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Autore: June_    03/05/2012    3 recensioni
Lexi e Megan. Americane, Baby-sitter improvvisate e sul set di un film che non scorderanno mai. Sopratutto per i protagonisti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sognando 4 Guardai Megan dritta negli occhi e sapevo che stava per dire le mie stesse parole
« E' troppo bello per essere vero.» E forse lo era sul serio.
Lei annuì ancora incredula e dopo una "breve" scorpacciata di dettagli da parte di tutte e due decidemmo di andare a recuperare i poveri bambini -che probabilmente avevano già la muffa- dal camerino per poi recarci anche noi sul set. Al diavolo il Babysitting insomma.
Arrivate sul set ci fermammo dietro uno degli enormi cartelloni con l'immagine di copertina del film, non sapevo se guardare il Johnny gigante affianco a me o quello più piccolo in carne e ossa che si atteggiava da pirata svitato, optai per il secondo... ma abbracciavo la gigantografia.
« Non sembra si sia fatto molto male dopotutto, si muove tranquillamente» Affermò la mia amica che guardava l'uomo sbagliato
« Avresti dovuto vederlo...» La guardai colpevole
« Smettila dai, lo sai benissimo che non è colpa tua!» Mi liquidò e tornò a guardare, l'uomo giusto stavolta.
Quando mi girai anche io vidi che Johnny stava per lanciarsi da una parte all'altra della finta nave appeso a una corda, stile Tarzan.
Non feci neanche in tempo a sbarrare gli occhi che era già caduto a terra; in un attimo il pavimento e i vestiti erano macchiati di sangue
« Porta via i bambini!» Sussurrai a Megan prima di fiondarmi sul set
« Joh!» Mi misi in ginocchio affianco a lui, che era rimasto supino probabilmente troppo debole per rialzarsi.
Non so perchè iniziò a ridere sotto lo sguardo preoccupato della gente che aveva intorno, poi mi prese la mano
« Il mio braccio e la mia spalla non hanno retto eh?» Disse con ancora una leggera risatina
« Continui a perdere un sacco di sangue, te ne rendi conto si?» Non riuscivo a capire come facesse a ridere mentre io ero in preda al panico più totale.
« Dai Le-»
« NO! Dai cosa?! Tu e la tua stupida idea di non chiamare un vero medico, adesso ci vai all'ospedale che tu lo voglia o no.» Stavo "leggermente" perdendo la ragione, ma non riuscivo a stare calma mentre Johnny Depp quasi moriva dissanguato davanti a me, chi ci sarebbe riuscito?
I tecnici, i truccatori e tutti quelli che si trovavano li per un motivo o per l'altro mi guardavano come se fossi un'aliena e la cosa mi faceva arrabbiare ancora di più, com'è possibile che nessuno facesse niente?! Li guardai con odio uno ad uno poi mi concentrai sulla tastiera del cellulare per chiamare un'ambulanza. Dieci minuti causa traffico. Imprecai assieme a Goffarda per tutti quei dieci minuti, mi ritrovai persino ad odiare ogni persona che osava passarmi davanti.
Mi calmai solo quando finalmente arrivammo all'ospedale, già, andai con lui, fui l'unica persona oltre a Orlando a cui gliene fregasse qualcosa.
« Perchè ci mettono così tanto? Perchè diamine ci mettono così tanto?! Cosa ci vuole a mettere quattro punti in croce?!» Quasi urlai mentre andavo avanti e indietro nel corridoio
« Dai prova a calmarti, non è niente, come hai detto sono solo dei punti...» Provò a rassicurarmi Orlando che stava seduto su una sedia con i gomiti sulle ginocchia e la testa poggiata alle mani, certo lui non era l'immagine perfetta della tranquillità ma forse lo era più di me.
Aprìì bocca per rispondere ma uno dei dottori appena usciti da una stanza mi precedette
« Abbiamo finito, è tutto a posto ma deve assolutamente fare un periodo di riposo, non può sforzare la spalla o i punti si staccheranno e riprenderà a sanguinare, lo dico a voi perchè il signor Depp non ne vuole sapere. E poi siete gli unici ad essere venuti.»
« Ma certo, dica chiaramente che a nessuno gliene frega niente!» Sbottai, poi Orlando mi tirò indietro per un braccio e parlò lui
« Ci pensiamo noi a tenerlo a riposo, grazie.»
