Libri > Temeraire
Segui la storia  |       
Autore: Kooskia    29/04/2012    2 recensioni
Una fanfiction ambientata nel mondo di Temeraire, saga letteraria di Naomi Novik. Un mondo dove l'uomo ha sempre coesistito coi draghi. Temeraire è ambientato durante le Guerre Napoleoniche, Vindex invece è ambientato durante e dopo la Spedizione dei Mille in Italia.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 5 - Nel ricordo di coloro che amiamo

Il vociare dei draghi era persistente, un costante rumore di sottofondo che si faticava a zittire. Ma del resto sarebbe stata un impresa impossibile, perché poche cose potevano placare l’eccitazione dei draghi più piccoli di fronte al pasto imminente. Un grande edificio si stagliava nella radura: la sua ampia tettoia sporgente forniva protezione dalle intemperie durante le nevicate invernali ma in quel momento era sicuramente utile per dare un po’ di sollievo agli inservienti. Il calore sprigionato dalle cucine era in effetti soffocante per gli umani ed essi potevano trovare un po’ di ristoro solo all’esterno, protetti dalla rinfrescante ombra fornita dalla tettoia. Vindex si fece largo attraverso un gruppetto di pesi medi, accodandosi ai draghi della sua stazza : non fu sorpreso di vedere Cruentum in prima fila. Il poderoso drago di color arancio scuro allungò il grande muso verso una serie vassoi e senza tanti complimenti afferrò una magnifica mucca che era stata rosolata e condita con erbe e spezie di montagna. Vindex non si stupì nemmeno quando osservò Cruentum afferrare con le zampe anteriori una coppia di grossi stambecchi che erano stati arrostiti e spruzzati con del vino. Si trattava probabilmente dei piatti migliori forniti quel giorno. Uno dopo l’altro, altri pesi massimi si scelsero il loro pasto e Vindex notò come nuovamente i draghi più forti afferravano più di un capo di bestiame a testa. Non se ne era mai accorto prima, nei mesi precedenti l’umore di Vindex era stato talmente basso che non si attardava ad osservare i piccoli gesti quotidiani dei suoi compagni. Quando venne il suo turno, il peso massimo si accontentò di scegliere un mucca che era stata semplicemente arrostita senza aggiunte di altri condimenti o raffinatezze. Diversamente dal solito, Vindex non si diresse immediatamente verso la sua caverna: rimase piuttosto nella radura ad osservare i draghi più piccoli. I capi di bestiame più grandi progressivamente sparirono dall’ampia tavolata che veniva immediatamente rifornita dagli inservienti, e mano a mano che il tempo scorreva cominciarono ad apparire bestie più sempre piccole e meno invitanti.
Capre o pecore spesso solo appena abbrustolite: quando rimasero solo un pugno di animali mezzi-crudi, i pesi-piuma e i corrieri rimasti non trattennero espressioni tristi e sospiri abbattuti. Non doveva essere la prima volta, perché i loro sguardi erano rassegnati e pazientemente si divisero quel poco che rimaneva. Un paio di corrieri più piccoli, draghi color del granito e non più lunghi di un paio di cavalli messi in fila, rimasero per ultimi e guardarono con aria sconsolata i vassoi vuoti. Quando uno dei due allungò il muso cercando di leccare uno dei piatti, l’inserviente più vicino glielo sfilò da sotto il naso con aria scocciata.
In quell’istante accadde qualcosa di curioso: Vindex stava sgranocchiando lentamente uno degli arti della sua mucca a diversi metri di distanza ma mantenne tutti i sensi in allerta, incuriosito. Da dietro l’edificio spuntò fuori un uomo. Indossava comuni abiti borghesi, ma aveva nonostante questo un portamento molto fiero e Vindex trovò curiosa la folta barba rossiccia dell’uomo accompagnata da una capigliatura decisamente più rada.
L’uomo si avvicinò ad alcuni inservienti. –Questi sono per voi.- Egli allungò ai suoi interlocutori quello che a Vindex sembrò essere un sacchettino di monete.
–Ora voi darete a questi due draghi un paio di capi di bestiame che preleverete dalle scorte per domani e a meno che voi non vogliate trovarvi nei guai, userete parte di questo danaro per comprare altre due bestie da un contadino della zona…-
Vindex non riuscì a sentire le flebili parole di protesta, coperte forse da un velato timore, emesse dai due inservienti: il tono dell’uomo con la barba era stato tanto duro ed intimidatorio che sembrava proprio di qualcuno abituato al comando.
