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Autore: NaChan_    10/05/2012    2 recensioni
Salve a tutti!
Mi hanno praticamente costretto a pubblicare questa fan-fic.. L'ho fatta leggere un po' in giro, ed è piaciuta quindi.. Poi ho il mio "redattore" che mi corregge e mi aiuta, ed anche lui voleva che gli sforzi fossero ricompensati.
Mi ci sono impegnata molto, e non è la prima che scrivo, mi sono allenata scrivendo cose più corte.
Questa fan-fic non apporta modifiche alla storia di DeathNote, e ripercorre la trama dal punto di vista dei ragazzi della Wammy's House ( cioè Mello, Near e Matt ) e naturalmente non potevo lasciarmi sfuggire l'occasione di fare Yaoi. Quindi, ho deciso di fare riferimenti a doujinshi, canzoni, e altre fan-fic che avevo letto. Ho mischiato un po' il tutto, e spero vi piaccia il risultato. Grazie per dedicarmi un po' della vostra attenzione!
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Matt, Mello | Coppie: Matt/Mello, Mello/Near
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 2

  " Frammenti "


" - Oh, ma che bel bambino.. - disse una voce femminile, era una voce molto sfocata, come se appartenesse ad un passato molto lontano .. - Veramente un bel bambino, sì. Sono certo che si troverà benissimo nel nostro istituto. Nate aveva un volto spaventato, era abituato ai cambiamenti, ma non a quelli permanenti...

- Forse ci metterà un po' ad ambientarsi, ma sono sicura che dopo un po' si abituerà subito alla sua nuova vita. - Nuova?! Nate non voleva, non voleva cambiare vita!!! Cos'era quella storia?!

- Forza Nate, ti porto a casa. - disse sorridente la ragazza, porgendogli la mano. Ci mise un po' ad afferrarla ed a camminare con lei. Dopotutto a cinque anni non si ha una precisa concezione delle cose.


" Era un'edificio enorme, soprattutto visto attraverso i suoi occhi da bambino, gli occhi di cui andava tanto fiero. I suoi occhi neri.

Cosa stava succedendo? Come mai la sua mamma lo aveva lasciato in un posto così? Come mai non lo aveva neanche salutato? Un grosso cancello di ferro a sbarre si aprì, e a sinistra del cancello si poteva leggere la scritta " Wammy's House". C'era un giardino. Un giardino enorme. Un giardino stupendo, ma che non era suo.


" - Benvenuto a casa, Nate. - La donna gli sorrideva. Gli ricordava tanto la sua mamma. La mamma che lo aveva abbandonato.

Gli ci volle poco ad abituarsi ai ritmi dell'orfanotrofio, e spesso si chiedeva come mai era là, lui ce l'aveva la mamma.

Non era come gli altri bambini. Lui era sempre stato diverso, era ritenuto anche un pericolo. Si chiedevano chissà cosa stesse architettando nel suo silenzio. Era fin troppo diverso dagli altri, e quello sguardo che sembrava cattivo faceva paura agli altri bambini, e delle volte anche agli adulti.

A volte lo picchiavano. Forse era per colpa di sua mamma, che non lo aveva messo al mondo volendolo, era stata violentata. E da quell'atto violento naque Nate. A volte tornava a casa con lividi e graffi. A volte quando tornava a casa trovava sua madre piena con lividi e graffi, mentre suo padre la faceva piangere. L'unico suo modo per sfogarsi era fare del male anch'esso.


***********************



  Mello uscì da quell'ufficio e venne investito da una ventata di aria fresca e pulita.

Si avviò a grandi passi verso il giardino.

Non c'era un motivo preciso, voleva semplicemente stare da solo.

Si accorse solo dopo aver messo piede fuori dal portone che fuori pioveva, ma non importava, forse la pioggia poteva lavare via ogni pensiero.

Lo scenario era inquietante, quasi spettrale: un'orfanotrofio, la pioggia ed un piccolo bambino quasi interamente bianco seduto sotto in giardino al coperto.

