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Autore: Kurochan    30/04/2012    0 recensioni
Dopo la morte di Mello, Near non è più lo stesso. La Caduta di un angelo, un rosario e un nuovo Kira riusciranno a scuoterlo e a farlo andare avanti invece di farsi trascinare dagli eventi?
Dal primo capitolo:
Sì, questo è un angelo pensò Near, senza dubbi. In un mondo dove esistevano shinigami e quaderni della morte, un elemento dalla potenza uguale e contraria doveva esserci. Erano le stesse leggi della fisica a dirlo.
"Ci sono tre cose delle quali puoi essere davvero sicuro, in questo mondo e nell'altro" gli disse la creatura alata: "La prima: un angelo è sempre buono. La seconda: un demone è sempre cattivo. La terza: gli uomini possono essere il meglio e il peggio di entrambe le cose"
P.S. Il protagonista è Near, lo so non linciatemi, mentre Mello ed L faranno qualche apparizione (nei ricordi o altro).
P.p.s. qui Near e Mello si suppone che stessero insieme prima della morte di quest'ultimo
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Halle Lidner, Near, Nuovo personaggio, Stephen Jevanni
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!
Inanzitutto scusatemi per il tremendo ritardo.
So che vi starete chiedendo quale scema posta 3 capitoli in una volta e fa passare un mese per il quarto?
Io, per l'appunto, ma gli impegni mi stanno uccidendo ed è già tanto se riesco a sfiorare il computer, andare su internet non ne parliamo.
Spero almeno che questo capitoli vi ripaghi delle aspettative.
Sinceramente, Kurochan
 
 
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"Non ci posso credere..."
Jevanni era nell'area relax che si stava ancora rodendo per la figuraccia fatta davanti al suo capo e, come se non bastasse, stava sfregando i denti producendo un rumore agghiacciante.
Bruxare, ecco cosa stava facendo.
"Basta adesso"
Disse Halle appoggiandogli una tazza sulla testa.
"So che Bara non ti piace ma almeno risparmia le mie orecchie" disse sedendosigli di fronte  aprendo una rivista.
"Non ti sembra sospetta?"  chiese il collega prendendo la tazza di caffè.
"Sì, in effetti. Near si comporta in maniera diversa quando c'è lei in giro"
"Infatti!" saltò su Jevanni pensando di aver trovato una persona che lo capisse: "Piomba dal cielo come se niente fosse, portando con sè quel life note e che altro! Potrebbe aver fatto il lavaggio del cervello a Near"
"Esagerato. A me lei non dispiace"
"C-cosa!!??"
"Sempre meglio degli shinigami ti pare? Sinceramente preferisco avere a che fare con un life note che con un death note"
"Questo anche io ma..."
"E poi lei è stata molto gentile ed educata, mentre la tua condotta è stata proprio imbarazzante. Mi vergogno per Near..."
"Oh, al diavolo" sbuffò Jevanni rosso. Lo sapeva di non essere stato proprio professionale...
"Per l'appunto. Ma perchè la odi così tanto?"
"Non lo so... ma non mi piace. Hai visto come si comporta? Guarda sempre Near mentre a noi ci tratta come spazzatura..."a te, pensò Halle: "... e anche il nostro capo! La guarda sempre! Con che sguardo poi. Mi fa una rabbia!" disse afferrando la tazza e bevendo un gran sorso.
Halle lo guardò un attimo, chiedendosi se il suo collega avesse assunto sostanze strane e se davvero non si rendesse conto di quello che stava dicendo.
"Jevanni, tu sei bisex?"
 
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Non aveva i soldi.
La sera prima aveva provato a rubarli dal portafoglio di suo padre, ma era stato scoperto, castigato e mandato a calci nel sedere a scuola.
E oggi l'avrebbero pestato a sangue ne era sicuro.
Svoltò in un vicolo, si guardò intorno e constatò la via libera.
Si muoveva così, nascondendosi e controllando ogni tratto di strada prima di passare. Voleva evitarli il più a lungo possibile anche se sapeva di non poterlo fare per sempre.
Tuttavia non li incontrò. Riuscì ad arrivare salvo e in orario al cancello della scuola.
Tutto era tranquillo... che si fossero scordati di lui?
Nah, gli sarebbe andata troppo bene.
Arrivato in classe si sedette al suo posto. Da solo.
Accanto al suo banco sedeva Seguchi Ishiyama. Era un bel ragazzo dal carattere solare e allegro. Eccelleva sia nello studio che nello sport e aveva la cosidettaaura da principe che tanto piaceva alle ragazze.
"Ehi ma avete sentito?"
Ogni mattina il suo banco era affollato da tanta gente, persino dalle altre classi. Era così che lui conosceva le cose che accadevano a scuola, origliando i discorsi degli altri mentre faceva finta di ripassare la lezione. Tanto non c'era nessuno che parlasse con lui.
"No, che cosa?" chiese eccitato Seguchi all'amico alla sua destra.
"Sono passato in segreteria e ho sentito che Takawa Higura, il bullo della sesta classe, è morto stanotte d'infarto!"
 
