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Autore: applestark    14/05/2012    2 recensioni
Tutto inizia dal matrimonio di Tom Fletcher e Giovanna quando Juliet, un invitata qualunque, annoiata dalla festa si incammina nel giardino e si arrampica ad un albero.
Dalla storia: " -No- esclamai seria. –Stai fermo lì, Poynter!-
Lui si bloccò, guardandomi di scatto e alzando lo sguardo. –Chi sei?- domandò con un sorriso da idiota.
-Juliet Flanagan, cugina della sposa-
Sbuffai.
-Voglio scend…-
Mi bloccai, il ramo al quale mi reggevo si stava spezzando. Le scarpe precipitarono giù, finendo accanto ai piedi di quel tipo che intanto rideva, continuando a fumare tranquillamente.
-Mi lascerai morire?- chiesi muovendo i piedi, nel vuoto trattenendomi con le unghie al ramo quasi spezzato."
Enojy ;)
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dougie Poynter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lalalalal, nuovo capitolo.
Ma avete visto le foto rilasciate del matrimonio? Meravigliosi.
Specialmente il mio Poy u.u
Ecco a voi il secondo capitolo. Recensite recensite, fatemi sapere la vostra!
Enojoy :)

stargirl.


Dougie P.O.V
 
Due giorni dopo il matrimonio me ne stavo con Tom in salotto a discutere del più e del meno, non era cambiato niente. Solo che adesso il mio amico aveva la fede al dito, sembro idiota se dico che un po’ lo invidiavo?
Non avevo ancora ne chiamato ne mandato un sms a Juliet, nonostante a volte mi ritrovavo a pensarla.
Avevo dei bei occhi. E non solo.
Bevvi un sorso di caffè e Giovanna si venne a sedere accanto a me, facendomi sobbalzare.
-Vuoi entrare in famiglia eh?- esclamò dandomi una scherzosa gomitata.
Feci lo gnorri. –Scusa non capisco-
-Non c’è più sordo di chi non vuol sentire!- fece Tom stiracchiandosi sulla poltrona.
-Ho visto come guardavi Julls-
-Io?- mi indicai scuotendo la testa. –Le ho solo fatto compagnia-
-Tutto inizia così caro…-
Risi fingendomi indifferente e guardai Gi. –Ma no, io…no non è così, è stata una cosa durata poche ore non me ne importa di Julls lo giuro…-
-Hai il suo numero?-
Annuii estraendo il cellulare dalla tasca. –Non mi sono fatto sentire però, la vedo una tipa tosta!- dissi arrampicandomi sugli specchi, trovavo scuse per…fingere che davvero non me ne importava dell’irlandese.
-E’ un guscio- disse Giovanna intenerita, infondo era sua cugina.
-e va bene come volete! Le manderò un messaggio promesso!-
Tom si sporse per darmi una pacca sulla spalla –E’ arrivata l’ora di mettere la testa a posto, Poynter-
Gli lanciai un occhiataccia, sapeva come ero fatto. Dopo la mia super delusione disprezzavo non poco le donne.
Dovevo però ammettere che Juliet era simpatica , piacevole, gnocca.
-Dai, se vuoi ti do qualche consiglio per conquistarla!- esclamò felice la sposa novella.
-No. Stai troppo fomentata! – La guardai quasi sconvolto.
-Adora il pericolo!- continuò lei ignorandomi completamente.
-L’avevo capito – risposi ridendo, ripensando che quando ci eravamo conosciuti stava per cadere da un albero. Per discrezione non lo disse, non sarebbe stato carino dire “sai Gi, tua cugina si rompeva le scatole del tuo matrimonio e si è arrampicata su una quercia rischiando di cadere”.
Ridacchiai sommessamente a quel pensiero e poi si alzò di scatto. –Io vado sposini, buona giornata!-
I due mi salutarono sorridenti, come sempre dopo che si erano sposati e uscii velocemente di casa.
Chiusi il cancello d’uscita ed  entrai subito in macchina dopo aver tolto l’antifurto. Misi in moto e accesi la radio che andava in sottofondo con una canzone nuova che nemmeno conoscevo , rimuginai su vari pensieri, su quello che mi avevano detto i miei amici e sull’effetto che mi aveva fatto Juliet.
Forse dovevo andare da Harry e chiedergli consiglio.
Ma infondo…era solo una chiamata.
Una telefonata non costava niente, e poi sarebbe stato piacevole sentire la vocina di Julls.
Accostai al primo marciapiede e mi sistemai i capelli, quasi come se lei fosse vicino a me, poi presi il cellulare e composi il suo numero.
Biip.
Biiip.
Biiiip.
Segreteria telefonica.
Pensai che probabilmente stesse ancora dormendo, allora lasciai perdere. Mentre mettevo in moto però, pensai che lasciarle un messaggio in segreteria sarebbe stato più educato. Mi schiarii la voce e aspettai il ‘’meeep’’
“Ciao Julls, sono Dougie…Poynter. Ehm…scusa se non mi ero ancora fatto sentire ma ho avuto dei…” la mia voce si bloccò e scoppiai a ridere in cerca di una scusa plausibile “ehm si dei problemi! Comunque volevo dirti se ci stai per un uscita…. Richiamami, ciao.”
Detto questo,  posai il cellulare nella tasca posteriore dei jeans e corsi via per le strade di Londra.
 
