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Autore: goldfish    14/11/2006    16 recensioni
"Lei viaggia una spanna sopra il sottoscritto. Non posso piacere a una della sua portata, si tratta di una di quelle leggi non scritte, come la storia della meringata che va gustata col cioccolato fuso sopra, per intenderci."
Pensavo di non cimentarmi più nelle song-fic, ma (guardando la pubblicità!) ho trovato la canzone perfetta per Ron e Hermione, e non ho resistito!Commentate, please!!
Genere: Romantico, Commedia, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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She's blood, flesh and bone, no tucks or silicone

LO SO, AVEVO DETTO CHE NON MI SAREI PIU’ DEDICATA ALLE SONG-FIC, MA QUANDO SI TROVA LA CANZONE PERFETTA PER LA COPPIA PIU CARUCCIA  E TENEROSA DI TUTTE…

TRANQUI, QUESTA RON/HERMIONE NON E’ DEPRIMENTE, TUTT’ALTRO!

IL PEZZO E’ SHE’S SO HIGH DI KURT NILSEN.

 

***

 

She’s so high

 

She's blood, flesh and bone, no tucks or silicone

She's touch, smell, sight, taste and sound

But somehow I can't believe, that anything should happen

I know where I belong, and nothing's gonna happen

 

Per la miseria, stiamo parlando di Hermione Granger! E io sono Ron Weasley.

Ron il casinista.

Ron l’eterno secondo.

Ron il disastro ambulante.

Ron che copia sempre i compiti.

Ron lo sfig… oh, che palle, devo continuare?! Sono Ron e basta. Detto tutto.

Come è possibile che tra di noi succeda mai qualcosa?

Devo levarmela dalla testa, andiamo, non c’è storia. È solo una cotta insignificante. Magari durerà pure da circa sei anni, ma lo so che non è nulla.

Ora, non che appena la vedo non senta come dei giochi pirotecnici che sembrano appena usciti dal negozio di Fred e George esplodermi in petto, o le proverbiali farfalle ballarmi la polka nello stomaco, ma immagino sia la forza dell’abitudine. No?

È sempre stato così, da quando è entrata nel mio scompartimento a cercare il rospo stordito di Neville durante il nostro primo viaggio verso Hogwarts.

Il fatto è che c’è qualcosa, non so, qualcosa di istintivo che mi attira a lei. Si tratta di una sensazione che viene direttamente da dentro; dal sangue, dalla carne e dalle ossa, per intenderci.

Ecco, siete i soliti maliziosi, pensate sempre male. Non è di quell’istinto che sto parlando. D’accordo, magari un pochino c’entra, sono pur sempre un ragazzo di diciassette anni. Ma non solo. C’è di più, è come se la sua vicinanza andasse ad acutizzare tutti i miei sensi, tatto, udito, vista… tutti! Uno scompenso emozional/sensoriale, insomma.

Ma è una cosa passeggera.

Che poi, anche se non lo fosse, non avrei speranze.

Io sono il sesto dei fratelli Weasley, vengo dopo il primogenito, dopo il tipo tosto a caccia di draghi, dopo quello che sarà pure un viscido arrampicatore sociale ma farà carriera, dopo i due gemelli irresistibili, e prima dell’unica femmina. Sono praticamente invisibile. 

Invece lei è così brillante, perfetta, intelligente. Semplice ma sofisticata al tempo stesso. Può avere tutto dalla vita, tutto, mentre io… io sono solo Ron il rosso, la spalla di Potter.

Siamo amici, ma viviamo su due livelli diversi.

 

 

'Cause she's so high...

High above me, she's so lovely

She's so high...

Like Cleopatra, Joan of Arc, or Aphrodite

She's so high...

High above me

 

Me ne sto qua spaparanzato sul divano della sala comune facendo finta di giocare a scacchi magici con Harry. Sono distratto, mi sa che questa volta vince lui, senza che debba barare.

La guardo, non posso fare a meno di tenerle gli occhi incollati addosso.

