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Autore: eleanor89    15/05/2012    9 recensioni
Questa storia racconta dei Malandrini e di tutte le persone venute a contatto con loro a Hogwarts e negli anni successivi; tanti pezzi di vita che possono avere un significato importante nelle loro esistenze o essere episodi di normale quotidianità.
Avanti e indietro nel tempo, momenti di gioia e di dolore: ecco a voi una lunatica e pessimista Lily Evans, Un Frank Longbottom calmo e che non si lascia influenzare dai suoi pazzi amici, una Alice sportiva e dura, una Mary McDonald civettuola e allegra, e naturalmente Severus Snape, Regulus Black, i Lovegood, tutto l'Ordine della Fenice, compresi i magnifici Prewett, la spaventosa Dorcas, e tanti altri ancora.
Ultimo capitolo: Come Alice soprannominò James "Capitano": "James individua Alice da sola il giorno dopo Natale e pensa che avrebbe preferito non aver stampato sulla fronte il segno di una delle pantofole pelose di Remus, che Sirius gli ha lanciato quando ha ripreso a cantare. Le pantofole sono state trasfigurate da lui – ed è abbastanza sicuro che Remus le preferisca così – ed è ingiusto che siano state usate per tentare di stroncare la sua futura carriera."
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '70's students.'
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*la canzone in questo capitolo è Just My Imagination dei Rolling Stones, uscita se non sbaglio proprio quell'anno!


103 Appuntamento coi Malandrini [novembre 7°]


Lily si svegliò di buon'umore.
Non sapeva neppure lei cosa ci fosse da esser così felici perché, sì, certo, era una bella giornata da trascorrere a Hogsmeade, ma aveva invitato Potter e i suoi amici con loro in un momento di pazzia e tutto portava a pensare che lei sarebbe stata un fascio di nervi quella mattina: invece non poteva fare a meno di sentirsi meglio del solito.
Non riusciva a infastidirla neppure il fatto che Mary e Alice la guardassero aspettandosi chiaramente che lei scattasse da un momento all'altro e uccidesse qualcuno, del resto era comprensibile che si comportassero così, visti i precedenti.
Lily si chiese se Potter fosse invece nervoso, ma conoscendo la sua autostima probabilmente dormiva ancora.

«La mia vita è finita.»
«Prongs...»
«No, no, sul serio. Sul serio. Non ho camicie pulite. NON HO CAMICIE PULITE.»
«Dai, James... Avevi probabilmente due o persino tre cose da preparare per questa uscita, è normale che tu te ne sia dimenticata una. Non avevi neanche un preavviso di due anni e mezzo quindi...»
«Ha parlato Remus Organizzazione Lupin! Ricordami quanto faccio schifo anche la prossima volta che ti serve aiuto in Pozioni! Trovatemi una camicia! TROVATEMI UN PONCHO, QUALCOSA!»

Le ragazze arrivarono con un minuto di ritardo al portone, trovando gli ultimi studenti che lasciavano la scuola ma nessuna traccia dei loro compagni. Questi fecero ingresso cinque minuti dopo, correndo giù per le scale a tutta velocità.
«Ci siete da molto?» domandò Peter preoccupato.
«Una mezz'ora.» rispose Mary prima delle altre. «Vi perdoneremo solo per una burrobirra.»
«Volentieri. Peter non trovava vestiti decenti e quindi sarà lieto di pagare.» rispose James brillantemente.
Peter tirò un profondo sospiro e Alice gli diede una violenta pacca in mezzo alla schiena. «E bravo Pete!»
«Cos'hai lì, Evans?» cinguettò James, affiancandosi alla ragazza.
Lily abbassò lo sguardo sulla busta che portava: «Ah. Ecco, io e Rosmerta abbiamo parlato di ricette babbane l'ultima volta e lei mi ha chiesto se potevo prestarle i libri di ricette che avevo a casa.»
«Ma...» cominciò lui e poi chiuse la bocca. Aveva un'aria talmente mortificata, per un momento, che Lily capì cosa volesse chiederle.
«Li ho portati via da casa dei miei prima di andarmene da Alice. Volevo tenere qualcosa. Rosmerta me li renderà dopo aver copiato quello che le interessa.»
«Aha.» disse lui, prendendole poi la busta di mano. «Te le porto io.»
«D'accordo.» acconsentì lei di buona lena, tentando di ignorare il fatto che gli altri si fossero prevedibilmente distanziati per lasciarli soli.
James annuì e i due procedettero a fianco a fianco in silenzio.
