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Autore: Angye    23/04/2012    1 recensioni
La storia inizia nell'episodio 3x14 "Un istante per sempre". Cosa sarebbe accaduto se Brooke fosse tornata di notte da New York, ma le scuse di Lucas non fossero bastate a giustificare la presenza di Peyton nel suo letto? Una lite che sconvolgerà gli equilibri, portando Brooke lontana da Tree Hill per un intero anno. Quando tornerà sarà ancora innamorata di Lucas? E lui di lei?
Storia sospesa, ma non abbandonata; riprenderà non appena possibile
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brooke Davis, Lucas Scott, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La doccia rilassò Brooke a punto che si ritrovò accovacciata nella vasca, intenta a massaggiarsi i capelli col balsamo francese alla vaniglia. Aveva insaponato le braccia e le gambe con il sapone depilante e adesso doveva risciacquare. Parigi era il paese perfetto per le donne come lei, innamorate dei profumi, dei bei vestiti. Ma era anche un luogo ricco di arte e cultura ed era felice di essere tornata molto più acculturata e raffinata da quel lungo soggiorno in Francia.
Adesso si sentiva più all’altezza dei suoi amici, di Haley e Peyton, sebbene la prima non le avesse mai fatto pesare niente di tutto ciò.
Si alzò e si risciacquò, passando le dita tra i capelli ondulati, tamponando le zone più delicate con una spugna celeste. Improvvisamente, quasi come a spezzare l’incantesimo di nebbia e profumo in cui si era abbandonata, udì un picchiare sulla porta del bagno e una voce. – Brooke, Brooke, va tutto bene? .- stava chiedendo Lucas.
- Lucas?-
- Si, sono io, Brooke, è quasi un’ora che sei lì sotto, il tuo cellulare sta squillando, credo sia Daniel.- le disse il ragazzo, la cui voce le arrivava ovattata dalla porta.
- Oh, cielo, arrivo subito!- esclamò, maledicendosi mentalmente. Si era persa e non si era resa conto di quanto tempo fosse passato. Si avvolse nell’asciugamano, sistemandosela sotto le braccia e intorno a corpo. Si frizionò in fretta i capelli con un asciugamano più piccolo e corse fuori.
Lucas se ne stava davanti allo specchio e alla cassettiera, ad osservare le foto che lei vi aveva attaccato la sera prima: una con lei e Daniel, di fronte alla Torre Eiffel, un’altra con lei, Daniel e Marié, la sua compagna di stanza alla scuola francese e poi una vecchia foto di tutti loro, lei, Haley, Nathan, Lucas, Peyton, Mouth, perfino Skills, Rachel e Bevin. Quando la sentì uscire si voltò e arrossì nel vederla in asciugamano.
- Scusami, Brooke, io…ecco, il tuo telefono squillava…e io…- balbettò, abbassando gli occhi, sebbene di tanto in tanto il suo sguardo saettasse – non controllato – lungo il profilo sottile e morbido della ragazza, sul viso bagnato.
- Va tutto bene, Lucas, scusami tu, mi ero quasi addormentata. – avanzò verso di lui stringendosi nell’asciugamano, per prendergli il telefono dalle mani.
Il ragazzo ne sentì il profumo dolce e leggero ancor prima che lei gli arrivasse davanti e si rese conto che Brooke era già sparita dal suo campo visivo, nascosta dietro il separé posizionato accanto all’armadio.
- Daniel?- le sentì dire. Probabilmente lo stava chiamando. – Perdonami, ero sotto la doccia, state arrivando? Venti minuti? Certo, non ci sono problemi, a dopo, anche io ti amo. – poi riagganciò.
Lucas rimase imbambolato sulla porta, senza saper bene come comportarsi.
Intravide Brooke che agguantava un abito glicine dall’armadio, sentì il frusciare degli asciugamani e li vide cadere per terra – dato che il separé non toccava terra ma era tenuto su da due gambe sottili ai lati – e vide le sue caviglie sottili infilarsi nell’abito.