È così bella…così diversa da me. Per questo mi piace. Legge con attenzione, rigirandosi una ciocca di capelli tra le dita in un modo che mi fa venir voglia di urlare e rotolare come un Pigmy Puff impazzito.

È stupenda, decisamente troppo per me. Perfetta e azzeccata in ogni singola cosa che fa, dallo studiare Aritmanzia (ci voleva lei a sceglierla, quella materia) al mordicchiarsi il labbro inconsapevolmente, come sta facendo adesso.

Capite quando dicevo che viviamo su due livelli diversi?

Si trova una, anzi due spanne sopra di me, così è sempre stato e sarà sempre. È letteralmente fuori dalla mia portata.

Oddio, a volte ricevo dei segnali contrastanti, ad esempio il fatto che non mi abbia praticamente rivolto la parola per tutto il tempo che sono stato con Lavanda, ma sarà stata una coincidenza.

In effetti ero proprio un cretino.

 

“Ron, mi dici che ti piglia stasera? Mi hai servito la regina su un piatto d’argento!”

La voce stridula di Harry mi riporta alla realtà, mentre la mia testa aveva cominciato a farsi dei viaggi epici dove Hermione è una specie divinità greca e io il povero umano costretto ad adorarla in silenzio da quaggiù.

Mi volto verso la scacchiera appena in tempo per vedere l’alfiere che con un rapido colpo di spada decapita la regina senza pietà. Certo che questi scacchi sono un po’ violenti, a volte.

“Boh, non sono in forma…” mi giustifico, poi sbadigliando mi passo una mano tra i capelli, mi stiracchio e mi sistemo sulla faccia la mia solita espressione scocciata da ragazzo che usa il cervello giusto per le funzioni vitali, o giù di lì.

Sono io, in fondo.

“Sì, certo, se solo guardassi la scacchiera, invece che lei…” ironizza piano Harry.

“Non capisco di cosa tu stia parlando!” replico, mentre sento che le mie orecchie potrebbero esplodere da un momento all’altro.

“Vabbè… comunque a giocare con te stasera non c’è gusto, io vado a dormire che tanto ho sonno.”

Che faccia tosta! Per una volta che poteva vincere senza le necessità di barare (male, tra l’altro) mi dice che non si diverte a giocare con me, stasera. Lo seguo con lo sguardo salire verso il suo dormitorio e, all’ultimo momento, girarsi e farmi una specie di faccia ammiccante.

Solo adesso mi rendo conto che mi ha lasciato solo con Hermione. E gli altri? Perché lo hanno seguito a ruota ridacchiando? Ma si sono messi tutti d’accordo, nel volatilizzarsi? Secondo me, sì.

Infami.

Sto per seguire il mio amico, quando mi sento chiamare.

“Ehi, Ron! Dove sono finiti tutti?”

“A dormire… credo.”

Ma tutti assieme? E poi è ancora presto…” mi fa Hermione, scettica.

“Boh…”

Sono un cretino. Perché parlo sempre a monosillabi con lei? Io non sono così stupido. Cioè, non così tanto!

“Vai di già? E mi lasci qua sola soletta?!” mi risponde ridacchiando, facendo finta (e sottolineo finta) di flirtare.

Hermione, sarai pure tanto intelligente, tesoro, ma a volte proprio non capisci… anche se probabilmente sono così lontano da te che non ti passa neanche per l’anticamera del cervello che tra di noi possa esserci anche solo qualcosa.

Ma tu non vai?” le chiedo.

“Non ho sonno…”

Chiude il libro e si stiracchia all’indietro sulla sedia, lasciando il povero sottoscritto a constatare quanto quel maglione le calzi a pennello…fin troppo. E ci siamo capiti. Non è più una bimbetta, e neanche io.

Mi ributto sul divano e cerco di spostare la mia attenzione.

“A me quel libro metterebbe sonno, eccome!” dico indicando il volume che stava leggendo.

Perché sei un troglodita”

E tu sei troppo brillante per un troglodita.

Come volevasi dimostrare.

“Grazie per la precisazione, Miss Sottuttoio!”

