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Autore: Ginny85    15/11/2006    7 recensioni
"Ma non vedi cosa ti sto facendo?" sussurrò "La vecchia Tonks sorrideva molto di più. Era solare, sempre ottimista e i suoi capelli cambiavano colore ogni giorno" la scosse per le spalle, la voce che aumentava d'intensità al pari del suo tormento "Io vorrei sapere dov'è finita! Dov'è finita la Ninfadora Tonks che tutti noi conoscevamo?"
La strega emise un piccolo sbuffo, senza guardarlo, suono che un attimo dopo si trasformò in una breve risata priva di qualsiasi spensieratezza.
"E' morta, Remus. E lo sai? Dovresti ringraziare solo te stesso..."
Genere: Romantico, Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Untitled NdA: Ennesima follia. Non so, mi riescono così bene ultimamente^^ Comunque è sulle note della stupenda canzone del mio amico Phil (suoi i diritti, ovviamente), e tratta di una coppia stupenda che personalmente ho adorato nel sesto libro *__* Giunge un po' in ritardo, considerato che è uscito un annetto fa...ma si sa, l'ispirazione arriva quando arriva...e a quel punto si salvi chi può! ^__-

Buona lettura!

Ginny85.

Just...Another Day in Paradise
Di Ginny85


She calls out to the man on the street
"Sir, can you help me?
It's cold and I've nowhere to sleep,
Is there somewhere you can tell me?"

"Hai visto?" La voce di Ninfadora Tonks era fredda, agguerrita. Risuonò vivacemente nella stanza d'Infermeria dove Bill Weasley era stato portato d'urgenza. Tutti si erano voltati verso Tonks, la quale a sua volta fissava uno solo dei presenti nella stanza.
"Hai visto, Remus? Lei vuole sposarlo ugualmente. Perché a lei non importa se adesso è diverso. Beh, nemmeno a me importa. Non m'importa!"
La pallida strega stringeva forte i pugni lungo i fianchi. Un'espressione determinata stazionava sul suo giovanissimo viso.
"Tonks..." L'uomo scrollò debolmente il capo, il volto segnato dallo sfinimento per l'ultima orribile perdita che avevano subito e, adesso, anche dall'agitazione "Ti prego, ne abbiamo parlato a lungo. Tutto questo è impossibile...io sono troppo vecchio per te, troppo povero...troppo pericoloso..."
La strega dai capelli color topo scosse freneticamente la testa, inamovibile - e dannatamente cocciuta, notò ancora una volta Remus Lupin - come il marmo
"Non per me" ribatté impetuosa "Per me non è mai stato un problema..."
"Ma lo è per me!" sbottò il Mannaro, con un tono energico e ostinato che né i signori Weasley né Harry gli avevano mai udito, e che ebbe l'incredibile potere di zittire Tonks "E non voglio più sentirti dire che sarebbe possibile una cosa del genere, perché sai benissimo che non è così!"
Scese un silenzio colmo di disagio. Ninfadora Tonks, gli occhi spalancati e pieni di lacrime, fece un cupo sorriso che svanì così com'era apparso.
"Sei il solito testardo" commentò, stringendo un attimo dopo le labbra tra i denti come per impedirsi di dire altro.
Si voltò con uno svolazzo del mantello logorato dalla battaglia e lasciò rapida la stanza, sbattendo la porta.
"Complimenti, Remus" sopraggiunse, sarcastica e ricolma di materno rimprovero, la voce di Molly Weasley.
"Non puoi capire, Molly" ribatté il mago, incrociando le braccia sul mantello liso.
Arthur Weasley intervenne: "Sinceramente, Remus, credo che nessuno di noi sia riuscito mai a capire questo tuo accanimento a voler rimanere a tutti i costi solo..."
Il mago più giovane non rispose; abbassò gli occhi scuri, per nascondere la luce di strazio al loro interno.
Loro non potevano sapere. Lui era destinato a questo. Stare solo era la sua vita, e la sua maledizione. Nessuno avrebbe potuto cambiare la realtà delle cose, nessuno, nemmeno...nemmeno lei.

He walks on, doesn't look back
He pretends he can't hear her
Starts to whistle as he crosses the street
Seems embarrassed to be there

Oh think twice, it's another day for
You and me in paradise
Oh think twice, it's just another day for you,
You and me in paradise

