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Autore: aliciablade    24/11/2006    8 recensioni
Usagi beve accidentalmente una pozione d'amore ed inizia a comportarsi molto stranamente...specialmente verso un certo nemico alquanto disprezzato. ATTENZIONE:questa fanfiction è tradotta da lithtys col permesso dell'autrice.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Note di lithtys: questa ff è tradotta da lithtys col permesso dell'autrice.

LOVE POTION No 19

By Alicia Blade

CAPITOLO 2 - LOVE IS MOM KNOWS BEST

 

"Penso si stia riprendendo".

"Sta bene? Usagi-chan? Puoi sentirmi? Dio, spero di non averla avvelenata...".

Usagi gemette e aprì lentamente gli occhi. Il mondo le stava ancora girando attorno, ma si stava gradualmente fermando, lasciandole solo un leggero pulsare nella testa. Si sfregò pigramente gli occhi e cercò di sedersi. Era nella stanza sul retro della sala giochi, stesa sul sofà del vecchio negozio di articoli usati. Motoki era accovacciato di fianco a lei con un bicchiere d'acqua e Minako, in piedi di fianco a lui, si stava mordendo nervosamente le unghie. Mamoru si trovava sull'uscio della porta e si stava strofinando i capelli con un asciugamano per piatti.

Il cuore le balzò in petto mentre lo guardava, anche se non le stava prestando attenzione. La sua gola divenne improvvisamente asciutta; i palmi delle mani sudati.

"Guarda come sei rossa! Usagi-chan, bevi questo".

Tremando, prese il bicchiere da Motoki e se lo portò alle labbra. L'acqua era fredda e rinfrescante, ma quando all'improvviso gli occhi di Mamoru si focalizzarono su di lei, si ritrovò a soffocare. Girandosi dall'altra parte mentre il sangue le coloriva velocemente le guance, Usagi cercò disperatamente di calmare le sue vorticose emozioni.

"Stai bene, Usagi-chan?", piagnucolò nervosamente Minako, inginocchiandosi di fianco a lei.

"S-si. Sto bene", sussurrò, scrutando l'orribile disegno marrone del divano, qualsiasi cosa per tenere la sua mente lontana dallo splendido sguardo penetrante di Mamoru. "Che cosa è successo?".

"Sei svenuta".

"Svenuta?".

"Non ti ricordi?", le chiese nervosamente Minako. "Sei svenuta proprio dopo che tu...".

Usagi sollevò lo sguardo e vide la sua amica mordersi il labbro e guardare indietro verso Mamoru. Era ovvio che stava cercando di non scoppiare a ridere istericamente, ma le sfuggì comunque un piccolo sogghigno. Mamoru roteò gli occhi.

"Proprio dopo che cosa?".

Si girò verso Motoki, che stava iniziando a diventare rosa nel tentativo di non ridere.

"Che cosa ho fatto?".

Minako scoppiò in forsennate risate. "Hai rovesciato il tuo frappè sulla testa di Mamoru! Non ti ricordi? E'stata la cosa più divertente che abbia visto ultimamente!".

Allo scoppio di risa della ragazza, anche Motoki non resistette.

Mamoru sospirò irritato. "Mi fa piacere che qualcuno l'abbia trovato divertente". Poi i suoi occhi incontrarono ancora una volta quelli di Usagi e si accigliò, l'asciugamano ancora avvolto attorno al collo. Lo stava fissando con gli occhi spalancati ed il colore che andava scomparendo dal suo viso. Il bicchiere giaceva dimenticato fra le sue mani mentre le sue labbra dischiuse tremavano per lo shock.

"Ho fatto cosa?", mormorò.

Mamoru inarcò un sopracciglio nella sua maniera fastidiosamente sexy e Usagi cercò di tenere calme le farfalle nello stomaco. I suoi tentativi furono vani.

"Non si ricorda", sbuffò, scuotendo la testa. "Conveniente".

Dopo aver posato il bicchiere sul pavimento, Usagi sollevò le mani verso la bocca, continuando a sbirciare l'uomo dai capelli neri mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. "Mi...mi dispiace".

Le risate di Motoki e Minako cessarono bruscamente e si voltarono a guardarla. Mamoru fece un allarmato passo indietro.

"Che cosa?".

"Scusa?".

"Deve aver battuto la testa quando è caduta".

Stringendo la mascella, Usagi si alzò in piedi e serrò i pugni. "Mi dispiace così tanto, Mamoru-san. Non...non so a cosa stessi pensando. Io...per favore, perdonami!". Tirando su col naso, nascose il volto fra le mani.

Perplesso, Mamoru si girò dalla ragazza che piangeva verso le altre persone stupite che occupavano la stanza. Schiarendosi la gola, infilò entrambe le mani nelle tasche dei pantaloni. "Ok, Odango Atama, basta che la smetti di fare la regina di un dramma teatrale".