Dopo i primi venti metri, con nelle orecchie la voce pericolosamente indifferente di Sirius che chiedeva a Mary dove fosse Stebbins e lei che rispondeva “lo incontro anche io da Mielandia”, Lily cominciò a sentirsi leggermente confusa. Non da quei due, perché era terribilmente scontato che entrambi avessero deciso di incontrare i loro accompagnatori nello stesso punto come si fossero messi d'accordo per ingelosirsi a vicenda e rendere tutto più imbarazzante - non che Mary avesse quell'intenzione ma quella di Sirius era scritta a caratteri cubitali e tutti si aspettavano un disastro di lì a poco - ma perché Potter non aveva aperto ancora bocca dopo la sua ultima domanda.
Quest'ultimo si stava scompigliando i capelli come al solito, guardando dritto davanti a sé e, a giudicare dal modo in cui ogni tanto la sua guancia sinistra si infossava, mordendosi l'interno della bocca e tirando qualche sospiro. Dopo i primi cento metri, alla fine, il ragazzo gemette.
«Ci sto provando.»
Lily lo guardò sconcertata: «A fare cosa?»
«A trovare qualcosa da dirti. Ho passato anni a pensare a noi assieme a Hogsmeade e adesso che mi lasci camminare affianco a te ho la mente vuota. Vuota. Non ho idea di cosa dire e tutto ciò a cui riesco a pensare è che devo mettere i piedi dritti perché ci manca solo che io inciampi davanti a te.»
Era un discorso talmente onesto e umile da Potter, e talmente inaspettato, che Lily scoppiò a ridere. Questo rincuorò visibilmente il ragazzo, che si raddrizzò e abbozzò un sorriso.
Il gruppetto davanti a loro si voltò per un momento ma tutti si affrettarono a far finta di niente per lasciarli in pace, cosa che la fece ridere ancora di più.
«Oh, Potter!» borbottò, «Sei veramente preoccupato all'idea di cadere?»
«Terribilmente. E ehi, almeno stai ridendo. Meglio che il silenzio.»
Lily cercò di tornare seria, ma poteva sentire una risata impossibile da frenare in arrivo che le faceva tremare le labbra serrate. A peggiorare le cose James era tornato silenzioso e dopo qualche passo si era sbattuto una mano in fronte, cominciando a ridacchiare.
«Non posso crederci, non esiste che io non abbia qualcosa di cui parlare!»
«Credimi, ho sempre pensato lo stesso.» rise lei, «Sei teso?»
«Da morire!» confessò lui con la solita franchezza, e dal tono sembrava che quasi se ne vantasse.
Lily rise ancora più forte: «Che cosa adorabile!»
Inaspettatamente le guance di Potter si colorarono di rosso acceso e lui aggrottò la fronte: «Ora, questo non è molto virile...»
All'ennesima risata il gruppetto davanti a loro si scambiò un'altra occhiata.
«Ma che le starà dicendo?» si chiese Frank. «E' strano sentirla ridere tanto.»
«A volte si sveglia di buon umore ed è così tutto il giorno.» lo informò Mary.
«Beh, così non è male.» commentò Sirius. «E sappiamo tutti che buffone James sia.»
«Già, a differenza tua.» ribatté Remus sarcasticamente. «Comunque mi aspettavo peggio, temevo cominciassero a litigare subito.»
«La giornata è lunga.» disse Alice. «Non fidarti troppo.»
Ma per il momento Lily era stata conquistata dall'inaspettata tenerezza che il ragazzo le stava facendo e gli diede un amichevole spinta mentre continuava a ridere. James non poté che unirsi a lei.
«Sai, dovrei farti da portaborse o qualcosa del genere.»
«Accetterei, la mia borsa è sempre troppo pesante.»
«Ah! L'hai detto! Ricordati che hai dato la tua parola!»
«Io non ho dato un bel niente!»
Lui emise un verso di scetticismo e strinse la busta al petto con aria di dignità ferita. Fecero qualche passo e si resero conto che era tornato il silenzio, così tornarono a ridere.
«Lo sai, puoi anche non parlare. Possiamo fare la strada in silenzio.» suggerì lei alla fine. «Io non mi annoio di certo, sto ascoltando anche quello che dicono gli altri e tu hai tutto il tempo per pensare a cosa raccontarmi.»
James inclinò la testa, pensandoci sopra e passandosi una mano tra i capelli. «Evans...»
«Sì?»
«Perché ci hai chiesto di uscire? A tutti noi?»
«Non lo so.» rispose lei con sincerità. «Era un giorno strano, Frank aveva quasi perso la testa contro Edgar, Sirius e Mary erano visibilmente sul punto di litigare per Stebbins... Forse volevo uscire con voi tutti assieme finché ancora possiamo.»
«Che tetra.» commentò lui con un sorriso.
«Posso farti una domanda personale?» chiese lei, guardandolo con chiara curiosità negli irresistibili occhi verdi. James pensò che poteva anche chiedergli un polmone.
