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Autore: ChibyLilla    10/04/2012    6 recensioni
-Ah, Black, oggi ho parlato con tuo fratello. Dice che non vede l’ora che torniate a casa e che tuo padre ti ha preparato una bella sorpresa-
Ci fu silenzio per qualche istante.
Remus a quel punto si alzò, certo di dover intervenire prima che per Severus fosse troppo tardi
Inserisco per sicurezza l'avvertimento OOC, poichè c'è la probabilità che la mia "personale visione dei personaggi" esuli dalla realtà.
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Remus Lupin, Sirius Black
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Mmmmmm Ok, volevo aspettare che fosse completa, così da non lasciare altre cose in sospeso, ma non ho resistito!
Più che altro perchè ci sono delle parti di questa storia che semplicemente adoro, altre di cui non sono per niente convinta. Essendo, come sempre, regina dell'incertezza, mi affido a voi.
Quindi per favore, sul serio, ditemi cosa ne pensate!
Quanto meno per sapere se vale la pena di continuarla ^^


cap.1

James si svegliò con un peso sullo stomaco in piena notte, certo di non aver digerito a dovere la cena della sera precedente.

Infastidito provò a rigirarsi nel letto, ma qualcosa impediva i suoi movimenti: aprì gli occhi stanco ed assonnato, ritrovandosi il viso dell’amico a pochi centimetri dal suo e constatando quanto sembrassero vere le voci che da qualche mese giravano sul loro conto. Se non fosse stato certo di essere innamorato di Lily Evans, avrebbe pensato sul serio di avere una storia con Sirius.

Con una dolcezza che sarebbe stata più adatta a Remus, scostò il corpo dell’amico addormentato e cercò di tornare al suo sogno. Neppure per attimo pensò di far tornare Sirius nel suo letto, né di andarci lui.

Sapeva che quando si avvicinavano le vacanze l’amico diventava più irritabile e polemico del solito e sapeva che sarebbe bastato poco a rovinare l’ultima settimana ad Hogwarts prima delle feste di Natale e l’ultima partita di Quidditch che si sarebbe giocata esattamente quella sera.

Socchiuse gli occhi, tentando di riaddormentarsi; magari quella era la volta buona che riusciva a fare la doccia a Mocciosus…

Ma un braccio di Sirius intorno alla sua vita ed il suo ginocchio pericolosamente vicino ad un posticino delicato, lo fecero desistere dai suoi propositi ecologici e, con meno delicatezza, intimò all’amico di allontanarsi.

Quando capì che Sirius non gli avrebbe dato ascolto, era troppo tardi: lo stridio acuto della sveglia di Remus aveva appena invaso l’intera stanza.

-Uno di questi giorni questo coso farà una brutta fine!- proruppe con un tono che sarebbe sembrato minaccioso, se la sua voce non fosse stata impastata dal sonno.

La poca lucidità che aveva, gli permise di ricordare che se Remus avesse visto Sirius nel suo letto li avrebbe presi in giro fino alla fine dei loro giorni: lo studente modello, il ragazzo più tranquillo dell’istituto sapeva essere un vero lupo se ci si metteva. In tutti i sensi.

E a James non sembrava proprio il caso di tastare i limiti della propria pazienza quella mattina, così con finta disinvoltura, tirò le coperte fin sopra la testa di Sirius, convincendosi che in quel modo avrebbe potuto nasconderlo.

Il lupo mannaro si stiracchiò nel comodo letto, lui che poteva, poi si alzò e con un colpo di bacchetta aprì le tende, lasciando entrare un fascio di luce che colpì in pieno i coinquilini.

James sbuffò infastidito, sentendo Sirius latrare nel sonno, ancora avvinghiato al suo corpo, mentre Peter sembrava non essersi accorto di nulla e continuava a russare placidamente.

James, assolutamente di cattivo umore, gli lanciò il cuscino in faccia, nella speranza di zittirlo, piuttosto che di svegliarlo, ma il fischio disgustoso emesso dalla sua bocca non tacque.

Sbuffò, tirandosi su ed appoggiandosi sui gomiti, mentre Remus si avvicinava alla porta del bagno.

-Sveglia quei due, Prongs. È tardi!-

Senza occhiali, James distinse a malapena le lancette dell’orologio al suo fianco.

-Sono le otto?- urlò, avvertendo come risposta soltanto lo scrosciare dell’acqua.

Quando si rese conto che era domenica, sia lui che Sirius si stavano vestendo, Peter era sotto la doccia e Remus se ne stava comodamente seduto sul letto, con un libro tra le mani e le gambe accavallate, come un perfetto gentiluomo.

Il ghigno soddisfatto sul suo viso fu come il segnale d’inizio della vendetta.

Quando Peter uscì dalla doccia, il quadro della perversione era completo: il ragazzo grassoccio, con un po’ di acqua che ancora colava dai capelli, era nudo al centro della stanza; James e Sirius in boxer alquanto vistosi, erano saltati addosso all’amico che stava letteralmente soffocando sotto il loro peso.

