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Autore: dreamkath    29/04/2012    1 recensioni
Un istituto che nasconde un segreto. Otto ragazzi, due gruppi in lotta tra di loro, due obiettivi opposti: cambiare o preservare il passato. Smarriscono la memoria e si ritrovano a vivere una vita "quasi normale" e piena di guai nell'istituto più prestigioso di Roma. (Storia in revisione)
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                           Piacevoli chiacchiere e incontro pericoloso


[Jack]
Finalmente è finita...Si intende le ore di noiosissime lezioni...( a parte scacchi) ovvio. Passerei ore e ore su quel campo di gioco... peccato che la vita non sia solo fatta di scacchi e io che pensavo che fosse meno...noiosa. In questa scuola manca il movimento...Cosa che oggi mi è costata una bella gridata...Bè a quelle sono abituato,ma quel pazzo poteva evitare di darci anche una punizione per aver saltato solo una misera lezione... e dai si trattava solo di filosofia...una materia come le altre. Forse le persone non hanno ancora capito che le cose le faccio per una sola ragione o perché sono costretto o perché mi va. Semplice, no? E invece ci sono idioti che non capiscono la vera filosofia. Cosa credono? Non mi va assolutamente di pulire le aule della scuola per una settimana! Al massimo mi affaccerò alla finestra per osservare le nuvole. Anche se so benissimo come potrebbe andare a finire...e di certo non è per nulla un bel finale.

“Ahrg! Uff! Non ci posso pensare! Quel deficiente!” dico a voce un po' troppo alta.

Troppa gente nei corridoi...perciò troppa fatica nel spostarsi da una parte all'altra della mensa. Si può capre perchè in questa cavolo di vita si debba sempre fare una faticaccia? Risposta semplice perchè qualcuno si diverte sempre a incasinare la vita altrui... Il casino è un po' come l'amore: stupido, irrazionale, e soprattutto faticoso! Ecco l'amore crea confusione,fatica e dolore. È quell'emozione che ti fa perdere tempo in atteggiamenti che, una volta si ci è risvegliati dal letargo, sembrano inutili e spreca tempo.
Non mi accorgo di mettere nel mio piatto la cicoria che non mi piace assolutamente...Ecco questo è uno dei tanti effetti collaterali nell'avere la testa in aria. Questo è l'effetto che fa il pensare troppo...e a dirla tutta non fa per nulla bene...

Bum...Bumm...

E no, va decisamente male. In un secondo mi ritrovo a terra e... come se non bastasse,il mio vassoio rovesciato sopra la testa di una ragazza. Oh,no! Credo che adesso sia furiosa.
E invece si guarda come rassegata.

“Oggi,non è proprio il mio giorno fortunato! Ci voleva solo un po' di verdura in testa...Prima a lezione due idioti mi fanno cader davanti al professore...e adesso questo! Andiamo alla grande!”

Ma lei...è la ragazza che ho incontrato in mattinata! Mary, mi pare che così si chiami.

“Mi dispiace tanto.” Dico trattenendo la mia voglia di ridere. Le porgo un fazzoletto per aggiustare un po' il danno.

“Grazie...Sono Mary. Tu devi essere Jack.”

“Si...”

Delle altre ragazze raggiungono Mary e ovviamente chiedono che cosa è successo. Come si sono accorte che cera qualcuno che attirava troppo l'attenzione della mensa? Facile! Ci sta fissando mezzo istituto. Non che me ne importi molto di ciò che passa per la mente altrui,ma non mi piace essere fissato.

“Mary, stai bene?” dice la ragazza dai capelli neri e con due grandi occhi verdi.

“Anne, non ti preoccupare...sono solo caduta e a parte i vestiti che si sono sporcati non è successo nulla di grave.”

No voglio sentire le chiacchiere delle ragazze perchè spesso sfociano in discussioni inutili,perciò mi alzo e prendo posto vicino a Federico che mi stava aspettando ad un tavolo in fondo a destra vicino alla finestra.