Juliet POV
 
Non si era fatto sentire per due giorni. Ma cosa potevo aspettarmi dal bassista dei McFly?
Come poteva la mia migliore amica idolarlo tanto? Brava Frankie che gli aveva ridotto il cuore a brandelli. Mi svegliai nervosa e mi buttai sotto la doccia, sperando che il getto caldo dell’acqua mi rilassasse un po’. Zero.
Desideravo tornare a Dublino, ma dovevo aspettare ancora qualche settimana. Su forza, calma Julls, mi ripetevo.
 Uscii dalla doccia, mi avvolsi nell’asciugamano e mi osservai allo specchio facendo strane smorfie. I capelli sembravano scuriti dall’effetto bagnato, gli occhi erano grandi e verde smeraldo come sempre, le guance più rosse per via del sole preso in quei giorni. A proposito, era da troppo che non sentivo Phoebe , la mia migliore pazza amica. Era rimasta a Dublino nonostante fino all’ultimo momento mi avesse pregata di portarmela a presso , lei e la sua fissa per quei ragazzi inglesi. Dovevo ammettere che però con quei smoking e il fazzolettino verde nel taschino erano niente male. Sorrisi scuotendo la testa e sgattaiolai in camera, indossai la biancheria, un paio di jeans e una maglietta, poi, ancora con i capelli bagnati mi misi a pancia sotto sul letto e accesi il cellulare. Tantissimi messaggi mi intasavano la memoria. Sbuffai. “che cavolo “ borbottai, tutti che mi cercavano.
Tra le chiamate perse risultavano due urgenze: Mamma, Phoebe e Dougie.
Dougie si era ricordato di me. Scattai a sedere e pigiai il tasto verde per sentire il messaggio che mi aveva rimasto in segreteria.
Scoppiai a ridere un attimo dopo, il suo tono era quasi comico.
“God” sospirai, buttandomi nuovamente sul letto, voleva uscire con me e avrei accettato, infondo mi sarei divertita da morire con quel tipo.
Digitai un veloce “Perfetto” e mentre stava inviando il messaggio, già pensavo a cosa dire a Pho , sarebbe morta d’infarto a sapere che uscivo con Poynter.
Composi il suo numero e mi avviai alla finestra.
-Pronto?- disse lei con la voce impastata dal sonno
-Amore!- dissi sorridendo
-Cavolo Julls ma non dormi?- fece lei, stizzita.
-E’ l’una, tesoro. Suvvia.-
-Va bene,  oddio ho visto el foto del matrimonio, Poynter è stupendo!-
Iniziai a ridere, piegandomi in due.  –Io con Poynter ci esco stasera-
Sentii un tonfo.
-Scusa ripeti.-
-Esco con Dougie-
Phoebe iniziò ad urlare, le ma immaginai, il viso paffuto incorniciato da lunghi capelli castano scuro e le vene gonfie di rabbia!
-Sei una stronza! Ti sto invidiando! Divertiti pure, stupida!-
La telefonata continuò così… con offese e dolci paroline, tipico delle migliori amiche, no? .
Non appena misi giù la chiamata con Phoebe, il cellulare mi squillò di nuovo.
Borbottai qualche bestemmia, avevo ancora i capelli bagnati! Mi allungai con il braccio verso il comodino e risposi
Con un “si” interrogativo.
-Disturbo?-
La voce da idiota. Okay, ammetto che in quel momento ero felice…cioè, si era fatto risentire magari avevo anche fatto colpo su di lui.
-Ehm certo che no-
-Ma hai capito chi sono?- disse ridendo
-Poynter- sospirai, sedendomi a gambe incrociate sul letto
-Juliet. Allora, va bene per stasera? Andiamo…al luna park-
Ridacchiai , il luna park era infantile ma lo adoravo. –Bene – risposi semplicemente per non dargli a vedere che in realtà morivo dalla voglia di trascorrere un po’ di tempo con lui, infondo al matrimonio  ci eravamo divertiti insieme.
-Ti passo a prendere stasera, ricordo dove si trova il tuo loft-
-Bravo Doug. A stasera allora-
Ci salutammo e poi sistemai di nuovo il telefono. Le chiamate per quel giorno dovevano essere out no?
Avrei mandato un e-mail a mia madre più tardi per augurarle buona festa della mamma, ora dovevo asciugarmi i capelli se non volevo una bronchite.
 
