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Autore: MissyHarry    13/04/2012    2 recensioni
Una vecchia conoscenza di Revy, una nuova associazione che tenta di prendere il sopravvento sull'Hotel Moscow e i soliti fattorini che ogni tanto si scontrano con la legge.
Perché in fondo un traditore, anche se passa dalla tua parte, rimane pur sempre un traditore.
RevyxRock, accenni... O forse qualcosa di più di semplici accenni, hmmm...
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dutch, Nuovo personaggio, Revy, Rock, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9.

What's going on

 

 

"Ronald!"

Simonette si alzò di scatto trionfante, con le chiavi dell'auto finalmente strette nel pugno e lo sguardo colmo di speranza puntato verso l'uomo che si stava avvicinando in fretta a lei. Finalmente un volto noto! Era uno dei clienti abituali, un socio del proprietario; che fortuna, proprio quello con cui aveva passato più tempo da quando era stata assunta. Cercò di darsi un contegno, visto il suo stato pietoso - le ginocchia sbucciate, le scarpe sporche e un bernoccolo in testa, frutto dello spavento per il boato che le aveva fatto tirare una testata contro l'auto. Ora non c'era bisogno di sguardi ammiccanti o sorrisetti maliziosi… Almeno, questo era ciò che sperava. Aprì le braccia, tentando di trattenere le lacrime, pronta a farsi salvare.

Ronald O'Brien era irlandese di nascita, palesemente fiero della sua nazionalità ed estremamente patriottico. I suoi capelli rossi e le sue lentiggini già ostentavano la sua provenienza, ma lui, volendo strafare, esagerava quasi fastidiosamente il suo dannato accento. Era insopportabile, borioso ed evitato con cura da quasi tutte le ragazze del night club, tranne che da quella simpatica e stupida biondina… com'è che si chiamava? Ronette? Alette? …Bah, lui si era sempre rivolto a lei appellandola per i suoi attributi fisici migliori. Ed ora, nel momento peggiore della sua carriera da quando era entrato a far parte come socio fisso nella Trading Company, proprio ora che era costretto ad attuare il piano d'emergenza, ecco che quell'oca si materializzava davanti a lui rendendogli tutto più difficile. Se si contava pure il fatto che era stato costretto a lasciare a metà la sua birra, era facilmente comprensibile quale fosse il suo umore attuale ed era del tutto giustificabile - almeno, a parer suo - la sua reazione. Raggiunse la donna a grandi passi, furibondo, le strappò le chiavi dell'auto di mano e la spinse via artigliandole una spalla.

"Levati, cretina! Vuoi farmi licenziare…?" sbottò, indicando alle sue spalle. Dietro di lui, l'americano che aveva avuto l'incontro ravvicinato con Two Hands e ne era uscito miracolosamente vivo stava scortando, insieme ad un nigeriano, una signorina molto elegante che stava scoppiando in lacrime.

Simonette, incredula e sconcertata di fronte al repentino cambio di situazione, riuscì solo a stupirsi della compostezza della giovane donna, che sebbene avesse il volto segnato dalla disperazione, non aveva un millimetro di trucco fuori posto.

No, si disse. Sono lontana anni luce da lei. 

E assistette impotente alla sua completa disfatta, come ballerina e come donna, mentre i quattro salivano in fretta sull'auto e ripartivano a tutto gas, lasciandola là da sola.

 

 

 

Revy non sapeva proprio con che epiteto insultare pesantemente tutti quelli che le stavano intorno.

Mark, per non aver fatto proprio un cazzo né per migliorare né per peggiorare la situazione; Dutch, per aver lanciato quella cazzo di granata in mezzo ad un locale ed aver fatto svegliare mezza Thailandia; Rock, per essere letteralmente scomparso insieme a quella troia di Eda - a proposito, Eda…?  e Benny… Già, Benny che aveva fatto di male? Ci pensò su qualche secondo, e non trovando una scusa adeguata decise di partire proprio da lui, per poi dedicarsi a ruota a tutti gli atri.

