Fanfic su attori > Orlando Bloom
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Autore: _Kiria_    26/04/2004    3 recensioni
Hollywood è il sogno di tutte le persone che intraprendono la carriera di attore. come se la caverà Noemi alla sua prima esperienza?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11

 

Forse avevo reagito un po’ troppo bruscamente alle premure di Dominic. Come al solito mi ero fatta sopraffare dal mio orgoglio, dal fatto che volessi risolvere la questione Orlando da sola, senza l’aiuto di nessuno.

Ero fatta così, se avevo delle difficoltà cercavo sempre di cavarmela da sola, ma spesso e volentieri non ne ero in grado e questa ne era una prova schiacciante.

Uscii di corsa dalla mia stanza, incurante del fatto che indossassi solo una leggera camicia da notte azzurra. Percorsi a gran passi il lungo corridoi senza trovare Dominic. E se fosse andato via? Se avesse chiamato un taxi e fosse diretto all’aeroporto?

Aumentai il passo scendendo le scale a due a due finché alla fine della prima rampa incontrai Orlando. Mi bloccai all’istante, il respiro si fece d’un tratta irregolare, il cuore mi martellava nel petto e tremavo come una foglia. Volevo scappare ma i piedi sembravano incollati a terra.

Notai un vistoso livido nero sotto l’occhio destro, mentre si avvicinava a me con un ghigno poco amichevole sulle labbra “E così abbiamo detto tutto al caro Dominic, vero Noemi?” sibilò avvicinandosi minacciosamente a me.

Non riuscivo a parlare, avevo paura, e capii ora che Dominic aveva ragione su tutto.

Orlando sembrava soddisfatto della mia reazione e si avvicinò di più, appoggiando la sua fronte alla mia “Cos’è, abbiamo perso la lingua?” si abbassò sul mio collo baciandolo appena per poi rialzare il suo viso all’altezza del mio “Peccato che tu non fossi tanto partecipe l’altra notte, Noemi! Non sai cosa ti sei persa” mi disse per poi allontanarsi tranquillamente. Mi girai lentamente verso di lui per vedere se si fosse fermato ad osservarmi. Non c’era. Scesi di corsa. Correvo. Correvo senza mai voltarmi indietro finché non urtai contro qualcosa.

“Guarda un po’ dove corri!” mi disse qualcuno, il cui tono di voce era inconfondibile.

Alzai la testa e vidi Dominic davanti a me con le mani suoi fianchi. Scattai in piedi e lo abbracciai forte e con tanta premura da farlo barcollare “Ehi! Vacci piano la prossima volta, Noemi!” mi rimproverò lui scherzosamente.

“Scusa per prima! Hai ragione, Dom, ho bisogno di qualcuno che mi aiuti ad uscire da questa situazione insopportabile! Non ce la faccio proprio a stare vicina ad Orlando per più di due secondi senza che la paura prenda il sopravvento” dissi a Dominic “ma allo stesso tempo non riesco a stare senza di lui” pensai. Se avessi pronunciato quella frase come minimo mi avrebbe dato della pazza masochista e non aveva torto. Ero consapevole che, nonostante tutto quello che Orlando mi faceva, quello che provavo per lui era immutato.

“Ti aiuterò, ma devi promettermi di seguire alla lettera tutto quello che ti dirò di fare, intesi?” mi disse serio e io, mimando un soldato dissi “Ok, capo!” e scoppiai a ridere.

“Impudica! Ti rendi conto di come sei uscita da quella stanza!? Fila di sopra e mettiti qualcosa di decente!” mi disse indicando le scale con un dito.

“Perché? Ho qualcosa che non va?” chiesi facendo un giro su me stessa come se niente fosse.

Lui si mise una mano sugli occhi e disse “Corri a cambiarti o non rispondo di me, Noemi!”.

Io risi e corsi di sopra. Più di una volta mi trovai a guardami intorno, come per timore di incontrare di nuovo Orlando.

All’improvviso mi sentii trascinare da una parte, precisamente dentro uno stanzino vuoto.

Una fioca luce la illuminava e vidi subito chi mi ci aveva portato: Orlando.

“Cosa vuoi?” chiesi subito timorosa.

Lui mi stava fissando con occhi diversi dal solito, occhi pietosi, occhi dispiaciuti.

“Mi dispiace davvero, Noemi! Perdonami, se mai potrai! Perdonami per tutto quello che ti ho fatto!” mi disse prendendomi le mani tra le sue.

Io non sapevo che fare. Avevo paura, paura che stesse giocando per poi aggredirmi di nuovo. Le mie difese stavano cadendo tutte insieme. Non riuscivo a guardare Orlando duramente, non in quello stato.

Sembrava davvero dispiaciuto. Ritirai bruscamente le mani e cercai a tentoni la maniglia “Noemi, no! Non andare via, per favore!” mi supplicò, ma non ce la facevo proprio. Trovai la maniglia, la tirai ed uscii di corsa, fingendo di non sentire i richiami disperati di Orlando.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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