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Autore: Ziggie    11/04/2012    2 recensioni
It's never too late to mend, perchè non è mai troppo tardi per redimersi. Un'avventura per i fratelli Blues lunga una vita, ma al loro fianco non vi era solo la Banda, ma anche Ziggie. Recensite se vi va :) Buona lettura.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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 Salve gente!!!! Chiedo umilmente perdono per il madornale ritardo in cui posto il capitolo.... Difficoltà e complicazioni sono sopraggiunte, spero superate ^^""" Questo è un passo parecchio difficile, che nemmeno io so come ho reso. Si tratta di quando Jake viene ingabbiato la prima volta, forse è per questo motivo che è stato davvero very difficult scriverlo. Boh! Spero che vi piaccia, recensite se vi va, io lo spero ^^ Buona lettura :) 
 


                                        11. Cambiamenti a Coal City
 


- Guardo la città svegliarsi - così risposi ad Elwood quando mi sorprese appollaiata sulla finestra, a sfumacchiare, con la sua camicia addosso. Era passato qualche mese dalla nostra dichiarazione ed ora lui si era stabilito a casa mia, mentre Jake continuava a vivere di bordello in bordello, tornando, di rado, nella piccola stanzetta che aveva in affitto.

Da quando la Banda aveva suonato al mio locale, non avevo più fatto serate con loro, nonostante i ragazzi continuassero a far scintille per i pub dell'intera città e dintorni. Quella sera suonavamo a Coal City: dico suonavamo perchè Elwood mi aveva convinto a prendere parte all'evento, con loro, sul palco. Forse era per quello che mi ero svegliata così presto: riflettere per l'ennesima volta. Chicago si stava svegliando, la monorotaia aveva preso a circolare ogni due minuti, anzichè ogni cinque come faceva di notte; taxi e auto iniziavano a muoversi lungo la road; i night pub chiudevano, spegnendo le proprie insegne sul grigio asfalto baciato dal sole nascente.

Quella sarebbe stata la seconda volta, da quando avevo mollato, in cui mi esibivo con la Banda. Elwood aveva fatto l'annuncio qualche sera prima e tutti ne furono compiaciuti, tutti tranne Faboulous e Dunn, che storsero il naso. Non gli potevo dare torto, li conoscevo, avevo dato le dovute spiegazioni, era vero, ma secondo il loro parere, quando si lascia una cosa, la si lascia per sempre, evitando di entrare di tanto in tanto solo perchè il locale, dove la combriccola si esibisce è quello in cui lavori, o perchè ora stai insieme ad uno dei leader. Che torto potevo dargli?!?! Nessuno, ma come al solito cercai di non pensare al tutto, vivendo il momento.

La giornata passò tranquillamente tra coccole, prove e quant'altro e, verso sera, ci giunse la notizia da parte di Jake che sarebbe arrivato a Coal City da solo.

- Ne sei sicuro, fratello? - gli aveva chiesto, Elwood, un pò sconcertato sia per il tono usato dal ragazzo, sia per la notizia.

- Sicurissimo - aveva tagliato corto e riagganciato, non impedendo, però, al fratello di sentire in sottofondo due voci ben distinte, una di donna e una di un uomo.

Ma, in che cosa si era cacciato, Jake? Sapevo che aveva piantato la storia di solo sesso con Kensy perchè, poche mattine prima, lei si era presentata furibonda al lavoro e, alla mia domanda su cosa fosse successo, ricevetti una risposta fredda e diretta: - musicisti, tutti uguali! - Non trovai il bisogno di parlarne con El, entrambi conoscevamo le abitudini di quel rude boy, ma in quella telefonata c'era qualcosa che non convinse il fratellino.

Elwood rimase per tutta la durata del viaggio, verso Coal City, pensieroso e in silenzio, d'altro canto, capitava raramente, che i due si presentassero in separata sede ai concerti: a quanto pareva, questo, era uno di quei rari casi.

- Sono sicura che avrà una valida spiegazione. Vedrai, non tarderà - dissi, cercando di rassicurarlo, accarezzandogli una guancia e lasciandovi un leggero bacio, mentre lui si limitava ad annuire, parcheggiando in maniera classica e non alla Elwood come al solito, ossia con frenata e sterzata, un fattore che confermava lo stato d'animo del ragazzo: che cosa stava nascondendo il fratellone?