***
Una settimana dopo.

Era una notte stranamente rigida, nonostante fosse già giugno inoltrato.
La strega se ne stava immota nel buio della campagna londinese, di fronte a quella che sembrava una staccionata di legno consumata che fungeva da recinzione per qualcosa che non esisteva. Lo steccato era lungo solo pochi metri, e si stagliava apparentemente isolato sul ciglio di una strada pietrosa costeggiata da alberi con le corone alte e spettrali.
La strega avvertì un brivido causato dal vento frizzantino che le sferzava la nuca e con un movimento che aveva dell'inutile si strinse nel suo mantello, levando contemporaneamente lo sguardo tetro al cielo limpido e irto di bianche stelle. Aricciò in un moto di disturbo le labbra.
Alla fine, quella sera era capitato a lei il noiosissimo turno di montare la guardia, cosicché le toccava starsene fuori, al gelo e all'umidità della notte. Non aveva nemmeno cenato, visto che in quel periodo aveva altro per la testa anziché il mangiare. Ma in quel momento pensò che sarebbe stato di gran lunga meglio trovarsi dentro, di fronte all'umido calore di un caminetto, magari con un bel bicchiere di Burrobirra per scaldarsi ulteriormente...
O forse no. Tonks storse lievemente la bocca, ripetendosi che era meglio così. Meglio patire il freddo e la fame all'esterno del rifugio, che dover condividerne l'interno con...con lui.
Remus.
Che dopo la loro ultima, accesa discussione con tanto di sbigottito pubblico per contorno, non aveva più nemmeno provato a rivolgerle la parola. La trattava alla stregua dell'aria che respiravano: praticamente era come se fosse stata invisibile, o trasparente, per lui. A volte le faceva una tale rabbia!
Cocciuto quasi quanto la sottoscritta...
Almeno, questo doveva ammetterlo. Avrebbe dovuto cominciare ad essere più sincera con se stessa. Lei non si era certo risparmiata in quanto a testardaggine. Sapeva di aver esagerato, e che se Remus Lupin non provava i suoi stessi sentimenti - inorridì al sol pensiero - beh, era pur sempre sbagliato da parte sua insistere tanto, eppure...
Eppure, io so che provi qualcosa per me, lo so...
Glielo leggeva negli occhi quando lui la guardava, e perfino quando non la stava osservando. Oh, il suo Remus era così deliziosamente prevedibile a volte, che...
"...endo?"
Il suono di una voce maschile la fece sussultare violentemente, e voltare di scatto con la bacchetta sollevata a mezz'aria.
Il mago, vestito con un lungo mantello consunto, alzò le mani pallide e si affrettò a dire:
"Calma, calma, sono solo io..."
La strega dai capelli color topo sbuffò forte, abbassando il braccio. Si accigliò, replicando più bruscamente di quello che avrebbe voluto "Ero sul punto di Schiantarti, lo sai?"
Remus Lupin fece un sorriso stanco, che mise ulteriormente in risalto le rughe appena accennate intorno agli occhi.
"Mi dispiace" parlò, nel suo consueto modo gentile, lo stesso che l'aveva conquistata mesi prima "Davvero, non volevo spaventarti..."
Tonks lo fissò senza replicare: lui aveva gli occhi cerchiati e l'aria sfinita, come alla fine di ogni luna piena, e una cicatrice sulla guancia destra che non ricordava ci fosse, prima.
Lupin la colse a stringere le labbra tra i denti, come faceva sempre quando avrebbe voluto dire qualcosa, ma s'imponeva invece un silenzio tirato, innaturale. Quasi per istinto i suoi occhi esitarono sulla sua figura non troppo alta, stagliata nella luce screziata della falce di luna: i capelli avevano ancora quella spenta tonalità grigia, opachi e afflosciati, le arrivavano a malapena alle spalle insolitamente magre. Il viso piccolo e a forma di cuore recava un'ombra cinerea, gli occhi color della tempesta spenti, privi del dinamismo un po' goffo che di solito li caratterizzava, il fresco e vulcanico entusiasmo che in qualche modo lei riusciva sempre a trasmettere al resto del gruppo.
Era diversa. L'uomo avvertì un fastidio all'altezza del petto, ma lo ignorò abilmente.
"E' una serata tranquilla..." proseguì con garbato distacco "Perché non vai un po' dentro a riscaldarti? Molly ha preparato una cena squisita stasera..."
Tonks lo guardò con una strana espressione, come se lui le avesse appena proposto qualcosa di assurdo "E' il mio turno di sorvegliare il rifugio" commentò, asciutta, come se questo chiarisse tutto.
Lupin si schiarì la voce, vagamente a disagio perché la strega dopo aver parlato aveva preso a fissarsi con evidente interesse le scarpe "Beh, certo, lo so. Ma non preoccuparti, se ti va di riposare qualche minuto, posso restare io qui..."
"No, grazie. Sto bene così"
Lupin represse un sospiro rassegnato. Tonks contemplava con illusoria tranquillità le moltitudini di stelle che si stagliavano dietro le colline avvolte dal manto notturno, ad ovest, torturandosi di nascosto un lembo della veste con le dita ansiose.
"Mi...mi dispiace per l'altro giorno...in Infermeria..."
Era stato l'uomo stavolta a parlare, con una certa difficoltà, spezzando il silenzio freddo che li aveva sommersi per qualche minuto. Tonks sgranò gli occhi. Non riuscendo proprio a trattenersi, si voltò verso di lui e vide che la stava fissando intensamente. Il suo cuore saltò un chiaro battito, armandosi di una futile speranza.
"Come hai detto?"
Il Mannaro distolse il viso, come se guardarla in faccia e parlarle fossero azioni impossibili da eseguire insieme.
"Non avrei dovuto reagire così malamente, davanti a tutti, me ne sono reso conto e ti chiedo scusa. Per quanto resti comunque dell'idea che la mia sia la decisione migliore, per il bene di entrambi..."
"Il bene di entrambi? Il bene di entrambi? E cosa diavolo pretenderesti di saperne tu, di ciò che è bene per me?!"
La voce acuta di Tonks si era alzata di un'ottava, non abbastanza da sovrastare il vento, ma sufficiente per far arretrare un sorpreso Lupin, che non aspettandosi una simile reazione da parte sua restò a guardarla senza parole.
La ragazza mandò all'aria il suo atteggiamento da 'finta distaccata' e si fece avanti risolutamente, coprendo in pochi passi la distanza che li separava, finché il suo respiro congestionato non incontrò e si fuse con quello dell'uomo. Aveva fatto cadere la bacchetta sul terreno polveroso ai suoi piedi e afferrato un lembo della sua veste, un gesto che faceva spesso quando voleva ricevere la sua attenzione a tutti i costi.
Seguitò a parlargli a raffica, la voce alta e frustrata, le lacrime perlacee che rimanevano sospese per miracolo sulle sue ciglia socchiuse:
"Che ne puoi sapere tu, Remus, di quello che è meglio per me? Come puoi essere certo che sarei felice anche così? Tu non sai proprio nulla di me, da sempre ti illudi di saperlo, ma non lo sai...non puoi, o magari ti rifiuti di capire che il mio bene sei tu, tu e tu soltanto!" il suo grido s'interruppe dissolvendosi dopo una breve pausa nell'aria ghiacciata, prima che un singhiozzo le portasse via definitivamente la voce; la strega rimase a fissarlo, il corpo vicinissimo al suo, il labbro inferiore tremante nello sforzo di trattenere a tutti i costi quelle lacrime che non voleva, che non doveva, versare di fronte a lui.
"Non riesci proprio a capirlo, Remus...?"
Lupin era rimasto basito ad ascoltare le sue parole simili a nerbate, che senza che lei lo sapesse lo ferivano più di ogni altra arma fisica, facendogli desiderare per ogni dannato giorno che era costretto a trascorrere mentendo al suo fianco di reagire in modo diverso, completamente diverso, con lei...
Serrò le labbra. La sua espressione si fece severa, il suo volto stanco ed emaciato sembrò acquisire più anni di quanti realmente avesse.
"Adesso smettila di fare la bambina, Tonks! Non sono intenzionato a stare ad ascoltare oltre i tuoi capricci. Sai già come la penso, ho preso una decisione e anche se tu non sei d'accordo, mi dispiace, ma non cambierò idea..."
La strega si morse forte le labbra, dopo essere rimasta a lungo in silenzio, fremente di rabbia e delusione. Faceva male ogni volta che glielo sentiva dire, ma stavolta fu anche peggio.
"Molto bene, Lupin. Se la pensi così..." dichiarò, raddrizzando stoicamente le spalle e alzando il mento, senza smettere di sfidarlo con lo sguardo caparbio "A me sta bene. D'accordo, hai vinto tu. Non ti darò più fastidio"
A quelle parole forzatamente pronunciate sul punto di piangere, le dita del Mannaro celate dal pesante mantello si erano mosse e con uno scatto si erano serrate con forza.
"Ma ricorda questo, Remus. Puoi odiarmi quanto vuoi per come sono, io non cesserò mai di provare quello che provo per te. Sono stata chiara?"
Cocciuta. Cocciuta e terribilmente attraente.
Fece per voltarsi e lasciarlo lì, da solo, ma un'improvvisa pressione all'altezza della spalla destra e la voce nervosa del mago più grande la fecero desistere da ogni intento.
"Dannazione, Tonks!" La mano libera di Remus andò a posarsi con inaudita forza sull'altra spalla, facendola voltare verso di lui, così da bloccarla completamente dal compiere qualsiasi movimento. Tonks rimase per un istante smarrita: non lo aveva mai visto comportarsi in quel modo...
Lui la guardò dritta negli occhi scuri, la profonda ruga al centro della fronte accentuata dall'agitazione "Dimmi perché! Perché ti ostini a volere a tutti i costi uno come me, che non può offrirti nient'altro che angoscia e una vita di stenti?!"
Tonks inarcò morbidamente le sopracciglia "Questo lo dici tu, Remus. Io sono certa che nessuna donna sarebbe infelice al tuo fianco, perché tu sei migliore di quanto credi..."
"Smettila di ripeterlo! Sai meglio di me che non è vero, perché io sono pericoloso per tutti, e sarei troppo pericoloso anche per te!"
Lei sostenne con gelida dignità la sua ferrea presa di posizione, gli occhi dardeggianti, i denti affondati nelle labbra rosse, più bella che mai.
No, non è vero. E io riuscirò a fartelo capire, prima o poi...
Tuttavia, si ritrovò a fremere dentro e rischiò di perdersi quando la mano pallida e ossuta di Lupin giunse piano, quasi tremando per il disagio, a sfiorarle la guancia scolorita dal freddo, per poi raccogliere tra le dita un ciuffo appassito dei suoi tristi capelli grigi. Lupin fece un sorriso debole, stanco.
"Ma non vedi cosa ti sto facendo?" sussurrò "La vecchia Tonks sorrideva molto di più. Era solare, sempre ottimista e i suoi capelli cambiavano colore ogni giorno" la scosse per le spalle, la voce che aumentava d'intensità al pari del suo tormento "Io vorrei sapere dov'è finita! Dov'è finita la Ninfadora Tonks che tutti noi conoscevamo?"
La strega emise un piccolo sbuffo, senza guardarlo, suono che un attimo dopo si trasformò in una breve risata priva di qualsiasi spensieratezza.
"E' morta, Remus. E lo sai? Dovresti ringraziare solo te stesso..."
Lupin la lasciò andare di scatto, come se le sue vesti bruciassero. Tonks gli diede recisamente le spalle e recuperata la sua bacchetta la alzò in un gesto frettoloso. Immediatamente lo scenario di stelle e vegetazione mutò e dal nulla apparve una porta di legno tutta sola, un po' sbilenca e malridotta. Tonks la spalancò, varcò la soglia del rifugio protetto da un potente Incantesimo Confondente e se la richiuse alle spalle con un tonfo.
Lasciando Remus Lupin solo, e con una gran voglia di prendersi a schiaffi.