Il grande peso massimo tuttavia si stupì quando osservò la seguente azione dell’uomo misterioso: egli si avvicinò senza timore né paura ai due draghi che sebbene piccoli per Vindex, erano indubbiamente grossi paragonati agli umani.
–Questo genere di mancanze mi spezza il cuore amici miei, come è possibile che dei draghi che hanno combattuto e hanno versato sangue per il Regno siano lasciati senza mangiare?-
Vindex si alzò in volo, ascoltando a stento le lamentose parole di risposta dei due draghi corrieri.

Un paio di ore più tardi Vindex volava verso la sua caverna: si era goduto una bevuta rinfrescante nel ruscello principale che scorreva vicino ai padiglioni dei draghi e poi aveva lasciato al sole il compito di riscaldare le membrane delle sue ali mentre era in volo.
Quando atterrò di fronte all’ingresso della sua caverna egli tuttavia non trattenne un gemito di stupore. L’uomo con la barba rossiccia era lì, seduto tranquillamente su una delle rocce che costellavano l’ingresso della sua dimora e con tutta l’aria di essere stato pazientemente in attesa del suo ritorno.
–Buongiorno..- disse semplicemente, i suoi occhi scintillavano. Per nulla intimiditi nel trovarsi solo e di fronte ad un drago della stazza di Vindex.
–Perché… perché l’avete fatto?- la risposta dell’umano fu immediata.
– Proteggere i draghi contro la crudeltà degli uomini, dar loro da mangiare se hanno fame, dar bere se hanno sete, correre in loro aiuto se estenuati da fatica o malattia, questa è la bella virtù del forte verso il debole. –
Vindex non trattenne una forte risata, un rumore che aveva gettato nella paura più di un essere umano…
-Noi saremmo… “deboli”, piccolo umano?- Il piccolo umano non si scompose, mantenendo uno sguardo vivo e interessato, quasi come se si trovasse dinanzi ad un indovinello da risolvere piuttosto che da una bestia di una ventina di tonnellate di ossa, muscoli, scaglie e artigli.
–Ribadisco quanto dico, siete deboli perché non siete in grado di cogliere i vostri diritti e le vostre possibilità: parlate e pensate come noi ma vi accontentate di vivere come bestie quando avreste tutte le capacità di elevarvi al di sopra di esse. Quei due draghi affamati di poco prima leccavano piatti sporchi come farebbe uno sciacallo eppure ho letto di draghi che battono gli umani nel risolvere problemi matematici, o sbaglio? – Vindex sollevò il collo, non sapeva se sentirsi insultato per accuse che sapeva non essere rivolte a lui oppure se l’umano volesse farlo sentire in colpa.
– Loro non hanno mangiato perché non sono stati svelti o furbi abbastanza per prendere la loro parte, sbaglio o questo capita anche nel mondo degli uomini?-
L’uomo barbuto si esibì in un sorriso compiaciuto.
–Esattamente ma la debolezza di costoro, siano essi uomini o draghi, non è intrinseca. Essi sono il frutto di una società ineguale che li ha portati a credere di non poter aspirare a qualcosa di meglio: bada bene, caro Vindex che sto parlando dei dogmi impressi sia dagli umani che dagli stessi draghi. –
Vindex si lasciò sedere a terra con un pesante tonfo, sollevando una nube di polvere. L’uomo si limitò a scuoterne un po’ dalla manica del suo abito.
–Non mi farai sentire in colpa per questo. Altri uomini mi hanno cercato con simili parole… volevano farmi venire a combattere per chissà quale assurda campagna: invano, perché non ho intenzione di partire, ho perso il mio Capitano e niente può sostituirlo.-
L’uomo con la barba rossa rimase in silenzio per alcuni istanti, quindi iniziò a parlare con voce cauta.
– Correggetemi se sbaglio, purtroppo i trattati sugli usi e costumi dei draghi sono molto contradditori e in disaccordo tra loro ma… tu provavi un intenso affetto per quell’uomo non è vero? Fin dalla tua nascita ti è stato accanto, ti ha protetto e tu hai protetto lui.