“Eccomi finalmente”Dico a Federico.

“No problem- cham- nel frattempo ho finito il mio antipasto. Adesso sto iniziando appena il primo.”

“Ma se hai finito due piatti di tartine e tre di bruschette!”Dico ridendo. “è proprio vero che ognuno ha i suoi difetti e paradossi.”

Lui abbozza un sorriso e mi chiede:

“Che ne pensi della punizione? Una vera scocciatura non trovi?”

“Già,quell'idiota non aveva altro da fare che venirci a cercare in cortile! Sconteremo la punizione a modo nostro e possiamo sfruttare l'occasione per scoprire posti tranquilli dove si possa riposare in pace e giocare a scacchi.”

“La scuola è enorme e ci sono anche delle scorciatoie...Non so se esista veramente un posto così tranquillo...ma tentar non nuoce alla salute se è al fine di riposare.”

“Ben detto! La prossima volta non ci troverà...e addio lezioni noiosissime.”

Entro mezz'ora abbiamo finito di mangiare e siamo al di fuori della mensa. Per oggi non ci sono lezioni pomeridiane e possiamo trascorrere il tempo come più ci piace. Ovviamente in queste ore riposare e fare partite a scacchi sono lecite. Ma quei megeri dei professori ci hanno caricato di compiti.... Bè sai che penso? Al diavolo i compiti e i professori...Jack De Santis non si fa intimorire da nessuno. Il mio tempo libero lo passo come voglio.

“Ti va di fare una partita a scacchi?”

“Certo!”

“Andiamo in camera mia che ho lì la scacchiera.”

Saliamo le scale con molta calma e ci dirigiamo verso il penultimo piano. Ogni santa volta che mi avvio verso la mia camera, mi domando sempre per quale santo motivo dovevano darmi proprio quella al penultimo piano e per di più accanto a dei vicini rumorosi...A pensarci bene, le voci, che arrivano da quella camera, mi sono molto familiari assomigliano tanto a quelle di Zaccara Cris e Alexander Baglietti. Infatti,già dal quinto piano si sentono le loro voci che percorrono allegre i corridoi... Non devo esagerare. Allegre? Sembra che si vogliano divorare.

Slam.

Qualcuno ha sbattuto la porta e sta scendendo giù di gran carriera. È Cris,che a quanto pare,cosa che mi stupisce molto,ha perso veramente per la prima volta le staffe. Io e Federico ci guardiamo stupiti e poi ridiamo a causa della faccia corrucciata di Cris. È veramente buffissima. Non lo avevamo mai visto così.

“Certo che non ha una buona cera. Credi che la situazione stia degenerando?”

“No, la situazione è già sfuggita di mano appena si sono incontrati per la prima volta. Possiamo definirla antipatia a pelle. Ma finché non distruggeranno la camera non ci saranno gravi problemi.”

“Bene,allora dobbiamo concentrarci sulla scacchiera. Non sono molto esperto.”

“Io invece ho vinto i tornei regionali. Sono abbastanza bravo. Non è difficile imparare a giocare.”

Senza accorgermene siamo già davanti alla nostra camera. Apro la porta e, mentre Federico la richiude dietro di se,io sistemo la scacchiera e schiero le pedine da entrambi i lati. Cedo volentieri a Federico i bianchi con i quali può fare la prima mossa e ,dopo esserci seduti, comincio a spiegargli le regole.

 
 

[Cris] 
Ogni singolo momento quel cafone cerca di rovinarmi la giornata con le sue solite battutine irritanti e idiote. Se vuole la guerra che guerra sia. Questa volta mi ha fatto veramente perdere le staffe. Non ci era mai riuscito nessuno fino ad oggi. Dalla prima volta che si siamo visti è scoppiata la guerra. Strano, no? Sembra quasi che ci conoscessimo già da tempo. Non mi era mai capitato di litigare con una persona incontrata per la prima volta.
Ma, che cosa mi prende? Adesso mi metto a pensare ad un deficiente come lui per farmi ribollire ancora la mia rabbia? Sono davvero un'idiota. Sono uscito dalla camera per sbollirla,non per esplodere davanti a tutti.