She calls out to the man on the street
He can see she's been crying
She's got blisters on the soles of her feet
Can't walk but she's trying

Oh, think twice

***

Molly Weasley lanciò un'occhiata apprensiva alla giovane strega accasciata sulla sedia, le braccia incrociate sul tavolo, il viso che spuntava appena da sopra di esse e l'espressione vacua e assente, lo sguardo gonfio reduce dei singhiozzi che fino a quel momento avevano occupato la minuscola cucina. Di fronte a lei, indugiava un bicchiere e una bottiglia di Fire Whisky mezza vuota.
"Oh, andiamo Dora" la signora Weasley prese a dispensarle brevi pacche sulla schiena "Non è poi così grave...tutti noi sappiamo che Lupin è un tipo ostinato, puoi giurarci che non lo smuovi dalle sue convinzioni finché lui non ci va a sbattere con quel muso da Lupo che si ritrova! Vedrai che prima o poi..."
Ninfadora Tonks tirò rumorosamente su col naso.
"S-Sai come ha definito il mio sentimento per lui, Molly? Un capriccio. Ho...ho provato di tutto, perfino le minacce, ma non è servito a n-niente..." rabbrividì, sfiorando con le dita il bicchiere dal fondo ambrato "Forse...forse dovrei convincermi che non prova davvero nulla per me..."
"Oh, questo è totalmente da escludere!" esclamò con esagitata allegria Molly "Ti assicuro che nessuno tiene a te come Remus J. Lupin, è così lampante! Tu, ehm, ricorderai...la notte in cui è morto Sirius, non è vero?"
Tonks la guardò, annuendo debolmente. E come avrebbe potuto dimenticare quelle terribili giornate? Lupin era così di malumore e depresso che l'aveva ignorata totalmente per settimane. Si era chiuso nel suo dolore e nessuno fra loro aveva potuto fare nulla per aiutarlo. Se ci ripensava provava di nuovo la stessa, orribile sensazione di asfissia. Si era sentita così impotente di fronte a lui, così stupida...
"Non capisco cosa intendi dire, Molly" mormorò, cupa "In quel periodo Lupin mi ha trattato peggio di ora..."
"E io invece ti assicuro che lui era ancora più in ansia, al pensiero che avresti potuto finire tu dietro quel velo..."
"Non è possibile" ribatté Tonks, sorpresa e corrucciata "Lupin provava un affetto sconfinato per Sirius, era il suo migliore amico. E'...sì, è più probabile che mi avesse odiata, per il fatto che è stato Sirius alla fine a scomparire dietro il velo..."
"Oh Dora, non dire così" Molly riprese a carezzarle la schiena, mentre la ragazza tornava a sfogarsi col pianto.
La porta della cucina si spalancò all'improvviso ed entrò un ansimante Remus Lupin, che non appena scorse la signora Weasley e Tonks, restò per un momento interdetto sulla soglia.
"Cosa vuoi, Remus?" la voce di Molly era caustica.
"Notizie urgenti dal Quartier Generale" rispose il Mannaro dopo una pausa di confusione, sfuggendo lo sguardo lucido e gonfio della strega più giovane "Sto radunando tutti nel salone del primo piano, se volete..."
"Arriviamo" dichiarò con risoluzione Tonks, alzandosi.
Lupin deglutì, osservandola mentre si sistemava il mantello sopra la veste con disinvoltura, passandosi le dita sotto gli occhi rossi per eliminare qualsiasi traccia recente di lacrime. Molly lo sorpassò sulla soglia scagliandogli un'occhiataccia da mamma furibonda, facendolo arrossire; Tonks la seguì a ruota, a testa bassa e senza che il suo sguardo accigliato incrociasse quello del mago.

