Fanfic su artisti musicali > The Wanted
Segui la storia  |       
Autore: Breathinfire_    27/04/2012    1 recensioni
- A volte devi solo farlo vincere. - le disse - Perché perdere una discussione è più facile che perdere lui. -
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

- Sei sveglia? - le sussurrò all'orecchio, accarezzandole dolcemente i capelli.
Guardarla mentre dormiva, lo inteneriva più della vista di un gattino appena nato.
La piccola mugugnò qualcosa di incomprensibile per lui e portò, di scatto, la coperta al viso. Voleva dormire ancora un po'.
- Dai, piccola, sono le otto e mezza. - sorrise, posandole un leggero ed umido bacio sulla guancia.
Al sentir il soprannome con cui lui l'aveva appena chiamata, il suo cuore perse svariati battiti, per poi ripartire come un razzo.
Abbassò lentamente ciò che le copriva gli occhi, per accertarsi di non essere ancora in uno stato di sonno profondo: era effettivamente sveglia, gli occhi di Nathan brillavano a pochi centimetri dal suo volto, l'aveva appena chiamata 'piccola' ed era la cosa più dolce che avesse mai sentito.
Farfugliò ancora qualcosa simile ad un 'vaffanculo, stenditi e dormi' e si girò su un fianco, ascoltando silenziosamente la risata del ragazzo che continuava a scuoterla non curandosi dei suoi lamenti.
- Sapevo che avrei dovuto svegliarti con dell'acqua gelata. -
- E non l'hai fatto perché altrimenti ti avrei rovinato quel bel visino con un pugno? - chiese con la voce roca ed impastata dal sonno.
- Come se un gattino potesse far paura ad una tigre. - le baciò la fronte, lasciandole un'impronta umida.
Ignorò quello che aveva appena detto solo perché voleva star tranquilla e perché appena sveglia non era capace di reggere un discorso.
Silenzio.
Sentiva soltanto il sole riscaldarle la pelle, perciò intuì che il rompiscatole era andato via, lasciandola finalmente dormire.
Si rigirò nel letto, stiracchiandosi silenziosamente.
Si sentiva stranamente bene, mentre lui vergonosamente felice.
Tornò in camera con del tè alla pesca che le mise sotto il naso.
- Ti hanno mai detto che sei un amore? - gli sorrise, afferrando la tazza dalle mani di Nathan.
- Tre secondi fa mi stavi mandando a fare in culo. - replicò fingendosi offeso, mentre lei gli schioccava un bacio sulla guancia.
Bevve in silenzio per alcuni minuti, sotto lo sguardo tranquillo del ragazzo.
Si sentiva un po' in imbarazzo, però lui era lì con lei, sorridevano, ed era tutto ciò che aveva sempre desiderato.
- Che impegni hai, oggi? - gli chiese curiosa, posando la tazza sul comodino e sedendosi accanto a lui.
Il ragazzo meditò per alcuni secondi, non sulla risposta da dare, ma sulla domanda in sé.
Non capiva se quella domanda era stata fatta esclusivamente per curiosità, come traspariva dalla sua voce, o c'era qualcosa in più: lei voleva stare da sola con lui per un po'.
- Ho tutta la giornata libera. -
- Quindi mi accompagnerai all'università, giusto? - rise, sfoderando il suo solito faccino dolce ed irresistibile.
Lui le diede un piccolo buffetto sulla guancia, ridendo – Se proprio devo.. - alzò gli occhi al cielo.
- Il tempo di prendere degli appunti e sono tua. - sorrise di rimando, alzandosi in fretta per prepararsi.
Nathan sorrideva come un cretino, e sapeva il perché – Mi stai dando pieno potere decisionale riguardo la tua giornata? - si alzò, prendendola per i fianchi e avvicinarla a sè.
- Sì, e per questo portami in un manicomio, ti prego. Non so quel che faccio! - rise, respirando a pieni polmoni il profumo della sua pelle.
Profumava di buono, di casa, di sicuro.
- Sei una brutta strega! Io sono molto affidabile. - incrociò le braccia, lasciandola.
- Puoi scommetterci! - alzò il pollice e sparì in bagno.
- Vedi che sei una strega? -