"Benny-boy, che cazzo fai?!" gridò improvvisamente, artigliando i sedili anteriori e sbraitando addosso al povero guidatore. L'americano si strinse nelle spalle abbassando la testa in segno di scuse, sebbene non fosse sicuro del perché lo stava sgridando. La rossa non lo degnò di uno sguardo, e si rivolse a Dutch. "Ehi, anche tu! Si può sapere che cazzo ti è saltato in mente?! Buttare via una di quelle per dei cretini del genere, non ne valeva proprio la…" 

Il nero sorrise sereno, alzando una mano per zittirla. La granata l'aveva tranquillizzato e aveva certo contribuito a distendergli i nervi. "Ah, calmati, two-hands" la interruppe "di sicuro ci starebbero inseguendo a tutta velocità, se non li avessi eliminati in massa".

La rossa si gettò sul sedile posteriore, indispettita per essere stata messa a tacere, ed incrociò le braccia mettendo il broncio. "Guarda che c'erano modi più eleganti per farli fuori…" Il capo ridacchiò. "Sì, ma probabilmente non ti avrebbero parato il culo, non trovi…?" Revy sgranò gli occhi. "Ehi, guarda che io me la sarei cavata benissimo da sola se…" si voltò verso Mark: ora toccava a lui la sua dose di insulti. "E tu!!" gli premette un dito sul petto "tu, brutto stronzo! Si può sapere dove cazzo eri?! Io sono arrivata ore dopo che voi siete partiti, ed eravate ancora FUORI DAL LOCALE!" si voltò verso Dutch, scrollandogli una spalla. "Dutch! Non erano ANCORA ENTRATI! Te ne rendi conto?! Questi buoni a…" 

Benny sbuffò. Già gli era toccato svegliarsi prima del previsto; poi, la sera prima stava finendo una missione a un gioco online e si era addormentato sul più bello; in più, gli toccava pure sentirsi le lamentele di quegli scapestrati che non avevano niente di meglio da fare che insultarsi tutto il giorno e lanciare bombe a destra e a manca… Tentò di porre fine almeno a quell'ultima uscita della ragazza. "Lo sappiamo, lo sappiamo… Ci ha chiamato Rock, è per quello che siamo qui. Non ti agitare!" sdrammatizzò, abbozzando un sorriso verso lo specchietto retrovisore.

Revy lo ignorò deliberatamente. "Ah, almeno qualcosa Rock ha fatto" sibilò, sottolineando quel nome con perfidia rivolgendo uno sguardo d'odio al biondo accanto a lei. Non ottenendo risposta alla provocazione, strinse i pugni, sfogandosi sul sedile del guidatore. "Aah! Che nottata di merda!" urlò, rispecchiando perfettamente il pensiero degli altri tre.

 

 

 

Rock si era sempre chiesto come diavolo facessero i dottori nei film a rianimare così facilmente le persone svenute. Gli bastava farsi largo fra la folla, urlare un "lasciatemi passare, sono un medico", inginocchiarsi accanto alla vittima e darle un paio di schiaffettini con aria professionale… Ed ecco che subito, come per magia, tutti stavano meglio. Pure gli astanti.

E dire che lui erano ormai un paio di minuti che riempiva Eda di sberle, ma di farla riprendere non se ne parlava proprio. Che strano.

Tentò di concentrarsi sull'ultima serie di ER che avevano dato alla TV quando ancora… Beh, quando ancora guardava la TV. Molto tempo prima. Nell'appartamento lì a Roanapur avevano un televisore, ma prendeva giusto due canali locali. Ripassò mentalmente i nomi dei vari inservienti dimenticabilissimi, soppiantati all'epoca da un giovanissimo George Clooney che stava iniziando a darsi da fare nella strada del cinema. 

Rialzò lo sguardo, sbuffando. Anche impegnandosi, non riusciva proprio a impegnare la sua mente più di tanto. Era leggermente distratta...

Si drizzò in piedi con un mugugno, e lanciò un'occhiata all'Harley della bionda. Era davvero così difficile da guidare…?

Deglutì, accarezzando il manubrio. Le chiavi erano ancora nel quadro, tentatrici.

Fece spallucce. Dopotutto, non sarebbe stato costretto a fare queste cazzate, se la gente non l'avesse dimenticato in giro. 

