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Autore: Acquamarine_    01/05/2012    3 recensioni
In ogni capitolo di questa storia ci saranno dei momenti speciali di alcuni personaggi accompagnati da citazioni Disney.
[Titolo della storia provvisorio. Se avete proposte contattatemi :D]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Questo capitolo è dedicato a Chiara,
lei sa perché.

 


Ron sbuffò, affondando la testa nel cuscino.

La porta si aprì lentamente, cigolando, e una donna con lunghi capelli rossi entrò nella stanza. Molly Weasley attraversò la camera lentamente, poi andò a sedersi sul letto del suo penultimo figlio.

«Cosa c'è, Ronald? Ti ho chiamato più volte per la cena... non ti senti bene?» sussurrò, preoccupata, accarezzandogli i capelli.

Il bambino non rispose, limitandosi ad affondare ancor di più la testa nel guanciale.

Molly corrugò la fronte, e si avvicinò un pochino al ragazzino.

«Ronald?»

Ron strinse i denti.

«Tesoro?»

Il ragazzo strinse i pugni così tanto che le nocche sbiancarono, poi, d'un tratto, aprì completamente la mano e si voltò verso sua madre.

«Perché?» sussurrò, semplicemente.

«Cosa, amore mio?» rispose la donna, confusa.

«Perché siamo... così?» chiese il bambino, senza tuttavia chiarire alcunché a sua madre.

«Così... poveri? Perché non siamo come i Malfoy, per esempio?»

«Ci sono cose più importanti del denaro, Ronald» rispose Molly, improvvisamente infastidita.

Avrebbe desiderato accontentare i suoi figli in tutto e per tutto, le sarebbe piaciuto che loro potessero avere una vita migliore, eppure... eppure sapeva di non potergliela dare, per ora. Donava loro tutto ciò che possedeva: l'amore. Credeva potesse bastare, non si era mai aspettata che uno di loro potesse...

«Ma... perché, mamma? Mi prendono in giro per questo, perché io non sono come loro, non posso comprare tutto ciò che voglio. Mi prendono in giro perché ho la bacchetta di Charlie e il mantello dismesso di Bill. Sono stanco, mamma, e non so perché io sia tanto diverso da loro».

«Ascoltami bene, Ron» disse Molly, sicura. «Non avrai bei vestiti, o una bacchetta di prima mano, e neanche una scopa da corsa; indubbiamente le tue scarpe sono meno eleganti di quelle del signorino Malfoy, però tu hai qualcosa che io e tuo padre non ti faremo mai mancare: l'amore. Ti vogliamo bene, Ron, e credimi, vorremo molto più di te poterci permettere certi lussi, ma non è semplice. Ci sono persone che nascono ricche, altre che lo diventano, altre che sono ricche nell'animo. E tu sei uno di queste».

«Sei un ragazzo meraviglioso, e so che puoi fare tanto. Non importa quali scarpe porti, o se il tuo mantello è dismesso. Ti prometto una cosa: un giorno potrai comprarti tutti i mantelli che vuoi, perché diventerai un grande mago, perché sei un bravo ragazzo, Ron».

«Lo dici solo perché sei mia madre» sussurrò il ragazzo, storcendo il naso.

«Lo dico perché è vero» ribatté lei, determinata.

Ron rivolse lo sguardo al suo poster dei Cannoni di Chudeley e parve pensarci su.

«Ron?» lo chiamò Molly.

Lui non rispose, ma la guardò di sottecchi.

«Finché vivrai in questo mondo, l'importante è quello che hai dentro; non avremo molti soldi, ma so che tu, dentro, sei meraviglioso. Basta solo crederci un po'».

Dopo aver detto questo, la donna gli scompigliò i capelli e si diresse verso l'uscita; si fermò sulla soglia, però, e si voltò di nuovo verso suo figlio.

«Quando vuoi scendi, è pronto» sussurrò con un piccolo sorriso, poi chiuse la porta.

«Mi dispiace, figlio mio, mi dispiace» sussurrò, nel silenzio del corridoio.

 

Quella sera, in casa Weasley, la cena si era svolta normalmente. Fred e George avevano usato una delle loro diavolerie facendo arrabbiare Molly, Arthur aveva guardato la scena divertito, Ginny era scoppiata a ridere e Percy aveva alzato gli occhi al cielo e si era rintanato in camera sua, scendendo solo quando la situazione si era calmata.

Quando Molly aveva ordinato a suo marito di fare qualcosa a quelle due pesti, lui aveva dovuto obbedirle per forza, così erano usciti in giardino – Arthur, Ginny e i gemelli – con l'intento di punire Fred e George.

Molly si era lasciata cadere sul divano, stanca, e aveva osservato la cucina, vuota, ripensando alla conversazione avuta poco prima con Ron.

Già, Ron. Non era più sceso a cena...

Molly chiuse gli occhi, sentendosi ancora una volta in colpa.

Forse, non era stata una brava madre. Forse, avrebbe dovuto fare di più... ci doveva pur essere un modo...

«Mamma...» la voce che la chiamò non era né quella di Percy, né quella di uno dei gemelli, né quella di Ginny o Arthur.

Era Ron.

La donna spalancò gli occhi di colpo, e li puntò in quelli azzurri di Ronald.

«Mamma... io...» sussurrò il bambino a disagio, scompigliandosi i capelli.

Molly sorrise, allargando le braccia e stringendo forte il suo bambino che, nel frattempo, era corso da lei.

«Ti voglio bene, mamma».

«Anch'io, amore mio» sussurrò. «Anch'io».

* * *
Angolo Autrice:
Ed eccomi qui, dopo tempo immemore v.v
Non ho molto da dire sul capitolo, spero vi sia piaciuto... leggendo la citazione ("
Finché vivrai in questo mondo, l'importante è quello che hai dentro") mi è venuta in mente questa storia: essendo il concetto simile alla shot su Eloise, ho usato una frase simile, ma un'ambientazione completamente diversa, e spero vi sia piaciuta.
Per il prossimo avrei già scelto la citazione, ma non avendo idee non ho nulla di certo. Dovrebbe essere da Lilo e Stitch, e per questo ringrazio la socia ♥
Alla prossima,
Mari ♥
p.s. Ringrazio Chiara per il parere ♥

   
 
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