienza.
Nicky, anche se non si vedeva subito, era in realtà molto più intelligente di come sembrava a un primo impatto. Spesso, anzi sempre, si comportava come quella un po' fuori di testa della situazione, quella un po' pazza, un po' infantile, che faceva battute stupide e rideva per tutto, ma in realtà capiva molte più cose di quanto desse a vedere. Riusciva a capire bene le persone.
Voleva molto bene a Jodie, e la conosceva forse meglio di quanto si conoscesse lei stessa. Sapeva che era molto fragile, e sapeva che l'avere una famiglia che l'aveva sempre ignorata non l'avesse aiutata. Sapeva che non si fidava facilmente, e anche lei che di solito risultava simpatica a tutti aveva dovuto fare molta fatica per diventarci amica. Sapeva che aveva una grande paura di venire abbandonata, per questo non faceva amicizia facilmente, e sapeva anche che era facile farla soffrire. Sapeva che a volte aveva degli sbalzi d'umore e sapeva che di solito non reagiva a provocazioni e insulti, infatti era rimasta molto stupita vedendola tirare uno schiaffo al ragazzo. Aveva anche intuito che del rosso le importava più di quanto dasse realmente a vedere, che forse c'era anche del tenero sotto sotto sotto, ma forse di questo Jodie non se ne rendeva neanche conto. Forse. Probabilmente no.

..vai!»
«Cosa?» domandò sussultando «scusa, non ti stavo ascoltando...»
«Ho detto che se vuoi andare a parlare con quel ragazzo, vai!» esclamò Nicky spazientita.
Jodie la guardò con aria smarrita.
«Non riesco più a vederti stare così, sul serio! Non sei più tu. Sembri sempre altrove, non sei veramente qui. Per favore se andare da lui ti farà stare meglio vai, parlagli, cercate di chiarire. Ti prego, se non per te, almeno fallo per me!» pregò.
«Sì ma non è facile...poi ho paura. Tanta»
«...Paura di cosa potrebbe dirti?»
«Sì...»
Nicky la guardò con tenerezza. Le sembrava di convincere una bambina che ha paura del buio a non tenere la luce accesa. Poi le si inginocchiò davanti:
«Ascoltami. Adesso tu ti alzi, ti vesti, ti fai bella e poi esci e torni in quella casa. Suoni e chiedi di lui, e quando te lo ritrovi di fronte gli chiedi scusa, oppure gli dici che è tutta colpa mia e che sono una brutta stronza, se preferisci, ok?»
Jodie le sorrise «Sai che non potrei mai. E comunque non è colpa tua! Mia semmai...»
«...Quindi ci andrai?»
«Non lo so...»
«Perfavoreperfavoreperfavore!» cercò di fare la faccina con gli occhioni più dolci e convincenti che aveva. Di solito funzionava.
«...Ok»
Nicky si alzò in piedi e la abbracciò «Mabbrava, sapevo che l'avresti fatto! Ora vai e fai strage di cuori!»
«Nicky!»
«Ehmm, ok, scusa. Stò zitta!»


In casa Guns, intanto, Axl da quella sera era più nervoso e suscettibile che mai, sembrava sempre pronto a scattare come una molla, e capace di urlare addosso a chiunque gli rivolgesse la parola.
Slash, Steven e Duff non ci facevano molto caso, abituati com'erano a quel tipo di comportamento, quindi non lo filavano più di tanto, al massimo lo prendevano un po' per il culo, niente di più.
Izzy invece, pur essendo abituato anche lui, voleva sapere che cosa era successo per farlo stare così, voleva cercare di capirlo. Forse per questo era il suo migliore amico.
«Noi usciamo!» annunciarono i tre, appena ebbero finito di prepararsi «Ciao Izzy! Ciao fighetta!». Per tutta risposta Axl gli mostrò il dito medio.
Una volta rimasti soli, il chitarrista ritentò di instaurare una conversazione pacifica e che avesse un senso con il cantante.
«Axl..?»
«Che vuoi?»
«Che ti sta succedendo?»
«Quante volte hai intenzione di chiedermelo ancora?»
«Tante quante serviranno per fartelo dire»
Axl allora capì che era inutile continuare a tacere, così gli raccontò di quello che gli era successo con Jodie due giorni prima. Izzy ascoltò in silenzio. Ci avrebbe scommesso la sua chitarra che centrava quella ragazza.
«Ma non credi che..insomma...avesse anche lei il diritto di essere un po', chessò, sospettosa?»
«Stradlin, vuoi finire male?»
«Ma prova a seguire il mio ragionamento, cazzo! Se fossi stato io in lei, la prima cosa che avrei fatto se mi fossi risvegliato qui sarebbe stata venire a urlarti contro e a prenderti a pugni. Io che non faccio queste cose neanche da ragazzo!»
«Non l'ho neanche sfiorata! Cos'è, adesso anche tu non mi credi?! Io l'ho salvata e portata via dalla strada e lei dice che l'ho fatto per stuprarla?!»
Izzy alzò gli occhi al cielo, e capì che non c'era niente da fare


