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Autore: uri    24/04/2012    2 recensioni
Questa è una raccolta di flash-fic con i personaggi di FFVIII alle prese con la vita di tutti i giorni dopo lo scontro con Artemisia.
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ricordo (Rinoa/Angelo)
 
 
 
POV   Angelo
 
 
 
Dormire era così rilassante, soprattutto su un letto soffice soffice.
- Angelo!-
Sentì qualcuno che mi chiamava e poi un fischio, quel suono lo avrei riconosciuto dovunque. Mi svegliai completamente e con un saltello scesi dal letto. Percorsi il breve tratto che mi separava dalla mia amica e, quando fui giunta a destinazione, mi sedetti davanti a lei scodinzolando.
- Eccoti!- disse, sorridendomi e mi accarezzò la testa.
Poi si accucciò e guardandomi mi disse:- Ti va di andare a fare una passeggiata?-
Mi alzai e iniziai a muovere la coda più velocemente, felice per la proposta. Lei si alzò e con un gesto mi disse di seguirla.
Uscimmo dal Garden ed entrammo in un boschetto lì vicino.
Dopo aver trovato un piccolo spazio d’erba dove sedersi e aver controllato che non ci fossero mostri in giro, ci sdraiammo: lei a pancia in su e io a pancia in giù.
C’era un sottile venticello che muoveva le fronde degli alberi, lei prese ad accarezzarmi il pelo sul dorso dolcemente. Che bella sensazione!
- Angelo, ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrate?- disse ad un tratto, mettendosi a sedere. Alzò lo sguardo verso il cielo, forse stava ricordando il nostro primo incontro.
La imitai e intanto il ricordo mi riaffiorò alla mente…….
 
 
 
 
Stava piovendo forte. Le gocce di pioggia ticchettavano sul vetro del negozio dove mi trovavo. Mia sorella stava sonnecchiando accanto a me e il suo respiro mi faceva da ninna nanna. Chiusi gli occhi e scivolai in poco tempo nel sonno. Il rumore di una campanella che suonava mi svegliò. Conoscevo quel suono, era arrivato un cliente. Mi alzai, facendo cadere mia sorella che si svegliò con un guaito. Andai verso il vetro seguita da altri cuccioli come me che volevano avere una casa.
 Una ragazza dai capelli neri ci guardò attentamente uno per uno.
Quando fu il mio turno, la ragazza mi rivolse uno sguardo intenso e mi sorrise.
Si allontanò e poi ritornò con il proprietario del negozio che le chiese quale voleva. Lei mi indicò e la mia coda si mosse automaticamente, stavo per essere adottata. Il proprietario mi prese e mi mise tra le sue braccia.
Il contatto tra la sua pelle e la mia pelliccia fu molto piacevole, le leccai la faccia per la felicità. Lei rise e, dopo aver pagato, mi portò fuori.
Mi girai per vedere un’ultima volta mia sorella. Era triste lasciarla ma ero sicura che anche lei presto avrebbe trovato una casa.
La ragazza aprì uno strano arnese che ci protesse dalla pioggia e, sempre tenendomi in braccio, si incamminò verso una galleria.
Arrivate a destinazione la ragazza mi mise giù e chiuse lo strano arnese, scuotendolo. Poi si sedette sopra una specie di tavola e mi pose accanto a sé.
- Eccoci qui. Allora io mi chiamo Rinoa Heartilly, piacere di conoscerti!- disse sorridendomi.
Rinoa. Era questa il suo nome. Mi piaceva!
- Adesso bisogna trovare un nome anche a te.-
Un nome!? Che bello avrei avuto un nome!
Posai le zampe anteriori sulle sue gambe in attesa del fatidico nome. Rinoa iniziò ad elencare vari nomi. Mi piacevano tutti ma lei non sembrava molto convinta. Guardò davanti a sé e reclinò la testa di lato. Seguì il suo sguardo e vidi sulla parete uno strano disegno.
Un essere umano con un paio d’ali bianche. Che strano. Da quando gli umani volano? Lo strano umano alato stava guardando in basso, in direzione di un altro essere umano che ricambiava lo sguardo.
Rinoa guardava ammaliata il disegno, come se fosse sotto un incantesimo.
Le leccai la mano e lei si voltò subito a guardarmi.
Non sapevo quanto tempo restammo a guardarci ma, come le figure nel disegno, non riuscivo a staccare gli occhi dalla mia amica. Ad un tratto lei sorrise e mi accarezzò la testa teneramente.
- Ho deciso che nome darti.-
Le salì sulle gambe e poggiai una zampa sul suo petto. La coda ormai si muoveva senza più controllo, ero curiosa ed eccitata.
- Angelo. Ti chiamerò Angelo.-
Angelo. Soppesai quella parola. Non sapevo perché ma mi piaceva e suonava anche bene.
Per dirle che ero felice del nome le leccai una guancia. Lei rise e posò un bacio sulla mia testa. Mi prese di nuovo in braccio e, vedendo che aveva smesso di piovere, si incamminò per una strada portandomi con sé.
 
 
 
 
 
 
Un battito di ciglia. Il ricordo finì, ma era ancora vivido nella mia memoria. Rinoa si girò verso di me e mi accarezzò la testa.
- Sai, ho proprio indovinato a darti quel nome quella volta. Ormai sei diventata il mio angelo custode.-
Mi dette qualche colpetto sulla testa e io in risposta le leccai la mano. Rinoa si ridiscese sull’erba ed iniziò a cantare una canzoncina a bassa voce che mi fece addormentare.
Dormire su un letto era rilassante, ma dormire sull’erba accanto a Rinoa lo era ancora di più.
 
 
 
 
   
 
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