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Autore: Itchi D Panda    21/04/2012    3 recensioni
Trunks e Goten incontrano due ragazze...ragazze con un oscuro passato alle spalle e che, in qualche modo, hanno avuto a che fare con i saiyan. Come andrà a finire??
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goten, Nuovo personaggio, Trunks
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3


I mesi passavano come le foglie spostate dal vento, le lezioni continuavano. Goten si accorse che c’era una materia per cui non era per niente portato: il latino. Nelle altre se la cavava, ma per quella lingua non sapeva come fare. In più non riusciva a prendere un voto decente: presto sarebbe cominciato il secondo quadrimestre e doveva impegnarsi per non rischiare di essere bocciato. Inoltre indovinate chi era la più brava della classe in questa materia…sì, proprio lei: Sara. Quel giovedì alla lezione di latino, più precisamente all’interrogazione:
-Qualcuno vuole venire volontario all’interrogazione? Ovviamente tranne la signorina Whitetiger che viene sempre.-
Sembrava quasi che una balla di fieno rotolava in classe, spinta da un vento in un campo desolato.
-A quanto pare nessuno. Bene allora mi divertirò a chiamare io…-
Il dito che scorreva sui nomi nel registro era come una coltellata ad ogni studente, terrorizzato. Il professore si fermò e dopo poco esclamò soddisfatto:
-Son! In piedi. Tu sai dirmi qualcosa?
-Ehm…ehm..beh io…direi che…cioè..sì penso…-
-Chiederò cose semplici, vista la tua media. Cose che si fanno al primo anno e che abbiamo ripetuto. Dovresti saperle. Sai dirmi come posso trovare alla prima lettura di una frase da tradurre un soggetto singolare o plurale?
-Beh ecco…io….eheh...-
Sara alzò la mano guardando il professore con un’aria supplicante e un po’ scocciata
-Non…non lo so prof!-
-Uhm peccato, dovrò aggiungere l’ennesimo meno. Whitetiger?-
-Bene allora. Un soggetto al singolare può avere le seguenti terminazioni: -a da non confondere un neutro plurale con un nominativo singolare, poi –us si osserva di quale declinazione appartiene…-
Sara era davvero brava, probabilmente le piaceva il latino. Ma Goten non riusciva a capire a cosa servisse tutto ciò. All’uscita da scuola si precipitò nel cortile, dove Sara e Alyah sarebbero passate per andare a prendere il pullman, non tenendo conto di Trunks che lo chiamava. Le incontrò come al solito che si dirigevano verso la strada e, raccolto tutto il suo coraggio, il saiyan chiamò:
-Sara? Scusami Sara…potrei chiederti una cosa?
-Sì dimmi.-
Quella ragazza fece un sorriso talmente bello che il povero Goten, ammaliato dalla sua bellezza, rimase per cinque secondi immobile a fissarla negli occhi
-Goten? Cosa dovevi chiedermi?-
-Ah sì..ecco…mi chiedevo se…saresti disposta a spiegarmi un po’ di latino ecco…io non ci capisco gran chè e dovrei recuperare…non so..se ti va la mattina all’intervallo magari…-
Lei ci pensò un attimo. Non aveva molta confidenza con quel ragazzo, però…in fondo le stava chiedendo aiuto. E va bene: l’avrebbe aiutato. Sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi e disse
-E va bene. Guarda,si sta facendo parecchio tardi e il pullman sta per partire. Ci mettiamo d’accordo domani, ok?-
-Ah..o-ok..va bene..per me è..è perfetto-
Facendo una faccia da ebete la salutò mentre lei correva con l’amica verso la fermata del pullman. Goten fissò le sue gambe snelle e toniche che si muovevano ritmicamente , completamente imbambolato, rosso e stregato da quella figura così bella. Risalì il suo profilo e prima che potesse scomparire si fermò per un secondo sul suo lato b che rimbalzò impercettibilmente appena lei saltò sul pullman. E infine i lineamenti del suo viso mentre rideva attraverso il finestrino. Poi un colpo alla nuca e si risvegliò dall’ipnosi
-Goten?? Ci sei??-
-Eh? Cosa? Sì…che c’è??
