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Autore: Angye    20/04/2012    3 recensioni
La storia inizia nell'episodio 3x14 "Un istante per sempre". Cosa sarebbe accaduto se Brooke fosse tornata di notte da New York, ma le scuse di Lucas non fossero bastate a giustificare la presenza di Peyton nel suo letto? Una lite che sconvolgerà gli equilibri, portando Brooke lontana da Tree Hill per un intero anno. Quando tornerà sarà ancora innamorata di Lucas? E lui di lei?
Storia sospesa, ma non abbandonata; riprenderà non appena possibile
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brooke Davis, Lucas Scott, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono imperdonabile lo so, ma non ho avuto modo di postare nuovi capitoli fino a ora. Eccone un altro, spero vi piaccia. Volevo anche dirvi che ho appena creato una pagina su face book dedicata a Brooke e Lucas. Per tutti coloro che amano questa coppia: ci sono link delle puntate, dalla prima stagione, ci sono immagini, ci saranno discussioni, quiz, giochi, video, e tanto altro. Anche riguardo la coppia Naley e le principali altre della serie. Ma niente Leyton! MAI! Si chiama “Brooke e Lucas: Brucas forever.” Spero passerete in tanti!!!
 
 
 
 
 
 
 
- Ancora un secondo, signora Roe e potremo sentire il battito di questo piccolo o piccola.- sorrise il ginecologo. Era un uomo sui quaranta, con i capelli scuri e gli occhiali. Aveva un’aria amichevole.
Lucas osservò l’uomo che spalmava una roba gelatinosa sulla rotondità della pancia di sua madre, tre mesi appena, e poi vi premeva sopra una sorta di rullo. Il medico si sporse per regolare il volume del monitor e poi si voltò verso sua madre. Un attimo dopo, un puntino minuscolo cominciò a lampeggiare nell’immagine e un rumore di cavalli che cavalcavano impazziti inondò la stanza.
- Ecco fatto. Il piccolo sta benissimo, signora, è in gran forma. – disse l’uomo. – Ecco, vede? Queste sono le mani. - le indicò qualcosa nell’immagine ma Lucas non riuscì a distinguere nulla.
- Oh, mio dio, avevo dimenticato quanto emozione possa dare questo momento.- sussurrò Karen. – Guarda, Lucas, vedi? E’ il tuo fratellino o la tua sorellina. Non è meraviglioso?- gli prese una mano e la strinse, le lacrime che le inondavano gli occhi verdi.
- Si, è la cosa più straordinaria che abbia mai visto. Keith sarebbe stato davvero felice mamma.- le rispose. Lei annuì, guardandolo negli occhi: erano uniti in maniera talmente forte da un dolore ancora vivo e fresco.
- Signora Roe, desidera sapere il sesso?- le domandò il ginecologo.
- E’ una bambina, vero?-
Il medico annuì, sorridendo. – Esatto, come lo sa?- le chiese.
- Lo sentivo.-
Lucas sorrise anche lui. – Una sorellina.- mormorò. – Come la chiameremo?-
- Ancora non lo so, tesoro.-
- Può rivestirsi, signora. E tu, giovanotto, mi raccomando, stalle vicino e dalle una mano. – aggiunse il medico, stringendogli la mano mentre Karen si rimetteva in piedi.
- Certo.-
- Noi ci vediamo tra due settimane per gli esami del sangue, si riguardi.- si salutarono.
Una volta fuori, Karen sorrise raggiante, sembrava ringiovanita di molto.
- Una bambina, avrò una bambina. La bambina di Keith.-
- Sono contento di vederti così felice.- le disse Lucas, mentre salivano in auto.
- Voglio che anche tu sia felice, Lucas.-
- Lo sono mamma, voglio già bene a questa piccoletta.- le rispose, accarezzandole la pancia.
- Mi riferivo alla tua vita tesoro. E’ un po’ di tempo che ti vedo strano, pensieroso. Va’ tutto bene?-
- Certo, perché non dovrebbe?-
- E con Peyton come procede?-
- Come al solito.-
- E’ tornata Brooke, non me l’avevi detto.-
- Credevo l’avessi vista al Tric. –
- No, l’ho intravista, ma non riamo riuscite a salutarci, non credo nemmeno che mi abbia vista.-
- Bene: è tornata Brooke.-
Karen rise, mentre il figlio faceva manovra e s’infilava nel vialetto accanto al Caffè. Spense l’auto e uscirono, avviandosi verso il locale.
- Vedrai che verrà a trovarti presto.-
- Chi?- chiese Karen, già sotto la porta.
- Brooke.- rispose Lucas, mentre le campanelle di benvenuto tintinnavano.
 