Qualche ora dopo mi stavo truccando per l’”appuntamento” con Dougie. Non era un vero e proprio appuntamento , forse, va bè, qualunque cosa fosse ci tenevo a fare una bella figura, nonostante a quanto sapevo Dougie frequentava una certa Lara che però al matrimonio non mi era sembrato di vedere.
Scrollai le spalle e continuai a spolverarmi la cipria sul viso, passando poi alla matita e a un leggero strato di rossetto rosa chiaro. Indossavo il mio paio di jeans preferiti , stretti e a sigaretta, una canotta giallina abbinata alle ballerine e una giacca stretta sopra. Ero più o meno presentabile.
Raccolsi i capelli in una treccia e dopo qualche spruzzo del mio profumo preferito fui pronta.  Uscii dall’appartamento che avevo preso in affitto per quelle due settimane e mi misi ad aspettare Dougie fuori il cancello d’entrata.
Non era in ritardo, ero io che adoravo anticiparmi.
Dieci minuti dopo cambiai idea. Mi accesi una Philip Morris e inziai a fumarla lentamente, sbattendo il piede a terra nervosamente nell’attesa.
Il clackson di un auto mi fece alzare lo sguardo e immediatamente gettai via la sigaretta incrociando le braccia al petto.
-Siamo in anticipo eh?- borbottai sarcastica osservando Dougie da dietro i suoi Ray ban.
-Scusa Julls- sorrise, aprendomi lo sportello ed io entrai nella macchina, che aveva il suo odore.
-Perdonato- ricambiai il sorriso facendo un gesto con la mano come per dire ‘’tutto okay’’
Iniziò a camminare verso il luna park scrutandomi di tanto in tanto.
-e così fumi- sbottò all’improvviso
-Si dai, ogni tanto-
-Bene, saprò a chi scroccare-
-Una star come te, ancora che scrocca?- dissi per provocarlo guardando fuori dal finestrino
Lui fece spallucce sorridendo . –Non è mai troppo tardi per scroccare cara Juliet-
Sorrisi, senza però guardarlo negli occhi. Poi ci fu silenzio, i soli rumori erano il nostro respiro calmo, il motore dell’auto, la strada e il vociferare per le strade.
-Siamo arrivati- disse semplicemente lui, mentre cercava di parcheggiare l’automobile, in lontananza potevo sentire le urla provenienti dal parco divertimenti, con le sue giostre pericolose e infantili, lo zucchero filato e i palloncini colorati.
-Finalmente – sospirai e non appena fu spento il motore scesi dalla macchina, evitandogli di dover fare quel gesto di finta galanteria di aprirmi lo sportello.
-Signorina, posso almeno tenerla sotto braccio- chiese sorridendo, il suo sorriso sembrava da scemo, ma io lo adoravo.
-E va bene, come se non sapessi dove siamo diretti-
-Che lingua spuntata-
-Non me ne tendo dentro una- esclamai fiera
Iniziammo a camminare lentamente verso l’entrata del luna park.
-Sembri una tosta- mi disse improvvisamente, scrutandomi negli occhi.
Abbassai lo sguardo mordicchiandomi il labbro inferiore, era la prima impressione che facevo sempre.
Una tipa tosta. Sapevo bene come nascondere la mia dolcezza con il guscio che mi ero creata.
-Tu sembri idiota- risposi per sdrammatizzare e dandogli una gomitata che Dougie incassò in silenzio.
-Ehm…-
Mi voltai a guardarlo confusa e lui mi caricò sulle sue spalle , ridendo.
-E questo che significa?- borbottai dimenandomi
-Mi hai chiamato idiota, mi sto solo vendicando!-
-Infantile!- gridai, dandogli qualche leggero pugno sulla spalla imprecandolo di farmi scendere giù.
 
Era solo l’inizio del divertimento.
  
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