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Autore: OnlyHope    22/11/2006    7 recensioni
Tutto comincia da una fermata d'autobus una mattina di marzo. L'inizio di una nuova vita che deve in qualche modo andare avanti, nonostante il distacco, la lontananza e le paure. È la storia del coraggio di una ragazza che ama incondizionatamente un ragazzo. Questa è la storia di Sanae.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Don't Be Afraid to Fly ' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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BUTTERFLY

CAPITOLO 18

Domenica di Maggio

 
 
 
Il sole splende caldo, così tanto da costringermi a togliere il maglioncino di cotone e legarlo in vita.
Specchiandomi nel riflesso di una vetrina, controllo di essere in ordine, prima di sbottonare un altro bottone della camicetta, per avere più respiro.
Di riflesso le mie dita sfiorano la piccola farfalla di cristalli, che pende al mio collo.
Un sorriso nasce spontaneo sul mio volto mentre ripenso alla sera del mio compleanno, anche se è già passato più di un mese dall'ultima volta che ho visto Tsubasa.
Emetto un sospiro, prima di riprendere a camminare, perché ormai nella mia testa non faccio altro che calcolare il tempo, che mi separa dalle qualificazioni al mondiale giovanile.
Non è di certo poco ma per consolarmi penso che sia nulla, rispetto a quello che ho patito prima di andare in Brasile.
Mi aiuta poi pensare alle parole pronunciate da Tsubasa, prima di partire.
Mi ha tranquillizzata, facendomi coraggio e chiedendomi di essere sempre forte, ma soprattutto di sorridere.
Con la promessa che non sarebbero più passati troppi mesi, senza poterci rivedere.
Ed io gli credo, nonostante desideri ogni giorno e ogni ora, che lui sia qui con me.
La mia passeggiata solitaria prosegue, anche se non è il massimo starsene per conto proprio, mi sarebbe piaciuto trascorrere un po' di tempo con Yukari.
Ma la mia migliore amica adesso sarà sicuramente con il suo ragazzo e la invidio un pochino.
E mi viene da sorridere al pensiero, perché è come se le invidiassi anche Ishizaki.
Scuoto la testa, sorridendo divertita mentre mi accorgo di essere arrivata davanti un negozio di musica.
Per ammazzare la noia, decido di entrare, per ascoltare qualcosa e magari acquistare dei CD.
Le porte scorrevoli si aprono al mio passaggio, in pochi passi mi trovo in mezzo agli scaffali, divisi in ordine alfabetico.
Cammino lentamente osservando le copertine dei CD, di tanto in tanto le mie dita scorrono sui ripiani, spostando qualche cofanetto.
Alla fine di ogni scaffale, m'imbatto nelle gigantografie di vari artisti, che pubblicizzano gli album in prossima uscita.
Mi fermo ad osservali, un po' frastornata all'idea che un giorno, possa esserci anche il mio volto tra questi cartelloni.
Il mio stomaco si attorciglia solo al pensiero mentre una sensazione d’imbarazzo mi assale, facendomi arrossire.
Ma è un’emozione strana quella che sento, perché è anche estremamente eccitante.
Ancora non riesco a credere di aver avuto un'occasione come questa!
Quando ne ho parlato con Tsubasa poi, è stato davvero emozionante, anche perché la sua fiducia nei miei confronti, mi ha subito fatta sentire molto più forte e sicura di me stessa.