 
-Voglio essere sincero, Brooke: non mi va molto l’idea di passare la serata con il tuo ex ragazzo.- protestò Daniel, imbronciandosi. Gli occhi chiari scintillavano di insoddisfazione e i capelli neri gli sfioravano la fronte corrugata.
- Amore, ti ho già spiegato che le cose non stanno così. - ripeté la ragazza mora, uscendo dal bagno della sua camera per non alzare la voce: a Daniel dava molto fastidio, lo sapeva.
Aveva imparato molte cose, sull’etichetta, stando a contatto con Daniel e i Bennet: un mondo fatto di raffinatezza, eleganza, galà e feste da ballo. Aveva perfino partecipato al ballo delle debuttanti, un week-end che era stata a Vienna con loro. Albert l’aveva accompagnata, facendo le veci di suo padre. Erano delle persone squisite, per nulla rassomiglianti alle famiglie affettate e superbe che di solito riempivano i saloni da ballo.
- E va bene: non con il tuo ex, con sua madre.- concesse lui, incrociando le braccia. Era seduto sul suo letto, sempre composto ma con disinvoltura. Brooke si accomodò accanto a lui.
- Ascolta, Daniel: quando non aveva un posto dove andare, Karen mi ha accolta in casa sua, mi ha ospitata, mi ha accudita, è stata una madre per me. Non sarebbe davvero gentile da parte mia non passare da lei. Le voglio bene, la rispetto e voglio dirle del matrimonio, chiederle di Keith…-
Il ragazzo la interruppe, stringendola. – Perdonami, amore. Stavo solo facendo il geloso. Ti amo e so quanto sono importanti queste persone per te. Sono la tua famiglia e un giorno saranno, spero, anche la mia. Perdonami, va bene?- le sussurrò.
- Non ho niente da perdonarti, Daniel. Anche io ti amo e capisco che tutto questo ti sembri…troppo.
Ti ho raccontato com’era la mia vita prima che Lucas, Karen, Haley e gli altri ne entrassero a far parte. Ero una ragazza…inquieta. Loro mi hanno cambiata, profondamente.-
- Credo che tu sia una persona splendida, Brooke. I tuoi amici non ti hanno cambiata, ti hanno solo aiutata a fartelo capire.- rispose lui, baciandola sulla fronte.
- Adesso vado, devo prepararmi. Non vorrei tardare, domani arrivano i tuoi e vorrei preparare qualcosa per loro a pranzo.-
- Vuoi cucinare tu?- chiese allarmato il ragazzo.
Brooke affilò lo sguardo. – Si, amore, perché?-
- No, no, nulla. Credevo preferissi andare a pranzare al ristorante, sarai stanca dopo scuola.-
- Domani non andrò a lezione.-
- Ma, amore, è importante che tu segua i corsi.-
- Sono avanti col programma, amore, in Francia avevo quasi finito.-
- Ma i miei arrivano alle 13. Come farai ad andare all’aereoporto?-
- Ci andrai tu, Daniel.- cominciava a spazientirsi, lui se ne accorse.
- Va bene, Brooke, spero sopravvivremo.- mormorò. Un cuscino lo prese in piena faccia.
 