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Fortunatamente Halle ebbe abbastanza prontezza di riflessi da usare la rivista come scudo, evitando di essere così inzuppata dalla saliva e dal caffè del collega.
Disgustoso.
Intanto Jevanni, dopo essersi strozzato con la bevanda, entrò nella terza crisi in meno di tre giorni.
"I-i-i-io c-cosaaaa????"
"Da come ne parli sembra che ti piacciano sia Near che Bara e sei arrabbiato perchè ti lasciano fuori"
"Assolutamente no!! Ma stiamo scherzando!? Non ti azzardare più a dire una cosa del genere!!"
"Ma..."
"Me ne vado!" ed uscì a razzo dalla sala.
Non le aveva dato neppure il tempo di finire. Ridi ridi che tanto ti becco dopo, pensò infuriata Halle. Voleva solo un pò di gossip in fondo.
 
No no no no non era possibile.
Non c'era verso che Near o quellagli piacessero in quel senso, Halle era pazza se credeva una cosa del genere... ma era anche vero che da quando quellaera piombata lì fra capo e collo lui stesso era teso come una corda di violino e, cavolo, non poteva fare la figura dell'idiota 4 volte su 5.
In preda al panico e alla confusione Jevanni entrò nel soppalco con la stessa grazia di un ippopotamo con un tutù.
"Near!"
L'angelo saltò sul posto col cuore in gola per lo spavento mentre l'albino, senza scomporsi, si girò nella sua direzione.
"Cosa c'è Jevanni?"
Il ragazzo si bloccò.
"Ma che state facendo?"
Bara e Near erano tutte e due sul pavimento, seduti su dei cuscini che stavano tranquillamente giocando a scacchi.
"Una partita a scacchi" gli rispose il suo capo come fosse la cosa più naturale del mondo: "E' successo qualcosa?"
"S-no!"
E ora come gliela spiegava?Ciao Near penso di essere sessualmente confuso e forse sono attratto da te e Bara... ma non scherziamo!
"Ehm... ecco..." presto cervello inventati qualcosa!
"N-non dovremmo cominciare le indagini?"
Si, ecco, quello poteva andare no?
 
Near guardò attentamente il suo sottoposto.
Era arrivato come una furia, probabilmente in preda all'ennesima crisi, e ora si stava palesemente arrampicando sugli specchi.
Non gli era sfuggito il lapsuss-noma in ogni caso non era cosa che in quel momento lo interessasse.
"Finchè Kira non farà la prima mossa noi non possiamo intervenire" spiegò comunque l'albino, paziente: "Kira potrebbe essere chiunque, persino un agente dell'SPK e finchè non si muove, noi non sappiamo neppure da dove partire senza contare che il possessore del quaderno potrebbe far sì che tutti gli omicidi siano incidenti... "
Quella cosa del death note era davvero una seccatura pensò Near, senza considerare che non sapevano neppure se questo Kira amasse fare scena tanto quanto Light Yagami ma Bara sembrava abbastanza sicura che, in un modo o nell'altro, si sarebbe fatto conoscere.
Sembrava conoscere qualcosa sul death note, qualcosa che non doveva rivelare e sembrava molto più attenta che su altre cose.
Near aveva provato a estorcere quelle informazioni in modo più subdolo durante quella partita, ma era stato come andare a sbattere contro un muro di cemento armato.
Senza contare che, con o senza quelle informazioni, le possibilità ricadevano circa tre miliardi e passa di persone... una bazzecola.
"Ho già detto a Rester di controllare tutte le morti per infarto in Europa e Asia, approposito scacco matto"
"Non di nuovo!" si lamentò Bara. Era già la quinta volta!
"Perfavore Jevanni, tu e Halle controllate quelle in America. Rester non può fare tutto da solo"
"D'accordo"
E Jevanni ringraziò di aver qualcosa su cui focalizzare l'attenzione che non fossero quei due.
 