Se la scena fosse stata muta allora sarebbe parsa erotica.

Fortuna che non lo fosse!

-Questo cuscino è bagnato- riuscì a constatare Remus tra un’imprecazione e l’altra, mentre James gli faceva il solletico e Sirius usava suddetto cuscino per soffocarlo.

-è il cuscino di Peter, chissà che sogni ha fatto stanotte!- il viso di Remus diventò pallido, mentre quello di Peter assunse tutte le tonalità di rosso conosciute ed anche quelle sconosciute.

La discussione stava per degenerare, quando proprio lo stomaco di Peter li avvertì che era ora di colazione.

Si vestirono e sistemarono nel giro di una frazione di secondo, poi uscirono la dormitorio Grifondoro.

Remus era ormai convinto che a colazione non avrebbe mangiato nulla. Certe volte Sirius sapeva essere davvero sadico!

Soltanto James sapeva che quel cuscino non era di Peter e che sopra non c’era quello che Remus e lo stesso Peter avevano immaginato.

Era di Sirius e James capì che l’amico doveva aver pianto prima di rifugiarsi nel suo letto. Sotto quella maschera di superuomo impassibile, Sirius era la persona più fragile che avesse mai conosciuto, tutta la sua spavalderia, celava dubbi e rimorsi che solo a lui era concesso conoscere. E forse anche lui che era il suo gemello mancato, lo specchio della sua anima, non poteva capirli fino in fondo.

Essere il migliore amico di Sirius non era soltanto il divertimento che tutti vedevano, era una responsabilità che a volte James avrebbe voluto condividere: tante volte avrebbe voluto parlare con qualcuno, avrebbe voluto chiedere come comportarsi in certe situazioni, cosa fare quando Sirius entrava nel suo letto piangendo o quando in estate lo cercava, pregandolo di curargli le ferite.

Il ragazzo al suo fianco sorrideva con naturalezza e James non poté fare altro che assecondarlo, ancora una volta.

Arrivati in mensa, si fiondarono al tavolo dei Grifondoro un istante prima che il preside prendesse parola per dare avvio al banchetto.

Solo Remus sembrava poco intenzionato a mangiare ed allora toccò a Sirius ricordargli che la luna piena era vicina e che non poteva non nutrirsi a dovere, o lo avrebbero sfiancato fino allo svenimento!

Per tutto il pranzo non fecero altro che parlare dei festeggiamenti dopo la vittoria perché, si, erano assolutamente certi di poter vincere contro serpeverde!

Dovevano andare ad Hogsmade quella mattina ma la luna piena era troppo vicina e Remus doveva restare a scuola; Sirius probabilmente aveva litigato con i genitori e si era giocato il permesso d’uscita, così James non poté fare altro se non farsi mettere in punizione per fare compagnia agli amici!

Inutile dire che Peter si era ritrovato gli scherzi del moro tra le mani ed aveva finito per subire la stessa sorte.

Sperando di essere soli, i ragazzi scelsero di passare la mattina sul prato, benché il tempo non fosse dei migliori ed il freddo penetrasse la pelle fino a raggiungere le ossa.

Era il posto ideale per meditare vendetta contro Piton, a detta di Sirius: il freddo rendeva più cattivi e più propensi a trovare scherzi infami da compiere.

Nel momento stesso in cui realizzarono di non essere soli, Sirius e James cercarono il modo migliore per attirare l’attenzione: ad ogni guizzo che James faceva, imitando se stesso sulla scopa, Peter applaudiva rumorosamente, come se avesse appena vinto i mondiali; Sirius mimava l’espressione di Lucius Malfoy che cadeva dalla scopa, facendo sorridere perfino Remus.

-Ragazzi, ma ce la farete?- chiese serio Peter, stendendosi sul terreno freddo, mentre James gettava un’occhiata ad un gruppo di ragazzine cinguettanti a poca distanza da loro.

-Dimmi che scherzi, ti prego! Vuoi vedere che Pad e Prongs vengono battuti da quella ragazzina coi capelli scambiati al sole?-  rispose James non curante, mentre il suo boccino irrompeva su una pagina del libro di Remus e ne tranciava un pezzo con l’ala.

-E datti un contegno Peter che mi fai impressione!- aggiunse Sirius facendo attenzione al velo di ciccia scoperta che il topo aveva in bella mostra e alla posa provocante che voleva assumere.

-Mi riferivo a stanotte- proseguì, sedendosi in modo più decente.

Alle sue parole otto occhi divennero seri allo stesso modo.

-Certo che ce la facciamo, cosa credi?- sbraitò James, con l’aria di chi non ammette repliche.

Remus restò zitto: era la notte di luna piena e loro avrebbero dovuto tenere testa ad un lupo mannaro dopo una partita di Quidditch; si rendeva conto perfettamente che non era il caso di rischiare tanto, ma non si risolveva a proporre loro di lasciarlo solo, un po’ perché sapeva che sarebbe stato inutile, un po’ perché non se la sentiva di passare la notte senza i suoi amici.

