Otanjoubi Omedetou.
{OnoxKamiya}
Hiroshi
ripose delicatamente i fogli della radio dentro al suo zaino, chiudendolo
velocemente e dando un occhio all’orario. Le otto di sera. Non era tardi poteva
prendere il treno e tornare a casa.
Se non
fosse stato per il semplicissimo fatto che qualcuno
lo avesse fermato tirandolo dallo zaino che aveva in spalla.
“Ohi!
Hiroshi! Hai da fare?”
Beh
ovvio che avesse da fare, dove andare da Nyanko-sensei cavolo, altrimenti non
si dava da mangiare da sola povera gatta. .
Roteò
lentamente gli occhi e girandosi, mentre lui si premeva le mani dentro le
tasche stringendo le spalle e guardando il sorriso sull’espressione dell’altro.
“No …
Stavo solo andando a prendere il treno …”.
Cosa?
Perché? Hiroshi ti sei ammattito o cosa? Insomma Nyanko-sensei! Chi ci pensa a
lei se non tu? In quel momento avrebbe voluto dare una craniata allo spigolo
del tavolo che aveva poco distante.
Era comunque lecito dire che Daisuke non lo invitava quasi mai a uscire, o si presentava
a casa sua con tutto lo staff o ... O niente.
Doveva
dire no?
Si
strinse leggermente una delle bretelle dello zaino che teneva su entrambe le
spalle per pura comodità e lo ascoltò parlare.
Vediamo cos’aveva in mente.
“Ah
perfetto! Sai … C’è un nuovo ristorante che ha aperto qui dietro, ti andrebbe
mangiare qualcosa lì? Sono curioso di assaggiare il loro udon
e i takoyaki!”.
Quanti
anni aveva?
Da come
gli parlava, sembrava che la sua età cerebrale non superasse la decina,
semplicemente perché non sembrava una richiesta fatta da un uomo adulto, ma di
un bambino che vuole andare al parco giochi perché hanno aperto di nuovo le
altalene.
Eppure.
“I-ge.”
Mormorò
Hiroshi guardando il più piccolo mentre, con un leggero movimento delle
braccia, le conservava al petto snudando un po’ i denti in un sorriso
provocatorio.
“Ah,
ancora con questa storia?”
Disse
lamentoso Daisuke coprendosi un po’ il volto, sorridendo. In realtà voleva
sparire, dileguarsi, letteralmente evaporare.
“Ti
voglio ricordare che questa volta non c’è nessuno del nostro stuff … Sai?”.
“Appunto
…”
Hiroshi
alzò tutte e due le sopracciglia sorpreso, le mani ancora affondate dentro le
tasche che giocavano con il piccolo mazzetto delle chiavi di casa insieme al
cellulare.
Chissà che ore erano.
“Touché.”
“Allora
vieni?”
Rimase
un momento in silenzio, in quello più totale meditando qualche fosse la cosa
migliore da dire o semplicemente da fare.
Sospirò alzando gli occhi verso quelli dell’altro, abbozzando un piccolo
sorriso mentre lasciava andare le chiavi di casa nella tasca come se si fosse
rassegnato totalmente all’idea che di tornare a casa per quel momento non se ne
parlava.
“Solo se
offri tu.”
Si girò
velocemente dando le spalle al più piccolo, cominciando a camminare verso
l’uscita.
Sì se lo voleva con sé doveva pagare e non si sarebbe trattenuto dal prendere
quasi la metà del menù, sennonché non facessero qualche sconto per l’apertura
del ristorante, al che anche tutto il menù ci stava.
Sì
voleva farlo tornare a tasche vuote.
“Va
bene- ASPETTA cosa?! Non mi hanno ancora pagato, però!”
Hiroshi
si girò mentre camminava rallentando il passo e guardando in direzione di
Daisuke che aveva preso a seguirlo colto dalla disperazione che già trapelava
il suo portafoglio. Non sarebbe rimasta nemmeno la falena che esce quando si è
squattrinati.
“E
allora fatti bastare quello che c’è nel portafoglio, ho fame quindi non ti
prometto assolutamente nulla!”.
Prese a
precederlo con passo veloce verso il ristorante.
Okay, c’era un lato totalmente positivo in quella storia, si era rimediato una
cena gratis; avrebbe portato qualcosa anche a Nyanko-sensei così almeno si
sarebbe fatto perdonare … Sperando che il micio non si desse alla pazza gioia
nel distruggere qualcosa.
