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Autore: itsjonastime    10/04/2012    4 recensioni
«I want someone to love me
For who I am
I want someone to need me
Is that so bad?
I’m losing my breath, I’m losing my right to be wrong
I’m frightened to death, I’m frightened that I won’t be strong».
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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R o n n i e .
Chiusi la porta di casa, mi appoggiai ad essa , e scivolai fino a terra.
«Lizzie dorme» disse Dafne, la moglie di mio fratello, scendendo le scale.
Accennai un sorrisetto. «Grazie».
Mi alzai per buttarmi sul divano. Dafne fece lo stesso.
«C'è qualcosa che non va?» chiese sedendosi meglio.
Guardavo il vuoto. «No, tranquilla».
«Quindi posso andare?» fece per alzarsi.
La fermai prendendola per un braccio. «Aspetta... aspetta».
Si risedette accanto a me. «Che succede Ron?».
«E' una storia un po' lunga».
«Ho tutto il tempo».
«Si, così poi mio fratello mi ammazza se non torni a casa».
Si girò verso di me, appoggiandosi con la spalla sinistra allo schienale del divano. «Dai...».
«Ho conosciuto un ragazzo qualche settimana fa...».
«E questo è il problema?» disse agitando le braccia nel vuoto.
«No, certo che no. L'ho conosciuto e ci sono uscita, e devo dire che mi piace molto, anzi..».
«Ma?» si avvicinò ancora di più.
«Ma solo oggi ha scoperto di Lizzie» buttai la testa all'indietro. «Sempre la stessa storia».
«Andiamo!» disse accarezzandomi i capelli. «Forse non è quello giusto».
«Dafne se vado avanti così nessuno sarà mai quello giusto!».
«Ascolta, adesso devo proprio andare, se no Justin chi lo sente. Però ci sentiamo domani».
Ci alzammo entrambe, l'accompagnai alla porta e la salutai sorridendo. «Buonanotte».

«Forza dormigliona!» qualcuno urlò nel mio orecchio, ma ero troppo assonnata per capire chi era.
Avevo la testa sotto il cuscino, e la coperta fino alle orecchie. Solo quando questo mi tolse la coperta, oltre ad avere un brivido, riuscii a capire chi era che mi stavadando fastidio.
«Justin che ci fai qui?» chiesi, stirandomi. Poi guardai la sveglia. «Ma sono le otto e un quarto... e dieci, undici, dodici secondi! Sei impazzito, per caso?!».
«No, non sono impazzito, anzi sono molto felice oggi».
Oggi, proprio oggi. Oggi dovevo sarei dovuta uscire con Joe, me lo aveva chiesto ieri. Ma dopo la faccenda di Lizzie se ne era andato e chiaramente non saremmo
usciti.

Sentivo una forte presa al braccio: era Justin che mi stava tirando, per farmi uscire dal letto.
«Mi lasci stare!» gli urlai contro.
«Mamma, mamma!» Lizzie entrò correndo in camera.
Ecco, adesso eravamo tutti!
«Mi lasciate in pace!» alzai la voce.
Sentii mio fratello bisbigliare qualcosa. «La mamma oggi è nervosa, Lizzie».
Avevo sentito benissimo. «Non sono nervosa, ma lasciatemi in pace».
Così Justin prese mia figlia in braccio e andarono a fare colazione al piano di sotto.
Io, invece, mi alzai e mi vestii velocemente.
Sentii aprire la porta. «Si può?» domandò.
«Dafne vieni, entra» risposi.
«No, volevo solo dirti che è pronta la colazione».
Entro definitivamente in camera, e si sedette sul letto insieme a me.
«Perché siete venuti stamattina?» chiesi, mentre mi legavo i capelli in una coda alta.
«Perché ne avevamo voglia. Tu, come stai?» chiese indicandomi con il mento.
«Non ci voglio più pensare, davvero. Se non mi vuole più vedere sono cavoli suoi».
«Ronnie, ma non ti ha detto che non ti vuole più vedere, lo vuoi capire?».
«Non mi interessa. Oggi dovevamo uscire insieme. Ha chiamato per confermare? Ha mandato un messaggio? No! Quindi vuol dire che non mi vuole più
vedere
».
Dafne si alzò andando ad aprire la porta. «Pensala come vuoi, noi facciamo colazione, vieni?».
Accennai un sorrisetto sforzato e chiusi la porta. Finii di prepararmi, ma prima di uscire sentii il telefono vibrare. Lo presi, era sul comodino.
Non sai quanto mi dispiace per ieri, posso vederti?
Manca poco mi prendeva un colpo al cuore. Il messaggio era di Joe, e mi stava chiedendo di incontrarci.
Scesi alla velocità della luce le scale e mi catapultai davanti a Dafne che era in cucina, e per sbaglio le pestai anche un piede. «Scusami» dissi spostandomi i capelli.
«
Devo parlarti».
Lei sorrise, annuendo.
Mi guardai intorno per essere sicura che Justin e Lizzie fossero di là. Poi presi il cellulare e le feci leggere il messaggio.
«Porca paletta!» esclamò, dopo aver finito di leggere.
«Lo so» dissi sorridendo.
«Posso?».
«Che cosa?».
«Dirti che te lo avevo detto?».
«Si, puoi» abbassai lo sguardo.
«Te lo avevo detto. Insomma non si può essere così cattivi da lasciare una ragazza come te sola...».
«Beh, gli altri ragazzi lo hanno fatto».
I toast saltarono fuori dal tostapane e Dafne li prese al volo. «Forse lui non è come gli altri».
«Secondo te ci devo andare?» le passai i bicchieri.
«Secondo me sì, quindi rispondi al suo messaggio e vatti a preparare».
«Grazie» l'abbracciai forte, poi presi un toast e ne mangiai un pezzo per poi lasciarlo lì. Salutai velocemente Justin e Lizzie e me ne andai in camera mia, a chiamare Joe.



Eccomi qua con il nono capitolo.
Ve lo avevo detto che sarebbero stati
più intensi, almeno credo (??).
Adesso tocca a voi, FATEMI SAPERE.

  
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