Il medico fece un cenno con la testa e ci lasciò entare nella stanza dove si trovava Johnny.
Era seduto su un lettino a petto nudo e con la spalla fasciata, ci sorrise un po' colpevole appena ci vide
« Sei un vecchio stupido!» Rise Orlando dandogli una pacca sul ginocchio
« Come osi darmi del vecchio?» Continuò lui sempre scherzando
Io non aprii bocca, ero pietrificata, non so se per i postumi della rabbia o perchè fosse davvero uno stupido. Rimasi sulla soglia della porta a fissare le mattonelle per qualche secondo, poi alzai lo sguardo verso Johnny e stringendo gli occhi gli mimai un no con la testa.
« Sei davvero uno stupido.» Dissi mentre, rassegnata, andavo ad abbracciarlo
« Andiamocene da qua, gli ospedali mi stanno antipatici» Fece in una smorfia mollando la presa per saltare giù dal lettino
« Va bene, avviso Megan di portare Lily e Jack in hotel» Rispose Orlando che aveva già il telefono all'orecchio
« In hotel?!» Johnny sbarrò gli occhi, quasi stesse parlando con dei pazzi
« Non hai sentito il medico? Devi stare a riposo o ti si apriranno tutti i punti.»
« E per quanto non potrò lavorare? Non so se vi siete resi conto che io sono il personaggio principale!» Continuò lui mentre intanto percorrevamo il corridoio verso l'uscita
« Personaggio principale o no, devi stare a riposo punto. Vorrà dire che gireranno prima tutte le scene dove non ci sei tu» Ma si Lex, dai pure ordini ai registi.
« Che sono più o meno, quante, quattro?!» Chiese lui a Orlando che lo ignorò completamente perchè era al telefono con Megan
« Non mi importa quante sono, tu adesso vai dritto in hotel.» Chiusi la conversazione rimanendo leggermente alterata.
Nel taxi ognuno pensava ai fatti propri: Orlando parlava con qualcuno degli Studios, Johnny si ammirava e torturava le dita allo stesso tempo e io ero presa a guardare fuori dal finestrino una Los Angeles troppo veloce per poterla osservare bene. Arrivammo subito in hotel e Megan e i bambini erano già li ad aspettarci, quando aprii la porta della nostra camera saltarono subito ad abbracciare il padre che prese al volo Jack in braccio anche se la spalla non gli dava tregua.
Entrai dentro la stanza per poggiare la borsa e vidi Meg guardarmi con un punto di domanda negli occhi
« Gli hanno messo i punti... e deve stare a riposo. Ma Orlando non ti ha detto niente?!»
« Beh, no. Ha detto solo di portare immediatamente i bimbi qui, poi sai... abbiamo parlato d'altro...» La vidi arrossire leggermente e le feci un sorrisino complice accompagnato da una linguaccia.
Orlando, Johnny e i bambini erano ancora nel corridoio dell'hotel, appena fuori dalla porta, a chiaccherare come se non si fossero visti da una vita. Ammirai Johnny che ascoltava i figli con gran interesse e uno splendido luccichio negli occhi, era -è- un padre stupendo.
Dopo essermi ripresa dallo stato incantato in cui ero li invitai ad entrare ma Orlando doveva tornare subito sul set quindi ci salutò tutti e chiese a Megan di fermarsi un attimo nel corridoio con lui prima di andar via, così mi ritrovai un Johnny un po' imbarazzato intrappolato nella stanza per non disturbare i due.
« Appena Megan rientra giuro che ce ne andiamo...» Esordì passandosi una mano tra i capelli
« Non disturbate affatto tranquillo e poi io adoro questi due angioletti» Mi avvicinai per scompigliare i capelli chiari di Jack
« Sono degli angioletti solo con te, no perchè con me ne sanno una più del diavolo» Rise, anche se notavo che con la mente era altrove
« Dai non stare li impalato, siediti, anche perchè credo che quei due la fuori ne avranno ancora per un po'.» Tornò con la mente sul pianeta Terra e annuendo si sedette su una poltroncina, io invece sul divano assieme ai bambini, davanti a lui.
« Sai, credo che noi due dovremmo parlare...» Disse secco all'improvviso fissandomi dritta negli occhi, quasi quasi metteva paura.
« Di cosa?» Risposi un po' titubante. Ok tolgo il quasi: metteva paura.