Oh lord, is there nothing more anybody can do
Oh lord, there must be something you can say

***

"Abbiamo ricevuto dei messaggi dal Quartier Generale, secondo cui il gruppo di Mangiamorte che stavamo seguendo in questi giorni, e che forse sono tra i responsabili dell'attacco a Hogwarts, si sarebbero spostati al villaggio di Hogsmeade. Ma abbiamo bisogno di esserne certi, perciò per questa notte pensavo di mandare uno di noi in avanscoperta, così da agire in tutta sicurezza..."
Remus Lupin s'interruppe, per esaminare le espressioni degli Auror e dei membri onorari presenti.
"E' una missione delicata e, non ho problemi ad ammetterlo, potenzialmente pericolosa, se si viene scoperti" proseguì, gravemente "Posso capire se nessuno di voi si sente di farlo, perciò..."
"Andrò io"
La voce femminile che aveva appena parlato, infrangendo il mortale silenzio della stanza, era stata cristallina, decisa.
Remus Lupin aveva spalancato gli occhi, fissando tra l'incredulo e l'atterrito la strega dai capelli grigi che si era alzata in piedi rispetto ai presenti, e che adesso indugiava in posizione eretta di fronte a lui, i pugni stretti e una scintilla intrepida negli occhi scuri socchiusi. E, Dio, era bellissima.
Ninfadora Tonks parlò energicamente: "Mi offro come volontaria per andare in perlustrazione a Hogsmeade"
No...
Il mago chiuse gli occhi con un respiro profondo, sentendo l'ansia premergli come la punta di un coltello il petto.
"Non mi sembra il caso, Tonks" fu categorico, mentre vedeva lei stringere con forza le labbra tra i denti e poi tacere "E' troppo rischioso, preferisco andare io, e voi tutti mi raggiungerete domani mattina..."
"Forse non sono stata abbastanza chiara" proruppe la strega, rimandandogli uno sguardo perforante "Io andrò in perlustrazione ad Hogsmeade, e ci andrò da sola. Non è una richiesta Remus, è un'affermazione"
Tonks raggiunse ad ampie falcate la porta e lasciò la stanza, ignorando l'espressione contratta dalla preoccupazione di Molly Weasley. A metà corridoio venne fermata da Lupin, che l'afferrò per il polso sottile con foga. Era fuori di sé.
"Ma sei impazzita? Ti farai ammazzare, torturare o chissà che altro! Come tuo superiore ho l'autorità di impedirti di uscire da qui..."
Tonks gli rivolse un'espressione di aperta sfida, un sorriso aspro ma con un retrogusto di dolcezza sospeso sulle labbra sottili.
"E allora dovrai Schiantarmi, Remus" mormorò con una sorta di strana calma nella voce, voltandogli le spalle e scomparendo nell'oscurità del pianerottolo.

You can tell from the lines on her face
You can see that she's been there
Probably been moved on from every place
'Cos she didn't fit in there

Oh, think twice

***
Villaggio di Hogsmeade.

Freddo. Sentiva dannatamente freddo sotto quei vestiti troppo leggeri, e mentre era impegnata a fuggire vedeva chiaramente il suo respiro affannato congestionarsi in tante nuvolette di vapore di fronte agli occhi, il viso intirizzito e dolorante.
Il fianco, l'unico punto dove fortunatamente erano riusciti a colpirla con uno Schiantesimo andato quasi a vuoto, le doleva da morire; la ferita non sanguinava, tuttavia le stava rimandando da minuti ormai fitte lancinanti che le toglievano il respiro.
Percorreva da quelle che le sembravano delle ore un vicolo stretto e sudicio di Hogsmeade, nel disperato tentativo di sfuggire ai suoi inseguitori. Aveva trovato quasi subito i Mangiamorte. Anzi - le sue labbra violacee si esibirono in un sorrisetto - forse, avrebbe fatto meglio a dire che erano stati i Mangiamorte a trovare lei. Non aveva fatto in tempo a contarli, ma erano sicuramente in soprannumero rispetto a lei. Ed erano tutti maledettamente irritati dalla sua presenza.
Stinse gli occhi, chinando la testa e continuando a correre, decisa a non cedere, decisa a fargli vedere una volta per tutte che lei valeva qualcosa, che non era la bambina capricciosa e petulante che lui credeva.
Remus...
Non aveva idea di dove stesse andando, era tutto così buio e l'aria era irrespirabile in quel posto. Era sola ed era stanca, non abbastanza comunque da frugare in continuazione nel suo organismo ridotto allo stremo e scovare le ultime energie rimastele dentro per continuare a correre, correre, correre...
La giovane Auror s'interruppe dall'avanzare alla cieca, il cuore le batteva forte nelle tempie. Di fronte a lei si ergeva un muro altissimo, liscio come una lapide.
Un vicolo cieco.
Sono in trappola realizzò con orrore, mentre le sue ultime possibilità di salvezza andavano a disintegrarsi contro quel muro di pietra che la tagliava fuori da ogni via d'uscita.
"Dove vai così di corsa, bellezza?" nel silenzio cupo del vicolo, la voce rauca e beffarda di uno dei suoi inseguitori la raggiunse di spalle.
Tonks si voltò verso l'oscuro, la bacchetta sollevata di fronte a lei. Uno contro uno: poteva sicuramente farcela.
"Prova ad avvicinarti e vedrai" sibilò minacciosa, ingoiando a forza il nodo che si era serrato intorno alla gola, il desiderio quasi assoluto di tentare ancora la fuga, magari usando la Materializzazione.
Lei, Ninfadora Tonks, non avrebbe mai abbandonato una missione. Era un'Auror, dopotutto. E mai come ora avrebbe voluto rivederlo, sentire la sua voce pacata e la sua presenza adulta e così rassicurante...
Strinse gli occhi. La bacchetta le tremò tra le mani che teneva congiunte di fronte a sé, rischiando di sfuggire alla sua presa non proprio salda, le gambe leggermente divaricate in una posa da combattimento.
Il Mangiamorte scoppiò a ridere. Evidentemente trovava il suo tentativo di difendersi molto divertente. Tonks si accigliò, offesa.
"Brutto idiota, cosa diavolo hai da ridere?! Adesso ti faccio vedere io... Incendio!"
La colonna di fuoco mancò di poco il bersaglio, bruciacchiandogli parte del mantello. Continuando a ridere di gusto da sotto il cappuccio nero, il Mangiamorte si limitò a muovere la bacchetta tra le sue dita come se questa fosse stata l'estensione di una frusta.