Stavamo facendo il soundcheck e l'atmosfera non era delle migliori: in molti erano stressati; Faboulous e Dunn stizziti dalla mia presenza e tutti preoccupati dalla mancanza di Jake. Il locale iniziava a riempirsi e noi stavamo finendo di accordare il tutto quando, dalla porta del dietro le quinte, apparve Jake, alquanto pallido in volto.

- Bene arrivato bello! Ti stavamo dando per disperso - lo accolse Elwood, con quella frecciatina, mentre si avvicinava al fratello, avendo notato che non stava affatto bene.

- Jake! E' tutto a posto? - chiesi io, non nascondendo una dose di preoccupazione. Lui agitò le mani, come a prender fiato, e tossicchiò.

- Tutto a posto, gente - esclamò rassicurandoci tutti, spaparanzandosi su una sedia - sono dovuto sfuggire dalle braccia di una fan - esclamò ridacchiando, mentre riprendeva colore.

- E che gli fai alle donne, tu! - commentò in tono scherzoso Willie.

I ragazzi sistemarono le ultime cose, ormai rassicurati dalla presenza di Jake, ma le parole del ragazzo non convinsero nè me, nè Elwood. Sapevamo dei problemi di Jake con alcool e droga, ma quella non era una reazione nè all'uno nè all'altra, probabilmente era vero che aveva corso, ma sicuramente non stava scappando da una fan.

- Ragazzi, non guardatemi così - esclamò in soggezione, dato che, nonostante gli occhiali scuri, io ed Elwood lo stavamo fissando in attesa di una spiegazione più plausibile - Avevo un appuntamento importante con una nuova fiamma e non ho notato l'ora -.

- Hai l'orologio rotto, infatti - gli feci notare, pacata
.
- Così te la sei fatta a piedi? - chiese El, sospettoso - sapevi che non mi costava darti un passaggio -.

- E' una ragazza molto riservata, fratello e non volevo disturbarti, sicuramente eri impegnato con la tua Ziggie - commentò tranquillo, con il suo solito fare da bonaccione, mentre dava una pacca amichevole sulla spalla di Elwood.

Il ragazzo scosse il capo - intanto non hai più fiato - lo rimbeccò.

- Ma se sono più arzillo di te - e bastò quello a far capicollare Elwood, chiudendo così l'argomento, visto che i due scoppiarono a ridere e si abbracciarono come se non fosse successo nulla. Li osservai, scuotendo il capo, ridacchiando appena, anche se quella donna riservata mi incuriosiva.

Nonostante i toni poco accesi della serata, il nostro pubblico scalpitava e ballava arzillo per la sala, cantando con noi. Non avevamo dato il massimo, ma il pubblico era contento e questo era gratificante.
A concerto finito rimanemmo al locale per mangiare un boccone e rinfrescarci le ugole.

- Come già ci avevi dimostrato, sei ancora una di noi, Zig - esclamò Blue Lou; con quel sassofonista avevo un rapporto di stima reciproca.

- Già - commentai un pò titubante - un vero peccato che, due di voi, non la pensino così - colsi al volo l'occasione, non volevo rinfacciare nulla a nessuno, solo dimostrare che, non contava il fatto che ora stavo con Elwood, la Banda era un'altra faccenda.

- Faboulous tende ad essere troppo testardo, lascialo perdere - ridacchiò Lou - sai che vuole fare il duro, ma, alla fine, è un agnellino -

- E Dunn tende sempre a seguire la corrente opposta - diede man forte Tom - dai retta a noi, Ziggie. Torna a suonare -.

Fui rincuorata dalle loro parole, anche perchè Dunn e Faboulous, sentendosi tirati in causa, accusarono il colpo, cercando di fare gli gnorry, fattore che un pò gli giovò, dato che erano seduti ad un tavolo di fianco al nostro.

Di lì a poco Jake ed Elwood si presentarono con qualche birra e il compenso della serata: ne avevamo fatta di grana!

El si accomodò con noi, portandomi un braccio attorno al collo, mentre Jake poco più in là. Ordinammo parecchie chicce e specialità della casa, per non parlare delle birre che ci sgolammo.

