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Autore: Kaori_97    11/05/2012    2 recensioni
Dopo quella terribile esperienza da ostaggio di Eric Matheson, Cal va a casa di Gillian e chiede di poter restare a dormire lì da lei.
Spoiler: Riferimenti alla prima stagione e alla seconda
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                         La persona che realmente ami


Cap.1

Quella sera Cal si recò a casa di Gillian, dopo essersi scusato per essere fuggito in quel modo subito dopo essersi liberato di Eric Matheson che l'aveva tenuto in ostaggio nel suo ufficio se ne stava per andare, ma mentre era di spalle si fermò di colpo. Voltò leggermente la testa, poi il corpo. Fece qualche passo in avanti e poi...
- Sai Gill, non sono venuto qui solo per scusarmi questa sera. -
Gillian sorrise.
-Volevo sapere come stavi... -
-Bene. -
- Ne sono felice. - Disse Cal scrutandola con la testa leggermente inclinata come era solito fare.
- Dov’è Emily?-
- E' dalla madre, sai, non le ho ancora raccontato niente. Bhè, a domani tesoro. -
- A domani. -
Cal fece come per voltarsi ma si fermò e si mise le mani in tasca.
- Hemm... Posso dormire nella stanza degli ospiti sta notte? - Disse Cal con tono dubitante.
- Certamente. - disse Gillian sorridendo
Cal non disse niente, le si avvicinò e la abbracciò, lei ricambiò l'abbraccio, si stringevano sempre più forte e si diedero un bacio amichevolmente, si amichevolmente, ma proprio nella zona della guancia più vicina alla bocca.
Cal entrò in casa, Gillian chiuse la porta, aveva un'aria preoccupata ma Cal non se ne accorse, dopotutto la dottoressa Foster è brava a nascondergli le sue emozioni.

"Sta calma Gillian, sta calma, dopo tutto, dormirà nella stanza degli ospiti"

- Hai fame? - chiese Gillian
- Non molta, ma sono curioso di assaggiare qualcosa che hai fatto tu! - disse Cal con quel suo tono da superiore e con il suo solito accento inglese.
Cenarono in i assoluto silenzio, non c'è bisogno di parlare, non ce ne era mai stato bisogno, a loro bastava guardarsi negli occhi per capirsi.
Gillian diventava ogni momento che passava più agitata, ma ancora una volta Cal non se ne accorse.
Si alzarono quasi contemporaneamente, e in altrettanto silenzio incominciarono a sparecchiare, poi si diressero   verso le due rispettive camere...
- Buona notte tesoro. - Disse Cal con il gomito appoggiato all'uscio della sua camera
- Buona notte Cal. - Gli sorrise Gillian
Si ritirarono nelle loro stanze e chiusero  la porta.
Qualche ora dopo Cal era ancora sveglio, non riusciva a dormire, era troppo agitato, ma non ne capiva il motivo.

"Forse è perchè sei qui a casa sua"                                                                                                                     Una voce nella sua coscienza lo tormentava ormai da tempo ogni volta che stava con Gill, ma lui si rifiutava di darle ascolto tutte le volte.

Uscì dalla sua camere in cucina trovò Gillian, seduta su una sedia a mangiare marshmallow, vedendola così, non si sorprese affatto, anzi avrebbe dovuto immaginarlo dato il suo continuo appetito anche a lavoro.
- Ciao Cal, cosa ci fai in piedi a quest'ora?
- Cosa ci faccio io in piedi?! Cosa ci fai tu qui sveglia a ingozzarti di quei... Come si chiamano...-
- Sono marshmallow Cal e a me piacciono! - Sorrise Gillian.
- Si quella roba li! -
- Comunque non ho sonno... e tu? -
- Hey tesoro! Di certo quella roba non ti aiuterà a dormire! Nemmeno io ho sonno - 
Gillian fece l'offesa, ma alla fine scoppiò a ridere.
- Bhè? -
- Bhè cosa? - Chiese Gillian
- Perchè non hai sonno? Qual è il problema?
- Non ho niente. - Gillian tornò seria.
- Bugiarda. -
Gillian abbassò lo sguardo, posò sul tavolo la busta di marshmallow, si alzò e si girò verso la finestra.
- Oggi mi sono preoccupata tantissimo per te, temevo che quel pazzo ti avrebbe ammazzato… -
- Hey Tesoro, tranquilla non è successo niente è tutto ok! Sono solo un po’ ammaccato, non è niente!
- Non è per questo... -
Cal scrutò Gillian e cominciò a girarle intorno guardandola dalla testa ai piedi.
- Allora che c'è? -
- Io... Io non capisco Cal... Non mi sono mai preoccupata così tanto per nessuno, ho davvero avuta paura di perderti .-
- Sai Gill... Anche io ho temuto di perderti quando l'emulatore di Jenkins ha cercato di portarti via... Di portarti via da me! -
Gillian tolse lo sguardo da quello di Cal, come se non volesse ricordare quel giorno.
Entrambi si avvinarono l'uno all'altra e si abbracciarono
- Anche per me è così… - Affermò Cal
- Cosa? -
Cal le accarezzò dolcemente il braccio e le sussurrò all' orecchio: Sei la prima persona per cui io mi sia preoccupato così tanto-
A sentir quelle parole Gillian si sentì il cuore il gola  battere all'impazzata, non era mai stata tanto vicina a Cal come in quel momento, e anche se fosse non aveva mai provato quella strana sensazione, il suo fiato sul collo gli fa il solletico, alzò la spalla e girò leggermente la testa verso di lui, ma prima di riuscire a dire qualcosa Cal poggiò le sue labbra sulle sue, in quel momento lei divenne come di ghiaccio, non riusciva a muovere un muscolo. Dopo qualche istante il calore del corpo di Cal sciolse quel ghiaccio e lei rispose al bacio. Gillian posò la sua mano nella guancia di Cal, e lui passò la sua fra i capelli di lei. Quel bacio diventava sempre più passionale, ogni secondo che scorreva si abbracciavano sempre più forte, fino a quasi non poter più respirare.
Quando le loro bocche si separarono, i loro corpi rimasero ancora uniti, e Gillian posò la sua testa sulla spalla di Cal. Lui le accarezza la schiena e la stringe a se ancora  più di prima.
-Sai...-  Disse Gillian
-Cosa?-
-Ho capito finalmente perchè mi sono preoccupata in tal modo per te.- Continuò lei.
-Anche io l'ho capito! Sa dottoressa Foster? Ho capito che mi sono innamorato di lei.- Disse Cal con un sorriso presuntuoso stampato in faccia.
Gillian alza la testa lo guarda negli occhi, da quello sguardo Cal capì che anche per lei era così, e ripresero a baciarsi, un bacio che servì a compensare quei sette anni, quei sette anni passati assieme, quei sette anni passati assieme senza mai aver compreso i proprio sentimenti verso quella persona che era più che un amico ma meno di un fidanzato.
   
 
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