«Ovvio.»
«Come sta tuo padre?»
Colto di sorpresa, quasi incespicò su un sasso. «Bene! Perchè?»
«Perché ti ho sentito dire che stava male, l'altro giorno...»
«Aaah! No, no, tranquilla, è che mio padre ha una salute un po' così, perché è vecchio.» rispose lui, schietto. Lei gli rivolse un'occhiata incuriosita. «I miei mi hanno avuto quando già pensavano di non poterne avere più. E l'altro giorno aveva una brutta influenza ma si è già ripreso.»
«Ti scrivono spesso.» notò lei. Non era una domanda, ma James rispose comunque.
«Almeno una volta alla settimana. Persino Peter e Frank ricevono meno lettere!» esclamò in tono quasi orgoglioso. «Scrivono anche a Sirius una volta alla settimana.»
«I tuoi
«Sì. Lo sai che vive con noi ormai, quindi per loro è come un altro figlio. Se tu uscissi con me probabilmente ti considererebbero la figlia che hanno sempre voluto.» aggiunse con malizia.
Lei ridacchiò, «No, grazie. Ma se volevano una famiglia numerosa come mai hanno aspettato tanto?»
«Oh, no, non hanno aspettato! Non riuscivano ad avere figli e così ci avevano praticamente rinunciato. Io sono una specie di miracolo. Non commentare
«Scommetto che ti viziano da morire...» disse lei senza cattiveria. «Cocco di mamma e cocco di papà allo stesso tempo.»
«Sì, anche se Sirius adesso è più cocco di me...» ribatté lui con un gran sorriso. «Puoi venire a trovarci quando vuoi, lo sai? Ho parlato di te e-» James si interruppe con un'occhiata terrorizzata.
Lily assottigliò lo sguardo. «Gli hai detto delle mie lettere?»
«Cerca di capire, era perché pensavo che avresti potuto aver bisogno di un'altra casa se quella di Alice non fosse stata a disposizione.»
L'espressione di lei si fece sorpresa: «Eri seriamente pronto a offrirmi casa tua?»
«Ovviamente!» fece lui, indignato. «Non ho mai scherzato su questo! Casa mia è grande per tutti!»
«Oh, Potter...» ripeté lei nello stesso tono di prima, «E' stato un pensiero davvero carino.»
«Certo, apparentemente io sono adorabile.» rispose con rimprovero, e lei scoppiò di nuovo a ridere.

Quando arrivarono davanti a Mielandia Mary mandò loro baci e andò a raggiungere Stebbins, che era in una posizione difficile dato che non era seduto lontano da Jackie, la nuova fiamma di Sirius, e Sirius lo stava già incenerendo con lo sguardo.
«Dovremmo restare? E trascinare i pezzi di James Stebbins lontano da qui?» domandò Alice.
«Io direi di lasciare che arrangino.» propose Remus, che a differenza di Lily non era particolarmente di buon'umore. Non che fosse una novità: anche l'anno di G.U.F.O. Remus non era stato propriamente amichevole finché non aveva litigato con tutti e poi era tornato in sé. Era il suo unico modo di sfogare l'eccessivo stress da esami che andava ad aggiungersi alla già naturale tensione che faceva parte di lui.
«Andiamo da Rosmerta a darle i libri. Dopo ci facciamo un altro giro.» propose James e gli altri annuirono.
«Secondo te...» cominciò Remus rivolto ad Alice. «Stanno cercando di provocarsi volontariamente o sono solo idioti?»
Alice ci pensò su un momento: «Sono idioti. Ma nel caso di Mary lei non è neanche gelosa... E invece Sirius è geloso anche di James. Quindi...»
Remus annuì tra sé e sé, pensando che era stato stupido a pensare che Sirius potesse essere davvero innamorato di Mary. Il motivo per cui l'amico lo infastidiva più del solito non era che fosse portato a blaterare contro Stebbins perché soffriva per amore, ma perché era lui, Remus, ad essere più irritabile e a sopportare meno i suoi atteggiamenti da egocentrico. Così sbuffo, liquidando quelle ipotesi.
«... Dedalus?» chiese James in quel momento, impegnato a parlare con Peter. «E non è riuscito neanche a trasfigurarlo dopo? Ma che pena...»
Lily aggrottò la fronte.
«Ma era un compito difficile...» cominciò Frank.
James gli rivolse uno sguardo sprezzante. «L'ho fatto in un minuto, il tempo di prendere la bacchetta. Potrei farlo anche a occhi chiusi.»
«Non tutti sono bravi come te, James.» fece presente Peter.
James rise, «Vero.»