« Beh... del... sai nel camerino... Hai capito, no?» Indicò con lo sguardo i bimbi e capii che non poteva parlare davanti a loro, ma ormai mi aveva messo la pulce nell'orecchio e non potevo aspettare, volevo saperlo subito.
« Johnny, puoi aiutarmi a prendere un libro nell'altra stanza? Sai... è troppo in altro e non ci arrivo...» Mi guardò incuriosito e poi capì, così si alzò e raccomandando ai bambini di stare buoni mi seguì nella stanza da letto.
« Allora?» Ripresi subito il discorso e mi sedetti alla fine del letto mentre lui si appoggiò con le spalle alla porta che aveva appena chiuso
« Lexi... quel bacio, non so se sia stata una buona idea.» A quelle parole il cuore mi iniziò a battere sempre più forte e sentivo una stupida voce nella mia testa che continuava a dire: lo sapevo, era troppo bello per essere vero.
Presi un respiro profondo per cercare di calmarmi e riuscire a ragionare decentemente ma lo sentivo, di li a poco sarebbe sicuramente uscita qualche lacrima e non volevo che vedesse quant'ero fragile, avrei solo fatto la figura dell'immatura -che non ero, avevo solo il pianto facile- quindi abbassai la testa e presi a fissare il pavimento di marmo, ricordo ancora ogni minima chiazza di quelle mattonelle.
« Non sei molto coerente lo sai?» Dissi con la voce meno tremolante che riuscii a fare
« Non ho detto che non mi sia piaciuto Lex, solo che non è un buon periodo per me. Ammetto di aver sbagliato.»
« E' per Vanessa?» Eccole li, già iniziavano a bruciarmi gli occhi quelle stupide
« Possiamo non parlare di questo? Sappi comunque che mi dis-»
« No, no adesso ne parliamo. -mi decisi ad alzare la testa e guardarlo dritto negli occhi, volevo vedere con che coraggio mi stesse facendo quel discorso- Te l'avevo chiesto Johnny, potevi fermarti. Te l'avevo chiesto per favore.» Nel frattempo la mia vista si faceva sempre più ofuscata e lui era sempre più confuso.
« Mi avevi chiesto cosa?» Subito dopo la domanda sbarrò gli occhi, forse aveva avuto un flashback
« Non sei il mio passatempo -continuò- non ti sto usando Lex credimi, ma sono molto confuso.»
« Come faccio a crederti... Ma sai che c'è? Tra noi c'è stato solo quel bacio, nient'altro, direi che posso sopravvivere ad un bacio quindi finiamola qui.»
Respinsi indietro le lacrime ritrovando un po' d'orgoglio e mi convinsi ogni secondo di più che lui non era nessuno per potermi stregare in quel modo, ero pronta ad essere solo la babysitter dei figli di un attore come tanti, di una persona come tante, ero pronta ad aprire quella porta, oltrepassarla e chi si è visto si è visto, e invece no, non me ne diede il tempo. Prima che la mia mano riuscisse a girare la maniglia della porta la sua era già sul mio braccio
« Non è solo un bacio! Tu mi piaci, mi sei piaciuta da quando ti ho vista, mi piaci in tutti i modi in cui una persona può piacere e-»
« Basta. Così non fai altro che confondermi, insomma, delle volte sei così amorevole e invece altre non mi rivolgi neanche la parola.» Scrollai la sua mano dal mio braccio e afferrai ancora la maniglia della porta, questa volta riuscii ad uscire dalla stanza e mentre andavo verso la sala lo sentii chiamarmi ma non mi girai, guardai i bambini e con loro c'era anche Megan che mi sorrise a sua volta ma senza essere ricambiata.
Johnny ci raggiunse qualche secondo dopo e disse ai bimbi che era ora di tornare nella loro camera, i nostri sguardi si incrociarono per un po' ma ripresi subito a fissare il pavimento, rialzai la testa solo quando sentii la porta chiudersi e mi gettai sul divano.
« Che altro è successo adesso?!»
« Non ce la faccio più Meg, non riesco a capirlo.»
Le raccontai tutto poco dopo, avevo un enorme bisogno di sfogarmi con qualcuno e lei era perfetta, le raccontai della sua confusione che per me non aveva molto senso e della frase che mi aveva colpito tanto nonostante abbia fatto finta di nulla: "
Tu mi piaci, mi sei piaciuta da quando ti ho vista, mi piaci in tutti i modi in cui una persona può piacere".
