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Autore: mangakagirl    03/05/2012    6 recensioni
Piccola serie di mini storie divertenti e romantiche su Ran e Shinichi che tratteranno il profondo legame di amicizia e amore che c'era già prima e che continua a persistere anche dopo la trasformazione del detective dell'est.
tratto dal capitolo 1:
-Baro! Perché diavolo non ti sei fermata?!- sbottò Shinichi sorreggendo Ran per evitare di farla cadere.
-BARO! Mai sentito parlare di “campionato nazionale” ?!-
-Certo baka! Ma continuare a combattere con una caviglia quasi slogata è troppo!- rispose lui passandosi un suo braccio attorno al collo e camminando lentamente.
-Se mi fossi fermata… Ma scusa, dopo che ho vinto il campionato nazionale, l’unica cosa che sai dirmi è : BARO perché NON TI SEI FERMATA?!- chiese lei sbuffando infastidita.
Era proprio così: Ran aveva appena vinto il torneo nazionale di Karate. Ora lei e il ragazzo stavano tornando a casa ma durante l’incontro Ran si era slogata una caviglia quindi Shinichi la sorreggeva cercando di aiutarla nel tragitto.
-Cosa ti devo dire?! Sono contento che hai vinto il campionato ma avrei preferito che tu perdessi piuttosto di vederti con una caviglia slogata…- rispose lui notando la sua smorfia di dolore.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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7. Vita                        d. la t.

Premessa: Qui compare anche Haibara per la gioia di tutti i suoi fan ^.^ Bè, ke dire: io nn sn una sua grande fan, ma credo ke snz di lei DC sarebbe tt un’altra storia… E a noi piace sl la vera storia! Giusto??? ^--^ Le parti in corsivo sn il suo lungo flashback che spiega cosa è succ al povero Shinichi… non preoccupatevi, sembra una AiXShin ma non lo è! Qst è una raccolta RANxShin!!!!!!! FORZA RAN E SHINICHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!! (Già vedevo tt i Fan Ranx Shin ke alzavano i pomodori contro di me arrabbiati neri x averli messi in allarme -.-“)


“Stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido! Te l’avevo detto! Te l’avevo detto, ma come al solito, non hai voluto ascoltarmi! Ma cosa ci sto a fare qui io, eh?” Ai scivolò con la schiena appoggiata la muro fino a sedersi per terra mentre le lacrime solcavano il suo viso incessantemente.

-Kudo no!- disse secca Haibara chiudendo la scatoletta di latta che teneva in mano il bambino -Questa volta no! Ascolt… Ascoltami!- ribattè mentre lui scuoteva la testa -Questo è diverso! Non è il solito antidoto… ho raddoppiato tutte le dosi del normale antidoto dell’APTX… non so se funzionerà…ci vogli…-
-Haibara, ne ho bisogno! Ho bisogno del mio vero corpo, avevi detto che eri vicina all’antidoto definitivo, mi serve per salvarti dall’Organizzazione, sanno chi sei e dove stai… Sei la mia migliore amica, mi fido ciecamente di Te! So che questo antidoto funzionerà, quindi tu fidati di me!-
Haibara lo guardò sconvolta: migliore amica? No. Ran lo era, non lei. Lui non doveva fidarsi di lei…


-Brutto emerito pezzo di deficiente che non sei altro! Apri gli occhi Idiota!- quasi urlò Ran seduta su una sedia accanto al letto in cui giaceva inerme, attaccato ad un respiratore, il corpo di un liceale. Gli occhi chiusi, la pelle pallidissima, i capelli che cadevano spettinati e leggeri sulla fronte e le braccia lungo il corpo, sopra la coperta. Il suono sordo della macchina attaccata al suo cuore rimbombava in tutta la stanza, riempiendo ogni angolo.

Bip.  Bip.  Bip.

-Non puoi farlo, non puoi farlo Shinichi! Non ti azzardare a non svegliarti perché giuro che ti sveglio io a suon di calci nel sedere!- continuò Ran stringendo i pugni appoggiati al materasso fissando arrabbiata il ragazzo.
Haibara sapeva quello che stava facendo: non aveva ancora accettato il fatto che fosse in coma e insultandolo sfogava tutta la sua preoccupazione, la sua paura e la sua incapacità di fare qualcosa che lo aiutasse.
-Svegliati dannazione! SVEGLIATI!-