Sospiro, quando penso amaramente a quante cose potrei fare, se ci fosse Tsubasa al mio fianco...
Ma devo farcela lo stesso!
Anche da sola!
Per dimostrare a tutti quanto valgo!
E una volta che sarò riuscita a conquistare il mio posto nel mondo, spero tanto anche Tsubasa possa essere orgoglioso di me.
Come lo sono io, ogni volta che lui raggiunge anche solo un piccolo traguardo.
Con questa speranza nel cuore, mi avvicino a una colonnina per ascolto dei brani, prendendo in mano il CD contenuto nel lettore.
Infilo le cuffie e skippo le canzoni fino ad arrivare a quella che mi piace di più, perché passa continuamente in radio.
Le note di un pianoforte raggiungono i miei timpani ed è fantastico riuscire a riconoscere al volo gli arrangiamenti del brano.
Grazie alle ore passate al club, non rintraccio solo la note come un tempo ma è tutta la struttura della canzone, a comporsi quasi visivamente nella mia testa.
Chiudo gli occhi, cantando mentalmente le parole della canzone.
Senza accorgermene, comincio a canticchiarla a bassa voce.
"But things just get so crazy living life gets hard to do... Sunday morning rain is falling and I'm calling out to you... Singing someday it'll bring me back to you... Find a way to bring myself home to you..."*
Persa nella musica, non mi accorgo di una presenza la mio fianco, finché non sussulto sentendo una mano, che bussa sulla mia spalla.
Mi volto curiosa, per vedere chi possa essere.
"Ciao!"
Takeshi Seii mi sorride, mimando un gesto con la mano.
Ricambio il saluto un po' sorpresa mentre tolgo le cuffie dalle orecchie, rimettendole a posto.
"Che ci fai qui?" chiedo, dopo essermi guardata intorno ed aver intuito che sia qui solo.
"A casa mi annoiavo, così ho deciso di fare un giro. Tu, invece?"
"Idem!" rispondo sorridendo.
"Vado a pagare il CD!" aggiungo, dirigendomi poi verso le casse affollate.
Mi metto in fila mentre Seii mi raggiunge, fermandosi ad aspettare accanto a me.
Gli rivolgo uno sguardo curioso, ma lui non sembra farci caso.
Quando si abbassa leggermente verso di me, prende il CD dalle mie mani, scorrendo con lo sguardo la lista dei brani.
"That may be all I need... In darkness she is all I see...Come and rest your bones with me... Driving slow on Sunday morning... And I never want to leave!"* si mette a cantare piano ed io annuisco sorridendo, perché ha indovinato proprio la canzone che mi piace.
Finalmente arriva il mio turno e quando esco dal negozio con il mio nuovo CD, mi sento davvero soddisfatta.
Seii è sempre al mio fianco, faccio per congedarmi ma lui mi precede.
"Che cosa fai, ora? Hai qualche idea?" si rivolge a me, con un sorriso allegro.
La sua domanda mi mette un po’ in imbarazzo, perché mi ha spiazzata, è qualcosa che non mi aspettavo.
Gli rispondo che non ho niente da fare e che vorrei continuare a fare un giro nei paraggi.
"Bene!" esclama e a me sembra davvero entusiasta.
"Ti va di andare a prendere quel benedetto caffè insieme, allora?" mi chiede, con molta semplicità e disinvoltura.
Lo osservo per un secondo, indecisa sul da farsi poi accetto volentieri.
In fondo non ho nulla di meglio da fare e bere qualcosa con un compagno di corso incontrato per caso, può essere un buon diversivo, in questa noiosa domenica di Maggio.
 
