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Autore: Irizar Elwell    10/04/2012    2 recensioni
Christine, per gli amici Chris, una normalissima ragazza di 17 anni, si trasferisce a Dallas da sua sorella maggiore Sam, incinta di 6 mesi lasciando la sua adorata Shelbyville, il suo storico ragazzo Ben e la sua migliore amica di sempre Megan. Arrivata a Dallas incontrerà non poche difficoltà per farsi spazio fra i pregiudizi dei ragazzi della nuova città, dove incontrerà anche dei nuovi amici. Tutto sembra procede più o meno in modo abbastanza normale, ma la conoscenza di uno strano ragazzo dai profondi occhi grigi e i misteriosi fenomeni che ruotano attorno a lui sconvolgeranno del tutto la sua esistenza
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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È il rumore della pioggia a svegliarmi, sembra proprio che fuori si stia scatenando un violento temporale.
Voglio dormire ancora, sono davvero esausta, ma non riesco a prendere sonno.
Alzo lo sguardo, davanti a me l’orologio segna quasi le sette.
Devo prepararmi per andare a scuola.
Salgo in camera, soffermandomi qualche istante sulla soglia della porta.
Gli abiti dell’armadio sono sparsi per terra, proprio come li ho lasciati ieri sera.
Li metterò in ordine appena torno da scuola penso, mentre una leggera ansia si fa strada dentro di me ricordando cosa è avvenuto in questa casa poche ore fa.
Mi dirigo in bagno dopo aver preso un felpa e dei jeans, per farmi una doccia, ma noto che la porta della camera di Sam è leggermente aperta. Mi affaccio, per vederci dentro, sarà già tornata? Eppure non ho sentito nulla.
“Sam?”
Eccola, si sta pettinando i lunghi capelli davanti allo specchio con aria assonnata. A che ora sarà tornata?
Ero così stanca e sconvolta ieri sera che non mi sono accorta di nulla.
“Chris, come stai?”
Mi chiede avvicinandosi subito con aria preoccupata.
La guardo attentamente, cosa c’è?
Che anche lei abbia visto quel mostro?
Il terrore che le sia accaduto qualcosa quasi mi paralizza, ma sembra illesa.
“tutto ok”
Dico prima di sbadigliare. Mi siedo sul suo letto continuando a guardarla.
“hai dormito sul divano, che ti è successo?”
Mi accarezza il viso, capisco.
“sono caduta dalle scale, ieri sera. Sto bene Sam, solo qualche livido”
Non sembra crederci molto, ma con una pacca sulla spalla si congeda e va in cucina a preparare la colazione.
Mi sento febbricitante, probabilmente avrò qualche linea di febbre, oppure è solo la stanchezza accumulata. Torno in bagno e mi guardo allo specchio.
Ho davvero una pessima cera.
Tocco il vetro gelido.
Ripenso alla sera appena trascorsa.
Ripercorro nella mente tutti i momenti orribili vissuti.
Pensandoci bene quell’essere stava ben lontano dallo specchio. Avvertivo la sua presenza, ma non si rifletteva.
Tasto delicatamente il labbro ormai violaceo.
Sugli specchi ci sono un sacco di leggende e teorie, alcune dicono che lo specchio sia un portale magico, altri invece che il suo riflesso riveli la vera natura malvagia dell’uomo.
Che quel mostro ne abbia timore?
Sospiro.
Mi spoglio lentamente, mostrando i vari lividi sul mio corpo ed entro nella vasca. Faccio una doccia veloce, sento l’acqua calda scivolarmi addosso portando via con se i cattivi pensieri e facendomi sentire meglio.
“la colazione è pronta!”
Urla mia sorella dal piano inferiore, mentre metto la felpa. Anche se la giornata non è delle migliori, mi sento davvero meglio.
Ho un gran appetito, mangio un intero piatto di omelette e non sazia preparo velocemente uova e pancetta.
Una bontà!
Saluto velocemente Sam ed esco di casa, Paul come ogni mattina mi aspetta sul vialetto.
“Diamine Chris, che ti è successo?”
Domanda guardandomi in viso.
“sono caduta dalle scale!”
Esclamo ridendo leggermente.
Questa sarà la versione ufficiale. Anche se raccontassi la verità nessuno mi crederebbe, e poi voglio risolvere questa storia da sola.
Ci rechiamo da Mike.
Lo saluto con un sorriso e lui non accenna minimamente alla sera passata.
“ah, guardala Mike, è caduta dalle scale!”
Esclama canzonandomi Paul.
Sorrido divertita, voglio prendere questa faccenda in modo leggero. Fin ora il mostro mi ha attaccata solo quando non c’era nessuno attorno a me, se sono in compagnia non mi accadrà nulla, e poi credo di aver intuito quale sia il suo punto debole.
Mike sorride di rimando, ma non sembra molto convinto.