Tonks sentì uno strappo, un colpo secco all'altezza della spalla destra che sembrò portarle via un brano di pelle viva. Urlò per il dolore, mentre la veste in quel punto si macchiava di un liquido denso e rosso. Il suo nome fu l'unica cosa che la sua mente sconvolta dalla sofferenza riuscì a concretizzare in quel momento. E lo gridò forte.
"Non preoccuparti piccola, non ti farò soffrire molto..." il Mangiamorte le puntò contro la bacchetta, ma lei fu più veloce e scandì con voce decisa "Rictusempra!"
Il Mangiamorte riprese a ridere istericamente, accusando sin da subito l'effetto dell'incantesimo, ma la sua espressione era furente. Si apprestò a lanciarle uno Schiantesimo tra i singulti d'ilarità che scotevano il suo corpo, ma fu una voce diversa, una voce maschile, a pronunciare l'incantesimo al posto suo:
"Stupeficium!"
Una scia rossastra raggiunse e colpì alle spalle l'oscuro. Quest'ultimo abbassò la bacchetta, da cui non aveva fatto in tempo a fuoriuscire alcuna luce ferente, e nel silenzio di piombo che si era venuto a creare crollò a terra.
Si udì un suono rapido di passi, poi dal fondo grondante oscurità del vicolo emerse qualcuno, una figura alta e un po' affannata.
"Tu?!" Tonks lo fissò meravigliata, chiedendosi se per caso non fosse una visione della sua mente esausta "Cosa diavolo ci fai qui? Questa era la mia missione..."
"Ci sono circa venti Mangiamorte nelle vicinanze, e questo per tua fortuna era da solo" spiegò professionalmente Lupin, raccogliendo la bacchetta abbandonata di fianco al Mangiamorte svenuto e ammanettandolo "Non avresti potuto batterli tutti, in ogni caso"
Tonks serrò la mascella, fuori di sé per la rabbia, le lacrime che scendevano lungo le sue guance per l'umiliazione subita, più che per il dolore costante in svariate parti del suo corpo.
"Non...non saresti comunque dovuto venire!" sbottò stizzita "Avevo tutto sotto controllo..."
"Non lo metto in dubbio" parlò Lupin, sorridendo condiscendente "Sei ferita?"
Tonks smise di stringersi il braccio attorno alla vita, posizione che aveva seguitato a tenere negli ultimi dieci minuti per mitigare le fitte al fianco, divenute talmente forti da impedirle perfino il semplice atto di respirare. "No" mentì.
Lupin, per nulla convinto, sospirò pazientemente e fece per compiere qualche passo verso di lei.
"Ne sei sicura? Dai tuoi movimenti di prima non mi sembrava...e quella?" chiese, indicando la macchia scura sulla sua spalla, mentre una scintilla d'ansia gli baluginava nello sguardo.
Lei indietreggiò barcollando, tenendosi la ferita ancora aperta con una mano.
"Perché...perché sei venuto?" lo fissò intensamente, accigliata. Un improvvisa fitta, più forte delle altre, la costrinse a piegarsi su se stessa e a scivolare in ginocchio sul terreno gelato. Lupin le fu subito accanto, e lei poté sentire il suo respiro leggermente affannato su di sé.
"Tonks" Chino su di lei, le appoggiò una mano sulla spalla come per sostenerla, l'espressione indecifrabile "Non è il momento di discutere, adesso. Ce la fai a Smaterializzarti? Dobbiamo andarcene da qui, prima che il nostro amico privo di sensi attiri i suoi compagni..."
"Sei venuto davvero per me, Remus...?" trovò la forza per sussurrare la giovane strega, gli occhi vitrei puntati sul terreno. Nel suo sguardo malfermo albergava di nuovo la stessa fioca speranza che l'aveva accompagnata in tutti quei mesi. La speranza che lui ricambiasse quel suo folle, eppure autentico, sentimento.
Lupin serrò le labbra, il suo viso in qualche modo s'indurì, approfondendo le rughe sulla fronte, la sua mano premuta sulla sua spalla.
"No, Tonks. Non farti illusioni. Sono venuto perché un mio subordinato era in difficoltà. Ti assicuro che avrei fatto lo stesso anche per gli altri"
Tonks spalancò gli occhi, e subito dopo li richiuse riducendoli a due algide fessure. Si tolse con un gesto brusco la sua mano dalla spalla, borbottando:
"Quand'è così, non ho bisogno del tuo aiuto. Lasciami stare"
"Ma...Tonks, tu sei..."
"Ho detto lasciami stare!"
Il Lupo Mannaro si alzò, sorpreso e mortificato, indietreggiando di un passo mentre la ragazza si rimetteva in piedi con le sue sole forze, barcollando un poco. Per non cadere di nuovo dovette ancorarsi alla parete di roccia di fronte a lei, appoggiandovisi con la spalla non ferita. La voce paziente e falsamente premurosa di Remus la raggiunse di nuovo:
"Ninfadora, non essere irragionevole. Hai bisogno di cure immediate..."
"Non ho bisogno di nessuno, tanto meno di qualcuno che mi chiama con quel nome ridicolo" disse a denti stretti la strega, reggendosi il fianco "Puoi anche andartene, Remus..."
Attese un attimo. Il silenzio si era fatto così assordante che Tonks fu convinta che lui avesse seguito il suo consiglio. Alzò lo sguardo sofferente, e con sua gran sorpresa scorse un Remus Lupin statico e a braccia conserte di fronte a lei.
"Ho detto che puoi..."
Imperturbabile: "No. Non credo che lo farò"
"Ma..." Tonks si mise a tossire, piegandosi leggermente in avanti. Cavoli, la spalla le faceva un male cane! Sentì che stava per perdere i sensi, la testa le girava, la nausea alla bocca dello stomaco si acuiva. La presa debole sul muro vacillò; era così sfinita che si fece semplicemente scivolare a terra, perché aveva bisogno di riposo, tanto riposo...
Ma che ecco che, inaspettatamente, si sentì avvolgere da un calore inconsueto, mai sperimentato prima. Erano le sue braccia forti quelle che la tenevano saldamente stretta? E quel soffio d'aria tiepida nei pressi del viso intirizzito dal gelo notturno...era forse il suo respiro?
I suoi pensieri vennero improvvisamente annullati dalla spessa cortina d'oblio che la sovrastò poco dopo.
Remus scostò con la mano una ciocca di capelli color topo che le era finita impunemente sul viso.
"Sciocca..." mormorò, contemplando con un misto di tenerezza e tormento la giovane donna placidamente addormentata tra le sue braccia.