-Non dovresti dirle queste cose!- continuò Sirius – e tu non dovresti pensarle- aggiunse, osservando l’espressione rammaricata di Remus che si stringeva nelle spalle, per il freddo e  per l’evidente preoccupazione. Afferrò al volo il boccino, il cui ronzare aveva iniziato a dar fastidio e fu certo che in un altro contesto James lo avrebbe accusato di volergli rubare il posto di cercatore.

-Non siate sciocchi, state parlando con James e Sirius, non con due tassorosso qualsiasi, insomma!- anche Sirius si chiese da dove James avesse preso quel paragone coi tassorosso, ma tenne per sé i propri commenti, preferendo  fissare un punto imprecisato oltre la spalla dell’amico.

-Hai lavato i capelli, Mocciosus?- provocò, a voce tanto alta da farsi sentire dai pochi studenti nei paraggi.

Severus non si aspettava di vederli e cercò immediatamente di cambiare direzione: voleva solo raggiungere Lily, dovevano studiare insieme quella mattina.

Ma ormai era stato avvistato e non poteva far altro che restare fermo, come paralizzato dalla paura, mentre il vento forte riusciva a spostare anche i suoi capelli unti, con grande stupore di James che non mancò di farglielo notare.

Piton raccolse la provocazione con un sorriso tirato, tentando di dissimulare il tremore delle sue gambe e mostrandosi degno di essere un Serpeverde.

-Potter il tuo smisurato ego è pronto per oggi? Sono certo…-

Le acidità che ancora non aveva iniziato a dire, furono soffocate dalle parole di Sirius, in piedi al fianco di James, pronto a difenderlo.

-Ah, Black, oggi ho parlato con tuo fratello. Dice che non vede l’ora che torniate a casa e che tuo padre ti ha preparato una bella sorpresa-

Ci fu silenzio per qualche istante.

Remus a quel punto si alzò, certo di dover intervenire prima che per Severus fosse troppo tardi; ma Sirius non si mosse.

-Non ti mancano le sue cruciatus?- Sirius restò fermo, le braccia penzoloni lungo i fianchi, un’espressione indecifrabile sul volto.

Il pugno di James colpì Piton prima che Remus potesse impedirglielo ed il gridolino femminile che il ragazzo emanò finì col destare l’attenzione di Lily Evans, seduta in disparte, poco distante da loro.

La rossa si avvicinò a grandi passi, maledicendo con foga James e minacciandolo di qualcosa di cui lui non si curò.

Guardò Sirius ancora immobile, la bocca schiusa e gli occhi spalancati. Non comprendeva a fondo la sua reazione. Non capì che i pensieri di Sirius non erano rivolti al padre in sé, né alle sue cruciatus, a tutto quello era abituato. Quello che accettava a fatica era il fatto che il fratello ne avesse parlato a Severus: se lo sapeva Mocciosus, lo sapeva anche Malfoy, probabilmente lo sapeva tutto il dormitorio serpeverde.

-Potter, chiedi scusa immediatamente!-

Perfino Remus le faceva segno di tacere, ma ormai Lily era partita e se aveva attaccato non avrebbe smesso fino a quando James non si sarebbe scusato: non si picchia una persona indifesa ed incapace di contrattaccare!

-Al diavolo, Evans!- sbottò, afferrando il migliore amico per un braccio e trascinandolo via, mentre il boccino volava tra i capelli di Lily.

Remus lo afferrò al volo, ci mancava solo che Mocciosus lo usasse come prova per fare la spia a Gazza!

Poi si incamminò verso gli altri, lanciando a Piton un’occhiata di rimprovero che lasciò Lily piuttosto perplessa; Peter li seguiva silenzioso, mordendosi le unghie.

-Hai fatto brutta figura con Lily, James…- attaccò a parlare ad un tratto, come sempre senza tener conto delle stupidaggini che diceva e Remus fu costretto a guardar male anche lui. Le sue occhiatacce stavano diventando proverbiali, tanto erano frequenti.

-Già, scusa Prongs- convenne Sirius con un sorriso tirato sulle labbra. James avrebbe preferito essere da solo con lui in quel momento, così avrebbe potuto abbracciarlo, o magari picchiarlo, insomma qualunque cosa che non fosse starsene lì!

-Gliela faremo pagare- meditò, questa volta con un ghigno sincero sul volto.

C'è la probabilità che questa storia, sempre ammesso che non sia un fiasco totale, prosegua parallelamente ad una AU che mi ronza in testa da un po',

Intanto vi preciso che, contrariamente a quello che emerge dal libro, io ho sempre pensato a Sirius come ad una persona fragile quanto arrogante, quindi sono un po' lontana dall'idea del macho tutto muscoli e niente sentimenti...

Inoltre non ho ancora deciso se farla diventare o meno slash: sarei contenta se mi diceste anche a questo proposito cosa preferite.

Fatemi sapere che ne pensate...

Chiby

  
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