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Autore: Steven Uchiha98    11/04/2012    2 recensioni
21/03/2033, siamo alla fine della III Guerra Mondiale tra USA e UIRE (Unione Imperi Russo-Europei). Mark è un soldato che vede la pace come una "mancanza di guerra", ma nonostante questo è più che deciso a raggiungerla, spinto dal desiderio di aiutare l'umanità il più possibile con l'Amore negatogli dall'adolescenza. Durante una delle Battaglie decisive incontrerà la causa di tutto questo, una sorta di reincarnazione dell'Odio, ma giustificata ossessivamente, e forse non inutilmente, dal protagonista...
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nell'Ade: Il Viaggio!

Una Vita all'Amore, una all'Odio...

Nell'Ade: L'Entrata.


Sollevai allora convinto la spada da terra e mi misi in guardia, non prima di aver pregato, ma il dio mi bloccò con la spada:
"Stupido, così invochi me che già sono qui e lei che sta dormendo!" un po' imbarazzato allora mi misi in piedi e iniziai l'assalto.
Partimmo entrambi alzando la spada, la mia stavolta fu la più veloce mettendo l'avversario sulla difensiva, permettendomi di proseguire con l'attacco. Mi resi conto di essere veloce ma ripetitivo nelle offese, non a caso Marte non incontrava alcuna difficoltà a fermarmi.. Proprio durante una di queste egli mi colpì alle gambe col piede facendomi perdere l'equilibrio che ritrovai poggiando a terra l'asta; poi saltai e colpii l'elmo del nemico con un calcio, facendolo rotolare a terra. Lui però nello stesso tempo con la mano libera mi prese per il giubbotto; mi spinse lontano e si accinse a recuperare la protezione; a quel punto lanciai l'asta per fermarlo, ma con un abile colpo di spada la spezzò e infine raccolse l'elmo bronzeo. Giocai allora il tutto per tutto alzando la spada sopra la testa, ma Marte neutralizzò il colpo abbassandosi e con una capovolta si mosse dietro di me pronto a fendermi la schiena, ma fortunatamente persi nuovamente l'equilibrio cadendo in avanti e non subì alcun danno.
"Eheheh..."ridacchiò il dio tra una stoccata e l'altra "Prima non eri così abile: c'è un altro dio dalla tua?"
"Niente di tutto ciò: semplice istinto di sopravvivenza, in aggiunta a un po' di tecniche copiate e strategie costruite al momento!" il duello proseguì anche come discussione, sotto forma di parole, poiché egli era davvero bravo a duellare a parole e spade! A differenza di me che a fatica gli stavo dietro...
"Allora Marco, com'è stato con Atena?" la sua domanda mi deconcentrò e aprì un varco nelle mie difese, così che lui insistette:
"Suvvia, nonostante tutto siamo anche noi in parte umani; in più tu sei un maschio, dovresti averlo sentito più di tutti!" gli feci cenno di abbassare la voce, poi durante una mia parata mi decisi a rispondere:
"E'...è stata un'emozione mai provata: ne sono tuttora estasiato e stupito. Ma scusa, in fondo non è successo nulla!" stavolta fu lui a zittirmi:
"Se però hai intenzione di urlare ti avviso che la sveglierai e io non avrò capito niente! Ad ogni modo" prese fiato per continuare la discussione e la battaglia "Qualcosa è accaduto, e un bravo fratello lo capisce (non l'avresti mai detto eh?). Per un momento gli sguardi vostri si sono incrociati. Inoltre sono uguali: azzurri, e bellissimi! Li avessi io..." preso dall'imbarazzo, provai a distogliere la mia attenzione sulle sue parole attaccandolo, ma senza risultato. Allora presi coraggio iniziai a spiegargli la storia di Minerva.
"Ho capito. Non sapevo di questi avvenimenti...Forse la mia sorella sì, in fondo ti ha sempre seguito da qui sopra." disse dopo che ebbi finito di raccontare.
"Mi seguiva dal vasto cielo?" pensai "Sono davvero così importante?" Intanto Ares continuò il suo ragionamento:
"Perciò la nostra dea potrebbe essere simile a lei, non solo per nome? Ora che ci penso, nel momento in cui tu lasciasti la terra lei ebbe un malore: sputò anche sangue, nonostante la nostra apparenza invisibile". A quel punto la nebbia dimorante nella mia mente fu in parte scacciata dalle sue parole, lo stesso accadde nel mio cuore, così che preso dall'esaltazione ferii l'avversario alle gambe facendolo cadere a terra, per poi puntargli alla gola la spada. Duello finito. Avevo perso, perché in un attimo di distrazione mi trovai una fresca lama di coltello appoggiata al mio collo.
"Spiacente, o mortale infelice, ma le tecniche divine non ti sono permesse, né di usarle né di neutralizzarle; sii più cauto anche se credi di aver vinto!" con un sorrisetto levò l'arma dal mio corpo e mi strinse la mano.
"Mi stupisco sempre di più di te: in appena otto giorni hai fatto ciò che da decenni cerco di fare, in più sei abile, sebbene non avessi mai impugnato una lama. Non comprendo il motivo della tua morte, che avrà in mente il Fato?"
"E' per questo che incontreremo Ade: per chiedergli spiegazioni" una voce femminile risuonò alle mie spalle spaventando me e Ares; speriamo non abbia sentito i nostri discorsi!

