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Autore: __Aivlis    13/05/2012    1 recensioni
Brian Haner non ha mai avuto grosse ambizioni, gli è sempre bastata una chitarra e i suoi amici per arrivare in alto. Ma anche uno come lui - a tratti introverso e riservato, a tratti l'opposto di se stesso - nasconde una storia colma di malinconia e sentimenti.
In cerca di un'identità dopo la scomparsa del suo migliore amico, trova rifugio nelle braccia di una donna, Casey, anche se la sua pelle liscia contro la propria non è mai riuscita a consolarlo del tutto. Ma l'inizio di una nuova era, la pubblicazione dell'ultimo Cd e un nuovo tour europeo da affrontare, lo ricondurranno proprio alle sue origini per cercare di capire chi è davvero Brian Haner e come tutto questo era iniziato.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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© __Aivlis, 13/05/2012

Capitolo cortino, spero vi piaccia comunque.

***

Per giorni interi, per i giorni che ci hanno divisi.
Eravamo bellissimi, eravamo bellissimi.


Avete presente quando i giorni passano e non te ne accorci neanche? Ti svegli una mattina, e la settimana è appena iniziata, arrivi alla Domenica che sembra passato il tempo di un battito di ciglia. Era esattamente questo che aveva in mente Brian quando si era alzato, quella mattina. La sensazione di stare bene, ma di essere consapevole dello scorrere del tempo, come avere una clessidra al posto del cuore a ricordarti che il tempo non è mai sufficiente quando ti senti un po' in colpa col mondo. Però stava bene.
Si tirò su seduto dalla sua cuccetta e si strofinò gli occhi con le punte delle dita. Si alzò di malavoglia e andò in cucina. Vide Emily già pronta mentre smanettava tra le stoviglie, poi il suo sguardo si posò sulla tavola imbandita per due, e riconobbe subito il cibo che vi era stato posato. Toast e burro, una spremuta di arancia e caffé solubile. Cercò di ricordarsi l'ultima volta che aveva fatto una colazione del genere, ma il suo cervello veniva automaticamente portato a quasi un anno prima, quando stavano ancora insieme. Era la sua colazione preferita, ma lui continuava ad ignorare il motivo di quell'atto d'amore così esplicito.
« Buongiorno » gli sorrise lei. In quei giorni era cambiata. Da quando le cose avevano preso a girare per il verso giusto, lei era diventata felice come non l'aveva mai vista durante tutto il tour. E la cosa che più lo spaventava era che vedeva lo stesso sorriso nel proprio volto quando si specchiava, e non si era mai visto così da quando Jimmy era morto.
« Buongiorno » rispose, sorridendo dubbioso.
Emily era diventata il punto fisso delle sue giornate, come era ovvio che accadesse. In un certo senso, ne era stato convinto fin dall'inizio del tour, che le cose sarebbero cambiate, ma non aveva voluto ammetterlo. Cercava di vivere quei momenti come se tutto andasse come voleva lui. Perché gli uomini a volte hanno bisogno di questo, di credere che tutto stia andando fottutamente bene anche se magari non è così. E nei momenti come quello, Casey diventava una lontana presenza e forse fastidiosa, anche se quell'aggettivo lui non l'aveva mai usato. Cosa c'era che non andava? Qual'era il problema? Nella sua testa, assolutamente niente. Nell'oggettività dei fatti, tutto.
