Toc-toc.
“Avanti!” disse una voce da dentro. Laura fece
capolino dalla porta dello studio, sorridente.
“Sono arrivata.
La stanza è libera, se n’è andata anche Rea” gli disse entrando.
“Dove sono tutte le tue cose?” gli chiese, vedendo
che non aveva niente in mano.
“Oh, beh dato che erano pesanti li ho lasciati in
corridoio.
Shura mi ha
dato una mano a portarli fin qui, adesso è fuori a bere una birra” spiegò.
“Com’è andato il tuo saluto a Rea?” le chiese,
facendola sedere sulle sue ginocchia. Stringendosi a lui si accoccolò sulla
poltrona.
“Triste, ma non quanto avevo pensato. Siamo state abbastanza brave nel dirci arrivederci” ammise.
“Rin era giù ad aspettarla,
vero?”
“Sì, all’entrata per aiutarla a traslocare”
confermò lei.
Senza
farsi vedere, Mephisto lanciò
un occhiata alla sua camicetta. Più passava il tempo, più il suo corpo
l’attraeva.
“Adesso che succede?” domandò lei mentre pensieri
poco gentili affioravano nella testa dell’uomo.
“Come?” disse, certo di aver capito
male.
“Io ho vinto la scommessa,
giusto?
Quindi ho da ritirare un premio. C’è una specie di iniziazione
o una qualche cerimonia particolare per celebrare questa cosa?” lui rise rumorosamente.
“Vuoi una festa di ufficializzazione della tua entrata nel
mondo immortale?” le chiese sarcastico. Laura
arrossì: nella sua testa non suonava così stupido.
“Beh, se lo dici così sembra una cosa idiota” si
lamentò.
“Cosa vorresti che facessi?
Che dicessi a tutti che negli ultimi tre anni sono stato fidanzato con una
studentessa e che non solo l’ho sedotta più volte (con grande piacere,
aggiungerei) ma che le ho anche promesso che vivrà finché vivrò io? Non mi sembra una cosa molto saggia da fare” le fece presente.
“Peccato.
Quindi hai altre idee per festeggiare?” gli domandò strusciandosi un po’ a
lui.
“Forse un paio” rispose
baciandola.
“Allora, giovane esorcista, come stai?” la salutò
Shura un pomeriggio.
Laura
si era trasferita nell’ala di Mephisto e aveva una
stanza tutta sua in cima alla True Cross, da dove
aveva la visuale su ogni parte dell’accademia e dintorni.
“Sto bene, grazie.
Tu? Come procede con la classe di Preparazione?” rispose lei.
Negli
ultimi tre anni si erano avvicinate tanto da darsi del tu senza problemi,
scavalcando le formalità del “Professoressa” e “Arikushi”. Laura si sentiva molto più a suo agio in questo
modo.
“Non mi piace parlare del mio lavoro al di fuori della
scuola, lo sai.
Mephisto si comporta bene? Se ti fa soffrire ancora
vieni da me e ci penso io, d’accordo?” si raccomandò facendole
l’occhiolino.
“Sarò il tuo incubo, allora” scherzò
Laura.
Si
congedò e tornò in camera. Doveva finire la domanda all’Ordine per entrare a
farne parte e diventare un’esorcista a tutti gli effetti.
Quando
aprì la porta si rese subito conto che qualcosa non andava.
Si
precipitò come una furia nello studio di Mephisto.
“Dove diavolo sono tutte le mie cose?” lo aggredì.
Era
l’unico che sapeva dove lei stava e che aveva la chiave della sua
stanza.
“Non so di che stai parlando” le rispose lui
innocentemente.
Laura
sbatté una mano sulla scrivania e lo guardò fisso.
“Non raccontarmi balle, sai che le
odio.
Dove hai portato tutta la mia roba?” gli domandò di nuovo. Lui
sorrise e si dette un minuto per contemplarla, poi si
alzò.
“Vieni con me” le disse
porgendole una mano. La ragazza la strinse.
“Dove mi porti?” chiese
titubante.
“Fidati di me e seguimi”
le ordinò.
Uscirono
dallo studio e Mephisto aprì una porta con una delle
sue chiavi particolari. Entrarono in un corridoio buio e stretto, ma Laura non
aveva paura se stava con lui.
“Adesso chiudi gli occhi” le disse. Lei li
chiuse.
“Al mio tre riaprili, va bene?” la ragazza annuì.
Lui la
fece sedere su qualcosa di morbido e la strinse a sé.
“Eins, zwei, drei” contò.
Lei
aprì gli occhi: stava guardando la True Cross
dall’alto.
“Oddio!” esclamò, aggrappandosi a Mephisto. Erano seduti su una poltrona che stava veramente
volando.
“Cos’è questo?
Com’è possibile?” chiese lei
in preda al panico.
“Eppure dovresti sapere che con me la monotonia non
esiste.
Questa è la tua casa, di qui inizia la tua nuova vita” le spiegò.
“E cosa c’entra con le mie
cose?”
“Le ho fatte portare nella mia camera” le rispose.
Quando lei comprese lo guardò con gli occhi sgranati.
“Significa che…”
“Tu ed io vivremo insieme nel termine stretto della parola,
sì” terminò lui.
Lei si
lanciò ad abbracciarlo.
“Come mai questa decisione?” domandò quando ebbe
finito di baciarlo.
“Tu volevi un modo di festeggiare la tua entrata nel mondo
immortale ed ho pensato che, dato che dobbiamo passare un’eternità insieme,
tanto valeva iniziare subito, giusto?
Per cui eccoci qua”
rispose.
“Non ci credo, è una pazzia”
esclamò.
“Che ci vuoi fare?
Io sono un pazzo per natura e da quando ti ho conosciuto sono peggiorato. Forse sei tu a farmi impazzire, chissà” suppose. Lei
rise.
“Senti, ma adesso che succede?” gli chiese
stringendosi a lui.
Stava
bene tra le sue braccia.
“Direi che ora iniziamo la nostra vita insieme”
“Cioè?” Mephisto la baciò
con passione.
“Abbiamo un’eternità per pensarci, perché non ti godi
questo panorama?” le propose. Facendosi piccola si accoccolò su di lui.
Perché preoccuparsi subito, in effetti? Adesso c’era solo lui e questo le
bastava.
“A che pensi?” le domandò qualche minuto dopo. Laura
rise.
“Che ti amo”