Brooke ne uscì pochi attimi dopo. Parve sorpresa di vederlo ancora lì. – Lucas, credevo fossi di sotto.- gli disse, sfrecciandogli accanto per prendere qualcosa dalla cassettiera. Gli diede le spalle e Lucas vide che il vestito aveva una cerniera sulla schiena che lei non aveva ancora chiuso.
Si mosse lentamente, quasi timoroso che lei gli sfuggisse. Si stava guardando allo specchio, alternando un paio di orecchini, accostandoli prima ad un orecchio poi alla altro.
I capelli bagnati le gocciolavano sulla schiena liscia. Quando se lo vide alle spalle sussultò.
- Hai bisogno di aiuto?- le disse, indicandole la schiena. Lei annuì, perplessa, tornando a concentrarsi sui gioielli.
Il ragazzo accostò le dita ai lembi di stoffa chiara e afferrò la cerniera con le dita tremanti. Poteva intravedere la fine della schiena di Brooke, i buchi di venere che spiccavano sulla pelle.
Tirò verso l’altro e, mentre lo faceva, le passò un dito sulla pelle, verso l’alto, asciugandole le gocce d’acqua. Lei parve stranita di quel contatto, perché si scansò non appena avvertì la stoffa stringersi intorno al corpo. Si voltò a guardarlo, tesa. - Sei stato molto gentile, Lucas, mi dispiace di averti fatto perdere così tanto tempo, davvero, perdonami. – gli disse, raggirandolo per infilare un paio di scarpe alte e chiare. Lucas la seguì con lo sguardo, mentre lei tornava in bagno per prendere il phon.
- Le lasagne sono in forno, vuoi che le spenga?- le domandò.
Lei parve scontenta: forse voleva che andasse via. Forse era semplicemente perché era in ritardo.
Forse entrambe le cose.
La vide annuire, quasi a volerlo far uscire al più presto da quella camera.
La ragazza asciugò in fretta i capelli ramati che raccolse in un elegante chignon, come le aveva insegnato Daphne. Tornò allo specchio e si infilò gli orecchini di perle, poi si passò un lucidalabbra pesca e mise un po’ di mascara. Aveva caldo, le guance le si arrossarono naturalmente e non dovette ricorrere al blush. Come ultimo tocco, si spruzzò una goccia del profumo che David le aveva regalato il giorno del suo compleanno, alcuni mesi prima. Scese di sotto, incerta di come comportarsi con Lucas.
Sembrava strano, sovrappensiero, non le piaceva il modo in cui le aveva chiuso il vestito.
Poi si ritrovò a rimproverarsi da sola: Lucas amava Peyton, erano felici, loro due erano solo amici, lui era stato gentile e premuroso ad aiutarla sprecando un sacco di tempo.
Scese le scale in fretta, mancavano pochi minuti all’arrivo di Daniel e dei suoi suoceri e non voleva che il suo ragazzo trovasse Lucas in casa sua.
 
Lucas attese che Brooke fosse arrivata in cucina per ammirarla: era bellissima ed elegante.
Provò una strana sensazione a vederla, così bella e cresciuta, al pensiero che tutta la fatica che si era arrecata quel giorno era stato per l’amore che provava per un altro ragazzo.
Lei sorrise. – Oh, Lucas, come posso ringraziarti?- gli chiese, avvicinandosi al ripiano di marmo sul quale lui aveva posato le lasagne.
- Smettendola di ringraziarmi. – rispose.
Brooke rise. – Va bene.- gli disse.
Poi si avvicinò alla tavola, in sala da pranzo, già apparecchiata e vi sistemò il vassoio argentato, dando gli ultimi ritocchi.
- Ecco fatto.- disse, ammirando la tavola.
- Ci tieni parecchio a questo pranzo, eh?- le domandò, avvicinandosi.
