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Autore: MissyHarry    03/05/2012    2 recensioni
Una vecchia conoscenza di Revy, una nuova associazione che tenta di prendere il sopravvento sull'Hotel Moscow e i soliti fattorini che ogni tanto si scontrano con la legge.
Perché in fondo un traditore, anche se passa dalla tua parte, rimane pur sempre un traditore.
RevyxRock, accenni... O forse qualcosa di più di semplici accenni, hmmm...
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dutch, Nuovo personaggio, Revy, Rock, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 10.

 

Who's that chick…?

 

 

Dutch si massaggiò le tempie, sospirando, Non aveva effettivamente messo in cono che, se Revy era già lì al locale piuttosto che ad ubriacarsi da Bao, un motivo c'era. La guardò mentre si allontanava verso l'auto, furibonda,

"…Quindi c'era ancora qualcun altro in piedi" azzardò cautamente Benny, tastando il terreno. Mark, seduto sul divano, si stava sfregando nervosamente le mani. Fissò l'americano, storcendo la bocca e trasmettendogli tacitamente la propria preoccupazione.

Il capo mollò improvvisamente un pugno al tavolo, che fece trasalire gli atri due.

"Maledizione!" mugugnò arrabbiato. "e fossimo rimasti là, magari avremmo potuto stanarli! Perché non me l'hai detto?!" alzò lo sguardo coperto dagli occhiali da sole verso l'inglese. "P-perché non lo sapevo nemmeno io! Rey è corsa dentro, si p messa a aspirare e io l'ho portata fuori prima che la riducessero ad un colabrodo!" si giustificò lui, aprendo le braccia.

Benny si alzò strisciando rumorosamente la sedia sul pavimento e si stiracchiò. "Su, Dutch, non è colpa di nessuno. Dopotutto, se fossimo rimasti là come dici tu, la polizia ci avrebbe fatto il culo, non trovi?" Si voltò verso la camera da letto che lo chiamava desiderosa di accoglierlo. "Vedrai, Rock sistemerà tutto. E poi ci deve essere anche Eda da quelle parti…" "…Quella stupida oca che pensa solo ai soldi" borbottò il nero, poco convinto. "Mh. Forse hai ragione. Ne riparleremo domattina." Fece un cenno con la testa all'americano, lasciandolo andare verso l'agognato giaciglio, e si rivolse all'altro.

"E tu, va a lavarti. Sei un cesso." Lanciò un'occhiata disgustata al suo abbigliamento. "E cambiati, sei vestito così da quando sei arrivato. Sei peggio di un personaggio di un manga, cazzo!"

 

 

Revy odiava guidare.

Quando ancora viveva in America, aveva fatto talmente tanti incidenti da farle nutrire un profondo rigetto nei confronti delle automobili; semplicemente, non erano compatibili. Era molto più semplice, a suo parere, governare una moto col proprio peso inclinando il corpo, che affidare alle sole braccia la gestione di una tonnellata di veicolo. Purtroppo, nei momenti di necessità le toccava ancora guidare, e quella notte, malgrado la rabbia e l'ansia, era proprio costretta a farlo.

"Quel dannato colletto bianco… Tocca sempre a me salvarlo!" si disse a voce alta, girando le chiavi nel quadro e mettendosi in moto. Cercò di ricordarsi a grandi linee la strada; imboccò un senso unico, ma non se ne curò più di tanto. Una multa sarebbe stato l'ultimo dei suoi problemi - sì, se ci fossero stati poliziotti ligi al dovere a Roanapur.

Maledisse un marciapiede, quando ci finì contro con lo pneumatico - 'Ah, non si riescono proprio a prendere le misure con queste auto così grosse' - e pregò di non forare… Almeno fino alla meta. Poi, oh, poi avrebbe salvato quel giapponese in grande stile (come quella volta, a Basilan ***), si sarebbe beccata lodi e complimenti, gli avrebbe ficcato le chiavi in mano ed avrebbe atteso calma e placida che lui risolvesse tutti i casini che aveva creato quella sera.

Già, perché alla fine era tuta colpa sua! Sua, e di quell'altro coglione, che insieme proprio non riuscivano a stare. 'Chissà perché, mh' si chiese compiaciuta., sogghignando. Quanto adorava vederli scannarsi a vicenda! Soprattutto se il motivo della lite era lei. Prima che arrivasse Mark, era costretta a dare il meglio di sé per essere al centro dell'attenzione. Ora sembrava quasi che tutto le fosse dovuto.