«Ecco qua, come rovinare tutto in dieci secondi.» borbottò Lily.
«Mh?» fece Alice, sovrappensiero.
«Niente, niente...»

Ai Tre Manici l'atmosfera si era raffreddata, cosa che aveva portato James ad aumentare l'atteggiamento da sbruffone, come faceva ogni volta che la tensione saliva troppo e lui era accanto ai propri amici. Alice rideva, avendo ben chiaro che James stesse scherzando quando diceva di essere il migliore a Hogwarts, ma a un certo punto notò l'espressione contrariata di Lily.
«Lily, accompagnami in bagno.» disse quindi la ragazza.
«Ma perché voi ragazze andate sempre in compagnia?» domandò James a nessuno in particolare.
«Perchè così possiamo parlare male di voi.» rispose lei scherzosamente.
«Come se potessi trovare qualcosa di male sul mio conto.» commentò James.
Lily aprì bocca per rispondere ma Alice l'afferrò per un braccio. «Su su, accompagnami.»
Lei grugnì un assenso e la seguì.
«Come mai?» domandò ad Alice indicando attorno a loro: lei di solito preferiva andare in bagno da sola.
«Perché ti stai innervosendo?» le domandò lei, andando allo specchio per controllare i capelli. Lily la seguì facendo lo stesso.
«Perché Potter è un imbecille! Chi parla per un quarto d'ora di quanto sia bravo a volare? E che ci vuole? Fase uno: ti siedi sulla scopa. Fase due: non cadi! E dire che...»
«Che?» la invitò a continuare Alice.
Lily incrociò le braccia, agitata. «Che per un momento sembrava anche simpatico...»
«Fammi indovinare: quando eravate soli?»
«Non voglio stare da sola con lui.»
«Non sto dicendo questo.» sospirò Alice. «Lily, sta scherzando. Quando dice che è migliore degli altri sta scherzando. E quando fa lo spaccone è per impressionare te.»
«E certo, niente mi impressiona di più di uno che parla solo di quanto è bravo a Quidditch!»
«Lily! Non capisci? Tu sembravi più fredda e lui si è innervosito, e dato che gli amici vicini gli danno un imbeccata si è messo a provocarti perché è l'unico modo che ha per farti parlare! È sbagliato, certo, e non mi affiderei mai all'intelligenza del Capitano, ma è l'unico modo che conosce. Sicuramente si vergogna di fare il carino con te davanti a noi, è un maschio. I maschi sono così. Fidati. Tranne Remus e Peter e Longbottom. E altri.»
Lily scosse la testa, poco convinta. «Ma non deve essere carino in modo imbarazzante... Vorrei solo che non trattasse gli altri come se fossero inferiori.»
«Ma non lo fa! Sta scherzando! Perché non lo vedi da sola?» domandò Alice frustrata. Un attimo dopo il suo sguardo si fece attento. «Non lo vedi da sola perché eri circondata da persone che lo facevano sul serio.»
Lily la guardò.
«Io non so cosa Snape ti abbia detto sul Capitano... e non lo biasimo, erano in guerra e si odiano tutt'ora. Però tu non devi vederlo con gli stessi occhi di Snape, perché l'unico motivo per cui fa lo sbruffone adesso è che si sta difendendo da te. Tu quando hai paura che qualcuno ti attacchi ti chiudi a riccio, no? Lui invece si fa bello per evitare che tu possa pensare di... ferirlo in qualche modo. Perché se pensi che sia pieno di sé, non credi di averlo ferito con le tue parole e il suo orgoglio ne esce intatto. Però in realtà lo ferisci eccome. È solo un modo di difendere il suo orgoglio in pubblico, come fai anche tu. Ma sta scherzando. E se tu lo metti a suo agio lui la smette subito. Credi che gente come Sirius e Remus sarebbe sua amica se lui pensasse davvero di essergli superiore?»
La ragazza esitò un momento, pensandoci sopra. «Non ci avevo pensato.»
«Certo che no. Non sei la persona più acuta del mondo quando si tratta di capire i sentimenti dei ragazzi.»
«Tu invece sei proprio una di loro.» ribatté lei con ironia.
«I capelli corti ci sono.» commentò Alice con disinvoltura, «Andiamo.»
Tornarono al tavolo e trovarono un ragazzo che parlava in tono agitato con gli altri.
«Che succede?» domandò Lily con un tuffo al cuore: qualche attacco da parte dei Mangiamorte?
«Problemi di Quidditch.» rispose James in tono insolitamente serio. «Gli Slytherin ci stanno creando problemi e credo... Sentite, vi offendete se mi sposto dieci minuti?» domandò in tono quasi supplichevole. «Possiamo ancora passare il resto della giornata assieme, se vi fa piacere.»