Mi limito a bere il caffè, mentre Paul conversa con Mike.
Una volta a scuola anche Mandy mi chiede cosa mi sia successo e sempre con la solita scusa non sono costretta a dare troppe spiegazioni.
Durante tutta la giornata ho notato Nigel esser intento a fissarmi. Ho avuto anche l’impressione di esser seguita da lui, ma non ne sono certa. Dopo l’ora di pranzo, non avendo altre lezioni da seguire decido di recarmi in biblioteca, magari riesco a trovare qualche vecchio libro che parla di specchi o leggende simili.
Con mio grande stupore noto di non essere da sola, non è un posto frequentatissimo di solito, a Shelbyville era praticamente sempre deserta.
Prendo posto in un tavolo singolo situato tra uno scaffale e un altro, in modo tale da non esser disturbata da nessuno. Anche se non penso che questo avverrà. Mi fermo ad osservare meglio. Sembra decisamente più grande di quella di Shelbyville e ci sono decisamente molti libri.
Dopo tutto è una biblioteca!
L’odore di carta stampata pervade tutta la stanza, l’atmosfera è rilassante e regna un silenzio quasi innaturale. Solo ogni tanto si sentono le pagine di libri esser sfogliate.
Gli scaffali altissimi contengono libri di ogni genere, chissà quante avventure sono racchiuse qui dentro.
Leggo velocemente alcuni titoli, da “Romeo e Giulietta”, “Cime Tempestose” e “Orgoglio e Pregiudizio” si passa a racconti più moderni, come i romanzi di “Nora Roberts”, il tanto discusso “Il Codice Da Vinci” o i vari racconti di “Anne Rice”
Certo che l’arte dello scrivere è cambiata parecchio. Prima si narravano le vicende d’amore e tradimenti nelle corti, di amori impossibili tra casate nemiche, si dava una certa moralità alle storie, come se il loro scopo fosse educare l’umanità ad uno stile di vita migliore, nel rispetto di se stessi e del prossimo, di come odio e discriminazione alla fine siano solo dei mezzi per far del male anche a se stessi. Ora invece si parla di falsi moralismi, di dogmi inesistenti e la tipica storia d’amore viene trasformata in sesso e trasgressione.
Non esiste più il principe azzurro, ora è il vampiro bello e dannato, il tipico “cattivo” che prende le vesti del cavaliere della giustizia per salvare la sua bella, o di spiriti impuri convertiti a santi protettori dell’umanità.
Mi domando cosa si legga ora ai propri figli come fiaba della buona notte, se ancora se ne raccontano.
Denise, mia madre, non mi ha mai raccontato una fiaba, pensava che fossero inutili, mi parlava di com’era essere grandi, mi rassicurava sul mio futuro e per finire mi cantava la canzone della buona notte.
Non ho mai pensato che ci sia nulla di sbagliato in tutto questo.
È sempre stata una mamma con le sue idee, le altre raccontavano fiabe, lei all’avanguardia mi parlava del mondo.
Ormai lontana dai vecchi ricordi inizio a curiosare fra gli scaffali alla ricerca di un libro che possa aiutarmi.
Noto su un piano rialzato una sezione completamente impolverata e avvicinandomi leggo il cartello “vecchi saggi”. Di vecchi, lo sono di sicuro, e iniziando a leggere i vari titoli noto che la maggior parte di questi parla di leggende e credenze religiose. Ci sono libri che parlano di divinazione, altri di stregoneria.
Ma è legale detenere questi libri in una scuola pubblica?
“spiritismo … invocazioni .. preghiere … “
Come faccio a capire se qualcuno di questi parla di specchi?
Mi sporgo leggermente da uno scaffale, per chiedere alla bibliotecaria un’informazione, ma noto che si è addormentata davanti al PC.
“cosa cerchi?”
Chiede qualcuno alle mie spalle facendomi sobbalzare.
Ma chi è questo cretino?
“non volevo spaventarti”
Sospiro sollevata. È solo Nigel.
“sei pazzo? Certo che mi spaventi se sbuchi fuori dal nulla, ti pare?”
Sussurro con un filo di voce isterico per non disturbare gli altri studenti attorno.
“scusa, allora, che cerchi?”
Sul suo viso si forma un sorrisino malizioso. Sembra quasi divertito nell’avermi spaventata.
“sto facendo una ricerca”
Non voglio dargli troppe spiegazioni. Non voglio che ficchi il naso nei miei affari.
“uhm … demonologia … spiritismo … che cerchi Harries?”
Lo guardo accigliata.
“affari miei”
Dico secca per poi rimettermi a leggere.
Cosa vuole?
M’ignora per giorni e adesso torna come se nulla fosse?
“eccolo!”
Esclamo contenta, con un tono di voce un po’ troppo alto, tanto da far voltare alcuni studenti che mi guardano male.