-No… io non mi fido di me…- sussurrò la scienzata perdendosi nei suoi occhi -Kudo, potresti morire… potresti non farcela…-
Il ragazzo sorrise comprensivo afferrandole una mano e stringendogliela con affetto.
-Solo perché tu non ti fidi di te stessa, non vuol dire che io non debba fidarmi te… Dici che potrei morire tutte le volte, ma alla fine non capita mai. Perché oggi dovrebbe essere diverso?- domandò con un sorriso.
“No, non mi lascerò convincere”
-NO! Questa volta… questa è diversa Kudo! Dannazione, perché diavolo non ti decidi a darmi retta una buona volta?!- imprecò la bambina mollandogli la mano e distogliendo lo sguardo dai suoi occhi magnetici.
-Perché se ti avessi sempre dato retta tutte le volte a quest’ora avrei fatto metà delle cose che ho fatto…- rispose lui ridendo.
Ma la stava prendendo come un gioco? Quello non era un gioco! Anzi, lo era: era un gioco con la morte.


“Fa bene a chiamarti Brutto emerito pezzo di deficiente perché è questo che sei Kudo: un Idiota… un masochista… uno sbruffone… un maledetto imbecille che vuole sempre strafare!” lo insultò mentalmente continuando a tremare come una foglia seduta sul pavimento della stanza appoggiata con la schiena alla parete. “Ma cosa farò se non ti dovessi svegliare, eh? Spiegamelo!”
Ran si ammutolì improvvisamente ma, come non faceva da quando era stato ricoverato sei giorni prima, non scoppiò a piangere come lei. Si guardò le mani strette a pugno e conficcò di più le unghie dentro la carne, fino a gemere dal dolore.
No, non avrebbe ceduto alle lacrime, non fino a quando Shinichi non si fosse svegliato, perché si sarebbe svegliato. Ne era certa: quel cretino la stava ascoltando, si divertita a sentirla in pena per lui, ma lei non avrebbe ceduto alle lacrime per compiacerlo. No.
Lei l’avrebbe insultato e insultato finchè non si fosse svegliato, e a quel punto, solo a quel punto, avrebbe permesso alla sua rabbia di trasformarsi in lacrime calde pronte a solcarle il viso.

-Per favore Haibara, dammi quell’antidoto…-
La ragazza scosse la testa sentendo il panico impossessarsi del suo cervello.
-Perché? No, non voglio…- disse piano con gli occhi sbarrati.
-Perché devi fidarti di me, so come aiutarti Shiho- disse sicuro fissandola senza esitazione negli occhi.
Oh no! Usare il suo vero nome era un colpo basso: come poteva rifiutarsi ora? Non poteva, appunto…
Gli porse la scatoletta senza accorgersene, fu involontaria come cosa, e quello fu l’errore più grande di tutti…


Haibara uscì fuori dal flusso di ricordi con un brivido solo perché Ran ricominciò ad insultare Shinichi battendo i pugni sul materasso. Se solo avesse saputo che la causa di quell’enorme disgrazia era lei… probabilmente non le avrebbe più permesso di rimanere in quella stanza con Shinichi… con quel ragazzo che voleva salvarla dall’attacco dell’Organizzazione, che in realtà era un falso allarme… i ricordi che le riaffiorarono qualche secondo dopo erano confusi, come la sua capacità di ragionare in quei giorni…

Urla… urla laceravano il silenzio di villa Agasa… dolore: era quello che provava e lei lo aveva previsto. Shinichi cadde a terra tenendosi il cuore… girò gli occhi all’indietro… Quello non era previsto…
-Kudo!- urlò lei cascando al suo fianco e cominciando a scuoterlo con forza -NO, KUDO APRI GLI OCCHI!-
Gli tastò il petto: il cuore batteva a mille… ma perché non respirava più…
-KUDO MALEDIZIONE RIPRENDITI!- urlò mentre le lacrime affioravano agli occhi.
“Sta morendo… sta morendo…” pensava mentre chiamava a squarciagola il dottore…
Da quel momento solo sprazzi di ricordo… una macchina gialla... visi di medici sconvolti… odor di disinfettante… nero… la chiamata fatta a Ran… urla disperate… camera numero 414… poi più nulla di sensato…


Da giorni il tempo scorreva lentamente e le giornate si assomigliavano tutte… e quell’assordante rumore riempiva i momenti in cui nessuno diceva nulla.