Era inequivocabilmente rivolto a Lily ed era così dispiaciuto e quasi formale che lei non ebbe cuore di prendersela: «D'accordo. Tanto anche Sirius e Mary ci devono raggiungere dopo. Possiamo dividerci o anche tornare al castello per pranzo, abbiamo tutta la giornata davanti.»
«Jim, ti serve una mano?» domandò Frank alzandosi.
«No, tu resta con loro.» disse lui già in tono distante, la mente rivolta a come risolvere i problemi senza farsi cacciare dalla squadra.
«Veniamo con te.» dichiarò Remus. «Io e Peter.»
«Non ce n'è-»
«Non ti lasciamo andare a combinare guai e farti mettere in punizione per il resto dell'anno.» ribatté lui.
«Volete che venga anche io?» offrì allora Lily.
«No!» esclamarono tutti i ragazzi assieme, dandole la certezza che Snape fosse coinvolto. Cercava sempre di boicottare le partite di Quidditch Gryffindor, dopotutto. «Allora Alice va con voi e Frank resta a farmi compagnia.»
Cinque paia di occhi la fissarono spalancati, mentre il ragazzo che aveva chiesto loro aiuto saltellava a destra e a sinistra aspettando che loro intervenissero.
«Senza offesa, Remus, ma Alice è molto più autoritaria quando si tratta di non uccidere Slytherin.»
James fece per protestare ma Lily lo freddò con un'occhiataccia.
«Mi stai abbandonando nell'unica uscita che ti ho chiesto, Potter. Il minimo è che mi lasci uno dei tuoi ragazzi da conoscere, no?»
«Uno dei suoi ragazzi?» ripeté Frank.
«Frank lo conosci già.» fece presente Remus con un sorriso, «Ti lasciamo Peter, così chiacchierate un po'.»
«Potete evitare di parlare di noi come se discuteste di frutta e verdura?» domandò Frank mentre Peter quasi sveniva per il sollievo. Certo, Lily Evans lo spaventava, ma meno di una rissa con l'intera squadra Slytherin e chissà chi altro.
«Allora io e Longbottom vi segui-» Alice si interruppe, capendo quale fosse il piano di Lily e Remus e rivolgendo loro un'occhiataccia piena di sospetto.
«Vieni, Pettigrew. Beviamo qualcosa!» esclamò Lily. «Noialtri ci incontreremo per Hogsmeade più tardi.»
«Ci conto.» disse James, determinato.
Lily restò sola con Pettigrew, che stava diventando sempre più rosso e si era quasi pentito di non aver insistito per andare via con gli altri. Alla fine si fece coraggio, prese un respiro tremolante e mormorò: «Evans?»
«Sì?» chiese lei, porgendogli una cioccolata che aveva appena ordinato.
«Non ti ho mai ringraziato... per l'aiuto ai G.U.F.O.»
Lei si illuminò: «Oh, quello? Ma figurati! So che eri in grado di fare quella pozione da solo, eri solo nel panico...»
«No, no, avrei fatto saltare tutto se non mi avessi suggerito. Hai rischiato di non passare gli esami a causa mia.»
«Non essere ridicolo, me la sarei cavata comunque. Sai che Slughorn mi ama.» ribatté lei scherzosamente, e Pettigrew le concesse una smorfia schifata e poi una risata sentita.
«E ora ti tornerà il panico perché Black è furioso.» aggiunse lei.
«Non credo di aver capito.»
«Alle tue spalle è appena entrato Black con aria furiosa. Sai, quando si vede da lontano che ti risponderà gelidamente.»
«Oh, e adesso che cos'avrà?» le domandò Pettigrew con orrore, «Quando è così di solito io mi vado a nascondere! Forse puoi parlargli tu? Sei una ragazza, dovresti avere un lato comprensivo...»
«Dici?» domandò Lily scettica, alzandosi in piedi e aggiustando la maglietta con aria combattiva.
«Tu fingi di non averne. James dice così.» rispose lui.
«Vuoi scommettere?» borbottò lei, andando a raggiungere Sirius, che si era fermato al bancone e stava bevendo un bicchiere di Firewhisky. Si chiese come tirarlo su di morale con quel che sapeva di lui. «Ehilà.»
Sirius alzò lo sguardo e salutò con un cenno del capo.
«Sai che oggi sei più bello del solito?» tentò lei, strappandogli un sorriso. Il ragazzo si voltò, poggiando un gomito sul bancone e inclinando la testa.
«Ci stai provando?»
«Ti piacerebbe.» ammiccò lei e stavolta ridacchiarono entrambi all'idea. «Che succede? Non mi sembri felice per essere uno che ha un appuntamento con una Hufflepuff molto bella.»