Sterzò bruscamente, il volante appiccicato ai suoi guanti di pelle, e si ritrovò nella strada dl night… O almeno, di quello che ne restava. L'aspetto era molto diverso da quando era arrivata lì in moto poche ore prima; ora in mezzo ai due palazzi c'era una pattuglia di polizia che stava cintando il locale. Evidentemente, le ambulanze - 'o i carri funebri', si corresse - dovevano essere già passati. Parcheggiò piuttosto lontano per non dare nell'occhio e scese dall'auto, accendendosi una sigaretta. 

Se c'era una cosa che aveva imparato, era che per non finire nei casini e per non finire al centro dell'attenzione il metodo migliore era quello di comportarsi come se nulla fosse, totalmente tranquilla. Non che seguisse questa regola di vita molto spesso, anzi… Ma oggi aveva da fare. Nella più totale indifferenza oltrepassò la polizia indaffarata, e sbuffando una nuvoletta di fumo cominciò a guardarsi intorno, tentando di scovare il suo compagno.

 

"Revy… Ma che sorpresa". Un brivido gelato le corse giù per la schiena, sentendosi chiamare da quel tono purtroppo familiare.Si voltò per trovarsi faccia a faccia col capo della polizia. "Oh, Watsap, ma guarda te…!" sfoggiò uno dei suoi migliori ghigni, e allungò il pacchetto di sigarette. L'agente ne prese una senza farselo ripetere due volte. "Ma che strano trovarti qui… Dì un po', non è che per caso c'entri qualcosa con…?" biascicò, la Pall-Mall stretta fra le labbra, tendendo la mano nella tacita pretesa di un accendino. La rossa glielo porse subito, sbattendo le palpebre con aria innocente. "Chi, io…?" Alzò un sopracciglio. "Ma ti pare? Ti sembro la tip a da night club? Piuttosto" si affrettò ad aggiungere" Hai presente il tipo con cui giro di solito, il giapponese… Non l'hai visto qui intorno? Mi ha chiamata per farsi venire a prendere". 

Watsap sorrise, restituendole l'accendino. "Oh, se sei qui per lui allora ok. Si, l'ho visto… È uscito dal locale poco prima che lanciassero la granata, ha detto. Era qua con una ballerina, eheheh" ridacchio, ammiccando.

Revy impallidì.

"Con una…?" 

"una ballerina, una prostituta, dai!" rise lui di rimando, battendo una mano sulla spalla della rossa.

Lei irrigidì la mascella, stringendo le labbra. Ah, ecco perché allora era corso solo Mark dietro di lei, quando era entrata nel locale… Evidentemente, Rock aveva di meglio da fare.

"Dove sono?"


 

Una risata cristallina da ragazza raggiunse le orecchie di Revy qualche secondo prima che girasse l'angolo e si trovasse di fronte alla temuta scena: Rock in piedi di fronte ad una ragazza in abiti particolarmente provocanti, intento ad intrattenerla con chissà quali discorsi e battutine. Divertenti, fra l'altro, a sentire come ridacchiava quella zoccola.

"Beh, eccoli qui!" le parole dell'agente non giunsero nemmeno a destinazione: la rossa strinse le palpebre ed avanzò a grandi passi verso i due.

 

Rock alzò lo sguardo, l'attenzione catturata dall'amica che stava correndo nella sua direzione. La felicità che finalmente qualcuno si fosse ricordato di lui venne presto soppiantata da uno strano senso di colpa. Deglutì, lanciando un'occhiata alla sua interlocutrice, e si sentì improvvisamente a disagio. 

"Che c'è?" cinguettò lei, accortasi del suo smarrimento. "Sembra che hai visto un fantasma".

Rock le lanciò una rapida occhiata preoccupata, e deglutì. "È… Arrivata una mia amica a prender…" "Oh!" lo interruppe lei, attorcigliandosi un boccolo intorno al dito. "Ha già trovato la mia automobile?"

'Che fortuna' si disse 'simpatico, e pure efficiente!' Si stava già immaginando un futuro con lui, ma il giapponese interruppe brutalmente le sue fantasticherie. "No, ecco, un'altra mia amica".

