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Autore: Shakechan    12/04/2012    2 recensioni
“Eh? Ma… Che stia sognando?” Il moro confuso cercò di guardarsi intorno per capire dove fosse finito e con lo sguardo ancora impastato dal sonno notò una strana figura al suo fianco
“… Pitt? ” Sena sperava con tutto il cuore che fosse il suo gatto.
Provò a toccarlo sperando di sentire il soffice pelo del suo animale domestico.
In effetti sentì del morbido, ma non era il suo gatto, ne peli, erano CAPELLI!
“UGH!” Sena si fece sfuggire un gemito. Non era il suo gatto e non era neanche casa sua quella dove si trovava ora. “E’ un sogno, è solamente un sogno…” pensava il piccolo moro mentre realizzava che nello stesso letto dove lui si era svegliato, proprio affianco a lui, c’era un’ altra persona.
[HirumaxSena]
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Sena Kobayakawa, Youichi Hiruma
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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In questi giorni sto aggiornando tutte le mie storie, quindi ho pensato: perché non aggiornare anche Lasciato al caso? Detto fatto ecco il quarto capitolo! Buona lettura!

 

CAP 4

 

 

-Verità da nascondere.

 

 

“Hey Monta, prima che svenissi… cosa ti ha detto Hiruma-san?” Gli chiese Sena incuriosito.

“Ah! Che ieri sera Hiruma-san ha cuccato al MAX!” disse allegramente monta “Era questo che volevi dirmi eh? In effetti è parecchio strano che Hiruma si interessi alle ragazze.”

“C-cuccato? Che vuol dire?” Chiese Sena non capendo.

“Credo che intendeva baciato..” Disse Monta pensandoci.

Sena aveva una faccia così sconvolta che non riusciva neanche a richiudere la bocca.

“H-Hey Monta, per caso ti ha detto chi è che ha baciato?”

“No, non me lo ha detto.” Rispose Monta pensandoci.

Un sospiro di sollievo uscì dalla bocca di Sena.

“Ma mi ha detto che è vicino a me la persona che ha cuccato!” continuò Raimon senza accorgersi che aveva appena fatto saltare un battito al cuore di Sena.

“E-e-e-e-e-e-e t-t-tu hai i-i-idea d-di chi sia questa p-p-persona?” Chiese Sena tremante e balbuziente.

Era questo quello che voleva dirmi Hiruma-san prima di essere interrotto da Monta?!” si domandò Sena iniziando a sudare freddo per l’agitazione.

“…. Mmmmh” Raimon iniziò a pensarci intensamente.

Uno sguardo scioccato e sconvolto pervase il volto di Raimon.

“S-Sena! Non è che per caso….!” Iniziò a dire Monta.

“Cavolo! mi ha già scoperto! L’America sarà la mia nuova casa? Avrò il tempo di salutare mia madre?! E con la scuola?! Aaah, dovrò abbandonare tutto e tutti e dedicarmi alla lingua inglese!”

“Sena! Non è che per caso Hiruma si è approfittato di Mamori?!”

Sena cadde dal letto per l’ingenua stupidità dell’amico.

“P-potrebbe essere…” disse Sena infangando la verità.

“Ottimo! Non dovrò più scappare dal mio paese!”

Raimon iniziò a piangere in un angolino della stanza.

“Quel bastardo… come ha potuto!”

“Avanti Monta! Potrebbe anche non essere stata Mamori la persona che ha baciato.” Disse Sena consolando l’amico.

Raimon iniziò a squadrare il volto di Sena “Sena…” iniziò a dire “ma non è che tu ne sai qualcosa?”

 “NO!” rispose velocemente Sena iniziando a sudare per l’agitazione.

“Ne sei sicuro?” continuò a chiedere Raimon avvicinandosi di più a Sena.

“S-Sicurissimo!” balbettò Sena arretrando come poteva sul letto.

“Bugiardo! Si vede benissimo che stai mentendo!” lo accusò Raimon “avanti! Dimmi chi è!” continuò Raimon mettendo alle strette Sena.

Il piccolo moro senza neanche accorgersene, preso dal panico, scese dal letto, afferrò le sue scarpe e iniziò a correre più veloce della luce evitando ostacoli e persone, dirigendosi in un luogo lontano, il più lontano possibile da quella scuola maledetta.

E fu così che finì in quartiere a lui sconosciuto.

“Accidenti, dove sono finito?!” Si chiese fra se e se mentre fissava una barbona intenta a parlare con un palo della luce.

“…Calmo, prendi il telefono e chiama a casa!” Sena si affrettò a prendere il telefono, per poi ricordarsi che lo aveva lasciato nella borsa, dove stavano anche i suoi vestiti. Perché si, lui aveva addosso ancora i pantaloni e la maglia della squadra. Senza protezioni però.

Sena si guardò in torno cercando una caspiterina di cartello con scritto la via. Nulla, l’unico cartello era pieno di graffiti e gli parve pure di vedere un ammaccatura con incastrato un proiettile.

“P-proverò a chiedere indicazioni!” pensò ingenuamente Sena.

“Mi scusi signore!” Disse Sena cercando di attirare l’attenzione di un uomo intento a leggere il giornale. Non appena la faccia dell’uomo venne scoperta dalle pagine del giornale, Sena se la diede a gambe levate perdendosi ancora di più in quella città sconosciuta per lui.

Quando Sena, con il fiatone e le gambe tremanti per la corsa, alzò lo sguardo verso una scuola, che a tutto faceva pensare tranne che a una scuola, gli venne la sensazione che forse non sarebbe morto in quella puzzolente città. Ciò che lesse sul cartello della scuola, inciso probabilmente con un coltello, fu: Istituto Zokugaku.

Contento entrò immediatamente nella scuola iniziando a cercare Rui Habashira.

“RUUUI-SAAAN! RUUUI-SAAAN!” Iniziò a gridare Sena lasciandosi appena il tempo di riprendere fiato.

Sena iniziò a tremare perché più urlava e più tizzi loschi e sospetti si avvicinavano a lui.

“Ruuuiiii…” sussurrò Sena.

Non aveva più il coraggio di urlare, sentiva gli sguardi su di lui e quando una mano gli toccò la spalla, iniziò a gridare e scappò ancora una volta il più in fretta possibile.

“Sena? Sena Kobayakawa? Che ci faceva qui?” Si chiese tra se e se Rui Habashira.

Ormai il sole stava tramontando e presto si sarebbe fatto buio e lui era li, in quella puzzolente città piena di tipi loschi e persone che parlavano da sole.

“Mamori-neechan… tu cosa faresti?” Domandò al nulla Sena.

 Sicuramente lei non avrebbe mai lasciato il telefono nella borsa per poi dimenticarla negli spogliatoi.

Così poi Sena pensò a Hiruma. “E tu Hiruma? Cosa avresti fatto?” Sena continuava a parlare da solo ad alta voce.

 La città lo aveva influenzato nel profondo a quanto pareva.

“Ora parli pure da solo? E non paragonarmi a te, nano di merda! Io non mi sarei mai perso in una città!”

Sena si voltò, felice per la prima volta di sentire quella perfida voce.

  
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