Lei annuì. – Daphne e Albert sono due persone deliziose, sono stati molto gentili con me, mi hanno accolta nella loro famiglia e trattata con cortesia in ogni occasione. Sono felice di esserne parte.- gli spiegò.
Lucas si ritrovò a pensare, con una punta di amarezza, che un tempo lei faceva parte della loro famiglia: lui, lei, Karen, Keith. Adesso, invece, era parte della famiglia Bennet.
- Lucas? Ti vendo pensieroso. Tutto bene con Peyton?- gli chiese con semplicità, e non come se stesse parlando della ragazza con cu l’aveva tradita, della sua migliore amica con cui l’aveva fatta soffrire.
- Si, tutto bene.- rispose. Il fatto che Brooke avesse nominato Peyton gli fece tornare alla mente la sua ragazza: i riccioli biondi, gli occhi chiari. Non voleva che lei soffrisse, come aveva potuto avvicinarsi a Brooke in quel modo, rimanere a casa sua, abbottonarle il vestito?
Lui era l’eroe della ragazza con gli occhi tristi, amava la ragazza con gli occhi tristi.
- Lucas?- ancora una volta la voce di Brooke s’insinuò tra i suoi pensieri. Sollevò lo sguardo, per ritrovarsela a qualche metro, che lo osservava preoccupata.
Lucas si morse la lingua, si sentiva in colpa, frustrato, arrabbiato con se stesso.
Il campanello suonò e Brooke spalancò gli occhi verdi e spaventati così di botto che Lucas provò l’impulso di abbracciarla e dirle che andava tutto bene.
La ragazza tentennò qualche istante, alternando nervosamente lo sguardo da lui alla porta e il ragazzo capì: probabilmente Daniel non sarebbe stato felice di trovarlo lì.
Un senso di soddisfazione e sfida lo pervase: voleva vedere la gelosia negli occhi di lui, a vederlo lì, in casa, con lei.
Al secondo squillo, Brooke scosse il capo e si avviò verso la porta, Lucas la seguì, restando alle sue spalle.
La ragazza aprì la porta e si ritrovò davanti i suoi suoceri: Daphne, i capelli castani e gli occhi nocciola, le labbra sottili e il naso diritto, avvolta in un abito di seta pesca. Albert, i capelli ormai grigi e i baffi ben curati, sempre impeccabile in giacca e cravatta. I due si sporsero in contemporanea per abbracciarla.
- Daphne, Albert, che piacere vedervi, entrate vi prego.- li invitò lei.
- Brooke, mon petit, sei stupenda.- sorrise la donna, tenendole le mani. Albert annuì, con gli occhi luminosi.
Nessuno parve far caso alla presenza di Lucas, che assisteva alla scena come se non si trovasse lì.
Improvvisamente ci fu un fracasso, come di passi di corsa, poi Brooke sparì. Lucas batté le ciglia e si sporse fuori, per cercarla e la vide: un ragazzo alto quanto Daniel – ma che non era Daniel – la stava facendo roteare, ignaro delle sue risate di protesta.
- David, mettimi giù, ti prego, ho la gonna.- sbraitava lei.
- Ti sono mancato, principessa?- le chiese il ragazzo, con voce profonda.
- E tu che ci fai qui?!- esclamò lei, tra una risata e l’altra.
- Dave, mettila giù, piantala!- esclamò Daniel, al suo fianco, guardandolo scocciato. – E non chiamarla principessa- aggiunse, strappando la sua ragazza dalle mani di suo fratello.
Brooke si ricompose, mentre Albert e Daphne ridevano, sconsolati.
David si sporse per scoccare un bacio in fronte a Brooke, che lo spinse via, giocosamente.
Quando Daniel fece per entrare in casa, si ritrovò di fronte a Lucas.
Brooke si affrettò a raggiungerli. – Albert, Daphne, David, voglio presentarvi il mio amico Lucas.- spiegò la ragazza, mentre la coppia gli porgeva la mano gentilmente.