- Buongiorno, Madison. - le sorrise, seduto accanto al tavolo, mentre lei entrava.
La ragazza rimase immobile e confusa per un po', chi era quello e perché si trovava nella sua cucina?
Pensò a cento modi diversi per ucciderlo o prendere il telefono e chiamare la polizia.
Appena sveglia non avrebbe riconosciuto neanche la madre, e Nathan notandolo, sorrise.
- Sono Nathan. Nathan Sykes, hai presente? - le chiese, aprendo di scatto le tende, per far sì che il suo viso fosse più visibile.
La mora fu accecata subito dalla luce, e imprecò silenziosamente contro di lui, andandosi a sedere.
Afferrò un pacco di biscotti morbidi ripieni al cioccolato, e si sedette accanto al ragazzo.
Dopo averne mangiati una decina,realizzò, finalmente, cosa stava succedendo. Gli sorrise battendosi una mano sulla fronte. Era una sottospecie di cretina laureata.
- Buongiorno, Nathan. - disse mentre addentava una fetta di torta.
Una cosa era certa: lei era un buco nero vivente, pensò il ragazzo.
In quell'istante, entrò Thomas, spezzando all'istante i suoi pensieri.
Il biondo era abbastanza indeciso su cosa fare: sferrargli un cazzotto sulle gengive, dargli un calcio in culo e cacciarlo da quella casa oppure insultarlo pesantemente.
Lo odiava, e questo traspariva dai suoi occhi. Nathan non potè fare a meno di abbassare lo sguardo, colpevole.
Era solo un maledettissimo ragazzo che non sapeva cosa faceva, e feriva inconsapevolmente una ragazza che non lo meritava: Thomas ne era sicuro.
- Cosa ci fai tu qui? - chiese a duro, senza neanche dargli il tempo di aprir bocca per salutarlo.
Madison gli diede una leggera gomitata nelle costole per fargli capire che doveva trattarlo in quel modo. Leyleen non era una ragazzina in fase di crisi ormonale, sprovveduta ed idiota. Era consapevole di quello che faceva, e loro non potevano di certo impedirle di vederlo: non erano né nella posizione di farlo – non si era mai abbassata al volere dei genitori, figurarsi al loro – né volevano farlo, visto quanto la facesse stare bene essere con lui, nonostante lui facesse enormi cazzate.
- Avevo bisogno di chiarire con Leyleen. - disse soltanto, alzando il viso verso i due.
Madison sentì lo sguardo di Nathan attraversarle il cuore che per un attimo rischiò di fermarsi.
- Non vorrei sembrare scortese e maleducato, ma penso che dopo averla trattata in quel modo, dovresti soltanto andare a fare in culo. - schietto come al solito.
In soli 7 minuti, l'avevano spedito in quel posto tanto ambito già due volte, pensò.
La ragazza lanciò uno sguardo di fuoco all'amico – Siamo solo un po' preoccupati. Insomma, fino ad un giorno fa la ignoravi, ed adesso sei qui. Per quanto ne sappiamo potrsti scappare domani in Guatemala e lasciarla di nuovo come una cogliona. - spiegò con calma, diversamente da quanto aveva fatto poco prima l'altro.
- Posso capirlo, però io tengo davvero a lei. - affermò convinto lui, sotto lo sguardo incazzato del biondo – E per questo credo che non farò più errori simili. -
- Bambolina, lo spero per te! - esclamò Thomas, che per evitare di picchiarlo, decise di andare via. Prese le chiavi dal ripiano e diede un bacio sulla guancia a Madison, prima di dirigersi verso la porta per andare a lavoro.
La ragazza continuava a guardare Nathan. Non riusciva a smettere di fissare le sue labbra, si sentiva come ipnotizata.
Il ragazzo, che sentiva il suo sguardo pesante addosso, era abbastanza imbarazzato, ma cercò in tutti i modi di non darlo a vedere.
Sentì una bacio umido sul collo, ed involontariamente sorrise. Chiuse gli occhi e gustò appieno il momento.
- Buongiorno gente! - salutò, sorridente.
- Buon umore, stamattina? - la prese in giro lanciandole una delle sue merendine preferite.
- Sì! - afferrò il piccolo tortino di cioccolato, guardandosi intorno – Ma Thom? -
- E' già uscito. -
La rossa si voltò subito verso Nathan – Ti prego, scusalo per qualunque cosa ti abbia detto, è solo che.. - lui la zittì, con un gesto della mano.
- Tranquilla. - lei sorrise per poi sbuffare.
- Che programmi avete per oggi? - cambiò discorso Madison.
- Non ne abbiamo idea, però sicuramente staremo insieme. - sorrise il ragazzo, prendendo la mano della ragazza.
- Sì, infatti. - sorrise – Per questo, non andrò neanche all'università. -
- Neanche dieci minuti fa volevi andare a prendere i tuoi appunti! - scosse la testa.
- Oh, è solo l'inizio. Di solito ci mette meno a cambiare idea su qualcosa, però quando si ostina sono cazzi amari. -
- Sì, continua con i miei difetti, che scappa! - incrociò le braccia, mentre Nathan rideva e le schioccava un bacio sulla guancia, e Madison le faceva la linguaccia.


