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Autore: Koe    16/11/2006    3 recensioni
La scuola di Hogwarts è stata chiusa e i ragazzi prendono strade diverse: alcuni continuano a studiare come possono, altri lavorano, altri si uniscono ai Mangiamorte. Intanto il trio parte alla ricerca degli horcruxes e Ginny fa strani sogni.
Genere: Generale, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grifondoro

 

 

 

 

"E' meglio se ci lasciamo."

Cosa? Non capisco. Perché mi vuoi lasciare?

"Non voglio che tu sia in pericolo per causa mia."

No. Aspetta. Io ti amo. Voglio stare con te. Dove stai andando? Fermati! Non lasciarmi sola! Ho paura. E' tutto buio qui. Non vedo niente. Dove mi trovo? Angoscia. Tormento. Questi sentimenti non sono miei. Chi c'è? C'è qualcun altro, lo sento. Ma non riesco a vedere niente. Chi sei? Rispondimi! Di' qualcosa, ti prego! Chi sei?

 

"Ginny, sveglia!"

La ragazza sussultò e sollevò di scatto le braccia per riparare gli occhi dalla luce accecante che entrava dalla finestra aperta. Si alzò a sedere sul letto con la testa ancora confusa, cercando di mettere a fuoco l'ambiente familiare della sua camera. In piedi davanti alla finestra, la sua amica la osservava leggermente preoccupata.

"Ginny, cos'hai? Ti senti male? Hai una faccia..."

"Non è niente, Hermione. Stavo solo facendo un sogno... Sono ancora un po' intontita, tutto qua. Ma che ore sono?"

"Le sette e mezza. Fra poco partiamo, pensavo volessi fare colazione con noi." La studiò attentamente con sguardo indagatore. "Ma sei sicura di stare bene? Che cosa hai sognato? Cioè, non è che magari è qualcosa di... serio..." cominciò, cercando di scegliere le parole più adatte.

"No, tranquilla, è tutto a posto. Era un sogno... strano, ma solo un sogno. Niente diari, serpenti, o cose simili," rispose cercando di sembrare convincente. "Allora è arrivato il gran giorno, alla fine. Mi sciacquo un attimo la faccia e sono subito da voi."

"Ok. Ti aspetto giù."

Mentre l'amica la precedeva al piano di sotto, Ginny passò dal bagno a darsi una sistemata veloce e poi scese le scale per raggiungere la cucina. Appena messo piede sull'ultimo gradino, si rese conto della tensione che regnava nella stanza: sua madre stava distribuendo nei piatti uova e pancetta con gesti irati e con una faccia imbronciata, mentre i ragazzi rimanevano in silenzio a testa bassa, cercando di evitare il suo sguardo.

"Buongiorno a tutti!" salutò lei allegramente, cercando di spezzare la tensione. Non ebbe molto successo, per cui non disse altro e si diresse all'estremità del tavolo opposta rispetto a quella dove si trovava Harry.

"Buongiorno cara, siediti e mangia finché è caldo," le rispose sua madre con un sorriso tirato, mentre faceva fluttuare la padella verso il lavello. Poi si sedette e cominciò a mangiare con la stessa aria imbronciata di prima. Intorno al tavolo regnava un silenzio innaturale, rotto solamente dal rumore delle posate che grattavano sui piatti.

"Sentite ragazzi," cominciò la signora Weasley, alzando finalmente lo sguardo.

"Mamma, ne abbiamo già discusso migliaia di volte. E' inutile che ricominci perché tanto non cambieremo idea," la interruppe Ron.

"Ma io non sono affatto d'accordo!" sbottò appoggiando violentemente le posate sul tavolo. "Insomma, siete solo dei ragazzini, non potete..."

"Signora, lo sappiamo che è pericoloso," intervenne Harry. "Ma dobbiamo farlo comunque, è importante. Silente mi ha dato questo incarico e lui si fidava di noi..."

"Lo so che si fidava di voi, ma comunque lui era sempre presente e pronto a intervenire in caso di pericolo. Ma adesso che è morto, chi potrà accorrere in vostro aiuto? Nessuno, visto che non sappiamo dove state andando e cosa avete intenzione di fare."

"Silente mi ha detto di non parlarne con nessuno."

"Ma Silente è morto!" gridò la donna alzandosi di scatto. Ron subito le si avvicinò e la fece rimettere seduta, carezzandole la spalla nel tentativo di calmarla.

"Vede, noi capiamo il suo punto di vista," intervenne ragionevolmente Hermione. "Ma si tratta di una questione molto delicata, una fuga di informazioni causerebbe danni irreparabili."

"Questo lo capisco, ma almeno parlatene con Remus o con Minerva. Dopo la morte di Silente sono loro che si occupano dell'Ordine, sono praticamente i suoi successori. Dite almeno a loro quello che volete fare, avete bisogno dell'aiuto di un mago adulto." Oramai la sua voce aveva perso vigore e aveva assunto il tono di una supplica. Hermione cercò con sguardo il sostegno dei due ragazzi, poi riprese a parlare tentando di essere il più convincente possibile.