Tremando, Usagi fece un profondo respiro e si morse la lingua, cercando disperatamente di assentire alla sua richiesta.

"Minako, forse dovresti portarla a casa", suggerì Motoki.

"Si, sembra...una buona idea", iniziò a dire Minako, volgendo sospettosamente lo sguardo da Mamoru ad Usagi, prima di scuotere bruscamente la testa e borbottare a bassa voce. "No. Non è possibile. Andiamo, Usagi, ti porto a casa".

Asciugandosi gli occhi ed evitando lo sguardo di Mamoru, Usagi si lasciò accompagnare da Minako fuori dalla porta. Trattenne il respiro mentre il suo braccio sfiorava la manica di Mamoru.

Confusi, Mamoru e Motoki seguirono con lo sguardo le ragazze fino a quando non scomparirono dalla loro vista; poi Mamoru si girò verso il suo migliore amico.

"Di cosa credi si tratti?", chiese nervosamente.

"Non ne ho idea", rispose Motoki, grattandosi la testa. "Forse siamo davvero passati ad una nuova marca di gelato".

"Usagi, sei sicura di stare bene?", chiese Minako mentre serpeggiavano per la strada, in direzione della casa di Usagi.

"Naturalmente. Sto bene. Sono solo stanca. Perché continui a chiedermelo?". Nonostante Minako cercasse di mantenere il tono della voce privo di preoccupazione, anche Usagi ne avvertì il pungente tono sommesso. Era solo così stanca dei punzecchiamenti dell'amica. Non riusciva a vedere che non voleva parlare di ciò che era accaduto?

Almeno, non prima di aver capito le stessa cos'era successo.

Minako le tirò una ciocca di capelli. "Perché sei ancora molto pallida. E...voglio dire, dai, ti sei scusata con Mamoru! E'come la zona crepuscolare!".

Usagi si fece piccola piccola. "Non è strano. Non avrei dovuto rovesciargli il frappè addosso".

La sua amica sbuffò. "Oh, per favore. Il 'dovrei' ed il 'non dovrei' non hanno mai avuto a che fare con la tua relazione con lui!".

Usagi si fermò sulla porta di casa e girò su se stessa per fronteggiare Minako, gli occhi spalancati. "Relazione? Che relazione? Non abbiamo una relazione, Minako! Qualsiasi cosa tu possa pensare di sapere, è sbagliata! Non c'è nulla fra di noi!". Usagi serrò le labbra ed abbassò lo sguardo. "Nulla", ripeté tranquillamente.

Minako annuì sospettosamente. "D'accordo, Usagi. Forse dovresti distenderti".

Annuendo, Usagi sospirò e si voltò, scomparendo dentro casa senza salutare. Minako scosse la testa incredula e si incamminò verso il tempio di Rei. Stava morendo dalla voglia di raccontare a qualcuno gli eventi dela giornata e non poteva aspettare per vedere la faccia che Rei avrebbe fatto quando le avrebbe raccontato di come Usagi avesse rovesciato il frappè sulla testa di Mamoru. Sarebbe andata fuori di testa!

Usagi si gettò sul letto, seppellì la testa nel cuscino quanto più profondamente poté e urlò. Quando rimase senza fiato, allungò il collo, fece un profondo respiro e perlustrò la stanza con lo sguardo per notare che Luna non era lì, poi strinse forte il cuscino attorno alle orecchie e urlò di nuovo.

La sua vita era finita.

Il mondo avrebbe dovuto smettere di girare. Il sole non avrebbe più avuto motivo di continuare a splendere.

Era tutto inutile. Senza ragione. Confuso.

Calciò rozzamente la trapunta e prese a pugni il materasso.

Quando poco dopo l'aggressione finì, tirò su le lenzuola e pianse a lungo, desiderando soffocare. Capì che anche le lacrime che non riusciva a fermare erano inutili, perché non avrebbero aiutato nessuno, tanto meno lei stessa.

La sua vita era finita.

Lui la odiava.

"Usagi, tesoro, va tutto bene lì dentro?".

Le lacrime che non credeva di poter fermare, cessarono. Mettendosi seduta, si strofinò il naso con la manica. "Si, mamma, sto bene".

"Posso entrare?".

Esitò, cogliendo il riflesso dei suoi gonfi occhi rossi nello specchio.

"Si".

Ikuko aprì la porta della camera, gettò uno sguardo a sua figlia e corse al suo fianco, dicendole amorevolmente, "Oh, amore, cosa ti è successo? Cosa c'è che non va?".

La sua partecipazione andò dritta al cuore di Usagi che crollò fra le braccia della madre, di nuovo singhiozzando disperatamente. Ikuko la consolò carezzandole amorevolmente i capelli e le sussurrò tutte le parole giuste che una mamma conosce, ma il pianto di Usagi si calmò appena.