Jake fu il beniamino della serata, ma, il suo sorriso si spense, non appena vide qualcuno entrare nel locale. Sia io che El lo guardammo accigliati, era tornato pallido come quando si era presentato prima dello show! Essendo però di spalle alla porta, ci fu impossibile voltarci per osservare chi lo metteva così in soggezione, sperammo solo non si trattasse di sbirri.

Jake si eclissò sotto il tavolo, dove Elwood lo raggiunse poco dopo.

- Fratello, dobbiamo squagliarcela! - sentenziò, schietto.

- Cosa? Ma perchè? -

- E' una questione della massima urgenza - stava incominciando a sudare freddo.

- Sbirri?! - chiese Elwood, un pò stufo di tutta quella segretezza usata dal fratello.

- Se fossero loro li accoglierei a braccia aperte -.

Il più piccolo sgranò gli occhi - chi diavolo hai alle calcagna? -

- Ti spiegherò tutto, garantito, ma, ora, squagliamocela -.

Elwood arricciò il naso, ma annuì. La situazione era complicata, non ci si raccapezzava nemmeno lui e, Jake, con tutto quel mistero, non aiutava. Uscì da sotto al tavolo, come se nulla fosse e si riaccomodò per qualche istante in mezzo a noi.

- Signori, la serata è finita... Ci siamo sbafati parecchia roba senza rendercene conto quindi, direi di avviarci all'uscita, senza dare troppo nell'occhio - diede direttive in modo che solo la Banda potesse sentirlo.

- El, ma... - provai a chiedere spiegazioni, alla fine non era ancora arrivato il conto, come diavolo faceva a sapere quanto avremmo speso?! Dal canto suo non mi fece finire la frase e mi sorrise, rassicurante - Jake pare avere qualche guaio misterioso, meglio levare le tende -.

Guaio misterioso e fan misteriosa si sposavano benissimo, ma non indagai oltre. In molti si alzarono diretti al bagno, sarebbero sicuramente usciti dalla finestra; altri, tra cui noi, uscirono dalla porta principale con un pacchetto di sigarette in mano, dando l'impressione di uscire per fumare la tipica sigaretta dopo pasto; Jake, rotolando sotto ogni tavolo, che lo divideva dal palco, riuscì a raggiungere la porta del dietro le quinte dalla quale era entrato e, quando lo raggiunsimo con la Blues Mobile, si tuffò direttamente dal finestrino.

- Chi abbiamo alle calcagna, Jake? - chiesi io, stavolta.

- Difficile a dirlo, ma, a volte, anche i migliori vengono ingabbiati -.

L'avrei tempestato di troppe domande e tutte sarebbero state inutili, non avrei avuto risposta, così come non l'aveva ricevuta Elwood. Jake avrebbe deciso quando e come parlarcene; Jake si sarebbe tenuto tutto dentro per il momento, come era solito fare il più delle volte, fattore che ci accomunava.

Una volta che il locale fu abbastanza lontano, Elwood si fermò a far benzina, dato che eravamo quasi a secco. Io rimasi in auto, spaparanzata sul sedile posteriore, canticchiando una melodia, mentre Jake scese e andò in perlustrazione del piccolo negozietto annesso al distributore.

Non ci volle molto prima che combinò un macello, minacciando il proprietario, pronto a rapinare lo stabile, urlando come un pazzo.

- Che diavolo ... - esclamò Elwood, accigliandosi e non poco, mentre anche io mi destavo per tutto quel fracasso, sentendo le sirene, in lontananza, avvicinarsi. - Jake, dai bello, non fare cazzate - gli aveva urlato El, cercando di convincerlo.

- Ogni cosa a tempo debito - aveva ripetuto - monta in auto e vai! -

- Ma, fratello... - aveva provato a replicare, invano, il fratello maggiore lo sovrastò con la voce.

- VAI! - gli aveva urlato, con un tono che non ammetteva repliche. E così Elwood fece, correndo in auto e accendendo il motore, sgasando a manetta fino a casa. Un altro viaggio in compagnia del silenzio, con le menti di entrambi che pensavano all'unisono: che cazzo hai fatto, Jake? Sospirammo, cercando di darci forza l'un l'altro.

Ogni cosa a tempo debito aveva detto, dovevamo solo attendere le sue spiegazioni.
 
  
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