Devo andare in un posto tranquillo dove non ci possa essere nessuna persona in grado d'infastidirmi a tal punto. Deve essere un posto dove nessuno apri bocca... La biblioteca della scuola! È lì che posso andare. Ma il problema è: dov'è? È da un po' di settimane che mi sono trasferito in questa caotica città e questo è il mio primo giorno in questa scuola perciò è logico che non so praticamente quasi nulla sulla posizione delle aule. Ed a essere sinceri non ho tutto questo buon orientamento.

Percorro tutto il corridoio,ma non c'è anima viva perciò giro a destra e in fondo c'è una grande porta. La apro e mi ritrovo davanti un'aula di musica e mi giunge una melodia dolce di un piano. Mi guardo attorno e in fondo alla sala c'è un pianoforte che è suonato da una bellissima ragazza dai capelli neri. Non guarda nemmeno lo spartito, suona come se il piano fosse una parte di lei. Rimango immobile. Più ascolto questa melodia e più entra dentro di me. Anche io so suonare il piano,e solo adesso mi rendo conto che non lo conosco abbastanza o per lo meno non quanto questa ragazza. Mi Avvicino lentamente e lei che, presa troppo dalla musica, non avverte la mia presenza e continua a suonare. Per non disturbarla mi siedo in una delle tante sedie e mi lascio trasportare dalla calma impressionante di questa melodia. Forse è proprio quello che ci voleva. Mi sta facendo rinascere la mia solita tranquillità e sicurezza. Altro che biblioteca! Mi ero quasi dimenticato cosa si prova ad ascoltare qualcuno che suoni il piano.

La melodia si va facendo sempre più flebile e le ultime note sembrano essere cariche di malinconia e tristezza. Applaudo senza accorgermene e la ragazza alza gli occhi di scatto e domanda in tono misto tra il sorpreso e il curioso:

“Da quanto tempo sei qui?”

“Non da molto,ma a sufficienza per dirti che sei bravissima. È da tempo che suoni il pianoforte?”

“Si, da ...cinque. Tu suoni?”

“Si,anche io suono il pianoforte,ma solo da pochi anni. Io sono Cris. È un piacere conoscerti.”

“Io mi chiamo Anne. Vuoi provare a fare questo brano: Clair de lune?”

“Si, volentieri. È un pezzo magnifico anche se triste.”

“Già...”

Ci sediamo davanti al pianoforte e lei mi dice di provare per primo così appoggio le mie mani sui bianchi tasti e inizio a suonare questa triste melodia. Anche se mette sempre tristezza è una gioia immensa suonarla. È una delle mie preferite, dove ci metto l'anima invece che le dita, dove la musica non è fatta solo di note,ma anche di sentimenti. Non credo che tutti possano capire,ma chi suona sa perfettamente cosa si prova a far scivolare le mani su questi bianchi e neri tasti. Forse perdersi, non è poi così male. Sicuramente sono fortunato ad essere capitato qua piuttosto che in sala insegnanti.

“Sei stato bravissimo.” Dice lei asciugandosi una lacrima che stava scendendo giù.

“Non esagerare,me la cavo. È da molto che frequenti questa scuola?”

“A dire la verità mi sono trasferita da poco e questo è il mio primo giorno in questa scuola. Ci sono finita per caso in quest'aula magnifica e non ho resistito...dovevo provare a suonare questo bellissimo piano. Tu, invece?”

“Anche per me è il primo giorno in questa scuola e...stavo cercando la biblioteca per stare un po' tranquillo senza con il mio compagno di stanza mi rovini il fegato, e invece mi sono ritrovato qui e sono stato impressionato dal tuo modo di suonare.”