Un lampo di gelosia le passò attraverso gli occhi, e non appena Revy fu abbastanza vicina ai due arpionò il braccio del suo accompagnatore, stingendolo al proprio corpo e lanciando uno sguardo di sfida alla rossa.

 

Questa infantile reazione bloccò la ragazza sul posto. Alzò un sopracciglio, soffermandosi sui seni mezzi scoperti premuti sul corpo di Rock. Aprì la bocca per far partire un qualche insulto, ma fu subito bloccata dalla vocina stridula dell'altra.

"Vi conoscete?" chiese Simonette, cercando a tentoni la mano del giapponese per stringerla. "Rock, il mio… Amico" sottolineò eloquentemente "sta aspettando con me che…" 

La rossa roteò gli occhi. 'No' pensò, 'pure la puttana ci mancava'.

Senza ascoltare una parola, premette una mano sulla fronte della bionda e la spinse via, guardando l'amico con aria annoiata.

"Rock" alzò la voce, sovrastando i lamenti della bionda "dai, andiamo a casa". Sorrise forzatamente e gli tese un palmo che lui ignorò deliberatamente. Le volse un'occhiata scocciata, e si girò verso la ballerina maltrattata che stava debolmente protestando.

"Simonette, qui" sibilò, fulminando Two-Hands con lo sguardo "è una mia amica, che ci sta dando una mano". cercò di sottolineare l'ultima affermazione, tentando di far capire all'amica il vero senso delle sue parole. Inutilmente, però: Revy aveva occhi solo per la bionda, per le sue forme provocanti e per le ginocchia sbucciate.

Strinse i pugni attorno alle Beretta e si accostò a lei, puntandogliele in faccia. L'altra si immobilizzò, paralizzata dal panico, e la rossa le regalò un ghigno a pochi centimetri dalla faccia.

"Ehi, puttanella" le sussurrò "…Vuoi sapere perché mi chiamano Two-Hands?" storse la bocca, fissando i suoi occhi azzurri spalancati. "Di sicuro non per il motivo per cui potrebbero chiamare te così". 

Fece un cenno appena percettibile con la sta, invitandola a levarsi dai piedi.

Consiglio che lei prontamente seguì.

 

Rock la guardò allontanarsi sconsolato (a parere di Revy, soffermandosi un po' troppo a fissare il suo fondoschiena) e si voltò verso la pistolera che stava ridendo sonoramente. 

"Su, dai!" gli sorrise, sospirando fra uno scoppio di risa e l'altro. "Torniamo alla mac…"

Il giapponese si voltò, dandole deliberatamente le spalle, e si allontanò verso l'automobile di Benny a passo spedito. La rossa gli corse dietro, stupita.

"Ehi, che ti prende?! Già che sono venuta a prenderti, quando tutti gli altri ti avrebbero lasciato qua, solo perché tu" agitò le mani "ti eri messo a litigare con Mark; poi torno e ti trovo qua con quella putt…"

Lui strinse i pugni e si bloccò. L'altra, che stava guardando per aria mentre sfogava tutte le sue lamentele, gli sbatté contro.

 

 

 

*** Da Black Lagoon n°3, cap. 17, "Goat, Jihad, Rock'n'Roll Pt.2"

~~~

 

ANGOLO AUTRICE

 

Hola!

Mi spiace di avervi fatto tardare troppo, ma purtroppo ho cominciato a lavorare in ospedale e… Lì i turni sono frenetici! Torno a casa che ho voglia solo di dormire e mangiare qualcosa.

Dopo aver dormito, ovvio.

Beh! Questo capitolo l'avevo scritto ancora una settimana fa tra un paziente e l'altro, ma mi era toccato poi ricopiarlo a computer… Ed eccolo qua! Mi spiace, non c'è Balalaika e nemmeno tanta RevyXRock… Ma fidatevi se vi dico che nel prossimo capitolo avranno un faccia a faccia.

E, se Dio vuole, magari la trama andrà pure un po' AVANTI, eh?!

Uff, fatica!

Ringrazio tutte le ragazze che recensiscono, le habitué e le nuove… Quante soddisfazioni che mi date!

E quanta pazienza che avete…! 

Un bacione a tutti

Harry

  
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