"Uh!" esclamò rosso in viso Marte "Siete voi! Non stavate riposando? Vi abbiamo forse svegliato? Siamo costernati!" ella quasi teletrasportandosi avvicinò il suo viso il più possibile a quello del dio e gli sussurrò parole pesanti, che a stento sopportò, tra l'estasi e la paura: anche gli dei cadono nelle catene femminili; ad ogni modo non riuscii a comprendere le loro parole. In seguito si girò di scatto verso di me facendomi cenno di seguirla: a volte era davvero ferma e autorevole....doveva aver compreso qualcosa. Dunque io e il mio compagno ubbidimmo dirigendoci verso l'uscita della caverna dove riposammo, la quale presumibilmente avrebbe condotto all'Ade: quello era il confine che da anima umana infelice non avrei potuto oltrepassare. Dovevo cercare il Re di questo mondo, perlustrando il luogo; ma non ce l'avrei mai fatta da solo, perciò chiesi aiuto alla Pallade Atena e ad Ares. Mi stupii della naturalezza dei nostri dialoghi, della sfacciataggine che spesso dimostravo nei loro riguardi, come fossero miei amici. Loro per giunta non mi rimproveravano! Tuttavia il rapporto con la dea dagli occhi azzuri fu un po' più ambiguo ed incerto, simile a quello con Minerva.
Infine si fece giorno, fra il nostro duello e la nostra discussione avevamo perso la cognizione del tempo. Fu strano, per me, rivedere il giorno, poiché in tutti i libri il Regno dei Morti è descritto come buio, oscuro, triste; invece questo posto veniva illuminato, nonostante non abbia ancora visto anime e quindi abbia una visione incompleta del mondo, non sembra così male...forse il peggio doveva ancora venire.