~ ~ ~ ~
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
Hiroshi
si poggiò una mano sull’addome totalmente satollo mentre notava Daisuke accanto
a sé piangere le finanze drasticamente diminuite dalla sua fame. Rise. Non
poteva evitare che trovasse comica una cosa del genere.
Con lui è tutto comico, quasi più allegro e tremendamente diverso.
Erano
distesi in una scarpata ricolma d’erba fresca primaverile, con ancora qualche
traccia delle centinaia di petali rosa che stavano cadendo dagli alberi vicini.
Come sottofondo, solamente il rumore del ruscello che scorreva di fronte alla
scarpata, sul fondo. Un morbido rumore di acque che si muovevano. Una perfetta
cornice a quella luna gonfia che osservava Hiroshi.
“Grazie
del pasto!”
Commentò
ancora dandosi un colpetto sulla pancia che faceva strani rumori, sicuramente
aveva avviato la fase di digestione sentendo anche altri rumorini. Erano i
mugolii di disperazione dell’amico accanto.
“Grazie
per aver svuotato le mie finanze …”.
“Ehi non
prendertela con me, Ono-kun, io ti avevo avvertito, tu hai insistito affinché venissi
a mangiare con te, eh …”.
Daisuke
diede un ultimo sguardo al portafoglio nero per poi metterlo nuovamente in
tasca e stendersi accanto a Hiroshi che si era perso a guardare le forme delle
nuvole grigiastre.
Si voltò a guardarlo completamente perso mentre lo imitava poggiandosi le mani
sull’addome per pura comodità, sospirando abbastanza pieno anche lui.
Alla fin fine aveva mangiato anche lui parecchio, però, volgendo lo sguardo
nello stesso punto continuò.
“Se
avessi saputo che somigliassi tipo un buco nero, avrei invitato qualcun altro”.
Hiroshi
aggrottò le sopracciglia sentendo un fastidioso rumore nello stomaco che diede
un’amara sensazione che gli salì sino alla gola facendogli girare il viso e
guardando il profilo dell’altro.
“Ad
esempio …?”
Il
minore dei due rimase a riflettere a quella domanda che gli aveva posto
Hiroshi. A dire il vero non aveva nessuno in mente quel momento, ma solamente
perché con Kamiya-san faceva tutto, e anche provare ristoranti nuovi era una
sorta di tradizione per loro.
Magari tutti i suoi colleghi che gli stavano balzando nella mente in quel
momento, quel giorno erano occupati e così ... Aveva pensato …
“Ti ha
dato fastidio?”
“Scherzi?
Mi hai offerto da mangiare come potrebbe avermi dato fastidio”.
Ono
roteò gli occhi girandosi per dargli le spalle mentre una mano si era piantata
nel terreno per strappare qualche filo d’erba non sentendo che l’altro si era
girato poggiando la schiena sulla sua per stare comodo, emettendo un piccolo
risolino nascosto.
“E poi
mi sono divertito.”
Aggiunse
in seguito chiudendo gli occhi e poggiando una mano sotto la testa per usarla
come cuscino poiché le zolle di terra dove erano distesi non sembravano molto
comode, anzi non lo erano, non c’era bisogno che lo sembrassero se non lo
erano, no?
Hiroshi
frugò nella tasca prendendo il cellulare.
Mezzanotte meno due.
Allungò
una mano verso lo zaino aprendolo con calma e sospirando mentre prendeva un
pupazzetto a forma di draghetto con le squame di un verde chiaro. Corrucciò il
labbro guardando il pupazzetto tenendo sempre le spalle all’altro, poggiate
contro le sue mentre entrambi si godevano quel momento di meraviglioso silenzio
mentre digerivano l’abbondante cena.
“Daisuke?”
“Mh?”
Con un
colpo veloce della mano gettò dietro di sé il suddetto pupazzino e prima che
potesse dire qualsiasi cosa, sbuffò girandosi appena e guardandolo con gli
occhi socchiusi sentendo il cellulare segnare la mezzanotte con un leggerissimo
rumore continuo, come quello di una sveglia – e, infatti, si trattava di
quella.
“Auguri”.