Bip.    Bip.     Bip

-Stammi bene a sentire…- cominciò Ran con tono deciso fissandosi i pugni trattenendo a stento le lacrime -…Io non ti perdono, non ti perdono Shinichi se non ti svegli immediatamente… non ti perdono…- fissò il viso pallido del ragazzo che indossava una mascherina per respirare mentre il cuore le batteva all’impazzata dal nervoso -…Non ti perdono Shinichi! Ma lo vuoi capire che ho bisogno di te per vivere?! Perché riesci sempre a ficcarti nei casini come se fosse la cosa più facile al mondo?! Io non ti perdono! SVEGLIATI SHINICHI!- urlò disperata stringendo forte gli occhi per evitare che le lacrime cadessereo incontrollate.
Fu in quel momento che Ai percepì un cambiamento nell’aria…

Bip. Bip. Bip. Bip.

Il petto del ragazzo si gonfiò improvvisamente e si abbassò qualche secondo dopo, ripetendo il movimento ritmicamente.
Ora, la cosa si potrebbe considerare normale, era attaccato ad una macchina per aiutarlo a respirare, ma quei movimenti erano diversi… erano i movimenti di chi respira da solo e torna alla vita, dopo giorni di morte apparente.
Ran lo percepì e spalancò gli occhi mentre Haibara si alzò come un pupazzo a molla trattenendo il respiro: entrambi gli occhi delle ragazze erano puntati su Shinichi. Nulla per alcuni minuti che parvero ore: forse era solo stata un’allucinazione collettiva… i medici gli davano poche speranze di svegliarsi, le avevano avvisate entrambe…
Però il ragazzo mosse una mano, poi, con estrema lentezza e difficoltà, aprì gli occhi con un piccolo gemito.
Un’enorme macchia di luce e colore lo costrinse a socchiuderli immediatamente, mentre una ragazza finalmente scoppiò in lacrime afferrandogli una mano. La mise a fuoco piano piano e le sorrise con estrema fatica: Ran.
Aveva sentito tutti i suoi insulti, tutti: dal primo all’ultimo. Ma quell’ultima frase, esattamente quella, gli aveva dato la forza di svegliarsi, di uscire da quel maledetto tunnel in cui lo spazio e il tempo non esistono più…

“Ma lo vuoi capire che ho bisogno di te per vivere?! Perché riesci sempre a ficcarti nei casini come se fosse la cosa più facile al mondo?! Io non ti perdono! SVEGLIATI SHINICHI!”

Quella frase era impressa nella sua mente come marchiata a fuoco: No, lei non meritava di soffrire così.
Tentò di sussurrare il suo nome ma non uscì nulla, mentre la ragazza scosse la testa sorridendogli.
-Shhh… va tutto bene… va tutto bene Shinichi… Sei sveglio…- quasi esitò a dirlo mentre gli baciava la fronte spostandogli i capelli dal viso -Sei finalmente sveglio…-
Shinichi fece vagare lo sguardo sulla stanza finchè non vide la piccola scienzata, che aveva finalmente riacquistato la capacità di ragionare, sussurrare:
-Stupido… mai una volta che mi dia retta, eh?- ma non potè fare a meno di sorridere: Shinichi era vivo.
Ran gli tolse la mascherina non appena lui ci provò da solo. Il ragazzo, con le poche energie che si ritrovava dopo giorni che era fermo immobile nella stessa posizione, le cinse debolmente la testa con le mani e, avvicinando il proprio viso al suo, la baciò teneramente sulle labbra chiudendo gli occhi. Ran le inarcò in un sorriso e rispose al bacio afferrando delicatamente la sua testa tra le mani, badando a non fargli male.
Haibara sorrise e si lasciò cadere a terra con un sospiro di sollievo.
“Stupido, sei solo uno stupido Kudo… ma sei e rimarrai per sempre il mio migliore amico”

 
N. dell’autrice:
Sniff… ;    .    ; l’avevo detto io di preparare i fazzolettini… povero SHINICHIIIIIIIIIIII! Nn vi aspettavate che lo facessi morire, vero??
Shin non può e nn deve morireeeeee!! Altrimenti Ran cm farebbe???!??
SHINICHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!
A proposito, spero ke i fan di Haibara abbiano cpt ke qui Haibara, x qnt sia innamorata di lui, xkè sappiamo benissimo anke noi ShinxRan che lo è, ha cpt ke il ragazzo ama Ran. Infatti alla fine dice: rimarrai x smpr il mio migliore amico. E credo proprio ke la piccoletta se lo meriti di avere un migliore amico cm lui xkè, x qnt sia fredda e un po’ antipatica a volte (a volte, nn smpr! Nn lanciatemi quei pomodori!!!) le voglio bn lo stesso! ^--^
W RanxShin comunqueeeee!
Thanks a ki ha recensito lo scorso chappy!
Kiss kiss! Mangakagirl!
  
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