22.30
Ding!
Le porte dell’ascensore si aprirono su una stanza buia, ma
all’apparenza normale. Due divanetti, una grossa finestra di vetro a mostrare Paperopoli by night e due figure nell’ombra.
Quo e Qua si diedero la mano per farsi coraggio a vicenda, poi
uscirono dall’ascensore e si guardarono intorno. Una sagoma familiare guardava
il panorama, l’altra, altrettanto familiare, dormiva su uno dei divanetti.
« Zio… zio Paperino? »
« Qui? »
22.43
« Allora? Voglio un rapporto chiaro, preciso e rapido… »
« Ehm… sicuro? »
« Non sono in vena di scherzi, soldato! »
« Ok… tutti i membri della prima truppa sono stati annientati,
nessuno escluso. »
Il capobranca Ghrithon
lo guardò furioso.
« Ehm… me l’ha chiesto lei… »
« SILENZIO!!! Togliti dalla mia vista, feccia! »
Il soldato arretrò velocemente, per non dire che se la diede a
gambe levate. Il capobranca sospirò: evidentemente
aveva sottovalutato il suo avversario. Se il numero di guerrieri non era
sufficiente a sconfiggerlo, avrebbe dovuto inventarsi qualcos’altro…
La porta scorrevole si aprì e con la coda dell’occhio Ghrithon vide il suo nuovo ospite.
«Ah, Farrhel… vieni pure! Potrei
aver bisogno di un consiglio… »
Una fitta a una gamba. Brutale, improvvisa. Ghrithon cadde a terra, mentre qualcosa di ustionante si
faceva largo nel suo corpo togliendogli il fiato e bruciandogli le vene.
« Cosa mi hai… fatto? »
« Una semplicissima iniezione di rabbia terrestre! Come ben
sai, noi evroniani non reggiamo le emozioni negative…
il risultato è quello che senti sul tuo corpo! Ma tranquillo, la dose non è
letale, ti terrà solo fuori gioco per un po’… il tempo necessario perché io mi
possa occupare del nostro gradito ospite! »
L’evroniano in camice si avvicinò al
suo simile e lo guardò dritto negli occhi:« Non rovinerai il mio esperimento.
Non questa volta! »
Farrhel si allontanò dalla stanza
chiudendo la porta e lasciando per terra il capobranca.
« Maledetto… l’ho sempre detto, io! Mai fidarsi… di uno
scienziato… »
22.58
Quo e Qua guardarono sconvolti il resto della loro famiglia.
Zio Paperino li guardava calmo e sorridente, mentre il loro fratellino dormiva
placidamente sul divanetto. Quo notò che stava usando come cuscino la divisa di
Pikappa.
« Benvenuti, ragazzi! »
« Ma Zio… cosa… »
« Qui! Qui! Svegliati, Qui, guardami! »
Quo era corso dal fratellino e lo scosse più volte. Qua invece
rimase a fissare Paperino negli occhi.
« Credo che tu ci debba qualche spiegazione… »
« Lo farò, non temere!»
Qua lo fissò perplesso. Era suo zio, non c’erano dubbi…
eppure…
Quo sorrise nel vedere il fratellino aprire gli occhi.
« Qui! Come stai? »
Il paperotto non rispose.
23.05
Lyla e Angus stavano
passeggiando sul molo 14 del porto di Paperopoli.
Lui, lei, in piena notte, stretti sotto un ombrello verde a
fiorellini rosa mentre infuriava la pioggia… qualcuno avrebbe potuto pensare a
una passeggiata romantica di due fidanzatini.
Lyla sarebbe rabbrividita al
pensiero. Se fosse stata biologica. Come droide non poteva avere la pelle
d’oca, ma il pensiero precedente le dette comunque una brutta sensazione.
Angus sembrava troppo preso dall’indagine fittizia per accorgersene.
« Allora, questo scoop? È un’ora che giriamo senza meta! »
Lyla si morse la lingua per
non insultarlo. Ma quale scoop e scoop! Non sapeva nemmeno lei cosa stessero
cercando!