 
 
La cameriera si avvicina al nostro tavolo, in mano il vassoio con le nostre ordinazioni.
Mi porge il mio tè poi poggia una tazza di caffè macchiato davanti a Seii.
La vedo arrossire quando lui le sorride per ringraziarla e mi viene da sorridere.
Se al mio posto ci fosse stata Nanami Makimura, non credo che se ne sarebbe stata buona, vedendo fare gli occhi dolci al suo ragazzo.
Ora che ci penso...
È strano che non sia con lui, però...
 
Il mio sguardo si posa di riflesso su Seii, che sta versando dello zucchero nella tazza di caffè.
Dei risolini distolgono però la mia attenzione, costringendomi a voltarmi di lato curiosa.
Delle ragazzine delle medie, rosse in viso, non fanno che buttare l’occhio al nostro tavolo.
Quando incrociano il mio sguardo però, si voltano veloci a guardare altrove.
E questa volta non riesco a trattenere una risatina, perché credo mi abbiano scambiata per la ragazza di Seii.
Torno così ad osservarlo mentre gira non curante il suo caffè.
Devo ammettere che è proprio un bel ragazzo.
Uno di quelli che ti giri, se passano per strada.
Non che non me ne fossi accorta prima d'ora, ma in generale, sono una che non bada tanto a queste cose.
Riconosco la bellezza, ovvio, ma per me finisce lì.
Non sono mai stata una ragazza che si esalta davanti ad un bel fisico o a un viso carino.
Forse perché sono stata sempre troppo presa da Tsubasa, per poter anche solo prendere in considerazione qualcun altro.
Ho qualche attenuante in questo senso.
Se sei innamorata di qualcuno fin da bambina, è normale non avere occhi che per lui.
Già, più che normale!
E mi scappa un altro sorriso mentre chiudo gli occhi e poso d’istinto una mano sul petto.
Quando rialzo lo sguardo però, mi accorgo che Seii mi sta osservando, con aria curiosa e divertita.
"È bello il ciondolo che hai al collo!" esclama, indicando con un gesto la mia collanina.
Un po' confusa e sicuramente imbarazzata, la sfioro delicatamente.
"Grazie! È un regalo di compleanno!" rispondo in tono dolce.
"Da parte del mio ragazzo!" aggiungo, sentendo che sto arrossendo.
Seii mi osserva ancora per un secondo poi annuisce e torna a sorseggiare un po' del suo caffè.
"Sei stata in Brasile, vero? Le scorse vacanze invernali, giusto?" mi chiede, senza alzare lo sguardo, continuando a bere dalla sua tazza.
Come ogni volta, le sue domande mi spiazzano un po’, perché sono semplici, ma sopratutto estremamente dirette.
Ed io non sono abituata al fatto che qualcuno, che non appartiene al mio ristretto cerchio di amicizie, mi chieda qualcosa di privato, in maniera così schietta.
"Sì, solo un paio di giorni..." rispondo imbarazzata.
"Purtroppo!" aggiungo poi, buttandola sul ridere.
Seii mi fissa per un attimo poi sposta rapido lo sguardo di lato, come se stesse riflettendo su qualcosa.
"Nanami ed io avevamo progettato un viaggio a New York..." esclama prima di tornare a guardarmi.
"Ma a questo punto, credo proprio che ci andrò da solo!"
Come da solo?
Che significa?
Mi verrebbe d’istinto porgli un sacco di domande...
Ma la mia titubanza passa, quando penso che posso chiedergli qualcosa, proprio perché lui non si è fatto tanti scrupoli a domandarmi del mio viaggio.
"Che significa che andrai da solo?" chiedo un po' esitante, perché non abbiamo comunque tutta questa confidenza.
"Nanami ed io abbiamo rotto…" risponde con molta semplicità.
"Non lo sapevi?" aggiunge, osservandomi stupito da sopra la sua tazza.
Sempre più imbarazzata, prendo in mano il mio tè e prima di berne un sorso, faccio di no con la testa.
"Non sei interessata ai gossip della nostra scuola, eh?" mi chiede ancora, sorridendo ma con un’espressione strana dipinta sul volto.
"No... Ho fin troppe cose per la testa, per prestare attenzione anche alle faccende degli altri!" rispondo quasi per giustificarmi.
Seii continua a sorridere poi scuote la testa, sospirando.
"Comunque... Mi dispiace..." mi sento di aggiungere, perché credo che possa stare male per la fine della sua storia con la Makimura.
Anche se magari cerca di non darlo a vedere...
"Capita..." esclama all'improvviso, alzando le spalle e la sua espressione ora è un po' triste, seppur composta.
"Capita se s’incontra un'altra persona e s'incomincia a provare qualcosa per lei…" aggiunge, fissandomi per un secondo.
Rimango colpita dalle sue parole.
E ora mi dispiace ancora di più...
Non oso immaginare come mi sentirei io, se Tsubasa mi lasciasse per un'altra!
E non posso evitare di ammirare la forza d'animo di Seii, il suo coraggio nell'affrontare questa situazione.
Così gli sorrido incoraggiante, solidale.
Seii distende piano le labbra prima di tornare a sorseggiare calmo il suo caffè.
 
 
 