Oh, think twice
It's another day for you and me in paradise
Oh, think twice

***

"Mh...dove sono...?"
Doveva essere ancora piuttosto tardi, rifletté, a giudicare dal buio quasi totale che vigeva nel luogo chiuso in cui, chissà come, era finita. Nell'ambiente aleggiava un odore agre, familiare in qualche modo, anche se non avrebbe saputo dire il perché. L'aria stantia sapeva di vecchio e di...ricordi. Ricordi tristi.
Remus...era forse un sogno?
Le fitte alla spalla e al fianco si erano addolcite, tuttavia continuavano ancora a darle fastidio. Almeno non sentiva più quel freddo paralizzante. E la superficie su cui era sdraiata era deliziosamente soffice e calda...
Tonks si puntellò sui gomiti, accorgendosi solo ora che si trovava in quello che sembrava un fatiscente salotto, con i mobili tarlati e polverosi accatastati alla rinfusa in un angolo, le uniche due finestre sbarrate tramite delle lunghe assi di legno inchiodate. Era distesa su un divano vecchio, privo di polvere, un mantello che non era il suo a proteggere il suo corpo ancora debole dagli spifferi. Stando agli spettrali lamenti e scricchiolii di cui l'ambiente era invaso, doveva trovarsi...
"Nella Stamberga Strillante"
Era stata una voce gentile a parlare, dando vita al suo pensiero.
Remus emerse da un angolo buio della stanza, senza mantello, il colletto della camicia sgualcita slacciato, l'aria stanca che lo caratterizzava, in quei giorni ancora di più. Sostenne lo sguardo incuriosito e insieme sospettoso di Tonks senza aggiungere nulla, sorridendole debolmente, quasi si sentisse in colpa.
"Come siamo finiti qui?" domandò lei.
"Eri svenuta e non sapendo cosa avessi ho pensato di nasconderci qui. Probabilmente quella banda di Mangiamorte ci sta ancora cercando, sarebbe stato rischioso rimanere all'esterno...aspetteremo qualche ora, e all'alba torneremo al Quartier Generale"
Le parole piatte del mago fecero scendere uno strano silenzio teso fra loro. Tonks tentò di rimettere in ordine i suoi pensieri confusi. Okay, aveva fallito nella sua missione ed era stata quasi fatta fuori da un branco di sanguinari oscuri per colpa della sua solita distrazione; e come se non bastasse, adesso doveva condividere una minuscola stanza polverosa con Remus J. Lupin, l'uomo di cui si era sconsideratamente innamorata, che le aveva appena salvato la vita ma che continuava a respingerla...
Perfetto. Davvero perfetto.
All'improvviso il mago si accostò, inginocchiandosi di fronte al divano. La sua espressione grave cercava di nascondere, senza successo, un'autentica preoccupazione per lei "Senti dolore da qualche parte?"
"Io..." Tonks distolse velocemente gli occhi, per impedirsi di naufragare nei suoi scuri e intensi. In fondo, rammentò, era ancora arrabbiata con lui per avergli dato così scarsa fiducia... "Ecco, ho ancora un po' di fastidio al fianco e alla spalla. Una frustata, credo..."
"Per la ferita al fianco possiamo rimediare subito" disse l'altro in tono pratico. Prese la bacchetta magica e gliela premette piano contro la ferita, mormorando qualcosa sottovoce.
Tonks trattenne il respiro ad occhi chiusi. Quando li riaprì, si accorse con stupore che le fitte in quel punto erano sparite.
"G-Grazie"
"Purtroppo per la spalla non posso fare la stessa cosa. Si tratta di una ferita troppo profonda, ma basteranno i vecchi rimedi..."
Tonks lo fissò senza capire, vagamente rosea in viso "Vecchi...rimedi?"
La bacchetta di Lupin fece apparire dal nulla un rotolo di garza bianco e del disinfettante magico.
"Avanti" le disse "Scopri la spalla destra"
"Eh?!" Tonks si sentì arrossire fino alla punta dei capelli color topo.
Remus non sorrideva, ma la luce nei suoi occhi sembrava piuttosto divertita.
"Su, non fare la bambina...brucerà solo un pochino..."
Tonks si ritrovò a trattenere per un tempo insopportabilmente lungo il respiro stavolta, mentre il suo cuore martellante sembrava stesse tentando di provocarle un buco nel petto. Quando la mano ruvida di Remus sfiorò involontariamente la pelle nuda alla base del collo, un brivido le attraversò doloroso la schiena mentre il suo stomaco faceva una contorta capriola all'indietro. Poi il batuffolo di garza venne premuto sulla ferita aperta e lei si ritrasse con un urletto.
"Ahi! Brucia!"
"Io te l'avevo detto..." ridacchiò l'uomo, e Tonks si sorprese a fissarlo come ammaliata. Quando rideva, Remus sembrava molto più giovane della sua età...peccato che non lo facesse spesso.
Remus tentò di non fare troppo caso a quanto la sua giovane pelle sembrasse nivea e liscia al tatto. Il suo profumo era così invitante, sapeva di alberi di pesco in fiore, di primavera...scrollò la testa, per liberarsi di quei pensieri inopportuni. Ninfadora Tonks, per quanto facesse o dicesse, era comunque irraggiungibile, rammentò velocemente a se stesso, una zona preclusa a uno come lui.
"Sei stata molto incauta ad accettare una simile missione" le parlò con severità, per impedirsi di soffermarsi ancora su quei pensieri pericolosi "Avresti dovuto darmi ascolto, almeno una volta...non potrà esserci sempre qualcuno a correre in tuo aiuto..."
"Remus?"
Perso nei suoi poco energici rimproveri, lui alzò gli occhi, specchiandosi in quelli grandi e intensi della giovane, che si morse lentamente le labbra nell'osservarlo, con fare ingenuo. Remus deglutì il vuoto. Quando le era finito così vicino?
"Ti chiedo scusa" sussurrò Tonks con un certo imbarazzo, le gote squisitamente imporporate "Sono stata avventata, ma l'ho fatto perché...beh, perché credevo che tu non ti fidassi di me" argomentò, in un tono che sottolineava benissimo il suo sdegno.
Lupin trasalì quasi fosse stato colto alla sprovvista "Ti sbagli" rispose poi, aggrottando gravemente le sopracciglia "Sono solo del parere che una missione simile sia da affidare ad un mago con più...esperienza, diciamo"
Tonks non poté evitarsi un'occhiata maliziosa "Vuoi dire ad un mago più vecchio di me? Te, magari?"
Lupin scosse la testa, respirando nervosamente "Tonks, questo discorso..."
"Lo so, lo so, lo abbiamo intrapreso così tante volte da perdere il conto..."
Lupin serrò le labbra, mantenendosi assorto e accigliato. La ragazza abbassò gli occhi sulla stoffa logora del divano. Si schiarì la voce e mormorò dal nulla:
"Comunque, mi dispiace davvero per quello che è successo. Alla fine, ho messo a rischio anche la tua vita, e questa era l'ultima cosa che volevo"
"Ehi, non importa" il sorriso di Lupin era sincero e in una delle sue rare volte, tranquillo "Sono il tuo superiore, avrei dovuto proteggerti meglio..."
"Ma lo hai fatto. E ti ringrazio per questo, comandante"
Lui aprì la bocca per risponderle ma, scoprendosela arida senza motivo, la richiuse di scatto. Da che poteva ricordare, lei non era mai stata così bella e giovane, e così...talmente vicina a lui...
Smettila subito, sciocco! Lei è troppo giovane, troppo innocente, e tu le rovineresti la vita...
I loro sguardi si valutarono per qualche istante d'indefinita lunghezza. Lui, tentando disperatamente di negare a se stesso ciò che il suo istinto primordiale gli suggeriva ormai da tempo.
E poi, in uno slancio di audacia, o di lucida follia, Tonks lo fece. Concretizzò con un semplice gesto quello che da mesi fantasticava di fare, mentre lui se ne stava sempre troppo sulle sue per permetterglielo. Accostò il viso a quello del mago, mentre lui era rimasto combattuto a fissarla, e appoggiò le labbra sulle sue, un tocco casto e timido, ritraendosi subito dopo come se si fosse scottata. E restò in attesa dei suoi rimproveri, i quali, era certa, sarebbero arrivati presto.
Remus assaporò la sensazione delle sue labbra soffici e umide sulle proprie, sensazione durata comunque troppo poco. Dandosi del pazzo e dell'incosciente per quello che stava provando, non attese oltre prima di sporgersi in avanti e ripetere quello che aveva fatto lei, solo con più trasporto e urgenza, come se da quel contatto dipendesse la sua stessa vita. Tonks sentì la sua mano ruvida premerle sulla guancia, quel gesto aveva tutto della dolcezza e del bisogno, il suo cuore saltò un battito per la commozione. Istintivamente si strinse a lui per cercare più calore, e anche perché lo voleva più vicino, voleva che lui sentisse che gli era vicina...voleva che capisse.
Ti amo...
In un impeto di desiderio irragionevole, Remus Lupin pregò il cielo che quell'istante non finisse mai. Tutto quello che fece fu abbracciarla, sentendola per la prima volta insieme a lui come mai prima d'ora: le sue piccole dita intrecciate tra i suoi radi capelli sparsi sulla nuca, il naso sottile che si strofinava contro il suo in un gesto carico di affetto e che poteva benissimo significare...
Amore.
Non posso.