“Prego!”

Sono nervoso. Troppo nervoso.

“Ron? Posso chiederti una cosa? Puoi anche rispondermi di no, se non vuoi…”

Lei che mi chiede qualcosa? A me? E che cosa? Panico. Ecco cosa si prova ad avere un arresto cardiaco.

Cosa?” dico stridulo. Lei mi guarda sorridente.

Mi insegni a giocare a scacchi?”

Mi insegni a giocare a scacchi?! What?!

“Ma non sei capace?!” dico indignato. Lei è un genio, ero convinto che avesse vinto diversi tornei internazionali di scacchi babbani.

“No…”

“Ah, ecco. Se non sei perfettina in tutto…”

Perfettina. Ma anche bella, brillante, intelligente, spigliata, fantastica… non si può descrivere Hermione in un parola sola. Un diminutivo per giunta!

“Grazie, Ronald. Deduco che non ti vada…” mi dice col broncio.

Sono un idiota.

“NO! Cioè, sì, mi va! Dai, scherzo. Vieni…” le suggerisco di sedersi sul divano, al posto di Harry, mentre sento che il mio viso si sta progressivamente colorando. “Dunque… sai già come si muovono le pedine?”

Lei scrolla la testa, quindi si accomoda sul divano e, appoggiando il mento sulla mano chiusa a pugno, si mette ad ascoltare me che le spiego le mosse. ME! Io che spiego qualcosa a lei. Sembra quasi un’esperienza extracorporea.

La serata passa come al solito, tra una battuta e l’altra, uno scherzo e un’offesa, uno scusa e una risata, un dispetto e un muso. Come da copione, insomma.

Sinceramente questo copione mi ha un po’ stufato, ma me ne farò una ragione.

Ridendo e scherzando si sono fatte le undici passate, e adesso abbiamo veramente sonno, entrambi.

Quando ti ci metti sei un buon maestro, lo sapevi?” mi suggerisce, facendomi arrossire. Ci alziamo, raccattiamo le nostre cose e ci avviamo verso i rispettivi dormitori.

“Notte, Ron. E grazie per la lezione…” con delicatezza mi appoggia il bacio della buonanotte su una guancia, mentre io sto imbambolato come un baccalà.

La vedo risalire le scale, perfetta, leggera. Unica.

È una spanna sopra il goffo Ronald Weasley. Non c’è  proprio gara.

 

 

First class and fancy free, she's high society

She's got the best of everything,

What could a guy like me, ever really offer?

She's perfect as she can be, why should I even bother?

 

 

Mi sveglio dopo un sonno un po’ agitato.

I ricordi di ciò che ho sognato sono vagamente sfocati, ma se non erro avevano qualcosa a che fare con degli scacchi, Hermione, una specie di ambientazione esotica stile Lawrence d’Arabia… mah.

È sabato, posso dormire un po’ di più prima di catapultarmi in Sala Grande a fare colazione.

Harry è già sceso, e adesso lo vedo che sta parlando con Hermione del più e del meno.

Hermione.

Mi toglie il fiato. Strano, ma i suoi capelli non sono ribelli come al solito, e stanno composti raccolti in un fermaglio.

Mi ricorda un po’ quella volta al ballo del ceppo.

Già, il ballo del ceppo… maledetto Krum! Ma è meglio che non ci pensi, sennò mi rovino l’appetito.

Anche se, probabilmente, per lei ci vuole uno come lui, non come me. Ecco, magari non proprio lui. Magari uno più intelligente e che riesca a pronunciare il suo nome come si deve, ma il concetto è sempre quello.

Magari ci vorrebbe proprio uno come Harry. Uno che conta.

Lei è troppo per me.

Possiede come una classe innata e, ogni giorno che passa, la ragazzina rompiscatole lascia sempre di più il posto alla giovane donna. Senza contare che col cervello che si ritrova potrebbe arrivare dovunque, ed ottenere tutto ciò che vuole. Chiunque.

L’ho già detto che viaggia una spanna sopra il sottoscritto.