30/03/2033, Regno Dell'Ade,

A questo punto ci dividemmo per trovare un varco per...entrare in questo mondo che già mi tormentava, sebbene non l'avessi lontanamente conosciuto.
"Ares, dato che non abbiamo mai avuto necessità di venire qui, potresti chiedere in giro intorno a questo luogo? Potresti iniziare da Ermete..." propose Atena.
"Ferma un attimo, sorella cara. Ricorda che c'è una guerra là sotto tra i vivi. Questo vuol dire che ci sono stragi, sangue e morte. Sai che mi esalto con queste cose, ora inoltre ho proprio voglia di esaltarmi. Se poi non te lo ricordassi, ti avviso che abbiamo patteggiato per una delle due fazioni, perciò saremmo anche nemici!"
"Stai tranquillo, caro mio: arriverà anche il nostro momento, con la mia terza vittoria!" Ares fu effettivamente battuto per ben due volte da Atena, in virtù dell'intelligenza di quest'ultima, se non a causa dell'impulsività e dell'eccessiva violenza del primo. Ogni guerra quindi era diventata un motivo di contesa fra i due, più alimentata da Marte in quanto Atena prediligeva una via diplomatica e meno violenta, e pur non avendo voglia d'imporsi, desuderava però abbassare la cresta a suo fratello. Sapeva che non sarebbe mai riuscita a calmarlo, in fondo egli era nato per questo! Era simpatico ad Ade poiché nelle sue stragi lui ci guadagnava sempre, poi Afrodite per un motivo ancora ignoto, ma sembra nutra una sorta di passione per lui...
"Vedremo! Magari per una volta vincerò io! Non sempre il cervello batte la forza!"
"Ehm...sì invece." a questo punto un silenzio imbarazzante cadde su di noi, come un gruppo di amici che dopo una battuta scherzosa non trova appoggio nelle risate, o quando un ragazzo e una ragazza infatuati non trovano niente di cui conversare e si ritrovano in un silenzio quasi ridicolo, così ci sentimmo un po' tutti noi: imbarazzati e incapaci di andare avanti, volgevamo lo sguardo altrove per non incappare in quello altrui e aumentare così il rossore del nostro volto. Fu finalmente Atena a rompere il ghiaccio, congedandoci dall'altro dio e tornando nella prima caverna, da me battezzata "La Caverna Del Male", poiché in una settimana non mi fu possibile trovare una via d'entrata per l'Ade; sarei ancora lì ad impazzire se non fosse stato per questi due dei che decisero di venirmi a soccorrere, nonostante probabilmente non me lo meritassi, per quello che penso io.
"Allora Ares, Marco e io torneremo dentro cercando un'entrata, mentre tu raccoglierai informazioni"
"E..." Ares ci indirizzò un occhiolino, specie alla sua rivale.
"E vai a giocare a quella maledetta guerra!"
"E' necessario, mia cara sorella: non tutto si risolve a parole! Inoltre, perché vuoi privare un guerriero del suo unico diletto?"
"Perché il suo "diletto" va avanti a scapito di altri...ad ogni modo va', ci ritroveremo dentro, se proprio sarà necessario" detto questo ci separammo lasciando il dio guerriero a vagare per la Terra, mentre io e Atena scendemmo nuovamente nel sottosuolo per andare avanti. All'inizio rimanemmo zitti come fossimo semplici conoscenti, poi prese la parola:
"Marco...come mai non ci hai invocato prima di confrontarti con Minerva? Avremmo potuto aiutarti, magari non saresti neanche morto." la sua voce non era ferma com'era suo solito: era leggermente agitata, come se qualcosa la angosciasse.
"Vedi...questa era una faccenda che avrei dovuto risolvere da solo. Inoltre non sapevo bene che fosse Minerva; sembrava un'altra persona, non la riconoscevo più. A quanto pare però il Fato ha voluto rendere vana la guerra..."
"Non è detto: noi stiamo andando da Ade proprio per chiedergli perché. In più gli chiederemo di riportarti su; così la tua morte non sarà vana e potrai finire ciò che hai iniziato". Tornammo nella cava dove avevo incontrato i due dei per esaminare le pareti ed il pavimento, ma niente: solo e soltanto nuda pietra, grigia e triste. Non vedendo altra alternativa, m'inginocchiai e incrociando le dita iniziai a pregare.

Nel momento in cui smisi di pregare non accadde nulla...stavo per perdere le speranze quando arrivò Ermes, il messaggero degli dei, il quale mi spiegò il modo per entrare. Rinfrancato, eseguii le indicazioni del dio e dopo aver recitato un particolare inno la roccia reagì ritirandosi di qualche metro, eccezion fatta per la porta, che mi permise finalmente di entrare nel vero Regno dell'Ade e di iniziare il mio viaggio per andare a trovare il suo Re...
   
 
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