- Lucas. – mormorò Daniel, guardandolo con gli occhi ridotti a due fessure. – Come mai qui?-
- Lucas è venuto per riportarmi un orecchino che avevi perso al locale ieri sera, ricordi amore, il locale di Karen.- disse Brooke, prendendogli un braccio. – E’ appena arrivato e stava per andare, ma io ho pensato che gli avrebbe fatto piacere conoscere i miei futuri suoceri.- aggiunse, con dolcezza.
Le parole di Brooke parvero fare effetto immediatamente, Daniel si rilassò all’istante, quasi fiero di lei e Lucas parve potesse leggergli nella mente quello che stava pensando: uno a zero per me, Lucas, la mia principessa ti presenta i suoceri, per farti capire che ama me.
L’attenzione del biondo fu poi attirata dal fratello più piccolo, che stava entrando: David somigliava nei tratti dei viso al fratello, sebbene i suo capelli tendessero al biondo e aveva gli occhi di un verde più scuro. Era alto quanto il fratello maggiore, anche lui ben piantato. Aveva un sorriso aperto e smagliante, furbo, arrogante,  ma non presuntuoso o superbo.
- Lucas eh? Molto piacere, io sono David Bennet, il fratello di Daniel e colui che gli soffierà la ragazza.- gli disse, strizzandogli l’occhio.
- Buon per te, figliolo.- intervenne Albert, ridendo.
- Oh, Albert! David, sei imperdonabile, sei fortunato che la nostra Brooke non si offenda.- li riprese Daphne, come una mamma avrebbe fatto con due figli indisciplinati.
Brooke se ne stava nel mezzo tra Daniel e David, sorridendo divertita e a Lucas parve abituata a scene del genere. David le diede una gomitata e lei ricambiò prontamente. Sembravano in sintonia, come un tempo lo erano stati loro, da amici.
- Adesso devo andare, Brooke. Mi ha fatto davvero piacere conoscervi signori Bennet, spero che le lasagne siano di vostro gradimento. Brooke si è molto impegnata per questo pranzo.- aggiunse.
- Piacere nostro, ragazzo.-
- Arrivederci, Lucas.- lo salutò Daniel, guardandolo con fare condiscendente.
- Daniel, accompagna i tuoi in sala da pranzo, io arrivo subito, d’accordo?-
Lui parve restio ad allontanarsi, finché David non lo prese per il collo. – Muoviti, fratello, non credi  di essere un tantino pressante?- gli stava dicendo, portandolo via.
Brooke tenne la porta aperta mentre Lucas usciva. – Io, ti chiedo scusa per la bugia, ma, vedi, Daniel non avrebbe mai capito. Sono davvero mortificata.- gli disse.
- E’ colpa mia, Brooke, non avrei dovuto salire al piano di sopra.- le disse, con le mani in tasca.
- Non è successo niente, noi lo sappiamo, ma non credo che Daniel e Peyton sarebbero dello stesso avviso. C’è stata troppa…confusione, prima, cerchiamo di mantenere i rapporti tranquilli, d’accordo?- gli chiese.
- Certo, Brooke. Io amo Peyton e tu ami Daniel. E sono davvero felice per voi.-
Lei sorrise apertamente, rassicurata. – Non sai quanto mi fai felice, avevo bisogno della tua approvazione, sei il mio più caro amico.- gli disse. – Grazie ancora, per tutto. Troverò il modo di sdebitarmi. – aggiunse, prima di chiudere la porta.
Lucas si ritrovò a camminare  verso l’auto, pensieroso: l’attrazione fisica che lo aveva sempre spinto verso Brooke non era svanita, doveva essere stato quello a confonderlo, quel giorno.
Annuì, rassicurato: Brooke era una ragazza bellissima, fantastica era normale essere attratto da lei.
Chiunque ne sarebbe stato attratto. Ma lui amava Peyton, la sua ragazza dagli occhi tristi.