“I poteri di uno specchio”
Legge Nigel ad alta voce strappandomi il libro dalle mani.
Lo riprendo e senza degnarlo di uno sguardo torno al mio posto.
“allora Harries, mi dici cosa stai cercando?”
Non rispondo e sistemandomi per bene sulla sedia inizio a leggere.
Lui sembra non voler andare via e ciò mi irrita non poco.
“da quando sei così curioso Nigel?”
Chiedo seccata. Che gli prende ora?
Si avvicina al mio viso guardandomi negli occhi. Perché questo ragazzo è così imprevedibile?
“Ero preoccupato, che ti sei fatta? Ho sentito dire che sei caduta dalle scale”
Annuisco in modo convincente e torno a leggere.
Sembra che gli specchi siano dei portali che conducono in un’altra dimensione,e che molti spiriti non si riflettono perché altrimenti verrebbero risucchiati in questo mondo parallelo.
Ora mi chiedo … che spirito era quello?
Torno nella sezione “vecchi saggi” seguita ancora da Nigel, sembra davvero curioso di sapere.
“se vuoi renderti utile Nigel aiutami a trovare dei libri che parlino di spiriti”
Gli dico prima di cominciare a cercare. La biblioteca ne è davvero ben fornita, non l’avrei mai detto.
“come mai ti interessa questo argomento?”
“è solo curiosità”
M’afferra per un braccio con forza facendomi voltare.
“non scherzare con queste cose”
Dice con tono minaccioso, non ho mai visto Nigel così.
Cosa ho detto di sbagliato?
I suoi occhi sembrano per un secondo velarsi di rosso, proprio come quella volta in mensa, quando ha aggredito Mark.
“lasciami, mi stai facendo male”
Sussurro a fiato corto sostenendo lo sguardo e lui, come tornato in se, lascia la presa allontanandosi di un passo. Sembra davvero strano oggi.
Continuo ad osservarlo e il suo sguardo si sposta sul mio collo. Spalanca gli occhi e mi guarda subito in viso.
“che ti è successo?”
Immediatamente mi volto dandogli le spalle.
“niente”
Rispondo in un sibilo.
“Chris, guardami! Che ti è successo?”
Dice quasi arrabbiato prendendomi i polsi e stringendoli forte nelle sue mani, come se volesse tenermi ferma.
“sono caduta dalle scale”
Sa che mento. Sa che è solo una stupida scusa. Lo vedo dal modo in cui i suoi occhi si assottigliano, quasi delusi.
Sembra che lo stia prendendo in giro, ma non è così. La verità è che neanche io so cosa sia successo.
“Chris … “
Sospiro. Inutile mentire, probabilmente mi prenderà per pazza, ma che differenza fa?
Penso di potermi fidare di lui, certo, Nigel non è il tipo da spifferare tutto a tutti.
“hai mai visto un fantasma? Credi nei fantasmi?”
Gli chiedo iniziando a raccontargli quel che mi è accaduto la sera precedente. Non batte ciglio, anzi, mi ascolta attentamente e sembra crederci. Non si scompone minimamente ed io istintivamente mi abbandono ad un leggero pianto.
La sua stretta attorno ai miei polsi s’affievolisce, prende le mie mani e intreccia le nostre dita.
“cerchiamolo assieme”
Sussurra al mio orecchio per poi mettersi al mio fianco a spulciare i vari libri.
Non so quanto tempo passiamo in quella biblioteca a stretto contatto, ma il sole è ormai tramontato e la bibliotecaria svegliatasi appena inizia a spegnere le lampade delle varie postazioni.
“la biblioteca è chiusa ragazzi!”
Dice avvicinandosi. Noto che è una signora sulla sessantina, bassa e gobba col naso ricurvo e lungo. Ha dei capelli lunghi fino alle spalle, lisci e unti, indossa una maglietta rosa con un gilette viola scuro e una gonna deformata dalla sua corporatura, grigia. “scusi signora, dobbiamo finire una ricerca se ci lascia le chiavi, chiudiamo poi noi” Dice Nigel avvicinandosi con passo sicuro alla bibliotecaria. Mi avvicino anche io incuriosita.
Lei mi scruta con fare cattivo, poi guarda Nigel e con un “va bene” seccato lascia le chiavi nelle mani di Nigel e va via.
“ma come hai fatto?”
Gli chiedo avvicinandomi.
“io non ho fatto nulla!”
Esclama facendo spallucce. Torniamo a lavorare e dopo un po’ finalmente leggo una descrizione che si avvicina a quella del mostro che ho visto.
“Spirol. Mezzo demone, mezzo spirito … “
Avvicino il libro a Nigel in modo tale da far leggere anche lui.
“Avevi ragione Harries, evita gli specchi … “
Improvvisamente la sala diventa completamente buia.

   
 
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