« Magari è vero che gli piaci Lex, anche se è altrettanto vero che alcune volte non ti parla e ti guarda male... Non lo so, non lo capisco neanche io.»
« Benvenuta nel club. Certo è vero che il suo comportamento non ha senso però mi sento in colpa ad averlo mollato li così...»
« Tu ti senti in colpa? Lui dovrebbe sentirsi in colpa!»
« Forse ci si sente...»
« Non cambierai mai... se una persona ti fa un torto trovi sempre un motivo che ti faccia pensare che te lo meritavi.»
« Non penso di meritarmelo, solo non avrei dovuto lasciarlo così in sospeso... Dici che dovrei andare da lui?»
« Non so, potrebbe andare bene come non potrebbe a questo punto»
« Anche se è già buio, starà per andare a dormire...»
« Oh avanti vai, vai per l'amor del cielo se no non dormi stanotte!» Mi alzò dal divano e mi spinse fuori dalla porta per poi richiudermela in faccia,
respirai profondamente e andai verso l'ascensore, già, ma a che piano? Mica sapevo a quale piano fosse la sua camera...
Decisi di andare alla reception e cercare di convincere qualcuno a dirmelo.

« Per la milionesima volta: non le posso dire niente! E poi perchè è così convinta che un attore come Johnny Depp alloggi qui?»
« Mapperfavore! Non ne sono convinta, ne sono sicura al cento per cento, e per la milionesima volta: lei DEVE dirmelo!» C'era da aspettarselo, il ragazzo alla reception non aveva nessuna intenzione di dirmi a che piano si trovava e per di più cercava di convincermi che non fosse neanche in quel hotel.
« Non le dirò un bel niente!» Va bene la privacy, ma mica voglio ucciderlo! Ma aspettate un attimo... io non sono una semplice fan, io sono...
« Io sono la sua babysitter diamine! Mi starà aspettando e per colpa sua mi licenzierà!» Cercai di fargli pena...
« Non le credo signorina, arrivano un sacco di fan con un sacco di buone scuse!»
« Se non mi crede lo chiami pure, glielo dirà lui.» Non volevo che Johnny sapesse in anticipo del mio arrivo, ma a mali estremi estremi rimedi.
Il ragazzo mentre era al telefono con Johnny fece talmente tante facce che non riuscii a capire cosa gli stesse dicendo, poi con la faccia bianca come un lenzuolo mi disse che potevo salire al decimo piano, stanza duecentosessantaquattro. Lo guardai con la tipica faccia del "te l'avevo detto" e andai.
Nell'ascensore cercai di prepararmi delle cose da dire ma senza risultato così mi ritrovai davanti alla porta a fissare il numero 264 e mi decisi a bussare con la mente totalmente vuota. Johnny aprì subito e restò in silenzio accanto alla porta
« Posso entrare?» Non sapevo che dire, ma qualunque cosa fosse non potevo certo dirgliela nel corridoio
si spostò permettendomi di entrare e chiuse la porta alle sue spalle.
« Dai siediti» Obbedii.
« I bambini?»
« Dormono...» Prese una sigaretta e accendendola si mise vicino a me
« Non avevi smesso?» Domandai cercando di far partire un qualsiasi discorso
« Ho smesso tante volte... mi aiuta a calmarmi, sempre meglio dell'alchool no?» Beh, si.
« Perchè, sei nervoso?»
« Un po' -spense la sigaretta e si passò entrambe le mani sul viso- senti, lo so che non mi capisci, ma non sai quello che sto passando.» Mi sollevò il fatto che aprì lui quel discorso
« No non lo so, ma puoi dirmelo se ti farà star meglio, a tutti serve sfogarsi Joh e se vuoi quando avrai finito posso anche dimenticare tutto, mi interessa solo che tu stia bene»
« Non è così facile, o almeno non lo è per me» Si rattristì e avrei tanto voluto sapere la causa
« Provaci» Gli toccai piano la spalla per incoraggiarlo a parlare e accenò un sorriso
« Avevi ragione, si, è per Vanessa.» Sentendo quel nome pensai di essermi messa dentro a una cosa più grande di me e mi chiesi se avrei retto davvero alle parole che stavano per uscirgli di bocca, ma ormai era fatta, dovevo restare li e ascoltare.