Lo comprendevi meglio di chiunque altro e lui faceva lo stesso, entrambi eravate in ansia per i destini reciprochi e provavate gioia e dolore per i successi o le sconfitte di entrambi. Sapevi che un giorno sarebbe morto perché voi draghi vivete più a lungo di noi, tuttavia la sua morte ti ha sconvolto… hai avvertito un pezzo di te venir strappato via dal tuo petto. –
Vindex cercò di trattenere un gemito di dolore, senza riuscirci, l’umano aveva descritto al meglio i suoi sentimenti.
–Comprendo quanto ti è accaduto… perché ho provato lo stesso, pur senza essere Capitano di un drago.-
Il peso massimo sollevò il muso, tutta la sua attenzione focalizzata nell’uomo di fronte a lui.
–Lei era la mia compagna di vita, la mia compagna di battaglia, la mia compagna di sogni… con lei mi sono battuto in Sudamerica e in seguito per difendere la Repubblica Romana. Eravamo per la strada di Venezia, braccati ed in fuga quando la malaria me la portò via. Lei ed il figlio che portava in grembo. Il mio cuore si spezzò quel giorno.- L’uomo sollevò lo sguardo, fissando senza timore il possente drago dinanzi a lui.
–Il dolore che provai quel giorno è lo stesso sentimento che hai provato tu, Vindex. L’amore per il tuo capitano era pari solo all’amore che provavo per la mia Anita. Quando ella morì tuttavia compresi qualcosa di importante.-
Vindex trovò a malapena la forza di rispondere, lentamente iniziò a comprendere molte cose… si era sempre chiesto perché gli umani fossero così attaccati ai loro compagni con cui avevano figli. Un motivo poteva essere il fatto che, appena nati, gli umani non erano in grado di correre o cacciare: ma ora comprese che vi era dell’altro.
–Loro… amano le loro compagne ! -
Finalmente comprese le espressioni tristi o di disagio del suo Capitano e di altri Capitani, loro non potevano amare le femmine della loro razza come i loro simili perché i loro cuori erano già legati ai loro draghi: questo era uno dei motivi per cui loro si sentivano diversi da tanti umani, questo era il motivo per cui essi venivano derisi e mal considerati per i figli illegittimi che procreavano unicamente allo scopo di garantire futuri Capitani per il proprio drago. Futuri Capitani che almeno condividessero qualcosa della carne e dello spirito dei loro padri.
–Cosa… cosa comprendesti?- chiese Vindex con la voce vibrante dall’emozione.
–Compresi che non era suo desiderio sapere che avrei passato il resto della mia vita afflitto nel lutto, compresi che era mio dovere portare avanti i suoi sogni e le sue speranze. Compresi che il vivere nel ricordo di coloro che amiamo è un dovere di chi sopravvive … -
-Vivere.. nel ricordo di coloro che amiamo.-
Vindex capì finalmente quali dovevano essere stati i pensieri del suo Capitano: rimorso e tristezza per non aver potuto dirgli addio; pena per il dolore che il suo drago avrebbe ricevuto a causa della sua morte; timore dell’essere separato da lui verso un viaggio in direzione dell’ignota oscurità dell’oltretomba.
–Il tuo Capitano era noto per le sue idee unitarie e libertarie benché fosse un uomo fedele ai suoi doveri. Dovresti saperlo meglio di me. Hai una scelta Vindex: puoi passare il resto dei tuoi giorni qui, soffrendo nel lutto della tua reclusione, oppure… -
L’umano si avvicinò a lui, posando la sua piccola mano sull’imponente zampa di Vindex: un gesto che pochi, al di fuori del suo equipaggio, avevano avuto l’ardire di fare.
-… oppure puoi decidere di vivere nel ricordo di colui che hai amato.-

Note: Un altro capitolo che ho scritto per dare ulteriori informazioni suoi draghi. Ancora una volta ho messo in scena un classico esempio di un problema della loro società. Inoltre ho fornito qualche altra informazione come l’apprezzamento del cibo cotto ed elaborato (nei primi libri di Temeraire, in Inghilterra ed in Prussia, questo non accadeva e venivano dati animali crudi) e un accenno alla passione dei draghi per la matematica. Salta subito all’occhio la figura di questo nuovo personaggio inserito, benché non abbia scritto il suo nome, credo che non ce ne sia bisogno e abbiate tutti capito di chi si tratta. La risposta alla domanda iniziale di Vindex è modellata su di una frase detta realmente da questo personaggio.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Temeraire / Vai alla pagina dell'autore: Kooskia