Capitolo 2 – La quiete prima della tempesta
NEW YORK
Nella
città in ricostruzione si respirava ancora un'atmosfera di
ansia e
di angosciosa attesa. Cumuli di macerie giacevano polverosi lungo
molti marciapiedi, calpestati di continuo dalla gente che si stava
lentamente
riprendendo dal massacro avvenuto da pochi mesi. Era davvero tutto
finito? La speranza iniziava a farsi strada in molti cuori,
riscaldati da un tiepido ottimismo. Tranne in uno.
Nick Fury
camminava nervosamente nel suo ufficio. Anche se tutto sembrava ormai
risolto, la spia era tesa, temendo la quiete prima della tempesta.
Nonostante Thor fosse riuscito a tornare sulla Terra e lo avesse
rassicurato sulla prigionia a vita di Loki, anche se i Vendicatori
erano ormai formati, anche se non c'erano state altre minacce...lui
non riusciva più a dormire tranquillo. Il suo istinto gli
diceva che
non era ancora finita.
Uscì dalla porta con passo svelto e
cadenzato, salutando distrattamente gli altri agenti che incontrava
nel corridoio.
Entrò nell'ascensore pieno di pensieri, sperando di essere
in errore.
Ma lui non aveva mai sbagliato, il suo sesto senso non l'aveva mai tradito.
Premette meccanicamente il tasto sulla parete metallica, sentì le porte chiudersi con uno sbuffo alle sue spalle e l'ascensore iniziò a scendere. Dopo pochi secondi giunse nel laboratorio più segreto dello S.H.I.E.L.D., dislocato a varie decine di metri dalla superficie. Cercò nervosamente con lo sguardo il dottor Banner e, come sempre, lo trovò intento ad esaminare lo scettro di Loki, rimasto sulla terra.
"Buongiorno, professore" disse arrivandogli alle spalle.
Bruce sobbalzò per la sorpresa, si aggiustò gli occhiali e, voltando lievemente la testa, ricambiò il saluto.
"Buongiorno, Fury".
"Novità?" Chiese secco l'agente, avvicinando l'unico occhio buono agli schermi sulla parete. Sembravano registrare le radiazioni gamma irradiate dallo scettro, e notò con sollievo che tutti i livelli erano di colore verde, segno che non c'erano attività anormali.
"No, tutto come al solito. Lo scettro sembra totalmente inattivo" rispose Banner scrutando Fury di sottecchi. Perché era così preoccupato?
"Sembra?"
chiese la spia, senza voltarsi. "Vorrei che potessimo esserne
sicuri". Pronunciò queste parole a bassa voce, quasi fossero
di
cattivo auspicio. Poi si girò lentamente e fece per
andarsene.
Ma
non appena attraversò la porta di vetro un rumore sinistro
attirò
la sua attenzione. Dagli schermi iniziò a propagarsi un
suono
intermittente, dapprima debole, poi sempre più forte e
veloce.
Nick
Fury si girò di scatto. Lo scettro si stava illuminando e
spandeva
la sua luce blu nella stanza, creando un'aura sovrannaturale.
"Non
è possibile!!" urlò Bruce Banner, precipitandosi
ad un
computer. "I livelli di radiazioni gamma stanno aumentando
rapidamente...non so se riuscirò a stabilizzarlo..."
Fury
fece appena in tempo ad attivare l'allarme generale, poi una luce
innaturale invase il laboratorio.
ASGARD
Thor
si avviava solitario verso il Bifröst.
Il viso senza espressione del fratello, la sua voce vuota, turbavano le sue notti da quando ne aveva fatto sigillare la cella.
Come
stava Loki? Questa domanda lo assillava, risvegliando giorno dopo
giorno un senso di colpa bruciante. Avrebbe dovuto chiederselo molto
tempo prima. Prima che il fratello si perdesse nella notte del suo
sconforto. Forse avrebbe potuto salvarlo, se solo fosse stato meno
egoista.
Ma ormai non si poteva più tornare indietro.
L'unica persona che lo aiutava a sopportare la sua angoscia era lei. La sua Jane. La dolce e spontanea Jane. Era incredibile che quella semplice ma allo stesso tempo unica ragazza midgardiana riuscisse a salvarlo ogni volta. Per fortuna, ora che il Bifröst era di nuovo integro, la poteva vedere spesso. Il solo pensarla gli dava sollievo, e ogni volta che la stringeva tra le braccia e sfiorava le sue labbra sentiva il cuore più leggero.
Sorrise.
Il dio del Tuono, il figlio di Odino, si doveva aggrappare a quell'amore mortale, eppure indissolubile, per non impazzire.
Finalmente si trovò davanti ad
Heimdall, il fiero guardiano di Asgard, e si fermò.
"Salve Heimdall, vorrei recarmi su Midgard" disse sorridendo.
"Come sempre" rispose placido il guardiano, voltandosi.
Il sorriso di Thor si spense. Negli occhi del guardiano, arancioni e intensi, lesse un'espressione indecifrabile. Ansia? Paura?
"Che succede Heimdall?" chiese preoccupato "Jane..?"
"Jane sta bene" lo rassicurò. "Ma avverto una strana energia diffondersi dal pianeta dei mortali. E non solo..." disse Heimdall con la sua voce profonda.
"Che vuoi dire?" chiese la divinità bionda, impugnando immediatamente il suo martello.
"Sento la stessa energia anche qui...fuoriesce dal Tesseract. Non so che significa, ma sembra che qualcuno stia cercando di aprire il portale, sia qui che a Midgard. Qualcuno che non riesco né a vedere né a sentire".
Non appena finì di parlare, il cielo di Asgard si illuminò di una luce innaturale e la terra tremò violentemente per secondi interminabili. Si udì un boato sordo e potente. Poi regnò il silenzio.
Thor si rialzò a fatica, impugnando ancora Mjolnir. Guardò verso il suo palazzo, notando una preoccupante nube di fumo alzarsi dalla torre est.
La torre dove era custodito il Tesseract.
Si girò verso Heimdall e, non appena vide che stava bene, fece roteare il suo martello e volò in direzione di quel fumo nero con il cuore che batteva all'impazzata.
Cosa
diamine stava succedendo?