Sirius sospirò, facendo tintinnare poi il bicchiere contro una bottiglia: «Un altro.»
«Vacci piano.» lo ammonì Madama Rosmerta, riempendogli il bicchiere, «Non te ne darò altri, Sirius.»
«Grazie mille.» commentò lui, gelido come Lily immaginava fosse fino a poco prima, «No, io e Jackie abbiamo chiuso.»
«Mi dispiace!» esclamò subito Lily. L'ultima volta che una sua amica aveva chiuso con un ragazzo era stato quando Claire era stata piantata dal suo, e ricordava ancora i pianti isterici. Da allora Lily si sentiva terrorizzata all'idea che persone si lasciassero e soltanto la compagnia di una come Mary, che non sembrava mai dispiacersi per una rottura, l'aveva aiutata a non restarne così traumatizzata dal dover scappare come aveva fatto Glory da quell'orribile giorno. «Oddio, vuoi che vada subito a cercare James e gli altri?» si offrì subito.
Sirius la guardò confuso: «No, stai calma. È tutto okay.»
«Non stai per avere una crisi di nervi?» domandò, pensando ai possibili motivi e sapendo che Mary c'entrava di sicuro.
Lui sorrise, dandole qualche colpetto su una spalla per rassicurarla, «No.»
Lily tirò un sospiro di sollievo, «Grazie al cielo. Ho avuto brutte esperienze in questo senso.» spiegò.
«Posso sapere perché Peter sta tentando di nascondersi sotto il tavolo?»
«Non badarci.» sospirò Lily, «Ci stavo quasi per fare amicizia e tu l'hai spaventato di nuovo. La gente penserà che fossimo a un appuntamento e tu sia arrivato in qualità di fidanzato geloso.»
«Ma come? Tutti sanno che sei la donna di James.»
L'occhiata di lei lo portò a mettere in salvo il bicchiere.
«Scherzavo. È lui la tua donna.» aggiunse. «Non badarci.»
Lei gli tolse il bicchiere di mano e bevve un sorso.
«Oi!», Sirius guardò Madama Rosmerta: «Me l'ha rubato, posso averne un altro?»
«Ti ho detto che non te ne avrei più portato.» rispose lei che non li aveva degnati di un'occhiata, e Lily sghignazzò.
«Ti odio, Lily Evans.» decretò lui con astio non del tutto scherzoso.
Lei rispose con un occhiolino e Sirius dovette nonostante tutto trattenere una risata, perchè era esattamente ciò che avrebbe fatto James.
Peter capì che non poteva continuare a nascondersi e li raggiunse a malincuore. «Tutto bene?»
«Io e la mia dama abbiamo preso strade diverse.» spiegò Sirius, «Me ne torno al castello.»
«Ma dovevamo uscire tutti insieme per una volta!» protestò Lily.
«Io vedo che siamo solo in tre, chissà quando arriveranno gli altri due... Ma gli altri?»
«Caos al campo di Quidditch, tornano dopo» rispose Lily, «Peter, perché non li avvisi che ci ha raggiunto anche Sirius e magari convinci James a lasciare Frank e Alice da soli?»
Lui, grato della possibilità di fuggire, non le chiese neppure perché dovesse dire a James di lasciare Frank e Alice soli e corse via.
«Guarda che posso andare io a dire a James di evitare di far da candela, tu puoi andare a cercare Mary e andartene in giro con lei.» ribatté Sirius, incupendosi nel pronunciare il nome della ragazza.
«Vuoi davvero tornare al castello?»
«Hogsmeade ormai non ha più nulla di divertente.»
Lily lo guardò con preoccupazione mentre lui recuperava il bicchiere.
«Persino Mielandia, Sirius Black? Rifiuteresti davvero i loro dolci?» lo punzecchiò.
«Sirius Black?»
«Beh, tu prima mi hai chiamata Lily Evans per intero.»
«Perchè ci tieni tanto a restare sola con me ora? Intendi spezzare il cuore di Pr... James per conquistare il mio? Perchè posso anche capirlo...»
«Oh sì, ti amo così tanto!» squittì eccitatamente Lily, e metà clientela si voltò a guardarli mentre lei scoppiava a ridere di nuovo e Sirius sgranava gli occhi.
«Zitta! Mi vuoi morto?»
«E Mielandia sia, Sirius. Ho proprio voglia di una cioccorana.»
«Non era esattamente questo ciò che avevo in mente quando vi ho chiesto di uscire, ma devo ammettere che farmi offrire le cioccorane mi rende piuttosto felice.»
Sirius la guardò sconcertato: «Sei un mostro, lo sai?»
«Non sei il primo che me lo dice.» ribatté lei, sorridendo al cielo. «Che ne pensi, andiamo a sederci da qualche parte?»