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Le orecchie gli fischiavano.
Come morto?
"E come è successo?" domandò Seguchi.
"Non lo so non ho sentito altro, ma è davvero pazzesco! Sembra che l'infarto sia venuto fuori così senza motivo..."
Lui già non ascoltava più.
Non ci credeva.
Non era possibile.
Si alzò di scatto, attirando l'attenzione di tutti che lo guardarono per un momento, prese la borsa e si fiondò fuori dalla classe, su per le scale finchè non si barricò nei bagni deserti del quinto piano.
Si chiuse la porta alle spalle appoggiando la cartella dentro il lavandino e cominciando a cercare freneticamente.
Appena ebbe trovato il quaderno scacciò la borsa che cadde sul pavimento sparpagliando il contenuto e aprì la prima pagina.
Takawa Higura
Eccolo lì.
Nero su bianco, come se l'accusasse.
"Non è vero... è solo un incidente... non è vero... io non c'entro niente... io..."
 Afferrò i bordi del lavandino, continuando a ripetersi come un mantra che non era stato lui, che era stato un incidente.
E poi non era l'unica vittima di Takawa Higura, altri lo erano stati in modi addirittura peggiori... c'erano una marea di altri ragazzi... e poi era infarto!
"Cra"
Sussultò.
Si girò, quel suono... il gracchiare secco dei corvi... che in quel momento erano affacciati alla finestra del bagno era un suono inquietante che rimbombava fra le piastrelle.
Ma quei corvi... non c'erano anche ieri quando lui...
"Cra"
Già, l'aveva pensato anche ieri: inquietante, e strano.
"Non so cosa stia succedendo..." disse rivolgendosi a loro: "... ma io non toccherò mai più questo quaderno!"
I corvi gracchiarono, sembrarono ingigantirsi quando spalancarono le ali volando via in un turbine di piume nere lasciandolo solo.
Col fiatone abbassò lo sguardo.
Stava andando davvero in paranoia.
Non era possibile che dei corvi lo seguissero come non era possibile che un quaderno uccidesse le persone. Probabilmente il ragazzo che aveva riportato la notizia si era sbagliato oppure alla scuola avevano dato una notizia sbagliata.
Poteva anche essere morto di overdose, cosa tra l'altro possibilissima.
Già... era stata una brutta serie di eventi e lui era solo stanco. Tutto qui.
Chiuse il quaderno e lo mise da parte per lavarsi la faccia con l'acqua fresca, poi allungò la mano sulla carta e si asciugò.
Era tutto a posto. Erano solo coincidenze.
Quando ebbe finito di asciugarsi si guardò allo specchio... e urlò.
 
