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Autore: adkinsally    13/05/2012    0 recensioni
Esco da quella stanza, cerco l'uscita dell'orfanotrofio che mi porterà finalmente alla luce, alla vita vera, al mondo là fuori che mi è sempre piaciuto moltissimo.
E l'ultima voce che sento provenire da quel mondo finto è quella di Adele, che mi sussurra "anche io".
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Amber, cosa stai facendo? -
Mi giro di scatto verso la mia amica, sperando che sia solo un sogno, una visione, e che non sia davvero lì davanti a me. Inizio a pensare alle possibili scuse che potrei inventare, ma non me ne viene nemmeno una. In realtà non c'è molta scelta: quando una persona fa le valigie vuol dire che sta per partire. Non c'è scusa che tenga, perciò opto per il silenzio.

- Tu come mai sei sveglia? E' tardissimo, dovresti essere a letto. -
- Amber, rispondimi. Cosa stai facendo? -
Mi guarda con i suoi occhioni color nocciola e mi viene istintivamente da piangere.
Non puoi guardarmi così.
E' come se quelle iridi parlassero e mi stessero chiedendo in ginocchio di rimanere lì con lei. Di non lasciarla sola.
Ma ti giuro, Adele, che nemmeno io vorrei farlo, ma c'è qualcosa dentro di me che mi spinge a farlo. Io so di doverlo fare. E cos'ha sempre detto la signorina Robinson? Che il dovere viene sempre prima di tutto.
- Le valigie. -
- Dove vai? - mi chiede già in lacrime.
Ma no, Adele, non devi piangere. I tuoi occhi sono così belli; non rovinarli per colpa mia.
- Via -, sussurro pianissimo. - Scusami. Forse avrei dovuto dirtelo, ma odio gli addii, lo sai... Non ce l'avrei fatta. -
- E dove andrai? -
- Non lo so. Lontano da qui, lontano da quest'orfanotrofio. -
Lei annuisce e rimane in silenzio, perché sa qual è il motivo per cui sto andando via e lo può capire. Ma sta male, soffre, e io vorrei prenderla e portarla con me. Ma il fatto è che non so nemmeno che fine farò io; come posso prendermi questa responsabilità?
- Perché mi stai cacciando? -
- Da dove? -
- Dalla tua vita. Non c'è posto per me? C'era posto solo qui, in queste quattro mura, quando ti sentivi sola ed eri stanca della vita? -
- Adele, ti prego, non dire così... -
Io mi avvicino, perché ho bisogno di abbracciarla, perché questo è l'addio peggiore di tutti, e lei si ritrae e fa dei passi indietro, come se improvvisamente fossi una sconosciuta.
- Lo sai che sarei venuta con te. Ti avrei seguito ovunque. Avrei fatto di tutto pur di stare con te e allontanarmi da qui. -
Annuisco, perché lo so, ma ormai è fatta. Le valigie sono pronte e devo sbrigarmi, prima che la signorina Robinson venga a controllarci, prima che il guardiano si svegli dal sonnellino che fa sempre in segreto.
- Adele, ti vorrò bene per sempre. -
Mi avvicino per abbracciarla per l'ultima volta, ma lei si ritrae ancora, ed è lì che capisco di essere diventata davvero una sconosciuta per lei. Prendo la valigia e poi il giaccone.
La guardo con le lacrime agli occhi, sperando di riuscire a dimostrarle quanto mi dispiaccia, quanto mi manchi già adesso che siamo a pochi metri di distanza e quanto sia difficile per me. Ma i miei occhi non sono mai stati espressivi come i suoi e perciò ho paura di fallire.
Esco da quella stanza, cerco l'uscita dell'orfanotrofio che mi porterà finalmente alla luce, alla vita vera, al mondo là fuori che mi è sempre piaciuto moltissimo.
E l'ultima voce che sento provenire da quel mondo finto è quella di Adele, che mi sussurra "anche io".

  
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