- Pronto?-
- Peyton?-
- Ciao.-
- Ciao, cosa fai?-
- Nulla, disegnavo. Com’è andata l’ecografia?-
- Bene, è una bambina.-
- Oh, congratulazioni. Tua madre è felice?-
- Molto. Non ha ancora scelto un nome, ma credo che desiderasse una bambina.-
- Hmm.-
- Cosa?-
- Io preferisco i maschietti. Sono più attaccati alle madri.-
- Hmm.-
- Cosa? - Rise lei.
- Io preferisco le femmine. Sono più legate ai papà. –
Risero insieme. – Ti va’ di uscire, stasera? - le chiese.
- Non posso. Mio padre è tornato pochi minuti fa, preparo la cena e passo un po’ di tempo con lui.-
- Certo, capisco perfettamente. Salutamelo.-
- Se faccio in tempo: riparte domattina.- sospirò.
- So che ti manca, Peyton, sono certo che anche tu gli manchi molto. Stai con lui, parlate.-
- Lo so, lo so. Adesso vado, non vorrei che si appisolasse sul divano.-
- D’accordo, a domani allora.-
- A domani.-
Lucas riagganciò. Ogni giorno si accorgeva di quanto Peyton avesse bisogno di persone nella sua vita che la sostenessero e guidassero. Era così silenziosa, introversa. A volte lo rattristava molto.
Peyton era una delle persone più complicate che avesse mai conosciuto. Ogni giorno, c’era un problema da risolvere, uno stato d’animo da affrontare. Lei era così.
Il ragazzo guardò l’orologio del locale, erano le sette meno pochi minuti.
Sua madre stava sistemando alcuni bicchieri nel lavabo, il campanello di benvenuto alla porta squillò. Lucas si voltò a guardare e vide Brooke che entrava raggiante. Indossava un abito chiaro, forse beige e una canotta marrone scuro. Portava un paio di sandali in cuoio, col tacco alto e i capelli raccolti solo in parte. Era poco truccata, forse solo un po’ di rossetto. Era bellissima.
La vide sorridere e voltarsi, dietro di lei, Daniel le teneva la porta, per farla passare.
Sembrava uno di quei manichini che trovi seduto in una sala di conferenze con mille persone di paesi diversi e altrettanti interpreti.
- Karen, sono così felice di vederti!- stava dicendo Brooke a sua madre, che aveva girato il bancone per abbracciarla. – Sei un incanto, sembri più giovane di vent’anni! La gravidanza ti dona!- aggiunse.
- Mio Dio, Brooke, è così bello vederti di nuovo! Mi sei mancata, sai? Non avevo nessuno da sgridare, ma mi è mancata anche un’amica con cui parlare.- disse sua madre.
Si abbracciarono ancora, poi Brooke si voltò a cercare Daniel che era rimasto in disparte, rispettoso.
- Karen, voglio presentarti una persona.- gli fece cenno di avvicinarsi. – Lui è Daniel Bennet, Daniel lei è Karen Roe, la mia seconda mamma.- sorrise la ragazza dai capelli ramati.
- Onorato, signora Roe. – il ragazzo le strinse la mano, poi chinò un po’ il capo.
- Il piacere è mio, chiamami Karen.- disse la donna. Poi si voltò, cercandolo. – Lucas, vieni qui.- lo chiamò.
Brooke lo vide in quel momento, così come anche Daniel. – Ciao, Lucas.- lo salutò stringendogli la mano quest’ultimo. Brooke  lo baciò piano su una guancia. – Non ti avevo visto.- si scusò.
- Lucas, gira l’insegna, stasera chiudiamo prima: voglio parlare con Brooke. – gli disse Karen. – Spero che accetterete un invito a cena. - aggiunse, rivolta ai due ospiti.
- Oh, cielo, si, speravo che ce lo chiedesse!- rispose Daniel, ridendo.
- Come? Brooke, non mi dirai che non gli dai da mangiare.- stette al gioco sua madre.
- Certo che no. Il signorino qui, fa storie: dice che non so cucinare.- spiegò Brooke, alzando la testa in segno di offesa.
Lucas tornò indietro e si accomodò al tavolo con loro, accanto a Karen. Daniel si sedette di fronte a lui e Brooke di fronte a sua madre.
- Allora, Brooke, aggiornami. Quali novità ci sono?- chiese Karen.
La ragazza sorrise, inclinando di lato la testa. – Ecco, sono qui per salutarti e anche per…invitarti ufficialmente al mio matrimonio.- disse con molta dolcezza. Così tanta dolcezza che il cuore di Lucas perse per un secondo un battito. Si rese conto di essere completamente escluso dai pensieri della principessa e che quel ragazzo sedutole accanto, non aveva occhi che per lei. Era lui ad averla conquistata, era lui che si sarebbe occupato di lei. Se mai Brooke avesse concesso a qualcuno di darle una mano.
- Come? Ti sposi? Oh, cielo, Brooke!- esclamò sua madre.
- Non è una decisione avventata, credimi. Finirò gli studi qui, mi diplomerò e poi tornerò a Parigi. Daniel ha un lavoro nella ditta di suo padre, io studierò Moda e mi laureerò. Poi aprirò una mia linea di moda. Sua madre è già mia cliente.- rise la ragazza.
Lucas si accorse che Karen lo guardava sott’occhio. Si sforzò di non fissare Brooke e di darsi un contegno.
- Io…non so che dire, Brooke. Vivrai in Europa, lontana da noi.-
- Non si preoccupi, Karen. La mia famiglia soggiorna a Parigi almeno una volta ogni due mesi. Le saranno tutti vicino, finché non si abituerà. Mio fratello sta completando gli studi in Francia e probabilmente abiterà anche lui da quelle parti. Inoltre le ho promesso di tornare almeno un paio di volte l’anno. – intervenne Daniel.