« Non vorrai mica tenermi lontano da qualcosa? »
« Ma figurati! E da cosa? »
Lyla mantenne la calma, ma
dovette ricordarsi mentalmente più volte di appartenere alla Tempolizia e che il suo dovere era proteggere i civili,
oltre che il continuum spaziotemporale… e, sì, per quanto potesse sembrare
strano, anche Angus Fangus rientrava nella categoria
“civili”! E dunque non poteva tirargli un pugno in faccia, peccato!
Per ricordarle ancora di più i suoi doveri, i suoi sensori
emisero un segnale d’allarme.
Oh no… non ora, non con Angus fra i piedi…
Ma i suoi sensori non sbagliavano mai.
Particelle tachioniche nell’aria.
Viaggio temporale non autorizzato in corso nelle immediate
vicinanze.
E ora?
23.07
Pikappa continuava da avanzare
trascinandosi dietro il nipotino. Da quando erano entrati in quell’astronave
aveva cercato di non lasciarsi trascinare dalle emozioni, ma non era facile.
Aveva paura che gli evroniani capissero che quello
non era un paperotto qualunque. Se l’avessero compreso non ci avrebbero messo
troppo a giungere alla sue vera identità, e a quel punto sarebbero stati in
pericolo non solo Qui, ma anche Quo, Qua e tutto il resto della sua sterminata
famiglia. Era un rischio troppo grande.
Paperinik entrò
nell’ennesima stanza e sorrise.
« Uno! Guarda un po’ che abbiamo qui… sbaglio o questo è lo
stesso aggeggio che l’altra volta ha riportato Angus alla normalità? »
« Complimenti per il colpo d’occhio, socio! È proprio quello!
»
Pikappa si voltò verso il
nipote:« Hai visto, Qui? È fatta, è fatta, è… »
Le parole gli morirono in gola. Non per il nipote, ma per
quello che c’era alle sue spalle.
« GIÚ!!! »
Con uno scatto fulmineo il papero superò Qui e chiuse la porta
alle sue spalle, sulla faccia di un evroniano. Il
primo di un’altra squadriglia.
L’eroe bloccò la porta con quello che trovò nella stanza, ma
capì che era solo una soluzione temporanea. Loro erano tanti, mentre i suoi
unici alleati erano un’intelligenza artificiale a milioni di kilometri di
distanza e un paperotto coolflamizzato.
Sarebbe stato inutile decoolflamizzare
Qui in quel momento. Cosa sarebbe cambiato? Avrebbe guadagnato solo un nipotino
spaventato che probabilmente sarebbe stato ricoolflamizzato
nel giro di pochissimo, non appena gli evroniani
avessero sfondato la porta.
« Uno… mai quanto ora sono stato aperto ai suggerimenti! Idee?
»
Qualche secondo di silenzio calò nella stanza.
« Solo una, socio… ma devo chiederti una cosa… »
Il papero deglutì. Brutto segno.
« … sei disposto a rinunciare all’extransformer?
»
23.10
Qua era sempre meno convinto da quel che vedeva.
Qui non parlava. Colpa delle medicine contro l’allergia,
secondo lo Zio Paperino. Eppure era sospetto. Quo provava a insistere, a
chiedergli di comunicare a gesti, o di scrivere messaggi sul cellulare, ma Qui
continuava semplicemente a sorridere.
« Zio… che allergia ha Qui? »
« Se ho capito bene al biazenpinetrinolo…
»
Qua fece un paio di passi indietro.
« Quo… Quo vieni qui! »
Il fratello lo raggiunse immediatamente. Si guardarono negli
occhi per un pochino. Entrambi erano arrivati alla stessa conclusione.
« Dove sono nostro zio e nostro fratello? »
23.18
« Era ora, Lyla! Finalmente arriva
il nostro scoop! »
« Non capisco di che cosa tu stia parlando, Angus… »
« È troppo tempo che gironzoliamo al porto, ragazza mia… non
puoi ingannare il mio fiuto da giornalista! »
Lyla rimpianse di non avere
dietro una molletta per tappargli quel maledetto naso. E un bavaglio per
chiudergli la bocca.