Jodie era riuscita a ritrovare la strada per ritornare nella casa dei ragazzi senza troppe difficoltà, nonostante non avesse un gran senso dell'orientamento e nonstante quella mattina era molto di corsa e non aveva fatto molto caso a dove si trovava.
Salì le scale di quello che doveva essere il palazzo giusto, in teoria, fino all'ultimo piano. Sulla targhetta della presunta porta giusta c'era scritto "Stradlin". Non aveva mai sentito quel nome ma qualcuno aveva attaccato sotto un cartello con scritto "Guns'n'Roses", così chiaro da non poter essere frainteso.
Jodie fece un respiro profondo e suonò il campanello. Stava sudando freddo e avrebbe tanto voluto scappare a gambe levate, anche se non riusciva a muoversi di lì. E comunque ormai il danno era fatto, pensò. Meglio a questo punto affrontare il toro prendendolo per le corna, no?

Izzy alzò gli occhi al cielo, e capì che non c'era niente da fare.
In quel momentò si sentì il Din-Don! del campanello. Si alzò per vedere chi era e quando aprì si ritrovò davanti una ragazza con i capelli rosso scuri e gli occhi verdi, in pantaloncini corti e maglietta, dall'aria decisamente agitata. Aprì la bocca per dire qualcosa ma Izzy le fece segno di tacere e si scostò per farla entrare. Poi si voltò verso il suo coinquilino.
«Ehi, Axl, credo che sia per te!»
«Chi è?»
La condusse in soggiorno nonostante lei avesse già tentato di scappare, e gliela mostrò manco fosse un pezzo d'antiquariato.
Axl appena la vide sgranò gli occhi, poi fece finta di niente e voltò la testa con una smorfia, senza dire una parola.
«Beh, io vi lascio soli!» esclamò Izzy divertito dalla scena. Jodie gli lanciò un'occhiataccia.
Appena fu uscito dalla stanza la ragazza si avvicinò, un po' titubante, a Axl. Non sapeva bene come comportarsi, si sentiva terribilmente a disagio.
«Ciao»
Niente
Ok, proviamo un'altra tattica.
«Senti mi dispiace per quello che ti ho detto. Non lo pensavo davvero. Cioè, credo qualsiasi ragazza che si fosse svegliata qui per prima cosa sarebbe venuta a prenderti a pugni, no?
Comunque, mi dispiace, tanto. Davvero. In questi giorni son stata di merda, non riuscivo a stare in pace, mi continuava a tornare in mente la nostra litigata, volevo rivederti..volevo chiarire..non avrei resistito molto così...»
Questo era troppo anche per lei. Le sue capacità di fare quel tipo di discorsi erano decisamente scarse. Non era brava in quel tipo di cose.
Axl, comunque, continuava a far finta di niente, a stare voltato con le braccia incrociate.
Jodie gli si inginocchiò davanti, come aveva fatto prima Nicky, sperando di riuscire, come lei, a convincerlo.
«Axl..per favore..puoi guardarmi?»
Evidentemente no.
Allora gli prese la faccia tra le mani, esattamente come aveva fatto lui, costringendolo con delicatezza a voltarsi.
«Mi guardi adesso?»
Lui non disse niente, ma la guardò negli occhi. Jodie pensò che poteva bastare, per ora.
«Non volevo dirti quelle cose. Ero mezza ubriaca. E non lo pensavo davvero. Non lo penso davvero. Non l'ho mai pensato seriamente, te lo giuro. E in questi giorni mi sei tanto mancato, sai?»
In fondo in fondo, era vero. Comunque il rosso continuò a non dire niente, si limitò a fissarla.
Jodie continuò con la gola stretta «Axl ti prego..dì qualcosa, per favore, non fare così...» Ma evidentemente avrebbe potuto continuare a pregarlo in eterno, e non avrebbe fatto grande differenza.
Allora anche se non doveva farlo, o forse sì, si mise in punta di piedi e lo abbracciò. Il rosso non disse niente, non sorrise, non rispose all'abbraccio ma non cercò di liberarsi. Lei lo continuò a tenerlo stretto pregando che funzionasse e dopo qualche minuto sentì le sue mani sulla schiena e sentì che due braccia le stavano stringendo la vita. Sorrise, pensando che infondo non servivano tante parole.
«Mi hai fatto incazzare tanto, lo sai?» disse con un filo di voce
«Però mi perdoni?»
Axl finse di pensarci su
«Come potrei essere ancora arrabbiato?» 
Jodie si mise a ridere. Ora andava meglio.
«Dai, vieni quà, stupida» disse aprendo le braccia, con un sorrisetto idiota sulle labbra.
Si abbracciarono di nuovo, senza sapere che Izzy li aveva spiati per tutto il tempo da dietro la porta della cucina. Sorrise anche lui vedendoli. Era sicuro che avrebbero fatto pace subito, e sapeva che Axl aveva un debole per quella ragazza. Pensò anche che doveva assolutamente dirglielo, aveva il diritto di prenderlo un po' per il culo, salvo poi essere mandato a quel paese.
"Pazienza" pensò "ne vale assolutamente la pena"
  
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