"Oh, mamma!", riuscì a dire fra i singhiozzi. "Non è...giusto!".

"Lo so, tesoro. Non è giusto. Non è proprio giusto. Lo so. Lo so".

Non ne aveva idea.

Ma Usagi comunque le credette, e dopo alcuni minuti di pianto doloroso, cercò di riprendere a respirare e si allontanò dalle confortevoli braccia della madre.

"Dì a mamma cos'è successo", la incitò Ikuko quando pensò che il respiro della figlia fosse abbastanza tranquillo.

Usagi si morse il labbro e combatté per rimanere calma, sentendo che ogni secondo che passava portava con sé la minaccia di altre lacrime. Fissò intontita il motivo a scacchi del suo copriletto mentre lo stringeva forte fra le dita. "Beh,...", disse in modo miserevole, "c'è questo ragazzo...".

Ikuko trattenne un sorriso. Naturalmente c'era questo ragazzo.

Usagi fece un profondo respiro, e fu come se quella sola piccola confessione avesse rimosso il blocco nella sua voce. Doveva dirlo a qualcuno o sarebbe esplosa, e chi meglio di sua madre che l'amava e non l'avrebbe mai giudicata?

"E lo amo!", piagnucolò. "Ed è tutto per me, mamma, tutto! E'il giorno e la notte, la vita e la morte ed è perfetto! E sono così pazza di lui che mi sento male solo a pensarci, perché mi rende così nervosa e così sbadata e la mia vita non è degna di essere vissuta senza di lui. Ed è intelligente e spiritoso e incantevole ed elegante e galante e alto e, oh, mamma, ha questo viso così bello che non ci crederesti! E'il tipo di volto che ti fa venir voglia di fissarlo e non smettere mai e quando sorride, il che, okay, non è così spesso, ma quando lo fa! E'come...è come...", Usagi sospirò languidamente e cadde indietro sul cuscino, abbracciando la trapunta stretta al petto. "E'qualcosa che non ho mai visto prima!".

Allungando una mano per prendere quella di sua figlia, Ikuko le chiese gentilmente. "Allora perché stavi piangendo?".

Il dolore ritornò ad infrangere i suoi sogni ad occhi aperti ed Usagi sbatté le palpebre per ricacciare indietro le lacrime. "Perché mi odia".

"Oh, non essere sciocca, Usagi".

"Davvero! E'la verità! Pensa che io sia stupida e goffa e pigra e ora penserà anche che sono maleducata ed immatura ! E non posso sopportarlo. Non posso vivere senza di lui. Sapendo che pensa...che mi odia!", gemette e tirò via il cuscino sotto di lei per stringerselo sul viso.

Sospirando, Ikuko diede dei leggeri colpetti sulla gamba di sua figlia, pensando a tutte le cose che avrebbe potuto dirle, ma che non l'avrebbero aiutata. Il mondo è pieno di pesci. Sei ancora troppo giovane per pensare all'amore. Se non gli piaci, non ti merita. Sei una ragazza speciale e troverai qualcuno speciale. Non sa quello che si perde.

Invece, scosse la testa e disse, "Tesoro, ti arrendi troppo facilmente".

I singhiozzi si spensero di nuovo ed Usagi allontanò il cuscino dal viso. Guardò sua madre con aria interrogativa non sicura di aver sentito correttamente e per vedere se la donna stesse scherzando, prima di tirarsi su di nuovo.

"Che cosa intendi?".

"Intendo, se sei così innamorata di lui, allora devi combattere per lui. Naturalmente, se non vale la pena battersi per lui, allora non c'è nessun problema, no?".

"Oh, ma ne vale la pena!", esclamò, ansiosa di affermare i suoi pregi al mondo.

"Allora perché non combatti per lui?".

Il suo impulso momentaneo si dissolse ed Usagi crollò in avanti con un sospiro. "Perché mi odia!".

"Come può qualcuno odiarti, Usagi? Sei la ragazza più amabile al mondo. Io dovrei saperlo visto che ti ho cresciuta in questo modo".

Sua figlia ridacchiò. "Non capisci, mamma. Non eri lì. Non hai visto cos'ho - oh! Come ho potuto essere così stupida?".

"Che cosa hai fatto esattamente?".

Giocherellò con i pollici e si schiarì nervosamente la gola. "Beh...io...ehm...".

"Usagi?".

"Gli ho...in un certo senso...rovesciato il mio frappè sulla testa".

Se Usagi non fosse sembrata così disperata in quel momento, Ikuko era sicura che si sarebbe rotolata per le risate. Aveva cresciuto una piccola ragazza focosa, questo era certo. "Capisco", disse, mordendosi internamente le labbra per evitare di ridere. "E...perché?".