"No" Tonks spalancò gli occhi e rimase senza fiato quando lui si staccò violentemente dal suo abbraccio, interrompendo il magico contatto.
Lupin si alzò, dandole le spalle e continuando a passarsi nervosamente la mano tra i capelli striati di grigio, bofonchiando a mezza voce quasi si trovasse da solo in quella stanza "E' stato un dannato errore, non possiamo, tutto questo non è giusto..."
"Allora spiegami perché dovrebbe essere sbagliato?!" esclamò Tonks al limite dell'esasperazione, mentre le lacrime tornavano a pungerle gli angoli degli occhi "Era tutto perfetto fino ad un attimo fa, prima che tu..."
"Non può esserlo per sempre!" ribatté il mago, voltandosi verso di lei. La sua espressione rasentava la disperazione, mentre la supplicava con gli occhi come quelli di un bambino "Non riesci a capire? Ti farei del male! Succede sempre, prima o poi! Alla prossima luna piena..."
"Sei tu quello che non vuol capire, Remus! Io sono pronta a correre i miei rischi pur di rimanere accanto all'uomo che amo, mentre tu, tu non sei pronto ad assumerti la responsabilità dei tuoi sentimenti, a quanto pare..." Tonks s'interruppe, senza abbassare gli occhi stavolta, che rimasero fissi e inesorabili su di lui.
Il mago restò immobile a sostenere quello sguardo caparbio, incredulo. Era dunque così? Tonks aveva visto, aveva capito che c'era qualcosa, che provava qualcosa per lei. Era stato il bacio che si erano appena scambiati. Si era scoperto per la prima volta con lei, lasciandosi guidare dall'istinto anziché dal senno, e così si era esposto troppo, dannazione...
"Dimentica quello che è successo, Tonks"
"Oh, no che non lo farò. Perché io so, adesso...tu mi ami, non è così, Remus Lupin?"
Dolce e amara, la sua voce ferma trapassò il silenzio della baracca fatiscente, colpendo nel segno.
Lupin scosse la testa in un gesto neutro, passandosi una mano sul viso.
"Non posso..." mormorò semplicemente "Non posso permettermi di amare qualcuno, Tonks. Tantomeno una creatura speciale come te"
La strega si mise a braccia conserte, appoggiandosi allo schienale del divano come se stessero sostenendo una conversazione come le altre "E perché non potresti, sentiamo? E ti prego, risparmiami i tuoi paternalismi sulla differenza d'età e la condizione economica, è roba vecchia..."
Lui le diede nuovamente le spalle, le braccia rigide, perché non sopportava quello sguardo acuto e sicuro di sé, che lo leggeva dentro quasi fosse stato un libro stampato.
"Perché sono un uomo che ogni luna piena si trasforma in un mostro pericoloso, ecco perché..." fece una pausa incerta, e Tonks capì chissà come che era arrivato il momento per lei di conoscere la verità. Niente più scuse. Il suo cuore prese a battere forte sotto la stoffa della veste "E poi, se non sono stato in grado nemmeno di proteggere il mio migliore amico, la seconda persona a cui tenevo di più su questa terra, quando aveva bisogno di me...come potrei sperare di prendermi cura di te?"
Remus Lupin chiuse piano le mani a pugno "Mi sono sentito così in colpa per quello che ho provato in quel momento. Capisci cosa significa? Sirius era il mio migliore amico e io...io ho temuto per te..."
Sospirò affranto, passandosi le mani sul viso in un gesto distrutto, ma in qualche modo liberatorio.
Tonks sentiva il sangue caldo pulsarle negli orecchi, le labbra semi aperte, l'espressione negli occhi spalancati sconvolta e insieme emozionata. Lupin avvertì il fruscio del mantello dietro di lui, i suoi passi piccoli e leggeri avvicinarsi, e infine le sue braccia sottili serrarsi da dietro intorno alla sua vita; e col sottofondo dei loro cuori che battevano all'unisono la sua voce calda, tenera e comprensiva:
"Oh Remus, io...io non potevo sapere. Credevo che...se solo tu me lo avessi detto prima..."
"Tu non hai colpa per quello è successo, Tonks. La colpa è solo mia"
Che per quanti sforzi faccia, non riesco a tenerti lontana da me...
"Sbagli, Remus, ad addossarti una simile responsabilità. E' da essere umani sentirsi così. Quello che è accaduto a Sirius poteva accadere anche a me...e io non ti avrei biasimato per questo"
"Tonks..."
Lei singhiozzava in silenzio col volto nascosto nella sua schiena, inzuppandogli la camicia di lacrime sincere. Ogni lacrima da lei versata, era come una spina che s'infilava nelle sue carni.
"No Remus, lasciami finire. Io...io lo so di non essere perfetta, sono capricciosa, inesperta e combino sempre tanti guai...ma ti prego...ti prego, lascia che io provi, almeno...lasciati amare da me...non respingermi..."
Sarebbe stato così facile, e nel contempo, era tutto così difficile.
Ma Remus Lupin era stanco di posporre se stesso e il suo cuore al dovere, alla cruda realtà della guerra in cui vivevano. Era stanco di vivere solo, di dire di no all'amore, quello vero, quello che riscalda l'anima quando fuori continua a nevicare e fare freddo, e che permette di andare avanti. E per che cosa, poi? Non era nemmeno riuscito a salvare la vita delle persone a cui teneva, dei suoi amici...non poteva rischiare di perdere anche lei, ed essere costretto a trascorrere gli anni che gli restavano da vivere con la straziante consapevolezza di non aver nemmeno tentato...
Lasciati amare da me.
E infine, era stanco di continuare quella battaglia che non sarebbe mai finita da solo. Forse era un desiderio egoistico da parte sua, ma arrivato a quel punto...arrivati a questo punto...non se la sentiva più di negare ancora una volta al mondo intero i suoi sentimenti, e a lei. La ragazza un pò impulsiva e confusionaria che rispondeva al nome di Ninfadora Tonks. La donna che l'avrebbe salvato da se stesso, se solo l'avesse lasciata fare...
Lasciati amare da me.
E in quel momento, decise di lasciarglielo fare.
"Mi dispiace" si voltò e prima di rendersene conto la serrò tra le sue braccia in una morsa soffocante, disperata. La ragazza ebbe un attimo di pura sorpresa, ma si riprese subito e semplicemente restituì l'abbracciò. Ad un certo punto il suo viso scomparve nel petto di lui e iniziò a singhiozzare rumorosamente, un pianto che sapeva di rabbia e insieme di sollievo.
"Non devi piangere, Tonks" mormorò il mago, impacciato.
"Oh Remus, è che tu sei così...così testardo!"
"Senti chi parla" ridacchiò più sereno lui, sollevandole il viso e baciandole piano le tempie "Chi era quella che mi ripeteva ogni santo giorno le stesse cose, e che s'infilava perfino nei miei sogni?" le diede un buffetto sul naso, e lei si lasciò sfuggire un tenue sorriso.
"Spero che un giorno riuscirai a sopportarmi..."
La giovane strega sorrise tra le lacrime, asciugandosele col dito "Lo sto già facendo...lo faccio da sempre, e tu nemmeno lo sapevi..."
Lui le prese il viso tra le mani e la baciò ancora, dolcemente.
Visto? domandò una voce dentro di lui che somigliava stranamente a quella di Molly Weasley E' bastato così poco...
"Dimmelo, Remus"
"Sì..."
"Dì che mi ami"
"Ti amo, Tonks..."
E fu semplice. Più semplice di quanto avesse mai osato pensare. Perchè adesso sapeva che per nulla al mondo avrebbe dovuto temere quel suo meraviglioso sentimento.