 

 

 

Il fracasso che scaturì dagli scarichi di un'Harley poco lontana catturò l'attenzione di Simonette, che si voltò velocemente verso la fonte del rumore. L'uomo che stava spegnendo immediatamente la  moto non appena aveva sentito un accenno di gas le sembrava un tipo perbene; non che, dopo l'esperienza con Ronald, si considerasse una grande sociologa, ma quell'uomo era troppo… Non riusciva a trovare la parola adatta per descriverlo. Per la seconda volta in una serata si maledisse per non aver continuato gli studi, e si avvicinò cautamente a lui. 

Rock intanto, dopo la breve disavventura con la moto, si era seduto per terra, abbattuto, la fronte appoggiata ai palmi delle mani. Come diavolo la portava via quella maledetta suora? E dov'erano, gli altri? E Revy…?

Si sedette per terra e si convinse che l'ultima cosa rimastagli da fare era abbandonarsi alla disperazione.

Simonette strinse i denti, e i pugni, facendosi coraggio. Su, quel povero sfigato non poteva sicuramente rappresentare una minaccia… Probabilmente neanche un aiuto, ma tanto le bastava. Ecco, quella ragazza stesa vicino a lui non era un granché rassicurante, ma sembrava svenuta… Tanto meglio. Le ritornò alla mente quello che le aveva detto sua madre l'ultima volta che l'aveva vista.

'Io non la voglio una puttana in casa! FUORI!' le aveva urlato, lanciandole dietro i pochi vestiti che era riuscita a comprarsi. 'Ecco' si ripeté 'devo dimostrare a mia mamma che non si era sbagliata, che le mie doti le so ancora sfruttare!' Avanzò a passo deciso verso il ragazzo, constatando che, effettivamente, non era niente male…

 

Il giapponese alzò lo sguardo, studiando attentamente la figura che si stava avvicinando. 'Una ballerina, senza dubbio… E piuttosto bisognosa di una mano'. Lo sguardo si soffermò sui vestiti sporchi e sulle guance rigate dalle lacrime e dal trucco sbavato. Abbozzò un timido sorriso di benvenuto. "Signorina, ha bisogno di…?"

La bionda annuì vigorosamente, aumentando il passo. No, non si era sbagliata; quel tipo doveva proprio essere un filantropo, se in una situazione come quella le offriva una mano spontaneamente. 'Bingo!' si disse, schiudendo le labbra nel modo più sensuale che le riusciva, e singhiozzò un "lei è molto gentile!" prima di chinarsi verso di lui mostrandogli gran parte del suo corpo scoperto.

Rock fece del suo meglio per non far cadere l'occhio e si concentrò sulle iridi turchine della sua interlocutrice. "Mi dica, posso in qualche modo…?" con una mano indicò Eda e l'Harley, come a spiegare con un gesto la sua situazione non proprio ottimale, ma Simonette lo ignorò. "Ah!" gemette, sforzando ulteriori inutili lacrime. "Vede, alcuni colleghi del mio capo mi hanno appena rubato la macchina, e se ne sono andati via a tutto gas e…"

Il giapponese sgranò gli occhi, improvvisamente interessato. "…Colleghi… Del suo capo…?" la mente cominciò a lavorare sotto lo sguardo stupito dell'altra. "Hm, non è che ha un cellulare da prestarmi…?"

 

 

I russi non erano certo un popolo famoso per essere stretti di maniche, anzi: la loro prodigalità ed ospitalità erano quasi proverbiali. Tuttavia, quando Balalaika si ritrovò un addebito di chiamata in piena notte da un numero sconosciuto non fu precisamente la donna più felice del mondo. Si passò una mano sul viso, tentando di svegliarsi, ed afferrò il cellulare con stizza. "Chi cazzo sei? Spero per te che sia… Ah, sei tu, Japonski…" si rituffò sul materasso. In effetti, solo Dutch e pochi altri avevano il suo numero privato. Si tranquillizzò. "Vedi di non fare il cretino ed elimina il cellulare da cui stai chiamando. Non mi piace essere troppo disturbata". Volse lo sguardo al soffitto. "Ah, un'auto…? Oh, avete scoperto qualcosa, quindi. che bravi." Cercò a tentoni un sigaro sul comodino. "Una macchina da inseguire in direzione nord, mi stai dicendo? …Hai la targa?"