-Ti sto chiamando  da un quarto d’ora. Dobbiamo tornare a casa, chi la sente poi mia madre-
Era Trunks arrabbiato
-Sì,sì. Arrivo. Andiamo-
Spiccarono il volo e tornarono ognuno alla propria casa.
Il giorno dopo arrivò presto e all’intervallo Sara lo chiamò con un’agenda in mano
-Goten!Ehm, ho guardato l’agenda…se vuoi puoi venire a casa mia per le “lezioni” di recupero di latino-
Sottolineando lezioni e facendo i segni delle virgolette con le mani
-A…a casa tua?-
-Sì certo..- aprì l’agenda – Io sono libera di mercoledì alle 17:00, lunedì alle 19:00 e venerdì verso le 17:30. Poi vedi tu quando ci sei-
-Beh io…credo che mercoledì e venerdì va-vadano bene…-
-Perfetto. Allora possiamo cominciare oggi pomeriggio. Alle 17:00-
-S-sì..ok. Ma..perchè fai tutto questo per me? Cioè..io..-
-Beh…sei un mio compagno, che ha bisogno. Mi piace aiutare la gente. E poi…-
Si avvicinò a lui con un sorrisino, i loro corpi a pochi centimetri di distanza, i loro nasi ad un soffio. Goten si fece rosso fino alla punta dei capelli, immobile
-…e poi…sei carino-
La campanella suonò proprio in quel momento
-Villa Whitetiger. Periferia della città, la più grande-
Sara sparì nella folla degli alunni che si precipitavano in classe lasciando Goten incredulo e felice. Quel pomeriggio il saiyan si diresse verso la periferia in volo osservando bene tutte le villette
-Uhm…dev’essere quella lì. Cavoli quant’è grande. Mi dispiace solo per Trunks, l’ho lasciato da solo nelle “grinfie di tutti i compiti che ci hanno assegnato”, oggi dovevamo farli insieme..è meglio che atterri qui. La villa e vicina e non vorrei che mi vedessero-
Atterrò pochi isolati prima e si diresse verso l’abitazione. Goten era arrivato 10 minuti prima: visti i suoi soliti ritardi, almeno stavolta con lei voleva essere puntuale. Suonò al citofono collocato all’imponente cancello e attese.
                                                                                ……
Intanto in nostro Trunks,appena finito di studiare,aveva acceso il computer. Non c’era nulla che potesse interessarlo sul social network dove lui era iscritto. Non aveva nulla da fare: Bulma lavorava come sempre e Vegeta si allenava. Ma sì, certo. Sarebbe andato ad allenarsi con il padre, era da un po’ che non passava un po’ di tempo con lui diviso tra scuola, amici, uscite e quant’altro. Arrivò davanti alla Gravity Room e moderò la gravità, poi entrò:
-Ma cosa..?-
-Ciao papà!-
-Umpf! Cosa c’è di così importante da interrompermi!?-
Tuonò Vegeta con fare minaccioso e Trunks,per nulla intimorito conoscendo bene suo padre,rispose
-Posso allenarmi con te?-
-Tsk! E sia.-
Trunks non andava molto bene nel combattimento. Era fuori allenamento per i tanti impegni che aveva. Il padre lo mise al tappeto quasi subito.
                                                                                 ……
Il grande cancello si aprì tra due alberi di ciliegio già fioriti, e una signora sulla cinquantina si avvicinò al ragazzo:
-Sì? Tu sei?-
-Ehm, mi chiamo Goten. Sono stato invitato da Sara per le lez…-
-Sì,sì. Lei non è ancora tornata-
Si sistemò gli spessi occhiali e guardò Goten con gli occhi un po’ socchiusi
-Ma puoi aspettarla. Seguimi giovanotto-
La villa enorme si stagliava al centro di un giardino immenso, ricco di alberi, cespugli, siepi, fiori e quant’altro. In una parte più rialzata del giardino, che era una piccola collinetta, vi era un mastodontico gazebo, ricoperto di fiori a dovere, e sotto di esso un tavolino con tre sedie. Soprattutto c’era molta acqua. Il prato era percorso da miriadi di canali, alcuni imitavano alla perfezione corsi naturali , con aggiunta di piccole cascate e pietre coperte di muschio e ovunque sprizzavano fontane.