Capitava a volte, ma raramente, che il suo cervello si soffermasse un po' troppo sull'oggettività, quella tanto temuta sia da lui che da Emily. L'oggettività. Si stava per sposare, quando invece nei suoi pensieri c'era un'altra. E vista così poteva davvero passare per una delle classiche storie da commedia americana. Lui sapeva che non era così. Che dietro a quel legame c'era molto di più. C'era lo stesso sguardo sugli occhi di entrambi, una vita passata a crescersi a vicenda. E se ci pensava gli si riempiva il cuore di gioia, gli ricordava che nonostante tutto la sua vita era stata stupenda, e tutto grazie a lei e a quei suoi capelli corvini, e al sapore del suo corpo e a tutto il resto.
Si sedette sul tavolo e diede un'occhiata all'agenda sul suo cellulare. Scorse vagamente tutti gli appuntamenti della giornata, poi si soffermò sulla data, e fu come se quello fosse stato il dettaglio mancante di un quadro assolutamente perfetto. Era il loro giorno, quello che loro chiamavano anniversario anche se non lo era. Era semplicemente la data di un giorno qualsiasi in cui erano stati davvero bene, tanto da decidere che quello sarebbe stato il loro anniversario, il loro giorno, quello in cui si ricordavano il loro amore più degli altri giorni, quello che celebrava tutti gli altri giorni.
Adesso tutto aveva un senso.
Si voltò verso di lei e le sorrise involontariamente, per farle capire che c'era arrivato. E lei fece lo stesso mentre si sedeva davanti a lui.
La cosa strana di quei giorni era che non si erano mai detti niente direttamente, ma dentro di loro sapevano già tutto. Avevano ripreso a parlare come una volta, a riempirsi la bocca di quei discorsi futili e immaginari di sempre, fatti così, per passare il tempo, o forse per dirsi involontariamente altre cose. Avevano ripreso ad essere amici, a stare bene insieme, senza mai spingersi oltre il limite dell'ovvio, anche se troppe volte avevano rischiato.
Gli si sedette davanti con la sua tazza in mano e ne bevve un sorso tenendo gli occhi sul petto di lui. Aveva una spessa linea di matita sotto gli occhi che le faceva risaltare il colore chiaro dell'iride.
« Quanto tempo è che non ci concediamo una colazione del genere? » disse lui, spalmandosi del burro su un toast.
« Troppo tempo » disse Emily di rimando.
« Beh, allora spero che questa sia una buona giornata per tutti. Mi sto quasi abituando all'idea del tour »
« Inizi ad abituardi a meno di un mese dalla fine? » disse lei, alzando un sopracciglio.
« Giusta osservazione » controbatté lui addentando il suo toast.
La cosa che lo colpì di più fu la perfezione degli elementi del tavolo imbandito. Per certi versi fu come una pugnalata, come un segnale d'allarme. Lo riportava al passato, lo riportava in una vita diversa, ad un Brian necessariamente diverso da quello che ora sedeva su quel tavolo. Era tutto completamente diverso.
Ad un tratto il cellulare squillò, Brian lesse il nome sul display: "Casey".