“Il tuo compagno di stanza ti fa disperare... Ei aspetta! Tu non sei il ragazzo che è arrivato in ritardo per la prima lezione?”

“Si, per colpa di quello che adesso è il mio compagno di stanza. Appena ci siamo visti ci siamo messi a litigare...è stato un po' come ci conoscessimo da tempo. Ma è evidente che non l'ho mai visto prima di oggi. Gli strani casi della vita.”

“Non vi sopportate già a pelle...forse siete così diversi che no potete sopportarvi...”

Dice la ragazza più a se stessa che a me.
Non so per quale strana ragione mi viene naturale parlare con lei...Normalmente non avrei detto tutti o quasi tutti i miei problemi alla prima persona che incontro. Che sarà questa la sua capacità? Ognuno ha delle doti e dei difetti...perché mi sto facendo complessi mentali? Basta Cris sei noioso.

“Perché non facciamo una passeggiata fuori? Oggi è una bella giornata. Le mie compagne di stanza si sono sparpagliate in tutta la scuola. Mary voleva andare in segreteria per vedere se durante il periodo scolastico le era concesso uscire in città per fare shopping, Angelica voleva trovare l'aula di musica, io volevo andare in biblioteca e Lucia è sparita. Perciò non ho niente da perdere...”

“Va bene dato che non voglio più rivedere l'idiota del mio compagno di stanza.”

Ci avviamo verso il corridoio principale per poi svoltare a destra e uscire dal portone secondario. Un bel po' si studenti sono fuori a godersi la bella giornata: qualcuno gioca a pallone, altri leggono libri e altri ancora chiacchierano allegramente. Solita e normale giornata...passeggiamo nel giardino ante stante dell'istituto. È piacevole trascorrere il tempo in questo modo. Forse l'ho sempre saputo e sempre ignorato.

Anne si siede all'ombra di un pino e mi invita a fare lo stesso, così io mi siedo al suo fianco. Mi parla dei  suoi hobby e delle sue passioni oltre la musica. Non è una ragazza qualsiasi,cioè una di quelle ochette che parlano sempre di cose frivole. È molto informata sulla cultura generale. A dire il vero un po' mi spaventa... sembra un'enciclopedia fatta in persona. Ma è anche simpatica. Finalmente in tutta questa giornata incontro qualcuno che condivide un po' i miei interessi e le mie idee.

Qualche oca starnazzante interrompe la nostra discussione strillando qualcosa tipo “è lui! Wow! Sto per svenire.” e altre scempiaggini del genere perché hanno appena avvistato un ragazzo con capelli biondi e occhi grigi (detto da loro un dio greco sceso sulla Terra). Il suo modo spavaldo e fiero di camminare gli danno un’aria antipatica e superba. Ma chi si crede di essere? Quasi preferisco il mio compagno di stanza: almeno non ha una forte puzza sotto il naso. E come se non bastasse a qualche metro da noi ci fissa o meglio mi fissa con uno sguardo omicida. Sinceramente non capisco cosa vuole da me dato che non lo conosco. Neanche gli avessi soffiato sotto il naso la sua ragazza!

Sfortunatamente prima che riesca a dirgli di andarsene, ghigna e sparisce nel piccolo boschetto dietro alle nostre spalle. Anne fissa ancora il punto in cui c’era lui reggendosi la testa con una mano.

“Stai bene?”

Lei mi annuisce anche se sembra confusa e turbata. Che conosca già quel ragazzo?
A stento riesce ad alzarsi e muovendo il piede destro in avanti barcolla. Senza dire una parola la carico sulle spalle senza curarmi delle sue proteste.

“Dove mi stai portando? Ti ho detto che sto bene! È solo uno sciocco giramento di testa.”

“Invece stai male e probabilmente ti sei presa un insolazione. Quindi fai la brava e non fare tante storie.”

Lei comincia a darmi dei colpetti leggeri sulla testa,ma sono deciso a non lasciarla andare anche se molti studenti ci stanno scambiando per un film comico in 3D.
  
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