- Sei una bruttissima imbrogliona, Leyleen! - le puntò un dito contro, dopo la terza perdita di fila a 'un, due, tre.. STELLA!'
- Non è colpa mia se tu non riesci a stare fermo! - sbuffò lei, guardando il faccino dolce ed imbronciato di lui.
- Tu conti troppo in fretta! - ribatté – E poi, non so dove, ma ci scommetto, hai uno specchio nascosto! -
- Secondo me sei solo troppo ventitré per giocare!. - rise, compiaciuta della sua bellissima battuta.
Nathan, però, non la comprese, perciò non le rispose a tono e la guardò interrogativa.
La ragazza rise ancora di più.
Lui non riusciva a capire il motivo per il quale lei stesse ridendo così tanto, e così forte; pensò che lo stesse prendendo in giro, quindi si imbronciò ancora di più, ovviamente per finta – Sì, sì. Continua! -
- Sei troppo ventitré per capire la mia magnifica, stupenda e suprema battuta! - continuò, con le lacrime agli occhi.
Il ragazzo estrasse velocemente il cellulare, cercando su Google il numero 23.

'Il ventitré, nella tombola italiana, significa scemo.'
Le lanciò uno sguardo tra il divertito e l'offeso – Non la passerai liscia! - avanzò di qualche passo verso di lei, con fare minaccioso.
- Nath, lo sai che ti voglio bene, tantissimo, e sei anche bellissimo! - tentò, intuendo le sue intenzioni – Non farlo, non farlo! - iniziò a scappare per il parco ridendo, visto che lui non accennava ad indietreggiare.
Lui le corse dietro, cercando di prenderla, ma ogni volta che si avvicinava, ed era ad un metro da lei, la perdeva, perché cambiava direzione.
Si fermò per un attimo, ammirando il suo sorriso illuminato dal sole, era bellissima.
Sentì un groppo in gola al pensiero che aveva rischiato di perderla, ma seppellì tutto, e continuò a guardarla correre felice come una bambina.
La prese, facendola cadere a terra su di lui, per poi catapultare le posizioni e iniziarle a fare il solletico.
- Basta, basta, basta! - implorò, non riuscendo quasi a respirare per le risate.
Nathan si fermò a tre centimetri dalle sue labbra, facendole riprendere fiato, ma mantendendo il sorriso.
Con una mano si manteneva sul prato per non pesarle addosso, mentre con l'altra le accarezzava la guancia, spostandole di tanto in tanto una ciocca di capelli ribelle dal viso,
Si avvicinò ancora di più, tanto che Leyleen riusciva a sentire il suo respiro caldo sul viso.
- Sono troppo
ventitré anche per fare questo? - le sussurrò, intrappolando gli occhi verdi di lei, nei suoi azzurri.
- Decisamente sì. - scherzò ancora lei, prima che lui potesse annullare la distanza fastidiosa che c'era tra loro.

________________________________


ακούσατε dolcezze! *ballagladyoucame*
Volevo ringraziare ogni singola ragazza o ragazzo (non penso ce ne siano XD) che leggono questa storia, quelle che recensiscono ed anche le lettrici silenziose!
*-* siete bellissime!
Ma Nathan e Leyleen, si baceranno?
NON LO SO! AHHAHA XD
E' lunghissimo questo capitolo, scusate, ma c'ho preso gusto ahahah, è stato difficile interrompere la scena, ho dovuto tagliare un bel po' di cose. Erano 6 pagine di Word, non potevo torturarvi così tanto AHAHA :'D
Okay, okay. Vado via, e vi lascio in pace, che sto delirando!
Ci vediamo/sentiamo/ritroviamo al prossimo capitolo!
Loveyall! *cuoricino*

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > The Wanted / Vai alla pagina dell'autore: Breathinfire_