Salì in auto, diretto verso casa di lei. Durante il tragitto, i momenti vissuti a casa di Brooke gli parvero frutto della sua fantasia e si ritrovò a ridere di se stesso e di quanto era diventato emotivo.
Le aveva solo chiuso la cerniera del vestito, dannazione, non doveva farsi strane paranoie.
Eppure quanta confidenza si prendeva quel David. Non gli piaceva per niente.
Arrivò sotto casa di Peyton e la chiamò. – Sono sotto da te, posso salire?- le chiese.
Lei parve più infastidita che sorpresa. – Va bene.- gli disse.
Entrò in camera sua e la trovò intenta a disegnare. – Tutto bene?- le chiese.
- Si, tu? Che ci fai qui?-
Lucas rifletté un attimo se fosse il caso di dirle o meno di Brooke e delle lasagne. Optò per il no, perché non voleva creare drammi inutili. Ma poi ci ripensò, non voleva nemmeno che lei lo venisse a sapere per vie traverse e saltasse a chi sa che conclusioni.
- Vengo da casa di  Brooke. Sono passato un secondo per portarle delle lasagne, ne aveva bisogno perché  oggi aveva i suoceri a pranzo.- scandì attentamente le parole, cercando di farle passare con indifferenza.
Vide Peyton stringere le dita intorno alla matita. – Non poteva andarci un fattorino?- chiese.
- Oh, oggi il locale era davvero pieno, nessuno poteva, io stavo andando via e così…-
Lei annuì, sebbene stesse fremendo di rabbia. – E così ti sei offerto tu. – completò.
- Peyton, non pensare a male, le ho dato le lasagne, le ho spiegato come scaldarle e sono andato via. Sulla porta ho incontrato i Bennet, ci siamo presentati e sono andato via. Pensa che Brooke ha perfino voluto pagarmi!- aggiunse, per sottolineare l’impegno lavorativo che lo aveva spinto ad andare. Bugiardo. Si sentiva un vero bastardo, ma come avrebbe potuto spiegare a Peyton l’insieme caotico di sentimenti che lo aveva spinto ad agire, quel pomeriggio.
La ragazza parve rilassarsi. Tornò a disegnare, i capelli dorati le incorniciavano il viso, era davvero bella. – Oggi ho chiamato la scuola d’arte a Savannah.- disse lei, d’un tratto.
Lucas si raddrizzò, ascoltandola interessato. – Parto domani, tornerò Martedì.- gli disse.
Era Mercoledì, sarebbe stata via sei giorni. – Sei giorni? Ci vuole così tanto per un colloquio?!-
- Non sono l’unica ad avere un colloquio. E poi potrò assistere ad un paio di corsi, giusto per capire come funziona.- gli spiegò.
Lui incrociò le braccia, scontroso. – E che farò io, sei giorni senza di te?- le chiese.
Lei sorrise, felice per quel comportamento, per il fatto che lui non volesse lasciarla andare.
Si alzò e lo raggiunse, lo baciò e lui la cinse, tirandosela sopra mentre si stendeva sul letto.
- Conterai i giorni fino al mio ritorno.- gli disse in un sussurro all’orecchio.
Lucas rise, reprimendo un brivido. Amava Peyton, come aveva fatto a dubitarne?
La strinse, cercando di ricordare a se stesso quanto era fortunato ad avere accanto quell’angelo biondo. Quando stava con Brooke, quante volte l’aveva rimpianta, desiderata?
Lei era sua adesso, non se la sarebbe fatta scappare, non l’avrebbe persa per delle sensazioni dettate probabilmente dal fatto che non vedeva la ragazza dai capelli ramati da mesi e che si sentiva ancora in colpa nei suoi confronti.
Peyton lo baciò, prima sulle labbra, poi sulla guancia, poi sul collo. Lucas chiuse gli occhi, rilassato.
- Sai di salsa.- mormorò lei, mentre gli sbottonava la camicia.
  
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