Freddo e
conciso. Che cosa poteva aspettarsi di più da Hiroshi. In pubblico, incentivato
dal fatto che non è il solo a voler fare qualcosa è più entusiasta, ma di
solito è molto … Molto … Molto ... Molto timido. Daisuke lo sapeva. Si girò
lentamente verso di lui stringendo tra i loro corpi il pupazzetto che gli aveva
regalato Hiroshi e abbracciandogli delicatamente il bacino con un braccio.
“Come
mai questa gentilezza?”
Hiroshi
lo guardò con la coda dell’occhio, sentendo la mano sul fianco e poi
incrociando le braccia, ancora disteso con l’altro dietro che sembrava godersi
il calore dei suoi capelli giacché ci aveva immerso la faccia dentro.
“Un
grazie per la cena …”
“Certo,
e avevi anche previsto che ti avrei invitato a cena così ti sei premunito di
regalo da darmi per il mio compleanno? Uhm. Questa cosa fa buchi dalla testa ai
piedi, Hiroshi …”
Spalancò
gli occhi e girandosi un po’ per guardarlo in viso, rimanendo sempre tra le sue
braccia e lasciando che s’intravedesse un lieve rossore sulle guance.
“È
ancora più strano vederti fare ragionamenti di questo genere.”
Ono
scosse delicatamente la testa prendendo la nuca del più grande e poggiando un
bacio sulla fronte mentre lo stringeva un po’ a sé socchiudendo rilassato gli
occhi, premendo contro la sua schiena, la fronte in modo tenero con un piccolo
sorriso stampato sulla faccia.
“Shh. Non rovinare questo momento, Hiroshi. Ci penserai
dopo.”
Stette
per dire altro a controbattere, ma preferì rimanere in silenzio annuendo a
quello che Daisuke aveva detto prendendo le sue mani tra le proprie e
stringendolo forte.
Perché fare il puntiglioso pignolo anche in un momento che rasentava
l’idilliaco come quello? Insomma non aveva nessuno minimo motivo per dargli
fastidio punzecchiandolo in quel modo, era bello stare insieme in quel modo
anche senza dire una parola, lasciando che i respiri riempissero quel silenzio
perfetto che si era creato sopra di loro, come una cupola protettiva perpetua.
Una
bolla che perpetua non era in fondo, rotta dal fatto che Hiroshi sembrava aver
preso sotto tra le braccia dell’altro. Delicatamente Ono gli posò un bacio sulla
nuca dell’altro, mentre lo stringeva ancora più per tenerlo al caldo non fargli
prendere alcun malanno.
Quello
fu sicuramente un regalo migliore del piccolo peluche che gli aveva dato.
Vederlo lì in quel modo, così beato, tra le sue braccia era sicuramente meglio
di qualsiasi cosa che potesse desiderare.
Anche il
solo fatto di aver passato la giornata con lui era un regalo magnifico.
Daisuke
era un ragazzo semplice, di una semplice famiglia che lo amava.
E
semplicemente Hiroshi era l’unica cosa che desiderava.
Note
notose.
Chu a tutti °v°
Ebbene dopo un anno di stallo dove sto tentando di finire numerose fan fiction,
sono tornata con una stupidissima Oneshot sul compleanno di Daisuke Ono (che io amo follemente♥), *v* Il
quattro maggio. Stesso giorno di quello di Izaya muahahah, il caso?
Secondo me il Karma.
Comunque.
Non so se molti di voi seguono le radio di DearGirl Stories, o sanno
semplicemente cosa sia DearGirl Stories.
Comunque è un Otome game con protagonisti gli alterego di Hiroshi Kamiya e
Daisuke Ono – che io shippo follemente insieme – appunto OnoD e HiroC, e di questo
Otome Game c’è una radio condotta appunto da Ono e Kamiya dove fanno un sacco
di boiate, tra cui c’è la storia dell “I-ge” che sarebbe “Gay” in giapponese.
Quando riuscirete a vederli li amerete anche voi come li amo io.
Una cosa che mi preoccupa è l’IC, ho provato a mantenerlo più possibile poi boh
non so.
I personaggi non sono miei, è una situazione che ho creato io appositamente,
non so se hanno davvero ‘sta benedetta relazione io lo spero con tutta l’anima,
ma più che scriverci, disegnarci non possoXD
Spero sia di vostro gradimento♥