« Non che l'ami ancora, ho visto che sei sbiancata... lo fai ogni volta che pronuncio il suo nome. No, non l'amo, però la amavo ed è morta per colpa mia» Smise di guardarmi e abbassò la testa, non riuscivo a credere che avesse convissuto con questo senso di colpa per tutto il tempo
« Come puoi dire questo? No... Ho letto i giornali, non è stata colpa tua, non c'eri neanche!» Ne ero sicurissima, avevo l'articolo stampato nelle mente
« I giornali -sbuffò- neanche loro sanno che scrivono. C'ero, era appena uscita dal mio ristorante quando...» Si coprì gli occhi con una mano e fece un respiro profondo prima di continuare
« Avevamo litigato per l'ennesima volta ed è uscita di corsa per la rabbia, se solo l'avessi fermata Lex...» Gli uscì una lacrima a quei brutti ricordi ma la asciugò e continuò a parlare.
« Ho quella scena in mente ogni giorno: i suoi tacchi che camminano decisi sull'asfalto, poi l'impatto e la frenata di quella stupida macchina, riesco ancora a sentirla. E lei è li, distesa a terra senza muoversi. Se solo l'avessi fermata - ripetè-, le ultime parole che ha sentito sono state solo di odio. E quei poveri bambini, li ho lasciati senza una madre, non so che rispondere a Lily quando mi chiede di lei, che si può dire a una bambina così piccola?»
« Non è colpa tua Joh, non pensarlo neanche per un attimo, mai più. Le persone muoiono e non sempre c'è un perchè, succede e basta ma non per questo devi incolparti.» Lo vedevo così fragile in quel momento e non sapevo cosa fare, non sono mai stata brava a consolare le persone.
« Jack è piccolo e non capisce bene, ma Lily sente molto la sua mancanza e ora che si è affezionata a te non voglio che stia ancora male.»
« Perchè dovrei farla star male?»
« Perchè te ne andrai anche tu prima o poi. Sai ho cercato di non affezionarmi a te anche io ma non ci sono riuscito, ho provato ad allontanarti, ignorarti, niente. E' strano come in poco più di una settimana io mi sia affezionato così tanto a te, ma che dico, mi sei piaciuta dal primo giorno.»
« Allora è per questo che mi guardavi come se fossi il tuo peggior nemico?»
« Oddio, ti ho davvero guardata così?!» Rise per un po' scuotendo piano la testa
« Eh si, ti ricordi quel giorno nel giardino degli studios? Stavo giocando con Jack e mi hai praticamente fulminata, tanto che ho smesso di giocarci per paura di aver fatto una qualsiasi cosa che non ti andasse.» Ricordavo bene quel giorno, c'era un sole immenso che lo rendeva ancora più bello del solito.
« Hahaha si mi ricordo... Sai ero nella fase in cui cercavo di ignorarti e mi dava fastidio che fossi così brava con Jack, non volevo si affezionasse a una persona che non avrebbero visto più. E poi avevate perso Lily quel giorno!» Scoppiò a ridere mentre ricordava tutti gli avvenimenti strani di quella giornata, compresa la faccia pasticciata di Megan.
Passammo le successive due ore a parlare e ridere ricordando le giornate passate insieme e si confessò in ogni cosa, mi spiegò ogni sguardo storto, ogni suo tentativo di chiedere scusa che poi non aveva mai avuto luogo, rideva di se stesso per quanto era stato stupido poi, sedendosi a gambe incrociate sul divano tornò un po' più serio
« E' possibile che ti voglia già bene anche se ti conosco da così poco?» Mi domandò sempre con il sorriso stampato in faccia
« Non lo so, per me è diverso: io ti voglio bene e ti ammiro tanto, non sai quanto, ma in realtà ti conosco da sempre sono praticamente cresciuta con te. Mi hai fatto piangere in "Edward Scissorhands" e "The Brave", ridere in "Fear and Loathing in Las Vegas", ho corso contro il tempo con te in "Nick of Time", abbiamo infranto la legge insieme svariate volte con "Blow", sono rimasta con te alla fine di "The Man Who Cried", siamo stati zingari insieme fino in Francia, abbiamo provato a raggiungere il diavolo e ti ho messo le monete sugli occhi quando sei morto. Ero sempre li con te pur non essendoci veramente, ho imparato ogni tuo gesto e ogni tuo sguardo, so a memoria i tuoi sorrisi e, nonostante in questi giorni tu mi abbia messo molto alla prova credo di conoscere il tuo carattere. Lo so, ora starai pensando che sono una delle tue fan da rinchiudere ma non posso farci niente, come hai detto tu: mi sei piaciuto dal primo giorno che ti ho visto. Anche se per me è stato anni fa.» Dissi tutto di un colpo anche se abbastanza lentamente, era come se quelle parole le avessi studiate in attesa di potergliele dire un giorno e quel giorno era arrivato, e non ero nervosa ne agitata, mi sentivo perfettamente a mio agio come se stessi parlando davanti allo specchio.
