Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: Ell Emerson    30/04/2012    2 recensioni
Nella diciassettesima estate della sua vita Evelyn viene spedita in uno sperduto paese sulle coste irlandesi, a trascorrere l’estate sotto la tutela della sua sconosciuta zia. La ragazza prevede un noioso soggiorno all’insegna del dolce far niente… si sbaglia.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
3. UNA RAGAZZA DISILLUSA


Viaggiò in macchina con Anton ancora per qualche ora, fino alla stazione ferroviaria, da lì in poi lui avrebbe raggiunto Wexford con la sua macchina e lei sarebbe salita su un treno per Landry.
Arrivarono con due ore di anticipo.
<< Sono già le nove Anton! Dovrai guidare di notte! Vattene, ho diciassette anni e so badare a me stessa, anche se non capisco a cosa dovrei badare giacché devo solo stare seduta su una panchina per un’oretta >> riattaccò Evelyn.
Era ormai da mezz’ora che cercava di convincerlo a ripartire.
<< Appunto, è solo un’oretta, non credo che apporterà sostanziali cambiamenti alla mia tabella di marcia >> rispose quello imperterrito.
<< Mangeranno la tua torta di benvenuto senza di te >>.
<< Sopravvivrò >>.
Di certo i presenti si stavano gustando la scena… dopotutto è sempre interessante un conflitto di testardaggine all’ultimo sangue.
<< Ti facevo più intelligente, beh evidentemente mi sbagliavo >> se ne uscì la ragazza all’improvviso.
<< Perché non sono abbastanza coscienzioso da salvaguardare la mia torta? >>.
<< Non sei divertente >>.
 Anton sbuffò << Non voglio trattarti come una bambina Ev, ma lasciarti sola in una stazione straniera… non lo so >>.
Ecco. Colpita e affondata.
Tutti la trattavano come una bambina.
<< Non so se hai perso un po’ l’orientamento, ma ti avviso che siamo ancora in Europa >>.
<< Ormai l’hai presa come una sfida personale al tuo orgoglio giusto? >>.
Evelyn fece un verso di stizza << Ma che dici? >>.
Quello sorrise << Quando al mondo troverò una persona più testarda e orgogliosa di te ti farò un fischio >>.
<< Credo ti basterebbe uno specchio >>.
<< Ah no! Ti lascio il primato, però promettimi… >>
<< Di non accettare le caramelle dagli sconosciuti >>.
Anton rise << …Prometti di chiamare a casa subito appena arrivi. E sì, anche di non parlare con gli sconosciuti >>.
<< Affare fatto >>. Si salutarono con un abbraccio e un “mangia una fetta di torta anche per me”, poi Evelyn si cercò un posto su una panchina mentre s’infilava anche il cappotto per il freddo.

L’attesa non fu sgradevole. Evelyn aveva sempre gradito starsene in un angolo a osservare i comportamenti della gente…Vecchietti che leggevano il giornale soffermandosi ossessivamente sulla stessa pagina per minuti e minuti, un ragazzo che salutava l’innamorata con un bacio appassionato mentre una lacrima di tristezza rigava il viso di lei, mamme che stringevano convulsamente le mani dei loro bambini per paura di perderli tra la folla, amici che si salutavano con un abbraccio e nascondevano dietro una battuta e una risata la tristezza di un addio… Sì, decisamente le piaceva guardare da fuori la gente. Rendersi invisibile e cercare di capire che cosa passava per la testa alle persone che aveva intorno. Era anche piuttosto brava… Forse quei vecchietti non leggevano realmente, ma avevano bisogno di distrarsi dalla troppa vitalità che li circondava, sentendosi ormai troppo distanti da essa. Forse quella ragazza innamorata non piangeva perché avvertiva già la mancanza del suo fidanzato, ma sapeva che la lontananza non li avrebbe separati solo fisicamente. Forse quelle madri erano terrorizzate dalle circostanti rotaie piuttosto che dalla folla… E gli amici? Probabilmente non avevano alcuna tristezza da nascondere; era da un po’ che Evelyn aveva smesso di credere alla vera amicizia… ma d’altronde non aveva mai creduto nemmeno nell’amore.

Il viaggio in treno fu lungo, ma meno stressante di quanto aveva immaginato. Non era mai andata da nessuna parte senza avere con sé un sostanzioso bottino di libri per ammazzare il tempo, e quando aveva sentito gli occhi troppo stanchi aveva scoperto la piacevolissima sensazione di guardare fuori dal finestrino con le cuffie nelle orecchie e la musica del lettore mp3 a tutto volume.
Quando però la distanza tra lei e quello sperduto paesino sulle coste irlandesi diminuì sempre più iniziò ad avvertire una sorta di vuoto allo stomaco e sentì l’aria farsi più difficile da respirare. Un misto di paura e impazienza allo stesso tempo. Che mi prende? Si chiese da sola, stupita. Non era mai stata ansiosa, né aveva mai avuto paura di deludere le aspettative altrui, eppure quei pochi kilometri verso l’incognito la stavano uccidendo.  Per che cosa dovrei essere ansiosa poi? Per una noiosa estate da sopportare? Si disse per tranquillizzarsi. Solo in futuro si sarebbe resa conto di quanto si fosse sbagliata a prospettare noiosa quell’estate.




Salve a tutti!
Innanzi tutto volevo ringraziare di cuore tutti coloro che si sono sciroppati la mia storia fin qui, davvero compimenti per il coraggio. Questi primi capitoli potrebbero risultare un po’ noiosi e monotoni, ma mi erano indispensabili per presentare bene la protagonista. Da adesso in poi la storia sarà più “frizzante”. Spero davvero che la apprezziate tanto quanto io mi sono divertita a scriverla.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: Ell Emerson