Li saluto e mi unisco a loro.

Mi dite che cosa potrei offrirle? È così brillante, mentre io con i miei soliti discorsi la annoierei a morte. 

Se poi ci aggiungiamo che la mia famiglia non naviga esattamente nell’oro, le cose non migliorano. Non fraintendetemi, non che io pensi che lei dia peso a queste cose materiali, ma tanto.

Per cui mi comporterò bene e me ne starò in disparte, anche se tutto quello che vorrei fare adesso è alzarmi di scatto da questa sedia, afferrarla con prepotenza per un braccio, urlarle che sono innamorato perso di lei, baciarla appassionatamente sotto gli occhi di tutti e infine sollevarla di peso e portarmela di sopra per un tempo imprecisato (ecco, magari censurate l’ultimo pensiero).

Ma, fantasie a parte, non mi pongo neanche il problema.

Devo essere realista. Come posso piacerle? È assurdo. Sono troppo stupido e superficiale (parole sue).

Io non posso piacere a una ragazza della sua portata, si tratta di una di quelle leggi non scritte, come la storia della meringata che va gustata col cioccolato fuso sopra, per intenderci.

Che hai, Ron, sei silenzioso!” mi chiede Harry.

“Boh, ho dormito male… mi sa che me ne vado su a farmi un pisolino supplementare” afferro due fette di pane tostato già imburrate, un bicchiere di succo di zucca e me ne torno in sala comune lasciando perplessi i miei amici.

È vuota, mi piazzo sul divano e dopo essermi sbranato i toast mi sdraio a pensare.

E poi lei entra.

 

 

She comes to speak to me, I freeze immediately

'Cause what she says sounds so unreal.

But somehow I can't believe, that anything should happen

I know where I belong, and nothing's gonna happen

 

“Ron, mi dici che hai? Sei strano…”

Mi si siede vicino e con due dita mi carezza leggermente le guancia. Io mi sento come congelare le budella.

Ni… niente…”

Balbetto. Da quando balbetto?

“E’ colpa mia? Perché quando cambi umore, di solito c’entro io!” mi fa, inarcando un sopracciglio.

E viceversa!” mi difendo, rimettendomi a sedere. “Ma stavolta non c’entri.”

E allora che hai? Sei preoccupato per… beh, lo sai, per tutto un po’…”

“No… cioè, ora che mi ci fai pensare anche, ma adesso avevo solo voglia di starmene in pace, te l’ho detto, ho dormito male.”

“Ah…”

Cala il silenzio, un silenzio assurdo. Io imbarazzato all’ennesima potenza mi guardo le mani e lei fissa un punto imprecisato al di fuori della finestra. È tutto troppo strano, siamo sempre io e lei, ma oggi c’è come un’elettricità nuova che scorre tra di noi.

Anche io non ho dormito troppo bene.” Aggiunge poi, di punto in bianco. Io alzo di scatto lo sguardo, e incrocio i miei occhi con i suoi.

E come mai? Preoccupata?” le faccio il verso. “O è la lezione di scacchi del grande maestro Ronald Weasley che ti ha sfiancata?”

Lei sorride. Mi piace farla ridere, è una delle poche cose che mi riescono bene. Oddio, mi riesce bene anche farla incavolare, ma lasciamo perdere questi dettagli insignificanti.

“Beh, di certo è stata una batosta alle dieci di sera! Ma non è quello… ero sovrappensiero.”

Le sue parole mi colpiscono in un modo strano, sono quasi surreali, sembrano cascarmi addosso dall’alto come scese da una nuvoletta. Ultimamente faccio un po’ troppo esperienze extrasensoriali.

E…a che… pensavi?” deglutisco.

Mi guarda. “A te” risponde semplicemente. Per un attimo credo di svenire, ma poi mi rendo conto che sono già seduto. Meno male. “Cioè, mi sono divertita, ieri sera, solo io e te. Non ci capita quasi mai di restare soli…” sta un po’ arrossendo, ma a questo punto io sarò già mimetizzato con questo divano scarlatto, per cui non ci faccio caso.