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"Non pensavo che ci fossero così tante persone che muoiono d'infarto"
L'elenco che Jevanni stava scorrendo era inifinito. Non invidiava per niente Rester.
"Dobbiamo trovare il modo di restringere il campo"
Quando era andato a far rapporto e a far analizzare i dati a Near non avevano ricavato un ragno da un buco.
Il pensiero di questo nuovo Kira era ancora oscuro e Bara non era stata in grado di fornire più spiegazioni e restare ad aspettare che qualcosa succedesse, che qualcuno morisse, a Jevanni proprio non andava giù.
Dovevano prevenirli i crimini no?
"Tutto a posto?"
Era Bara.
Era entrata silenziosamente dietro di lui e stava fluttuando a pochi centimetri da terra.
"Si"
Rispose secco. Non aveva voglia di parlare con lei.
La vide un pò in difficoltà, cambiare espressione confusa. Probabilmente Jevanni stava apparendo socievole quanto una roccia ma non gliene importava.
"Per prima, mi dispiace"
Il ragazzo restò perplesso. Non se l'aspettava e poi, al massimo, era lui che si doveva scusare. Ecco, ora si sentiva anche in colpa. Fantastico.
"Non sono sembrata molto angelica vero?" cercò di sdrammatizzare l'angelo.
Probabilmente neppure a lei andava a genio l'idea di scusarsi... eppure l'aveva fatto, mostrandosi più matura di lui.
"No, sono io che dovrei scusarmi"
Lui allungò la mano, imbarazzato, e gliela strinse, dopodichè nessuno dei due disse più niente e il silenzio diventò imbarazzante.
Loro non avevano proprio niente da dirsi e provare a intavolare una conversazione di cortesia con un angelo non era mica facile. Che gli poteva chiedere?
Fu lei invece a parlare.
"...Jevanni, giusto?"
"Uhn, sì"
"Come avete fatto a trovare Kira per la prima volta?"
"Ma voi lassù non lo sapete già?"
"Le cose viste da quaggiù sono diverse..." disse guardandosi attorno con aria furtiva. Quando vide che non c'era nessuno si abbassò e bisbigliò al suo orecchio: "... e poi a dir la verità non le abbiamo seguite dall'inizio"
Bara era così vicina che Jevanni poteva sentire i capelli solleticargli la guancia mentre l'odore leggero si imprimeva nella sua mente.
Era qualcosa di sottile e delicato, appenna accennato, tanto che avrebbe voluto  affondare le mani in quei capelli strani e avvicinarla per sentirlo meglio.
"Rose" si lasciò sfuggire.
"Come?"
"Ehm, ahm... i-il tuo odore. Profumi di rose"
OhSantoCielo ma che stava a dire??
"Grazie. E' per questo che mi hanno chiamato Bara sai?"
Fortunatamente Bara pareva non essersi accorta del suo imbarazzante cambio di colore.
"Solitamente ci viene dato il nome per qualche nostra caratteristica... io non è che avessi chissà che così mi hanno dato la prima cosa che gli è venuta in mente"
"Gli angeli nascono?"
"Alt, informazione riservata"
"Capito capito"
"E non hai ancora risposto alla mia domanda"
"A dire la vertià neppure io ho seguito le cose dall'inizio... però il vecchio L aveva cominciato a muoversi quando le cose erano diventate strane. Molte morti, tutte per infarto, solo criminali..."
"Quindi ciò che cerchiamo sono... delle morti strane?"
"Tante morti strane"
Da quel punto di vista tutta la popolazione anziana sarebbe stata da scartare, ma come fare se il nuovo Kira avesse preso di mira i vecchietti? Oppure avesse agito nei posti dove c'erano guerre? ... insomma, nessuna pista era da escludere e loro non potevano far altro che monitorare la situazione nell'attesa di qualcosa.
Era deprimente e Jevanni proprio non piaceva come stavano le cose: si rifiutava di arrivare agli stessi numeri di Kira prima di individuarlo.
Purtroppo però, per quanto desiderasse trovarlo in fretta, erano sempre tutte le persone del mondo che gli si paravano davanti e forse fu per la sconsolazione delle cifre che dalla sua voce trapelò qualcosa.
"Jevanni"
Bara era solenne mentre gli prendeva la mano fra le sue e lo guardava dritto negli occhi: "Non gli permetterò di arrivare a tanto. Te lo prometto. Lo individuerò prima"
I suoi occhi erano accesi di determinazione, tanto che riuscì a passarne pure a lui che senza accorgersene si ritrovò a ricambiare la stretta dell'angelo.
"Sì"
E non era un sì secco, era un sì deciso
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Era bellissima ma non fece in tempo a notarlo perchè con urlo era saltato via dal lavandino come se bruciasse.
Nello specchio.
In quel momento.
Non il suo riflesso, ma una donna bionda dagli occhi azzurro cielo.
"Buongiorno... Kotaro Soho"
Improvvisamente l'aria si era fatta gelida e la stanza sembrava restringersi lasciando solo lui e lo specchio, lui e il riflesso.
"Non temere giovane prescelto, sono una tua umile serva"
Kotaro non la stava ascoltando.
Si era precipitato sulla porta, trovandola bloccata e ci si stava arrampicando come un insetto.
Forse era lui che aveva preso della roba strana, non Higura.
"Ti prego, non essere spaventato... io... io sono dalla tua parte"
"Basta! Non voglio avere niente a che fare con tutto questo!"
 
Non lo stava a sentire.
Era troppo spaventato... ma quello era stato colpa sua. Aveva agito troppo presto e l'aiuto di quel suo piccolo souvenir dall'altro mondo non era stato sufficiente.
Tsk, che essere senza spina dorsale.
"D'accordo"
L'umano aveva smesso di agitarsi come uno scarafaggio e ora guardava solo atterrito lo specchio.
"Io ora sparirò e se vorrai non mi vedrai più, ma ricorda, io sono dalla tua parte e posso risolvere tutti i tuoi problemi"
 
Tutti i suoi problemi...
 
"Se ti serve aiuto basterà che mi chiami"
"E... e qual'è i-il tuo nome?"
Il riflesso sorrise.
"Il mio nome è Aurora"
 
Poi tutto svanì come era apparso.
 
 
 
  
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