Un nuovo tramonto, un nuovo giorno che finisce, una nuova città da visitare.
Brian aveva preso quel vizio da un po', ormai, ma gli era sempre piaciuto, sin da quando era bambino. Verso le sette di sera, dopo cena, prendeva la sua chitarra acustica e andava a cercare un posto - un qualsiasi purché fosse bello - dove guardarsi il tramonto e fumarsi qualche sigaretta. Era nei momenti come quello che aveva creato le canzoni che avevano avuto più successo, quelle più belle e anche quelle più sentite.
Il tramonto quel giorno era estremamente bello. Più del solito, ma forse era lui a vederlo più bello.
Si tolse la sigaretta dalla bocca e riprese a suonare, stando attendo a non rovinare la chitarra con la sigaretta.

Ad un tratto sentì qualcuno togliergli la sigaretta di mano e alzò lo sguardo. Vide Emily portarsela alla bocca e aspirare un lungo tiro. Rimase a guardarla senza crederci. Lei era sempre stata quella buona, dei due, quella con la testa sulle spalle, che le cazzate le fa e tante, ma sempre con la rete di protezione.
« Che novità è questa? »
« Una come tante »
In quel momento Brian si accorse del suo tono di voce, le sembrava malinconica.
Allora riprese a suonare senza farci caso, e la sentì sedersi accanto a lui senza dire niente. Dopo poco smise e la guardò. Quel tramonto le rischiarava gli occhi ancora di più. Era cento volte più bella di sempre, e lui non aveva mai creduto che fosse possibile.
Appoggiò la chitarra accanto a sè e stette un po' lì con le mani in mano a guardarla fumare con le sopracciglia leggermente aggrottate e lo sguardo perso in chissà quale dei troppi colori che avevano davanti. Tra un tiro e l'altro, teneva la sigaretta molto vicina alle labbra; quella era una delle poche volte che l'aveva vista fumare.
« Cosa c'è che non va? »
« Dimmelo tu »
Aveva fatto centro, e lui capì che quello sarebbe stato il punto di svolta, che era arrivato il momento di decidere.
« No, non ti sto chiedendo di decidere, se è questo che pensi » gli disse lei, avendolo letto nel pensiero, cosa che ormai non li spaventava più.
Brian non disse niente, prese a tormentarsi le dita mentre pensava a quella fottuta situazione e a come c'erano arrivati. Pensò che erano ancora in tempo a mollare tutto e tornare come prima, senza parlarsi, senza darsi adito a vicenda, ma non era quello che voleva. Ma dall'altro lato c'era Casey e le sue proprietà salvifiche, il suo modo così dolce di curarti le ferite, come aveva fatto con lui quando lo aveva trovato, quel giorno in quel locale, a piangersi addosso.
« Ma cosa ci sta succedendo, secondo te? »
Erano due che della vita non ci avevano capito un cazzo. Due qualunque, davanti ad un tramonto qualunque. Con i loro problemi e le loro paranoie e le loro vite vissute a caso, senza pensarci. Sembravano arrivati al capolinea; potevano decidere di scendere e finirla, o di rimanere su e continuare.
Emily alzò lo sguardo su di lui, uno sguardo che poteva voler dire mille cose, e forse erano mille le cose che voleva dire ma non lo faceva, se le teneva per se, pretendendo che lui la capisse lo stesso.
« Sto per sposarmi... »
« Non facciamo niente di male se torniamo amici,  non è un reato e non è adulterio »
« Forse hai ragione, mi faccio troppe paranoie » disse Brian tornando con lo sguardo verso il sole, ormai quasi invisibile.
« Come sempre... » rispose lei portando la sigaretta alla bocca.
Si sentirono degli urli, e Brian dedusse che Zacky era già ubriaco. Oggi era la serata dedicata all'alcol, lo aveva annunciato nella mattinata, ed evidentemente aveva già iniziato a darci dentro.
Entrambi si voltarono e vennero travolti da Zacky-la-valanga, che gli era violentemente piovuto addosso.
« Vi voglio bene, vi voglio troppo bene! » prese a dire, con gli occhi semichiusi e la bava alla bocca.
« Pensavo avesse appena iniziato, non che fosse già così ubriaco » esclamò Emily cercando di non farsi trascinare giù da Zacky.
« Forza, tirati su, torniamo nel tourbus! » disse Brian cercando di alzarlo e portandoselo dietro.






« Sta per finire, non riesco a crederci! »
Probabilmente era la prima volta che Matt sorrideva sinceramente dopo molti mesi.
Brian lo osservò in silenzio cercando di immergersi in quell'atmosfera festosa, nonostante i mille pensieri che gli volavano in testa.

Era un bel momento, e sentiva di non riuscire a calarsi perfettamente nell'allegria generale. Però era quello di cui avevano avuto bisogno, era quello che erano andati cercando in tutto quel tempo, ed ora era lì, davanti ai loro occhi; semplicemente un po' di calma, un po' di svago, sentire i nervi rilassati, prendersi una pausa. Quella sera era tutto questo messo insieme, e Jimmy era con loro; non un ricordo lasciato alle spalle, ma la realtà da sopportare insieme, la compagnia da condividere nonostante tutto. Ma Brian non c'era, non era lì. Il suo sguardo cercava di superare il vetro appannato, cercava qualcosa al di fuori di tutto, qualcosa che non riusciva ad inquadrare veramente.
Osservò Emily, si soffermò troppo sui suoi lineamenti; gli succedeva spesso ultimamente.
Di notte non si deve pensare, è per questo che si dorme, perché si da ascolto ad un'altra parte del cervello. Lui lo sapeva, ma il suo cervello continuava a vagare su quelle curve che conosceva a memoria.