 

Rock coprì con una mano il ricevitore, sorridendo verso Simonette che si stava tormentando le mani nervosamente. "Ecco, questa mia amica troverà subito la sua auto! Com'è che è targata…?"

 

 

 

La porta dell'appartamento di Dutch si aprì fragorosamente, sbattendo contro il muro. Revy entrò per prima gettandosi sul divano della cucina.

"Roooock!" Chiamò a gran voce, con tono lamentoso. Probabilmente il giapponese era l'unica persona che avrebbe potuto, in quel momento, essere in grado di mettere un po' a posto le cose. Ecco perché sì infervorì il doppio quando non lo sentì rispondere. 

"Rooock!" ripeté, rizzandosi a sedere. "Dove cazzo sei…?" Spostò lo sguardo verso Mark, che la fissava divertito. "Cazzo hai da ghignare?" sbottò.

"Ah, niente, baby…" ridacchiò lui, di rimando. Si stiracchiò su una sedia lì vicina. "Mh, mi sa che è meglio se vado a…" il click del caricatore della Beretta lo fece pietrificare. Si voltò lentamente, per guardar negli occhi una Revy estremamente seria che gli stava puntando la pistola. "Tu non ti muovi, finché non mi dici dove cazzo è Rock".

Sotto lo sguardo stupito degli altri due, che stavano fissando preoccupati la pistolera, il biondo ridacchiò nervosamente. "Ehi, dai, che ti frega? C'è qualcosa fra voi che non ho colto, o mi…" 

La ragazza non si mosse di un millimetro, insensibile alla provocazione. Dutch alzò un sopracciglio. "Su, Revy, se ci ha chiamato sarà rimasto là al locale, no…?" 

La rossa sgranò gli occhi e scattò in piedi. "Eh?! Cosa?!" strappò di mano a Benny le chiavi dell'auto, precipitandosi verso l'uscita. L'inglese la raggiunse in un paio di falcate, bloccandola con una mano sulla spalla. 

"Dai, Revy, calmati, saprà pure torn…." 

Questa volta Revy per zittirlo optò per un pugno, assestandolo con precisione sulla mandibola. Lo afferrò per il bavero, digrignando i denti e sbraitandogli in faccia tutta la rabbia accumulata quella serata: dalla loro partenza per il night, all'incontro con Eda, all'inseguimento… "Coglione! Ma ti rendi conto di quello che state dicendo?!" passò in rassegna tutti gli astanti con sguardo furente. "Ma vi rendete conto?! Rock non è in grado di sopravvivere a una sparatoria da solo! Figuriamoci ad una granata!" ansimò, prendendo fiato e non mollando il colletto della maglia di Mark. "Poi, il tipo che stavo inseguendo è di sicuro riuscito a scappare!! Non l'ho più visto in giro!" Il capo la bloccò, improvvisamente interessato. "Che tipo stavi inseguendo, tu…?"


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Angolo Autrice

Buongiorno a tutti! 
Scusate il solito ritardo, ma ero in vacanza... Una vacanza a sorpresa, e posso aggiornare solo ora. Mi spiace! Vi ringrazio comunque per la vostra fedeltà, e per continuare a leggermi :)
Volevo inoltre ringraziarvi sentitamente, mi fa molto piacere sapere che la mia storia viene letta e viene apprezzata. Mi siete veramente di grande aiuto, più di quanto crediate!
Beh, che dire. Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento! Come al solito tendo ad allungare, mi spiace... Il prossimo andrà più avanti nella trama! In effetti, ora è entrata anche in scena Balalaika... Non si sta più con le mani in mano adesso! Vai con l'azione!

Ho notato che Mark sta sul ca**o a tutti... Ehm. XD Poverino!

Un grazie particolare alle solite adepte, Queen of Dragons e nana21guns , ma anche alla nuova Moonlight Night... Grazie, grazie, grazie! :)

Harry

  
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