No, non poteva andarsene dal porto. Non con un cronauta non autorizzato nelle vicinanze… ma non poteva
neppure mostrare la sua vera identità ad Angus!
Mentre il droide analizzava seriamente l’ipotesi di tramortire
il collega, una figura balzò fuori dall’ombra. Lyla
spinse Angus indietro, ma il nuovo arrivato era molto più piccolo di quanto di
fosse aspettata. Indossava un familiare mantello rovinato grande tre volte più
di lui e un oggetto al polso che la giornalista individuò subito essere una cronovela.
« Oh oh… i temposbirri!
Via via via! »
Il ragazzino iniziò a correre, mentre Lyla
scattò in avanti, seguita a distanza da un non altrettanto atletico Angus.
« Igh igh igh… guarda come scappa il mio scoop! Ma ci vuole ben altro
per seminare il vecchio Angus… »
23.30
Pikappa era di fronte al portello
di metallo, con addosso una fifa blu che gli permetteva a malapena di
respirare, figuriamoci di spalancare la porta e buttarsi a braccia aperte fra i
suoi peggiori nemici! Eppure questo era il geniale piano di quella palla verde
di nome Uno. Non che avesse qualcosa in contrario a fare il diversivo, ma farlo
completamente disarmato…
« Sei sicuro, Uno? »
Dall’extransformer posato a terra
dall’altra parte della stanza, una voce sintetica sospirò:« Lo scudo offre una
protezione pressoché totale, ma solo a patto che gli si stia molto, molto
vicini… e adesso ne ha più bisogno tuo nipote di te! E poi hai quella pistola a
raggi bradionici, no? »
Il papero stringeva la sua unica arma: una versione portatile
di quel raggio dell’extransformer che tante volte
aveva usato in passato e che Uno gli aveva fornito prima di partire. Utile,
utilissima, senza alcun dubbio, ma…
« Ha solo venti colpi, Uno! E quelli là fuori sono un po’ di
più… »
« Secondo il mio contanemici, sono
cinquantasei, per la precisione! »
« Grazie, tu sì che sai come incoraggiare un amico… »
« Prego! Vedi di non scordare che tu sei un eroe, hai tutte le
capacità per trattenere quei brutti paperoidi viola
fuori da questa stanza il tempo necessario per quello che dobbiamo fare… non te
lo proporrei nemmeno se non sapessi che puoi farcela! »
« Qual è la percentuale di successo? Tanto so che l’hai
calcolata… »
« 79%, socio! »
« Avrei preferito un 99… »
« E poi cosa, cappuccino e biscotti? »
Pikappa ridacchiò:« Forse hai
ragione, Uno… scusa! Mi raccomando, ti affido mio nipote! »
Prima di cambiare idea, il papero mascherato si buttò sulla
maniglia della porta, la aprì, la richiuse e con uno scatto fulmineo schivò tre
raggi coolflamizzanti atterrando dalla parte opposta
dello stretto corridoio e attirando su di sé tutta l’attenzione del gruppo.
Prima che si riprendessero dall’effetto sorpresa, stordì un evroniano
con un pugno alla nuca e ne paralizzò uno con la pistola, la sua unica arma,
oltre i suoi straordinari riflessi.
« Solo più diciannove colpi… spero che tu sappia quello che
faccia, Uno! »
L’intelligenza elettronica sospirò di nuovo:« Mi affidi tuo
nipote… se solo sapessi che l’ultima volta che mi hai detto questa frase te li
praticamente persi, i tuoi nipoti! Inutile piangere sul latte versato, meglio
mettersi al lavoro… »
La voce cambiò, riproducendo con estrema precisione quella di
Paperino:« Qui, mi senti? Puoi avvicinarti alla macchina, per favore? »
Lentamente, il paperotto si mosse.