Sto tornando a casa, dopo aver gentilmente rifiutato l’offerta di Seii di riaccompagnarmi.
Sulla via del ritorno, ho preso volutamente il percorso più lungo, perché non volevo interrompere il mio flusso di pensieri.
In questo pomeriggio ho capito che a volte, chi ci sta intorno può apparire diverso da come è in realtà.
Cammino lenta per le strade mentre ho un chiodo fisso nella testa.
Come possono i sentimenti delle persone cambiare così drasticamente e in poco tempo?
Com'è possibile cancellare un vecchio amore con uno appena nato?
Come si può accettare di essere stati sostituiti nel cuore e nella mente di qualcuno, che si ama ancora follemente?
Mi sento male solo al pensiero di dover affrontare una cosa simile...
Non oso immaginare cosa proverei se...
Scuoto la testa, strizzando le palpebre sugli occhi.
Devo assolutamente allontanare certi pensieri da me!
Perché non fanno bene a una ragazza, che vive una relazione a distanza come la mia!
Sospirando, devio il mio cammino, scendendo lungo il pendio che porta all’argine del fiume.
Quando raggiungo la sponda, mi concentro sull'acqua che scorre, per rilassarmi e liberare la mente dai cattivi pensieri.
Rimango in silenzio, finché una voce non chiama il mio nome.
"Sanae!" mi sento chiamare ancora, così mi volto curiosa alle mie spalle.
Taro mi saluta, avvicinandosi palla al piede.
Indossa una tuta blu con le bande bianche e una maglietta abbinata.
"Ciao!" esclamo, veramente felice di vederlo.
"Ti stai allenando?" gli chiedo, quando mi ha raggiunta.
"Sì, una corsetta leggera prima di cena!" risponde allegro prima di sedersi a terra.
Tirandomi giù per un braccio, mi obbliga a sedermi accanto a lui.
"Ci sono modi più gentili, per chiedere a una persona di parlare!" esclamo, facendo finta di rimproverarlo mentre arriccio il naso, massaggiandomi il fondo schiena.
Taro si mette a ridere allegro, così sbuffo, dandogli per scherzo del maleducato, perché non si trattano in questo modo le ragazze.
"A proposito... Come sta Azumi?"  chiedo a bruciapelo, sorridendo sorniona per metterlo un po' in imbarazzo.
Come al solito, quando si tocca l'argomento, Taro arrossisce vistosamente.
Non che sia particolarmente timido con me ma so che devo prepararlo, prima di iniziare a parlare della sua ragazza.
"Bene, molto bene! Peccato sia a Parigi invece che qua!" risponde con un sospiro, riprendendo un po' del suo solito autocontrollo.
"Beh, non ti lamentare! Il prossimo anno sarà a Tokyo per studiare e così vi potrete vedere ogni volta che vorrete!" lo rimprovero con un pizzico d'invidia, perché sarebbe davvero bello, poter prendere solo un treno per rivedere Tsubasa.
"Già... Ma sempre un anno deve passare..." aggiunge, alzando gli occhi al cielo ed emettendo un altro sospiro.
"Almeno tu hai una scadenza! Non lamentarti, ho detto!" esclamo, mettendo il broncio e dando una gomitata al suo braccio.
Taro si volta a guardarmi prima di chiedermi scusa, con aria dispiaciuta.
Ma io non sono capace di tenergli il muso per troppo tempo, così gli sorrido, scuotendo la testa e alzando le spalle.
Rimaniamo in silenzio mentre inizio a gettare dei sassolini nel fiume.
"Taro?" chiedo, fissando i cerchi che si formano sull’acqua.
"Uh?"
"Pensi sia possibile innamorarsi di qualcun altro?"
Qualche secondo di silenzio, poi arriva la sua risposta, che proprio una risposta non è.
"Perché di chi ti sei innamorata, Sanae?"
Mi volto a guardarlo, alzando gli occhi al cielo.
"Ti pare mai possibile che stia parlando di me?!" gli rispondo con sufficienza mentre mi fissa un secondo, prima di scoppiare a ridere, buttandosi all’indietro sull'erba.
"Impossibile! Infatti, stavo scherzando! Allora, di chi si è innamorato Tsubasa?" chiede, tornando a ridere di gusto perché lo sto squadrando con gli occhi diventati una fessura.
"Non dirlo nemmeno per scherzo!" sibilo, scandendo bene ogni parola.
Taro continua a contorcersi dal ridere, aspetto che si calmi senza nascondere una smorfia contrariata.
Lo osservo mentre si tira su con la schiena per tornare seduto.
Si strofina gli occhi per il troppo ridere e a me viene da pensare, che sia molto più rilassato e felice di un tempo.
Nonostante anche lui viva una storia d’amore a distanza come la mia.
"Come mai ti vengono in mente certe cose, Sanae?" mi chiede, facendosi finalmente serio.
Emetto un sospiro, prima d'iniziare il mio racconto.
"Oggi ho saputo da un mio compagno di corso al club di musica, che è stato lasciato, dopo più di due anni..." borbotto, avvertendo un po' di ansia.