Mello non aspettò e si diresse subito sotto il tetto dell'istituto, accanto al suo avversario, se così si poteva chiamare. - Non hai paura che la pioggia possa trascinarti via? - L'altro lo ignorò, e continuò a inserire i tasselli del suo puzzle bianco uno alla volta, a colpo sicuro.

Perchè non si accorgeva di lui? Eppure era là, perchè non lo vedeva?  

Mello cercò un pretesto per sbattergli un'insulto in faccia, non poteva trattenersi oltre.

Il suo odio era talmente profondo e anche talmente stupido da non poter più reprimere il suo istinto di sfogarlo.

Voleva picchiarlo. Voleva ucciderlo. Era la sua ossessione.

Mello sentì la rabbia avvampargli dentro.. non ce la faceva più! Sentiva il bisogno di dargli un calcio, e ormai non poteva più reprimere quell'istinto. Diede un calcio, un calcio potente. Ma non al suo avversario, sarebbe stato scorretto, e Mello gioca sempre pulito. O quasi.

Near lo guardò, sommerso da una montagna di pezzi di puzzle sparpagliati ovunque.

- Ahio. -

- Ops. - disse sorridendo.

- Perchè lo hai fatto? - disse Near con la sua solita espressione. - Perchè mi annoiavo. - Anche se Near non faceva proprio apposta a farlo arrabiare, ci riusciva sempre.

Aveva sempre quel tono di indifferenza, e Mello si sentiva sempre così inferiore.

Fu proprio così , grazie a questa sensazione, che due minuti dopo si ritrovò sopra il corpo dell'altro sotto la pioggia.

Aveva la mano sopra il colletto della camicia dell'albino, e quest'ultimo lo stava guardando, senza però trasmettere nessuna emozione.

" La rabbia scaturì. Afferro il colletto del suo avversario, e ci si scaraventò sopra. Sbattè la testa della sua vittima per terra volte e volte, noncurandosi che ormai il corpo sotto di lui era rigido. Stava infierendo sul cadavere del suo amico, sul cadavere della persona che aveva ucciso. "

  Near ridacchiò. - Cosa c'è da ridere? - - Niente.. ho solo i tuoi capelli addosso e fanno un po' di solletico..

- Mello lo guardò negli occhi a lungo.

Erano di un nero bellissimo, sembravano gli occhi perfetti di una bambola.

Stanco di quel contatto così diretto si alzò in piedi. Si sentiva infinitamente stupido, dopotutto si sentiva così ogni volta che faceva qualcosa.

Non era riuscito a scatenare una reazione in Near, lui era sempre impassibile.

Voleva fargli cambiare espressione.

Allora tentò il tutto per tutto.

" - E' un'elemento troppo pericoloso per rimanere in giro, così come se niente fosse! ha appena ucciso un suo compagno! Se ne rende conto? - pericoloso? Era pericoloso? "

Gli diede uno schiaffo. La cinquina rimase per qualche secondo, giusto il tempo di osservarla svanire.

- Noi due, siamo diversi. Siamo rivali. -

- Ah sì? -

Mello lo guardò in silenzio. Lo guardò con odio.

 

 

 

 

 

Note. 

Wei bella gente.. Questa capitolo è corto, ma l'ho voluto scrivere perchè volevo far due cose 1 ) volevo iniziare un po' a integrare il passato di Mello e nera, che come avete potuto forse capire erano le i paragrafi in corsivo. Mi piaceva l'idea che la situazione in cui si trovassero in quelo momento rispecchiasse il passato di Mello. E poi, 2) mi piaceva un sacco il fatto che loro due stessere uno sopra l'altro sotto la pioggia, molto secsi. Prometto che i prossimi capitoli saranno un po' più lunghi. Prometto. Che dire, sono una vera artista. Ho una nuova lettrice, tra i tanti xD Fraaancesca, l'amore mio <3

  
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