« Bravo, così… io la mente e tu il braccio! Se tutto fila
liscio, ti decoolflamizzerai da solo… mentre io penso
ai tuoi fratellini… »
23.31
Paperino sorrise accomodante:« Cosa stai dicendo, Qua? Sono
io… »
Quo scosse la testa indicando il fratellino:« No, quello non è
Qui! E quindi neanche tu sei nostro zio! »
« E perché non dovrebbe essere Qui? »
Quo sospirò:« È vero, è identico a lui… ma non parla! Non
comunica! »
« Te l’ho detto, è per l’antistaminico! »
« L’antistaminico non impedisce di scrivere messaggi sul
cellulare… »
Quo si bloccò. Non sapeva cos’altro aggiungere. Semplicemente sentiva che quello non era Qui. Forse
era sempre quella famosa empatia fra gemelli, non lo sapeva, ma il fatto che
anche Qua la pensasse come lui era un punto a favore.
« Zio Paperino, a cosa hai detto che è allergico Qui? »
« Al biazenpinetrinolo! »
Qua alzò un sopracciglio:« Complimenti, Zio Paperino! Sei riuscito a ripetere correttamente per ben due
volte un nome così difficile nonostante tu sia famoso per impappinarti per
parole molto, molto più semplici… »
Il papero sorrise:« Lo sospettavi già da prima, vero? »
« Ci hai accolto col sorriso sulle labbra. Il vero Zio
Paperino ci avrebbe fatto una sfuriata per essere scappati da casa… e poi,
forse, quando si sarebbe calmato… »
Il papero alzò le mani in segno di resa:« Basta così! Hai
ragione, ho fatto un grosso errore di valutazione sottovalutando il caratterino
collerico del mio socio… chiedo scusa invece per Qui, purtroppo non avevo dati
sul suo tono vocale e sulla sua logica di costruzione delle frasi! »
Quo prese il coraggio a due mani:« Socio? Chi sei? »
Improvvisamente tutto ciò che li circondava, compreso Qui,
tremò e scomparve, lasciando il posto a uno strano ambiente a scacchiera. Solo
la figura di Paperino rimase intatta.
« Mi dispiace avervi ingannati in questo modo… tutto quello
che avete visto non è reale! Vi trovate nella sala IIT, Interfaccia Immersiva Totale, e tutto quello con cui avete interagito
finora sono semplici ologrammi… compreso il sottoscritto! »
La figura iniziò a galleggiare in aria, mentre i paperotti si
guardavano intorno sempre più smarriti.
« Ologrammi? Non è possibile! Io ho toccato Qui! L’ho scosso!
»
« In questo momento siete anche voi immagini elettroniche e
quindi potete interagire in modo realistico con qualsiasi cosa vediate! »
Uno ridacchiò nel vedere i ragazzini osservarsi come se si
vedessero per la prima volta.
« Non hai ancora risposto alla domanda di mio fratello… chi
sei? »
L’intelligenza artificiale ebbe un attimo di esitazione. Stava
per mandare all’aria tutto il lavoro di copertura che Paperino aveva messo in
atto per anni. Era logico? Era giusto?
Guardò gli occhi smarriti ma determinati di Quo e Qua.
“Nessun
segreto ho più molta importanza, Uno… alle conseguenze penserò dopo!”
L’I.A. pregò che fosse vero e che il suo socio mantenesse fede
alle sue stesse parole.
« Mi chiamo Uno e sono l’assistente di Pikappa.
Direi che è giunto il momento d’incontrarci faccia a faccia… prego, salite pure
sull’ascensore! »
Le porte, comparse dal nulla, si aprirono. Quo s’avviò, ma Qua
si voltò ancora una volta verso l’ologramma dello zio. Non si stupì neanche di
vederlo improvvisamente in costume.
« Nessuno scherzo, stavolta? »
Il finto Paperinik scosse la testa:«
Giochiamo a carte scoperte, tranquillo! »
Qua annuì e raggiunse il fratello nell’ascensore.
23. 32
Chiunque fosse, il ragazzino correva veloce. Molto veloce. Lyla avrebbe potuto raggiungerlo, ma per farlo avrebbe
dovuto correre a una velocità di molto maggiore a quella di una comune papera
terrestre e questo non sarebbe sfuggito all’attento occhio di Angus. Ma ancora
una volta aveva sottovalutato il suo collega.