«Meglio, sono pieno.» approvò lui, guardandosi attorno, «Lontano da questi imbecilli che ci guardano come se non avessero mai visto gente in giro per negozi.»
«Non hanno di sicuro visto noi due da soli.» gli fece presente lei, «Crederanno che sto tradendo Potter come hai detto tu. Ci sono solo due posti: Testa di Porco e Stamberga Strillante. E io ho finito i soldi. Oh cavolo, addio pranzo!»
Parlava in fretta, maledicendosi per aver nominato un tradimento anche se immaginario. Era sicura che Sirius interpretasse così l'uscita di Mary con Stebbins. Non sapeva cosa lui provasse per lei di preciso né voleva mettersi a indovinarlo, ma di sicuro non ne era felice.
«Non avresti finito i soldi se non avessi insistito per comprarti la felpa.» precisò Sirius, dato che la ragazza aveva individuato all'istante l'indumento con lo stemma Gryffindor nella vetrina.
«È per Alice. Lei adora questo genere di cose e ha rotto una delle sue felpe da poco.»
«E la cuffia?»
«Quella è per me.»
«Appunto, potevo pagartela io.»
«Neanche per idea, una cosa sono due dolcetti, un'altra una cuffia.»
Sirius sbuffò, «Tu e Mary siete... uguali.»
Il tono di voce era cambiato di botto alla fine, diventando teso. Lei ne evitò lo sguardo.
«Perlomeno Aberforth vende alcolici a chiunque abbia soldi.» tentò di tirarlo su con un sorriso.
Sirius annuì seccamente, «Prendiamo una bottiglia di firewhisky e ce ne andiamo vicino alla Stamberga. Così se ci ubriachiamo e tradiamo James non lo scoprirà nessuno.»
«Oh beh, va bene.»
Sirius si fermò a guardarla incredulo e lei rise di nuovo, dandogli una gomitata: «Muoviti, tanto non avresti chance con me!»
«Lo spero bene, sarebbe orrido.»
«Concordo. Sei troppo vecchio per me.» convenne lei e Sirius sorrise.
«E poi non è che per forza ci ubriacheremo davvero, specie tu. Specie io con te.»

«Soon we'll be married and raise a family, two boys for you, what about two girls for me, I tell you I am just a fellow with a one track mind, Whatever it is I want baby I seek and I shall find... I'll tell ya, It was just my imagination, once again...», estremamente stonati, Lily e Sirius terminarono a metà la canzone babbana e il ragazzo si portò la bottiglia direttamente alle labbra mentre lei rideva sdraiata a terra.
Erano finiti a fissare il cielo dal tetto pericolante della Stamberga e non ricordavano neppure da quanto tempo fossero lì.
«Credo che Jamesy-James ti stia cercando, almeno lui può anche accampare diritti sulle sue donne...»
«Accampare diritti...» gli fece il verso Lily, ridendo come una pazza, «Come caspita parli?»
«Il tuo fidanzato è un demente, sempre a parlare di api e fiori e mai una vera... Beh, non importa. Il fatto è che mi sto trasformando in lui! Non ha senso uscire con altre ragazze...»
«Con altre ragazze?» ripeté Lily, sicura di stare perdendo qualche tassello importante a causa dell'alcol.
«Mi manca il profumo dei suoi capelli.» piagnucolò Sirius, «Mi manca toccare i suoi fiocchetti!»
Lei prevedibilmente scoppiò a ridere.
«Fiocchetti...»
«Fiocchetti veri! Non metaforici!» si giustificò Sirius.
«Metaforici!»
Stavolta anche Sirius scoppiò a ridere, sguaiato come sempre e rendendosi oscuramente conto che parlava meglio quando era ubriaco, perché non riusciva a fingersi più rozzo di ciò che era, come faceva di solito per protesta contro la sua educazione nobile.
«Dovremmo cantare ancora.» suggerì Lily, che era meno prona a lasciarsi distrarre dalla malinconia.
«Certo che a te la sbronza prende bene.» sbottò Sirius, notandolo.
«No, io sono una donna pericolosa...» replicò lei e il ragazzo tentò di non riderle in faccia, «E tu sei tanto innamorato!»
«Sicuramente.» acconsentì lui docilmente.
«Il tuo appuntamento ti ha piantato perché parlavi di fiocchetti?»
«Ci puoi giurare.» sbuffò lui, «Se lei volesse stare con me troverebbe il modo e invece no. Perché non vuole stare con me? Sono bello, intelligente, simpatico, ricco... Cos'altro cercano le ragazze?»
Lily si voltò e lo indicò con dito accusatore: «Sei bravo a letto?»