« Wow. Non credo che una qualsiasi fan "di quelle da rinchiudere" mi abbia mai detto queste cose... a dire il vero, non me le ha mai dette nessuno.»
« Johnny, voglio essere sincera con te, dopo questo sappiamo benissimo tutti e due che io ci sono dentro più di te in... non so neanche come definirla, comunque, credo che i miei sentimenti verso di te siano molto più forti dei tuoi. Non so con che coraggio ti sto dicendo tutto ma-»
« Credi che io non sappia proprio niente di te vero?» Mi interruppe con un sorrisino diabolico
« Beh... io non ti ho detto niente, come puoi?»
« Bella questa, sono piuttosto famoso sai? So come avere informazioni di ogni tipo su una persona che lavora per me, ma che io non abbia riservato lo stesso trattamento a Megan può forse voler dire qualcosa?» Rimasi a bocca aperta quando ebbe finito di parlare, mi domandavo cos'avesse scoperto sul mio conto e sopratutto come, da chi? Ma poco mi importava, già il fatto che si sia interessato così tanto a me mi sarebbe bastato per poter morire felice.
Eee l'amore avvolgerà i sogni e la realtàà
« Ma sta zitta!» Senza accorgemene avevo zittito Goffarda -che torna sempre quando è meno oppurtuno- ad alta voce, mi sentii le guance in fiamme quando Johnny mi guardò con un punto di domanda in fronte e inclinando la testa da una parte
« Mi hai appena zittito e mi hai pure dato delle donna??»
« No! No, cioè, ho zittito me stessa, lo so non è normale ma... hai presente la vocina? Dai, tutti abbiamo una vocina nella testa! Beh ho zittito lei» Non è un discorso normale o sbaglio?
« Una vocina nella testa eh... e ce l'abbiamo tutti... Vado un attimo a fare una telefonata, ti faccio venire a prendere ok?» Quasi mi uscirono gli occhi dalle orbite, mi credeva pazza!
« Sto scherzando, sto scherzando! Mio dio sei diventata pallidissima -scoppiò a ridere di gusto- non ti credo pazza dai, ho capito che vuoi dire» Continuava a ridere mentre io ero a dir poco pietrificata, se mi avesse messo su una mensola nessuno si sarebbe accorto che ero una persona in carne e ossa.
« Non usare le tue doti di straordinario attore su di me! Mi hai quasi fatto prendere un infarto, credevo di essere pazza sul serio!» Finsi di arrabbiarmi per poi scoppiare a ridere anche io, ridemmo talmente forte da svegliare Lily che venne da noi con la faccia piena di sonno e Johnny la riaccompagnò a letto, poi tornò da me in punta di piedi e riprese la posizione di prima
« Quasi dimenticavo che ci sono i bambini...» Ammise con ancora un cenno di risata
« Forse dovrei andare, non voglio che si svegli ancora» Dissi a mala voglia accennando ad alzarmi
« Oh ti prego rimani, faremo piano... non puoi lasciarmi così dopo che ti ho confessato praticamente tutto» Parlò con un po' d'imbarazzo ma che volete che vi dica? Mi convince con poco. Mi risedetti nella sua stessa posizione appoggiando la schiena al braccio del divano
« Questa è la notte della verità a quanto pare» Dopo questa inutile frase -non sapevo cosa dire- calò il silenzio, ci guardammo imbarazzati per quella che sembrò un'eternità poi pensai a tutto quello che aveva detto, a quanto fosse dolce e mi venne in mente uno dei titoli più usati per descriverlo:
"Bello e dannato.", lo guardai e gli sorrisi ammettendo a me stessa che lo era davvero.
« Sei così bella quando mi sorridi» Mi colpì con quel suo sguardo magnetico, quello che fino ad allora avevo visto solo attraverso uno schermo, quello che mi faceva sciogliere all'istante
« Davvero pensi che quel bacio non sia stata una buona idea?» Finalmente sputai fuori il vero motivo per cui ero andata da lui quella sera, anche se avevo un paura immensa della risposta. Mi sorprese scuotendo la testa in un chiaro no e si mise in ginocchia sul divano con le braccia agli estremi dei miei fianchi e il viso a pochi centimentri dal mio
« Lo rifarei, anche adesso.» Sussurrò
E allora fallo benedetto uomo, questa qui non aspetta altro!
