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Autore: SweetNemy    10/05/2012    2 recensioni
Sapete quando si dice che la vita riserva sempre delle sorprese? Beh, a volte esse sono davvero strane, così questa ragazza che odiava la sua vita monotona in un inutile quartiere della California, si ritrovò ad affrontare un viaggio tra lo spazio e il tempo su un isola che in realtà non esiste!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciaoo a tutti. Mi riscuso per il ritardo ma ho sempre tante cose da fare. Spero mi perdoniate ç__ç Questo è il 4° .. mi auguro che vi piaccia :D 

Capitolo 4. Voglia di riscatto

Era seduto su quel gelido pavimento da qualche minuto ormai, e la ragazza non l’aveva mai lasciato, finché egli si riprese e si alzò lentamente. Poggiò una mano sui suoi occhi, poi la tolse di scatto prendendo un respiro profondo e iniziò a parlare:
-Ho preso un’importante decisione. Ho deciso di allearmi all’esercito per sconfiggere i turchi.
-Capisco la tua voglia di vendicarti, ma non prendere decisioni affrettate. Potrebbe essere pericoloso, sei solo un ragazzo.
-E lui era solo un bambino! Voglio eliminarne almeno uno, per vederlo perire davanti ai miei piedi, strisciare e pregarmi di non ucciderlo, voglio vedere la sofferenza crescere sempre nei suoi occhi e voglio vederlo morire davanti a me, per vendicare non solo lui e i miei genitori, ma anche tutti i miei compatrioti uccisi.
-Mi fai paura se parli così. Secondo me, non dovresti andare.
-Tu dici così perché non stai soffrendo. – disse il ragazzo abbassando lo sguardo.
-È vero! Ma soffrirei se tu andassi in guerra.
-Ma se nemmeno mi conosci!
-Ci ho messo poco per capire come sei fatto e per affezionarmi a te. Ho impiegato un’intera vita per trovarti e ora che finalmente ti ho trovato dovrei anche perderti per una stupida guerra?
-Non preoccuparti, tornerò vivo e vittorioso.
Detto questo, non le diede tempo di replicare, prese la sua spada e il suo scudo e salì sul suo cavallo nero, partendo alla volta del famigerato campo di battaglia.
Evelyn restò impassibile di fronte a quella scena: ormai non poteva fermarlo, ma poteva pregare per lui. La ragazza iniziava a chiedersi quando e se sarebbe tornato, se fosse stato sano oppure gravemente ferito. I pensieri negativi dominavano la sua mente e nonostante questo lei continuava a chiedersi il perché ci tenesse tanto. Forse perché è diverso dagli altri, si rispondeva. Era un ragazzo tenace, coraggioso, bello, intelligente e sensibile, ma allo stesso tempo era anche un gran testone!
Lei sperava sarebbe tornato presto, e mentre lo faceva, gli venne il ricordo della sua famiglia. L’aveva lasciata sola, senza avvisare che sarebbe andata via. Decise di prendere il suo cellulare dalla borsa per provare a chiamarli, ma una cosa che le colpì fu l’ora: era la stessa ora di quando era atterrata sull’isola. Questo vuol dire che una volta che si è giunti lì, il tempo nell’altra dimensione si ferma; e qui, invece, dov’era bloccato, riprende. La ragazza sgranò gli occhi.
-Io sono di quell’epoca e andando via da lì essa si è fermata, e questa, invece, è ripartita. E quando tornerò a casa, allora? Questo mondo si fermerà e quello continuerà a rivivere?
La ragazza era tormentata da questi pensieri e decise di aspettare, anche se per due o tre anni, il ritorno del ragazzo.
Nel frattempo, il giovane si avvicinava sempre più al campo di battaglia. Era arrivato sulla vetta di una collina e dall’alto si poteva intravedere il campo posto in una valle. Lì c’erano tanti soldati nemici e amici uccisi, poteva vedere tanti eroi che combattevano con le ultime briciole di forza rimaste, e con gran coraggio, determinazione, e soprattutto per un desiderio che dominava da sempre le loro menti: la voglia di libertà. Volevano essere un popolo libero, volevano poter fare ciò che volevano senza la paura di essere uccisi per ogni minimo atto.
Era un gran desiderio tanto che, unendosi al desiderio di vendicare la sua famiglia e i suoi compatrioti, spinse il ragazzo a scendere velocemente verso il campo di battaglia e tirò fuori la sua bellissima e preziosa spada e iniziò a combattere.
Il tutto gli sembrava difficile e pericoloso, ma non intendeva mollare. Lui avrebbe continuato anche se il sia il suo corpo che la sua mente gli dicevano di smettere, avrebbe continuato fino alla fine a lottare e a sostenere quel grande desiderio; e se qualcuno decideva di arrendersi, beh, gli avrebbe detto che non bisogna arrendersi, se hai ancora voglia di vincere. “Se loro vincessero, non cambierebbe niente, ma se noi vincessimo, qualcosa cambierebbe, anzi tutto cambierebbe, avremo ciò che aspettiamo da tanto tempo: la libertà. Arrendersi significherebbe rinunciare alla libertà e un uomo, un popolo non sarà mai felice se è rinchiuso in una cupola di vetro.”
-Vinciamo per la libertà. – gridarono all’unisono i pochi soldati greci rimasti, affiancati a quelli sovietici, francesi e inglesi.

 
Otto mesi più tardi la guerra continuava e i turchi sembravano in difficoltà e in minoranza. Contemporaneamente arrivarono le lettere e le notizie della guerra, portate in città da un giovane ragazzo lievemente ferito.
Il giovane venne curato e poi distribuì le lettere a tutti; tra le tante ce n’era una destinata alla giovane Evelyn da parte del suo amico Hermos.
“Cara Evelyn,
perdona il mio essere impulsivo, ma a quanto vedo, è servito a molti uomini. Stiamo combattendo incessantemente per la libertà e per la patria e sta funzionando. Stiamo vincendo. Noi siamo grandi e non ci arrendiamo. Arrendersi significherebbe rinunciare alla libertà!
Volevo dirti solo che io sto bene, e non temere, non è poi così terribile. Tornerò appena l’ultimo uomo sarà morto. Mi sei entrata dentro e difficilmente ne uscirai.
                                                                                                                                                                                           A presto. Hermos.”
  
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