Entrarono in un ampio salotto che era arredato con mobili moderni, tappeti, quadri e tavolini. Le finestre erano enormi, più una vetrata che occupava tutta la parete e dava la vista su una parte del giardino: un piazzale libero  contornato da alberi di ciliegie e pesche. La luce inondava la stanza. Dopo circa 10 minuti che Goten attendeva, si sentì un rumore: era un elicottero che stava per atterrare sul piazzale descritto poco prima e proprio da lì saltò giù Sara. Diede il cinque a due ragazzi e salutò, mentre l’elicottero volava via. Aveva una tuta blu e bianca, che risaltava le sue sinuose curve, un casco blu e degli occhialini trasparenti. Poi aveva cinghie intorno a tutto il corpo, che lei stava slacciando, e un grosso zaino sulle spalle. Era vestita da paracadutista. Tolse occhialini e casco e scomparve. Poco dopo il portone si aprì e appena lei fu dentro urlò
-Sono tornata!-
Vide Goten seduto sul divano che la fissava intontito con occhi sbarrati e un leggero sorrisino da stupido sul viso.
-Oh, ciao Goten. Scusami se ti ho fatto aspettare: vado a cambiarmi e vengo subito da te-
Pochi secondi e quella donna sulla cinquantina che aveva aperto Goten arrivò correndo verso Sara
-Tigrotta mia! Stai bene?-
-Sì Monique, non ti preoccupare. Ascolta..- porse l’enorme zaino a Monique dicendo –Dallo a papà quando torna e digli che il paracadute si è rotto e ho dovuto usare quello di emergenza. Digli inoltre che è tutto apposto e non mi sono fatta niente, altrimenti ci mi guadagno un’altra bella ramanzina…vado a cambiarmi-
Non lasciò a nessuno il tempo di replicare che si precipitò su per le scale.
“Quella ragazza fa paracadutismo…”
Scese poco dopo con delle scarpe da ginnastica, dei leggins blu e una maglietta scollata lunga che le arrivava appena a metà coscia. I capelli legati a coda, qualche libro con due penne in mano e un filo di matita sugli occhi. Fece segno a Goten di seguirla
-Andiamo in giardino, si sta meglio-
La prima lezione di latino si concentrò sulle basi: I casi e le declinazioni. Mentre lei spiegava Goten guardava quei suoi occhi così inebrianti e non riusciva a capire una sola parola di quel che diceva, troppo incantato dalla sua bellezza
-E perciò abbiamo il nominativo, il genitivo……mi stai ascoltando??-
-Eh? Sì certo…- Veramente non stava ascoltando nulla
-Mmh..va bene. Comunque stavo dicendo…-
I suoi occhi scesero al collo delicato, contornato dalla collanina, e percorsero tutta la scollatura fino ad arrivare a fissare il seno. Sara se ne accorse e disse
-L’accusativo,il vocativo, piantala di guardarmi le tette e infine l’ablativo. Ora mi ripeti tutto e mi spieghi perché mi guardavi lì in quel modo.-
Goten si fece in men che non si dica rosso come un peperone
-Co-cosa? M-ma che dici? I-io n-non-
Prese a balbettare
-Ssssssì certo. Almeno ripetimi quel che ti ho detto.-
-Beh io…veramente…non ho capito..eheheh-
-Aaaaah!-
Sara sospirò e battendo la testa sul tavolino con fare disperato rispiegò tutto.

Mi sto divertendo a scrivere questa bella fanfic :D inoltre ringrazio i recensori e i lettori che mi seguono!! Ci sentiamo al 4° capitolo, non perdetevelo ;)
  
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