« Alla fine di tutto è stato un bel tour » sentì dire da Zacky. Sarebbe intervenuto e gli avrebbe dato ragione, se non fosse stato così assente.
« Jimmy sarebbe orgoglioso di noi » sussurrò Johnny, con lo sguardo basso sulle sue mani. A vederlo in quel modo sembrava un bambino piccolo, qualcuno che ha bisogno di aiuto. L'aria festosa si attenuò, e più o meno tutti divennero pensierosi. Qualcuno provò a scaldare l'aria con qualche battuta senza riuscirci.
Brian si alzò e andò verso le cuccette; sentiva di dover stare da solo.

La notte lo uccideva dentro, e non capiva perché. Nella sua testa c'era Emily, quella volta che si era messo a lanciare i sassi alle anatre e lei gli aveva urlato contro di smetterla. Ricordava che aveva le lacrime agli occhi, lui ci era rimasto malissimo.
Oppure la prima volta che avevano dormito insieme, solo dormito, e la mattina la prima cosa che aveva visto era stato quel viso ancora un po' da bambina e gli aveva sorriso il cuore. Non ricordava più quella sensazione. Con Casey non era lo stesso. Avevano 20 anni, si sentivano forti e indipendenti.
Nella sua testa c'era quel giorno in cui l'aveva abbracciata ed era stato diverso dal solito. Era stata la prima volta che aveva pensato di poterla amare.
Appoggiò le braccia sulla cuccetta in alto, quella di Matt, e vi appoggiò sopra la fronte.

Doveva riprendere respiro.
C'erano troppe cose ed erano lì tutte insieme, come una melodia fastidiosa e prorompente, qualcosa che vorresti far cessare a tutti i costi per quanto sia incredibilmente bella e dolorosa. Come il canto delle sirene, qualcosa di alienante.
Emily aveva sempre le mani gelate, anche d'estate. Aveva il vizio di strofinarsi il naso dopo che qualcuno glie lo aveva toccato, era buffa. Si commuoveva spesso.
Una bella melodia.
Alle spalle di Brian la porta si aprì e venne sbattuta subito dopo. Ora Brian aveva il naso inondato di quel profumo che non era cambiato per tutto quel tempo, non ci voleva un genio per capire che dietro di lui, forse proprio a qualche passo di distanza, ci fosse lei. Si sentiva osservato.

Si voltò e la vide. Il cervello in tilt, sì, sicuramente.
C'è che di notte non puoi renderti conto di quello che fai.
Avanzò a passi decisi e le prese il viso tra le mani. In una frazione di secondo, lei smise di respirare e lo guardò preoccupata.

« Non lasciarmi... » sussurrò lei.
Aveva il suo respiro sulla pelle; i volti fusi in uno; i battiti accelerati a sincrono; con i giorni che li avevano tenuti lontani impressi nella mente ognuno come un incubo; era buio, ma gli occhi di lei brillavano.



***

Note: Ho cambiato nickname, a titolo informativo. Prima ero Amor Vincit Omnia.
Bene, ultimamente sto prendendo una pausa degli impegni, e tra una cosa e 'altra sono riuscita a scrivere il capitolo, anche se è un po' corto. Avevo promesso che avrei fatto aggiornamenti più regolari, non sto mantenendo la promessa, ma ce la sto mettendo tutta! ^^ Spero che vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione qua sotto.

   
 
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