«Credo di sì.» rispose Sirius, dubbioso, «Cioè, certo! Nessuna si è mai lamentata!»
«Sicuro di non essere gay?» tentò lei, assottigliando lo sguardo minacciosamente.
«Sicuro. Certe cose non sono mai successe e comunque non ci sono piaciute... a Natale.»
«E allora non lo so.»
«Grazie.» borbottò lui.
«Ascolta, sai cosa dico io?» riprese Lily ignorandolo, «La vita è come... un tramezzino. Ha molte vie, la vita, non il tramezzino, e può avere tanti gusti, come il tramezzino, non come la vita, anche se a pensarci bene anche la vita ha un certo gusto. Il punto è che se hai scelto un tramezzino devi percorrerlo fino alla fine perché altrimenti poi te ne penti. Capito?»
«No.» ammise candidamente Sirius.
«Mangiala, Sirius. Mangiala come se fosse l'ultimo tramezzino al mondo e se non si fa mangiare convincila. Tu sai come fare con le donne.»
«La mangerò.» promise Sirius, «Metaforicamente.»
Lily riprese a ridacchiare.

«Io la amo, sai?» disse Sirius, fissando le nuvole.
Lily si voltò a guardarlo, un po' confusa.
«Vorrei saperlo dire.»
«Io non odio James.» ribatté Lily. «Devo aver bevuto troppo davvero.»
«Adesso te ne accorgi?» rise lui.
«Lo sai... Mi piacerebbe che tu e Mary steste insieme.»
Sirius la guardò con aria da cane bastonato. «Davvero? Non preferiresti qualcuno come Remus con lei? Il bravo ragazzo?»
«Sei un bravo ragazzo anche tu.» dichiarò Lily lealmente, chiedendosi cosa c'entrasse Remus. «Mi hai comprato cioccorane.»
«SIRIUS! EVANS!» sentirono chiamare a distanza da una voce familiare, e Lily si alzò di scatto, rischiando di volare giù dal tetto.
«È James! Sirius, è James! Dobbiamo andare da lui!»
«Certo che dobbiamo andare da lui!» esclamò Sirius, seguendola di corsa.
Rischiarono di nuovo di cadere e rompersi l'osso del collo mentre scendevano dal tetto con la scala che avevano trasfigurato.
«Per Merlino! Attenti!» gridò Alice.
«Ma cosa stavano facendo?» si chiese James allibito.
«Credo... Sì, sono ubriachi.» disse Frank, attonito. «Non ci credo... A Hogsmeade! A Hogwarts! Chi è che beve... Voglio dire, in questa situazione?»
«Frank, calmo. Sono sicuro che il Caposcuola James ci penserà da solo.» ribatté Remus senza neanche nascondere il suo sorriso sadico.
James lo guardò malissimo ma poi fu assalito dai due che lo abbracciavano.
«POTTER! CI MANCAVI, POTTER!»
«PRONGS! Abbiamo parlato di te!»
«Oh, questo è rassicurante.» commentò lui, allargando le braccia con frustrazione. Non poteva però negare di essere particolarmente compiaciuto dal fatto che quei due da ubriachi avessero come primo interesse l'appiccicarsi a lui. Specialmente Lily. «Adesso vi dobbiamo riempire di caffé.»
«Ti siamo mancati?» domandò Lily per poi scoppiare a ridere.
«Certo che sì. Frank, una mano?»
«No, no, arrangiati.»
«Ricordati!» tuonò Sirius, spaventando tutti e poi afferrando James per le spalle. «Lily è il tuo tramezzino. Avete la mia benedizione.»
«Sì.» disse James con gli occhi spalancati. «Il mio tramezzino?»
«Frank! Dovremmo diventare una band!» continuò Sirius con entusiasmo.
«Quand'è la prossima volta che siamo a Hogsmeade?» domandò Remus, alzando gli occhi al cielo. «Ricordatemi di non venire.»




Salve a tutti! Per la cronaca, Sirius e Lily non ricorderanno il loro ultimo discorso a proposito dell'amore, perchè a quel punto erano troppo ubriachi. E sappiamo che negano entrambi.
E persino da ubriaca Lily davanti a James passa dal nome al cognome in un secondo, sempre per parlare di negare le cose anche a se stessi XD
Parlerò di Lily e Peter ai G.U.F.O. e anche di come Frank vede Lily ed approfondirò il rapporto tra Remus e Alice, tra Mary e Frank... ho tantissime idee e pochissimo tempo purtroppo! (E voglio rendere giustizia anche alle altre coppie di amici perchè mi soffermo spessissimo sui miei bromance preferiti: Sirius&Lily, Sirius&James, Mary&Lily, ma non mi sono dimenticata degli altri!)
Un saluto a tutti!


   
 
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