"Se dovessimo trovarci in pericolo, se avessimo bisogno di aiuto, giuro che ci rivolgeremo subito a loro. Ma finché si può, è meglio coinvolgere meno gente possibile. Per ora la situazione è sotto controllo. E poi siamo in tre: se dovesse accadere qualcosa di imprevisto ci aiuteremo a vicenda."

La signora Weasley non sembrava per niente tranquillizzata, ma non le venne in mente niente da ribattere. Sapeva che qualunque cosa avesse detto sarebbe stata inutile, perché ormai avevano preso la loro decisone. Rimase perciò a guardarli con occhi lacrimosi senza aggiungere altro.

"Bene, credo sia giunto il momento di partire," disse Harry battendosi le mani sulle cosce con aria imbarazzata, rompendo così il silenzio che si era creato. Gli altri due, come rispondendo a un tacito ordine, si alzarono da tavola e si avvicinarono alle borse da viaggio.

"Ciao mamma, dobbiamo andare. Ma stai tranquilla, vedrai che saremo di ritorno prestissimo e tutti sani e salvi," cercò di consolarla Ron.

A quel punto si alzarono anche la signora Weasley e Ginny per fare gli ultimi saluti. La madre, per nulla rassicurata dalle parole del figlio, abbracciò tutti piangendo, stringendoli così forte da farli quasi soffocare. Ginny riuscì ad evitare le lacrime, ma anche lei abbracciò calorosamente la sua amica e il fratello. Quando si trovò davanti Harry, però, venne presa da un senso di disagio e si fermò a guardarlo indecisa sul da farsi; alla fine optò per una pacca sulla spalla e qualche incoraggiamento poco convinto, poi si allontanò rapidamente dal gruppo e tornò verso il tavolo. La madre invece rimase in piedi sulla soglia accompagnando i ragazzi con lo sguardo fino a quando li vide smaterializzarsi al di là dello steccato, poi tornò affranta ad accasciarsi sulla sedia accanto a quella dove era seduta la figlia.

"Che tempi crudeli!" borbottò sorseggiando una tazza di te. "Non è giusto che una madre debba salutare i propri figli col dubbio di non rivederli più. ogni volta che uno dei tuoi fratelli esce di casa mi sento morire. Meno male che almeno tu sei sempre qui con me."

"Ecco... a questo proposito dovrei dirti una cosa," iniziò Ginny esitante.

"Che cosa?" chiese la madre voltandosi di scatto verso di lei, con una punta di apprensione nella voce.

"Dunque, domenica scorsa ho parlato con Fred e George e loro mi avrebbero offerto un lavoro part-time nel loro negozio..."

"Non se ne parla nemmeno!" tuonò la signora Weasley. "Cosa salta in mente a quei due disgraziati? La prossima volta che mi capitano sotto mano mi sentono!Offrire un lavoro alla loro sorellina, ma sono impazziti?"

"Non  è questo il punto, mamma," spiegò cercando di mantenere la calma. "Che sia da loro o meno, ho comunque intenzione di trovarmi un lavoro."

"Ma hai solo sedici anni! Dovresti studiare, non lavorare! E poi è troppo pericoloso andare a Diagon Alley!"

"Non più che stare a casa, mamma, vedi anche tu che in ogni caso il tuo orologio indica sempre 'pericolo mortale'. E poi non posso mica stare a studiare tutto il giorno!"

"A scuola lo facevi."

"A scuola ero con un sacco di gente, mi divertivo anche! Non è lo stesso che stare chiusa in camera tutto il giorno. L'hai detto tu: ho sedici anni. Ho bisogno di uscire, di vedere altre persone."

"Ma come farai con i tuoi studi? Non volevi diventare medimago? Come farai se lavori?"

"E' un lavoro part-time, mamma, avrò mezza giornata per studiare. Ti assicuro che non rimarrò indietro e prenderò i M.A.G.O. regolarmente, entro due anni."

"Senti Ginny, io mi fido di te e so che se sei una ragazza seria e che se dici che studierai vuol dire che lo farai. Posso anche sforzarmi di capire le tue esigenze, il fatto che tu voglia incontrare altra gente, ma questo non toglie che Diagon Alley sia un posto pericoloso. Hai visto cos'è successo a Florian!"

"Lo so, ma come ho già detto ora come ora non si può essere al sicuro da nessuna parte. Se dovesse accadere qualcosa è sempre meglio che io sia con i miei fratelli piuttosto che con degli sconosciuti."

"E' vero, però..." ma non riuscì a trovare niente da ribattere. Per quanto la cosa la infastidisse, non potè negare che il discorso della figlia fosse piuttosto ragionevole. Riprese in mano la tazza sorseggiando il te con aria rassegnata. "Va bene, fai come vuoi. A me non resta altro da fare che pregare che questa guerra finisca presto."

 

 

* * * * *

Ciao a tutti! Eccomi qui con un'altra fic, spero che questo capitolo introduttivo vi sia piaciuto. E' la prima volta che scrivo una storia dalla trama complessa e che coinvolge tutti i personaggi, per cui sono molto gradite recensioni, consigli, suggerimenti... fatemi sapere cosa ne pensate!

Alla prossima! Koe

  
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