Strizzai gli occhi nel vano tentativo di far star zitta Goffarda e quando gli riaprii lui era ancora li, ancora a pochi centimentri da me, e io ancora a pochi passi dall'impazzire totalmente.
Lo baciai.
Mi attirò a se come una calamita attira un pezzo di metallo, e io, ero il suo pezzo di metallo.
Mi baciò come se volesse mangiarmi ma così lentamente, così delicatamente, sentivo la sua mano insicura che mi sfiorava i capelli mentre tra le mie tenevo il suo viso accarezzandolo. Fu un bacio lungo e non so come di preciso finimmo distesi sul divano, io con la testa sul suo petto e lui con il braccio intorno alla mia schiena
« Ti starò pesando sulla spalla...» Sussurai cercando di alzarmi
« E' un dolore sopportabile, per una giusta causa poi.» Sorrise rimettendomi al mio posto
« Johnny... parlami di te, adoro la tua voce» Richiesta di una ragazza in preda alle troppe emozioni e al sonno
« Che vuoi sapere Lex? Sai già tutto...» E pure lui non aveva tutti i torti
« Quand'è stata l'ultima volta che sei stato davvero felice?» Forse questo non lo sapevo, dopotutto la felicità di una persona è soggettiva
« Quando è nata Lily, certo ero felice anche quando è nato Jack, molto felice, ma per Lily è stato diverso... li non sapevo cosa volesse dire essere padre.» Mi misi meglio sul divano per poterlo guardare e i suoi occhi, mentre parlava, si illuminavano sempre di più. Gli feci segno con la testa di continuare e mi accontentò subito, oltre alla sua ammaliante voce volevo sapere cos'aveva provato quel giorno, lo volevo scoprire.
« E' come se per tutta la vita avessi avuto un velo davanti agli occhi, come se vedessi sempre sfocato, e quando ho visto Lily le immagini sono diventate nette. Ho potuto dire " Oh, allora è così la vita. L'ho capito solo adesso."» Ed eccola lì quella splendida luce negli occhi che brillava con tutta la sua forza, si vedeva, si capiva che era davvero felice e a me interessava quello più di qualunque altra cosa.
Continuò a parlare, un po' di tutto e un po' di niente, ma dopo la storia di Lily non ero più riuscita a seguirlo. Sapevo che non avrei dovuto addormentarmi li ma più mi ripetevo di aprire gli occhi e più cadevo in uno stato di trans, la voce di Johnny era così rilassante che non riuscivo neanche a muovermi, per nulla al mondo mi sarei voluta spostare dal suo petto, infatti non lo feci.




Bene, finalmente son riuscita a finire anche il quarto capitolo. Chiedo scusa ma sapete com'è, quando si ha voglia di scrivere non si può e quando si può non si ha voglia. Che ne pensate, è tutto più chiaro adesso vero? Oppure no.
Non c'è molto da dire su questo capitolo ma se avete domande chiedete pure, spero come sempre che vi sia piaciuto e con questo vi lascio. Un bacio, June.

Ps. La canzoncina che canta Goffarda: E l'amore avvolgerà i sogni e la realtà, l'ho presa dal Re Leone. Ebbe si mi confesso, lo adoro, lo guardo ancora e piango quando Mufasa muore. Non ve ne frega niente? Immaginavo.

Oss(N.B): Se il testo è distorto e a volte le frasi vanno a capo senza un perchè sappiate che ho fatto un casino con NVU e ora mi si rivolta contro, è già un miracolo che non si sia disinstallato da solo per protesta.

PPs: Ok, ora la finisco, solo un'ultima cosa: La storia di Lily alla fine Johnny l'ha detta davvero, non lodate me ma lui insomma. Mi ha ispirato molto per finire il capitolo e l'ho trovato talmente tenero che non potevo non metterla. Se volete lo trovate qui, non è tenero? Non ha una voce stupenda? Guardate com'è imbarazzato a un certo punto *-*
Okay, dai ora la smetto seriamente, ci si vede al prossimo capitolo ragazze. Un bacione.










  
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