Ormai il cronista era senza fiato, ma sotto il fido
impermeabile aveva un’arma segreta.
I sensori di Lyla rilevarono un
oggetto viscido non identificato che passò fra i suoi arti inferiori e con
impeccabile precisione finì fra i piedi della loro piccola preda.
Il ragazzino scivolò e cadde a terra, dando il tempo ai due
giornalisti di raggiungerlo.
« Igh Igh Igh! Mi porto sempre dietro lo spuntino di mezzanotte… e la
pizza spazza non tradisce mai! Allora chi abbiamo qui? »
« Lasciami! Lasciami! Maledetto temposbirro,
molla il mantello! »
Angus sorrise sollevando con una mano il ragazzino:« Te lo
scordi, dopo tutta la fatica che mi hai fatto fare per raggiungerti! E poi,
sai, da quando sto dietro al Pikappero mi stanno
molto antipatici i mantelli… dunque, mio piccolo scoop, posso sapere chi sei? »
Il ragazzino non rispose, ma Lyla
non ne aveva bisogno. Non era nel database ufficiale, ma un confronto con i
dati disponibili aveva dato una percentuale considerevole di somiglianza con
una sua vecchia conoscenza…
« Lasciami, lasciami! Tu non sai chi è il mio papà! »
No, Angus non lo sapeva, ma Lyla sì.
Per quanto potesse sembrarle incredibile, il Razziatore aveva
un figlio.
00.17
Il papero mascherato era a dir poco esausto. Ai suoi piedi
giacevano una quarantina di evroniani, un po’
tramortiti, un po’ paralizzati. Il papero prendeva disperatamente fiato
stringendo la sua unica arma e ripetendosi mentalmente il numero dei colpi
rimasti per non dimenticarlo.
Un avversario gli saltò addosso e lui sparò:« Due! »
Un altro alieno ricevette una gomitata in pieno petto e un
pugno sotto al mento. Solo più quattro nemici erano in piedi. Pikappa li osservò un po’ sorpreso di essere riuscito a
sopravvivere fin a quel punto. Quanta forza può dare la speranza?
Raccogliendo le ultime forze, saltò sulla testa di un evroniano, colpì alla tempia un secondo con il calcio del
paralizzatore bradionico portatile stordendolo e,
recuperando la presa sull’arma, sparò.
« Uno! »
Saltò giù dall’evroniano che aveva
usato come scaletta e usò il suo ultimo colpo:« Zero! Fine dei giochi, ragazzi!
»
Impugnò l’arma come un boomerang e colpì alla testa l’ultimo
povero alieno rimasto in piedi, quello che aveva provato l’emozione di essere
usato come scala.
Paperinik si
guardò intorno. Era l’ultimo in piedi. Ce l’aveva fatta!
Con la felicità che gli sprizzava da ogni piuma, il papero si
voltò per aprire la porta.
« Vai a vedere come sta tuo nipote, Pikappa?
»
L’eroe s’irrigidì, ma cercò di recuperare immediatamente il
controllo di sé e si voltò:« Non so di cosa tu stia parlando… »
« Io scommetto di sì… »
L’ennesimo alieno si avvicinò dal fondo del corridoio. Pikappa riconobbe la sfrontatezza e il camice tipico degli
scienziati evroniani.
« … non ho ragione, Pikappa? Anzi… »
Un sadico sorriso si allargò sul suo becco.
« … Paolino Paperino? »
Ciao
a tutti! Spero che anche questo capitolo vi abbia entusiasmato come i
precedenti. Devo darvi solo un annuncio di servizio: abbiamo solo più due
capitoli per divertirci con le avventure dei nostri amici… ma saranno due
capitoli col botto, ve lo garantisco!
Passo
subito a ringraziare Crybaby, Jan
Itor 19, Darkroxas 92 e
Sakurax16 per aver commentato!
Al prossimo
capitolo!
CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Hinata 92