“…Ed è un peccato.” Conclude.

Mi concedo una breve pausa, giusto il tempo di rielaborare il tutto e poi formulare una frase di senso compiuto.

“Sono d’accordo.” Dico alla fine. Cinque minuti per due parole. Sei un genio, Ron. “Sai, tu… quando non sei odiosa, sei simpatica.”

Ma cosa sto bofonchiando?!

E tu sei il re dei re in quanto a complimenti” risponde con sarcasmo. Non ha torto.

“Già… sono uno strazio.”

Abbasso lo sguardo e ammutolisco, finché lei non si rifà viva.

“Mi dici che cosa sta fumando dentro quella zucca dura, Ron?”

“Lo sai benissimo” mi trovo a risponderle.

E tu dimmelo lo stesso!”

Perché? Vuoi farti due risate?!

L’ho combinato il mio casino. Lei mi guarda vagamente irritata. “No, Ronald. Non voglio ridere di te. A volte la gente vuole solo parlare, capire…”

“E a che scopo?!” ribatto.

Ma perché è normale!” tuona. “Perché sono stufa di spaccarmi sempre la testa per interpretare quello che pensi! È questo che fanno le persone, parlano!”

“Io…”

Ora, questa cosa potrebbe andare avanti in eterno.

Io non sono portato per i discorsi seri e pomposi, sono solo Ron, l’amico rosso di Harry Potter.

Dovrei spiegarle che lei mi fa impazzire, letteralmente. Che è la ragazza più fantastica che conosca, e che non passa giorno che non mi immagini come sarebbe tra di noi. E che se non mi sono ancora dato una mossa è solo perché mi rendo conto che non ho speranza, che lei è troppo per me. Come faccio a dirle tutto questo?

La guardo un instante, poi le accarezzo una guancia e così, senza preavviso, la bacio.

Ma che mi è preso?!

Lo so che non è niente di che, un veloce bacio a fior di labbra, non sono ancora sicuro di aver fatto la cosa giusta, mi è sembrata alquanto immobile.

“Ecco cosa intendo…” le dico piano dopo che mi sono staccato da lei.

Mi guarda silenziosa, poi inarca le labbra in un sorrisetto vagamente divertito. “E ci voleva tanto?” mi sussurra.

Adesso è lei che si avvicina a me e mi bacia, di nuovo.

E questa volta devo comunicarvi che si tratta di qualcosa di più di un semplice bacetto sfuggevole. In effetti ci baciamo per un tempo indefinito e io mi sento urlare dentro, mentre le sfilo il fermaglio per accarezzarle meglio i capelli.

“Non ci voleva tanto, ma l’ho capito solo ora…” le rispondo guardandola negli occhi, poi riprendo da dove mi sono interrotto.

Sia chiaro, io continuo a pensare che lei si meriti di meglio di me, sono ancora fermamente convinto che viaggiamo su due binari differenti… ma sapete che vi dico?

Non mi importa.

 

Ora sono qua, Ronald Weasley, e sto baciando lei, Hermione Granger, la ragazza dei miei sogni. Da sempre.

Ed è tutto fantastico.

Perfetto.

Anche strano, se vogliamo. Ennesima esperienza surreale in due giorni, ma non me la sento di definirla extracorporea, questa volta.

No, questa cosa ha molto a che fare col corporeo.

Decisamente.

 

THE END!!

 

 

***

 

ARGH!

CHE VE NE PARE? A ME FANNO TENEREZZA… SONO CONSAPEVOLE CHE SI TRATTA DELLA SOLITA SCENETTA TRITA E RITRITA, PERO’ SONO COSI’ CARUCCI… E POI LA CANZONE SEMBRA FATTA APPOSTA, NO?!

LASCIATEMI UN COMMENTINO, PLEASE!!

KISS!!

(E UN GRAZIE A CHI HA RECENSITO L’ALTRA MIA SONGFIC, “WHO KNEW”. QUELLA DEPRIMENTE, PER INTENDERCI!)

 

 

 

 

  
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