Un paio di volte l’anno? Era tutto lì, quello che avrebbero avuto loro? Lucas strinse i denti.
Brooke era parte integrante di Tree Hill. Era la ragazza dietro la porta rossa. Come poteva quello arrivare, prendersela e portarsela via? Ma certo, l’avrebbero rivista un paio di volte l’anno.
- I tuoi genitori?- chiese Karen.
- Non hanno detto niente. E’ molto che si sono disinteressati della mia vita, ormai.-
- E la tua famiglia, Daniel?-
- Sono entusiasti, adorano Brooke.-
- Bhe, se voi vi amate e siete sicuri, allora congratulazioni, Brooke. E anche a te, Daniel.-
- Grazie mille, Karen.-
Brooke le prese le mani. – Karen, io devo ringraziarti. Per tutto quello che hai fatto per me.- le disse, con le lacrime agli occhi. Poi Lucas si sentì sfiorare una mano e si accorse che una delle piccole manine di Brooke stringeva la sua. – E anche te, Lucas. Devo dirvi grazie. Senza di voi, a quest’ora non avrei avuto una casa, non saprei cos’è una famiglia e probabilmente sarei ancora in giro senza aver costruito nulla. Voi mi avete insegnato l’amore, i valori e il rispetto. Ve ne sarò grata per la vita. -  disse. Karen si portò una mano alla bocca, commossa.
Brooke lasciò la sua mano e poi quella di Lucas. Le loro dita si sfiorarono e il cuore del ragazzo accelerò i battiti. Ma c’era già un’altra mano a sostituire la sua: Daniel la stringeva tra le sue.
- Ora basta parlare di me. Voglio sapere tutto di te. - aggiunse Brooke, indicandole la pancia.
- Sta benissimo, è una bambina. – sorrise Karen.
- Oh, che meraviglia! Io adoro le femmine!- squittì felice la ragazza. – Anche noi avremo una femmina.- affermò, guardando Daniel.
Lucas strabuzzò gli occhi: un bambino? Lei già pensava di avere un bambino con lui?
Gli girava la testa.
- Come pensi di chiamarla?- chiese ancora la voce di Brooke.
- Hm, non saprei. Pensavo a Laura o Lilian. –
- Lilian è bellissimo, se non sbaglio il Lilium è il tuo fiore preferito.-
- E’ vero, come lo sai?- chiese sorpresa Karen.
Brooke sorrise dolcemente, scavando tra i ricordi. – Ricordo che quando eri in Italia per quel corso di cucina, Keith comprò un mazzo di Lilium per il tuo ritorno.- mormorò.
Karen sospirò, commossa. – Oh, Keith.- sussurrò.
- Lui ti è sempre accanto, Karen. A te, a Lucas e a questa piccola. Vi amerà sempre, lo sai vero?-
La donna annuì.
La conversazione continuò piacevolmente fino a sera, poi Brooke si offrì di aiutare a rimettere in ordine, ma Karen rifiutò con convinzione. La coppia salutò, spiegando che il giorno dopo sarebbero arrivati i genitori di Daniel e che non volevano tardare.
Daniel prese la giacca e il soprabito di Brooke e si avviò a salutare Karen. Brooke gli si avvicinò.
- Spero di non averti infastidito, parlando di Keith.- gli disse.
- No, affatto. Non ricordavo l’episodio dei fiori, è bello ripensarci.- le disse, poggiandosi al bancone e guardandola.
- Sono felice per tua madre, sarà una bellissima bambina.-
- Già.-
- E’ tutto apposto?- gli chiese, aggrottando le sopracciglia come faceva sempre quando si preoccupava.
Lucas la guardò a lungo, studiandola. Forse troppo a lungo perché lei fece un passo indietro, stranita. – Lucas, ti senti bene?- gli domandò ancora.
Lui annuì. – Scusami, ero distratto.- disse.
. Lo vedo. Sarai stanco, perdonami sono davvero una sciocca: hai avuto una giornata intensa, hai accompagnato tua madre dal medico e hai sopportato le mie chiacchiere tutta la sera e ora io ti riempio ancora la testa di domande. Perdonami, davvero.- sorrise.
Lucas rimase in silenzio, ascoltando quelle parole così poco da Brooke. Daniel arrivò un attimo dopo, con un cartoccio tra le mani. – E’ una torta, Karen non ha voluto sentire ragioni- spiegò.
La donna arrivò poco dopo, lei e Brooke si abbracciarono, poi Brooke gli baciò la guancia.
- Ciao, Lucas.-
Daniel gli strinse la mano e poi precedette Brooke fuori, come voleva il cerimoniale.
I due sparirono nella notte, sorridenti a felici.
Il silenzio li accompagnò per un po’, poi Karen si voltò a guardarlo. – E’ un bravo ragazzo, Lucas.-
Gli disse, come a rassicurarlo. – Lei starà bene. E’ felice, è cresciuta, è cambiata. Ma, nel cuore, è sempre la stessa Brooke. Ha solo smussato alcuni aspetti, la presenza di Daniel influenza il suo modo di comportarsi.- aggiunse.
- Perché mi dici questo?- domandò lui.
- Perché voglio che tu sia preparato.-
- A cosa?-
- A quando lei andrà via.-
- E’ già andata via una volta, non mi sembra di essermi frantumato in mille pezzi.-
Karen sorrise e scosse il capo. – Sapevi che sarebbe tornata, un giorno. Ora sai che andrà via per sempre, Lucas. E’ così, per quanto mi addolori, Brooke andrà via, per sempre.-
 
 
 
  
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