"Praticamente la sua ragazza si è innamorata di un altro... E allora mi stavo chiedendo come mi sentirei io, se Tsubasa mi scaricasse per un'altra!" lo fisso ora, arrossendo.
"Non ridere, eh!" lo minaccio, puntando contro il suo petto il dito indice.
Taro mi osserva, storcendo un lato della bocca.
"Credo che non dovresti domandarti certe cose! Anzi, penso che nessuno dovrebbe farlo, specialmente se vive, come noi due, una storia a lunga distanza! Perché non porta proprio a niente, fare paragoni con gli altri. Ogni relazione è un mondo a parte!" esclama alzando le spalle, con una semplicità disarmante.
"Tu ami Tsubasa, Sanae?" mi chiede infine, guardandomi seriamente negli occhi.
"Sì!" rispondo convinta, senza un briciolo d’esitazione ma soprattutto senza farmi prendere dal mio solito imbarazzo.
Cosa che mi stupisce un po'...
"E se ascolti il tuo cuore, lui ti dice che anche Tsubasa ti ama, vero?"
Poso una mano sul petto, come se volessi sentire realmente una voce dentro di me.
"Sì..." ripeto, pensando agli occhi di Tsubasa e a come mi guardano, un attimo prima di baciarmi.
"Allora concentrati solo su queste due cose fondamentali, Sanae! Non farti prendere da strani pensieri, ok?"
Taro mi sorride incoraggiante mentre annuisco decisa.
"Io non mi preoccupo, vedi? Dove lo trova Azumi uno meglio di me!" esclama poi allegro, iniziando a scherzare.
"Sono bello, vero?" chiede indicandosi, alzando il mento come per mettersi in posa.
"Uhm... Sì! Direi di sì!" rispondo, fingendomi concentrata, stando al suo gioco.
"E anche intelligente!"
"Sì, Taro. Ovviamente..."
"Sono pure un ragazzo gentile e premuroso, no?" continua, facendo finta di essere serio.
"Hai dimenticato leale e onesto!"
"È vero! Grazie di averlo ricordato! Sono un ottimo giocatore di calcio poi e un giorno guadagnerò un sacco di soldi!"
"Giusto! E anche questo non guasta!" ridacchio divertita.
"E sono pure bravo a letto... Ma questo tu non lo puoi confermare!" esclama infine sogghignando, dandomi una gomitata.
Scoppio a ridere ma questa volta, sono io a buttarmi all’indietro sul prato.
Allargando bene le braccia, strappo una manciata di erba per tirarla addosso a Taro.
"Ma sta diventando un chiodo fisso, ultimamente!" esclamo, pensando che negli ultimi tempi, non si faccia altro che parlare di sesso, in una maniera o nell'altra.
"Siamo dei sani adolescenti! A cos'altro dovremmo pensare, Sanae?" mi chiede ridendo, sdraiandosi vicino a me.
"Al calcio?" ribatto, girandomi a pancia in giù.
"Mm... In questo momento lo metterei decisamente in secondo piano!"
"È per questo che non sei come il Capitano, Taro!" esclamo, annuendo convinta.
"Beh, a quel che ne so io... Tsubasa lo metterebbe pure al terzo, ora come ora... Se non al quarto... Forse addirittura al quinto!" e scoppia a ridere mentre lo fisso imbarazzatissima.
Torno a stendermi coprendo il viso con un braccio, ma senza riuscire a trattenere un sorrisetto compiaciuto.
"Buono a sapersi, Taro!" esclamo mentre sento le guance andare a fuoco.
"Buono a sapersi!" ripeto, alzando appena il gomito che nasconde gli occhi, per scrutare l'amico al mio fianco.
Taro mi fissa stupito poi sorride, voltandosi a guardare il cielo, nell'ora del tramonto.
"Siamo proprio cambiati in questi anni... Stiamo crescendo, Sanae…" e il suo tono ora è pacato e serio.
"Già..." rispondo con un sorriso, fissando l'orizzonte tinto di arancione.
"Taro?"
"Sì?"
Rimango un secondo in silenzio, per creare un po' di suspense.
"Ma cosa ti racconta Tsubasa, quando vi sentite?!" esclamo, tornando a scherzare.
"Cose da uomini, Sanae! Cose da uomini!" risponde Taro, prima di scoppiare a ridere ancora.
"Ma non ti preoccupare, non scendiamo mai in particolari!" aggiunge per prendermi in giro.
"Ci mancherebbe!" rispondo ridendo divertita mentre i miei occhi seguono le nuvole rosa, che si muovono lente sopra le nostre teste.
 
 
 
 
* "Sunday Morning" dei Maroon 5 © 2003 OCTJAY LLC. by BMG COMPANY
 
Eccoci di nuovo, per un breve saluto di fine capitolo!^^
Sono contentissima che la mia sorpresa per Sanae abbia sorpreso (scusate il giochino di parole) anche voi... eh eh eh, era questa l’intenzione!
Ringrazio nuovamente tutte le persone che hanno recensito, per me è sempre un enorme piacere e un'emozione leggere i vostri pensieri e le vostre impressioni.^^
Un bacione e ancora un grazie.... OnlyHope^^
   
 
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