Usagi corrugò la fronte. "Non mi ricordo. Mi stava prendendo in giro, credo".

"Credi?".

"Beh ecco...è quello che succede solitamente. Ma questo pomeriggio è accaduto tutto così in fretta. Mi girava un po'la testa ed ero stanca; è tutto così confuso. Non mi ricordo esattamente cos'è accaduto, eccetto che un minuto Motoki mi stava dando il frappè e poco dopo mi sono svegliata nel magazzino e Mamoru aveva del frappè nei suoi capelli. Oh, ma era così carino mentre si strofinava la testa con quell'asciugamano". Ridacchiò al ricordo e non notò la strana espressione con cui la madre l'aveva squadrata.

"Scusa, torna indietro. Penso di essermi persa qualcosa", la interruppe Ikuko, sollevando una mano. "Ti sei svegliata in un magazzino?".

"Beh, è una specie di magazzino che serve anche da stanza di riposo per i dipendenti, sai no?".

"Tesoro, sei svenuta?".

"Si...".

"Qualcuno ti ha portato dal dottore? Ora stai meglio?", toccò con il palmo della mano la fronte di Usagi. "Posso portarti un bicchiere d'acqua".

"No, mamma, sto bene". Scacciò via la mano e si appoggiò, con uno sguardo torvo, alla testa del letto. "Credo avessi solo caldo o fossi disidratata o simili. Non so cosa mi sia preso, davvero. Ma ora sto bene. Beh...fisicamente, almeno". Sospirò abbattuta.

Il timore di Ikuko andava scomparendo mentre scuoteva la testa e consolava la sua bambina. "Okay, allora hai rovesciato il frappè sul povero ragazzo. Non è la fine del mondo, Usagi".

"Lo è invece! Non mi parlerà mai più! Mi eviterà come la peste! E anche se prima non mi disprezzava abbastanza, ora non ho più alcuna possibilità!".

"Ma certo che ce l'hai! Sei la ragazza più carina di tutta Tokyo. Tutto ciò che devi fare è scusarti per il piccolo incidente e tutto andrà a posto. Lo prometto".

Usagi incrociò le braccia sul petto, imbronciata. "Niente è mai così semplice, mamma".

Ikuko ridacchiò. "Beh, che altro puoi fare, cara? Sviluppare qualche elaborato e complicato stratagemma per conquistare il suo cuore? Gli uomini sono creature semplici, Usagi, e sono certa che la soluzione al tuo problema sia molto semplice. Allora, la prossima volta che lo vedi...".

"Mamma, giusto!". Usagi balzò in piedi colpendosi la mano con il pugno. "Ecco ciò di cui ho bisogno! Uno stratagemma!". Sbatté le palpebre e scosse la testa. "No, no, sa troppo di qualcosa di malvagio. Un piano. Ideerò un elaborato e complicato piano psicologico per conquistare il cuore di Mamoru. Dovrà essere brillante! E romantico! E mostrargli tutti i miei pregi meravigliosi e provargli una volta per tutte che siamo fatti per stare insieme!".

"Uh, Usagi, non credo che...". Si interruppe, notando il luccichio deliziato negli occhi d Usagi e sospirò. Quello sguardo era molto più bello rispetto alle lacrime di un momento prima e non poteva certo permettersi di distruggerlo. "Si, cara, un piano brillante. Perchè non lasci che ti porti un po'di cibo mentre tu inizi a lavorarci? Che ne dici di biscotti con gocce di cioccolato?".

Usagi boccheggiò. "Biscotti! Oh, mamma, sei un genio! Si, biscotti, il mio piano inizierà con dei biscotti! Su andiamo, dobbiamo almeno farne due o tre infornate!". Saltò giù dal letto e afferrò il polso della madre, trascinandola giù per le scale.

"Ma tesoro, i biscotti erano per te".

"Oh, mamma, non essere sciocca. Devo essere magra e bella per conquistare il suo cuore e sai che quei biscotti vanno poi ad accumularsi sui miei fianchi. Ma se li facciamo per lui, beh, sai cosa si dice: il modo più rapido per arrivare al cuore di un uomo è passare per il suo stomaco! Ora andiamo a fare la prima infornata!".

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Note di lithtys: eccomi tornata con il secondo capitolo. Dal prossimo si entrerà nel vivo dell'azione...e ci sarà da ridere! XD

Grazie a Cassandra14, semplicementeme, miki90, Hatori, Kirby, Strega_Mogana, sissy, sailormoon81, Ale e lua! ^///^

Per Strega_Mogana e Kirby: Mamoru non ha bevuto neanche una goccia della pozione...l'unica a subirne gli effetti sarà Usagi con delle conseguenze che...beh, vi lascio immaginare!

  
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