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Autore: Zeressa    05/05/2012    1 recensioni
L’assassino viaggia sul tuo treno
Ti siede accanto
Dorme insieme a te
(Renato Zero - L'assassino)
Genere: Malinconico, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alucard, Integra Farburke Wingates Hellsing, Nuovo Personaggio, Seras Victoria, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Integra si aggirava nervosamente tra i corridoi dell’immensa villa: aveva deciso di andare dal vampiro nei sotterranei. Non si sentiva sicura, per niente. Voleva parlare con Alucard riguardo la ragazza che le si era seduta dinanzi e che, in parte, l’aveva ipnotizzata: ma il suo intuito non sbagliava mai. Aveva captato che qualcosa non andava e non era riuscita a decifrarlo al momento: in modo in cui il suo servo e la ragazza si guardavano, le parole che si erano detti, i loro gesti, tutto traboccava di odio reciproco. Ma non di odio passeggero: se Alucard si era comportato in quel modo, lasciando la stanza di punto in bianco, significava solo che si preparava a qualcosa di peggiore che sarebbe avvenuto da lì a poco.
 
Si corresse mentalmente che lei non stava andando nei sotterranei per parlarci: stava andando nei sotterranei per cercarlo e assicurarsi che fosse ancora vivo.
Girò nell’ultimo corridoio, pronta a raggiungere la porta a specchio che conduceva nelle segrete; si accese un sigaro e guardò nella direzione in cui doveva andare. Sorprendentemente dinanzi alla porta vi trovò Seras, nella sua solita uniforme gialla, intenta a trafficare con la serratura con aria concentrata e allarmata.
 
-          Seras, cosa diavolo stai facendo? –
La Draculina si ritrasse dalla porta con un gesto fulmineo, spaventata. Poi con la voce strozzata dal nervoso disse:
-          Non si apre. La porta non si apre! –
Aveva intuito anche lei che qualcosa di sgradevole sarebbe successo tra il suo Master e l’angelo. Sperando nella migliore delle ipotesi aveva cercato di raggiungere i sotterranei, ma invano: era da almeno un’ora che trafficava con la porta-specchio, sulla quale la sua immagine non si rifletteva (quanto le mancava specchiarsi!), ma la porta era rimasta chiusa.
 
-          Prova a sfondarla. -, commentò la donna, con un evidente tono di allarmismo stampato sul volto.
-          Ho già provato, Integra, ma non si apre è come se. . .-
-          Come se ci fosse un incantesimo che vi impedisce di aprirla? –
 
La voce provenne dall’inizio del corridoio: Loren apparve con il volto serio, incorniciato dai lunghi capelli castani, e si avvicinò verso le due donne.
 
-          Maeko è pratica in questi incantesimi. Ma, - commentò una volta giunto accanto alla donna dai capelli lunghi, - potrebbe essere stato anche il vostro vampiro. Entrambi, - indicò lo specchio, - sono dei vampiri di alto livello, capaci a gestire la magia come se fosse niente. –
 
-          Entrambi? –, chiese incredula Integra, facendo cadere a terra il sigaro ancora acceso.
-          Non l’avevate ancora capito? Maeko è un angelo – vampiro. L’Angelo Dannato che ha dedicato la sua intera vita alla vendetta e questa notte, - disse sospirando, - troverà pace. E’ un essere creato dall’odio di due nemici mortali, quali sono l’angelo e il vampiro.
E questa notte del vostro servo non rimarrà nulla. –
 
Le sue parole sembravano  tristi quanto indifferenti: aveva solo fatto da portavoce, il resto non gli interessava.
Integra guardò terrorizzata la porta e subito dopo spinse la povera Seras da parte e cercò disperatamente di aprire la porta.
 
-          Dobbiamo fermarli subito! –
-          Non possiamo. –
La voce della Draculina arrivò distante: aveva gli occhi sbarrati che guardavano il vuoto. Era stata contattata mentalmente da Alucard: poche parole e capì cosa doveva fare. Si mise dinanzi alla porta per proteggerla e i suoi occhi da azzurri passarono al rosso sangue, caratteristico dei vampiri.
 
-          Lo scontro è iniziato.
Il Mio Signore ha sigillato la porta per non essere disturbato. Non vuole essere disturbato. Dice che è giunta l’ora di pareggiare i conti. –
 
Integra guardò la ragazza: se era stato Alucard stesso a sigillare il passaggio doveva sperare,  sperare e aspettare. Altro non poteva fare.
Si accese un sigaro.
“Non farti uccidere, è un ordine.”
   
 
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