It's just another day
For you and me

***

"Mh..."
Ninfadora Tonks aprì disturbata gli occhi, accusando subito dopo il polveroso raggio di sole, araldo dell'alba appena sorta, che penetrava le assi di averla destata, interrompendo un sogno stupendo. Nel sogno, Remus l'abbracciava forte e la baciava un migliaio di volte almeno, con inaudita passione e coinvolgimento...ma si trattava solo di un sogno, come tutti gli altri che aveva avuto...oppure no?
Un sorriso di vittoria le attraversò le labbra. Tonks voltò la testa e lo trovò esattamente lì, al suo fianco, il suo sogno. A quanto pareva, la loro complicata situazione nel giro di qualche ora era diametralmente cambiata. Perché lei aveva vinto, finalmente, era riuscita a sciogliere il cuore dell'uomo-lupo più tenace di tutti i tempi...
Era così felice che per poco non si mise a ridere da sola. Stampò un bacio sulla guancia del mago addormentato che l'aveva stretta forte a sé per tutta la notte, come temendo di vederla in qualche modo svanire tra le sue braccia e lasciarlo solo. Ma ovviamente Tonks non ne aveva alcuna intenzione.
Remus Lupin aprì a sua volta gli occhi e sbadigliò. Spostando lo sguardo verso di lei le sorrise, un sorriso che nulla aveva della stanchezza e dell'avvilimento dei giorni passati, mentre quelle che si formavano intorno alla sua bocca erano lievi rughe di contentezza.
"Ciao"
"Buongiorno" sorrise una raggiante e di nuovo sbarazzina Tonks, sollevandosi a sedere sul divano, un po' troppo piccolo per tutti e due, e sporgendosi verso di lui per baciarlo.
Col prevedibile risultato che perse malamente l'equilibrio e finì a sedere sul pavimento duro e polveroso della Stamberga.
"Ahio!!"
Lupin emise una risata di cuore, mentre lei fingeva di ammusonirsi "Scusami...ti sei fatta male?"
"No...ma credo di aver rotto qualcosa..."
Remus rise ancora, mentre lei tornava rapidamente ad accucciarsi al suo fianco per non sentire freddo, appoggiando la testa sul suo torace e sfiorando con le dita le cicatrici che lo deturpavano.
"Dici che gli altri al rifugio si staranno preoccupando per noi?" domandò sottovoce la ragazza, con aria da cospiratrice.
"E' altamente probabile...ma sai una cosa? Non m'importa"
Col sottofondo delle risatine di Tonks, Lupin sorrise tra sé e sé, accarezzandole distrattamente i capelli corti sparsi sul suo petto. Poi, come se fosse stato colto da un improvviso pensiero, si puntellò su un gomito, fissandola negli occhi con aria stupita.
"Che c'è?" domandò lei, perplessa.
"I tuoi capelli..." indicò il mago.
Incuriosita, la ragazza si alzò e raggiunse un vecchio specchio incrinato appoggiato contro la parete.
L'immagine che quest'ultimo le rimandò, sebbene un po' meno nitida, fu quella di una giovane donna dal viso rotondo e roseo, dai vispi occhi azzurri e dai capelli rosa shocking che le sfioravano birichini le spalle, le punte arricciate e rivolte all'insù.
"Sono tornati com'erano prima" commentò Lupin, visibilmente sollevato.
Tonks rise, sfiorando le ciocche della sua chioma nuovamente luminosa, che immediatamente mutò colore, diventando di un bell'arancio splendente. Remus la raggiunse, abbracciandola teneramente da dietro.
"Alla fine, era davvero colpa mia..." mormorò, e lei percepì una nota di malinconia in quelle parole, pallido rimpianto di un passato che defluì liberamente dalla sua voce, come quando il caldo vento estivo trascina via con sé il freddo dell'inverno ormai lasciato indietro. Un ricordo che non avrebbe più fatto male. Non a loro, almeno.
"Posso chiederti una cosa, Tonks?"
"Tutto quello che vuoi, Remus"
"Fa in modo che sia per sempre..."

It's just another day for you,
You and me in paradise...



Fine



NdA: Ehm, che dite, me lo lasciate un commentino, o devo ritenermi un totale impiastro e ritirarmi a vita privata?^^

Messaggio speciale per la mia tessora: Se sei in ascolto, e se hai avuto il fegato di arrivare fino alla fine di questa orrida shotty, volevo dirti di non preoccuparti per la tanto agognata James/Lily, non l'ho mica dimenticata! La sto scrivendo, mentre questa era già pronta per la pubblicazione e non potevo rimandare ^^ Attendo con ansia tue notizie, Emy!!

E voi? Che fate ancora lì impalati?!! Filate a COMMENTARE, forza!!! Anzi, già che ci siete, perchè dopo aver commentato questa non andate ad aggiungere una recensione anche alle altre mie one-shot, rivedute e corrette di recente? Ecco i titoli!

Silvered Moonlight
Personaggi: James Potter, Lily Evans.
Riassunto: Tutto iniziò con un litigio, seguito da un bacio...sarebbe potuta finire lì, se non fosse stato per quel piccolo, insignificante particolare...

When September ends (Sequel SM)
Personaggi: James Potter, Lily Evans.
Riassunto: Una decisione presa per amore. Una decisione presa per lei, che era la sua unica ragione di vita. E non solo...

P.S. Sto scrivendo anche il sequel di WSE, s'intitolerà "Everything she wants"...sempre che a qualcuno interessi saperlo^^

Maybe I'll Go
Personaggi: Ron Weasley, Hermione Granger.
Riassunto: “Ti prego, cerca dentro di te e fammi sapere. Se ho sbagliato qualcosa, credo che me ne andrò. Lontana, nascosta. Per mai essere trovata. Solo fammi sapere...poi me ne andrò” Un amore vissuto oltre i confini del tempo e dello spazio. Un penoso addio, in una tiepida mattina di primavera avvolta dalla nebbia.

A (molto) presto. Ginny85.

  
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