Salve!
Mentre
aspetto un’altra mezz’oretta prima della puntata di due ore, ho pensato di
postare il secondo capitolo. Ringrazio dal profondo del cuore tutti quelli che
hanno letto o recensito il primo, vi meritate tanti abbracci e dozzine di scene
Klaine e foto crisscolfer. Ora, questo secondo capitolo non mi convince
pienamente, ma lascerò a voi il giudizio….
“You don’t need a spell to charm me”
Capitolo
secondo
Chris aveva passato una serata intera ad escogitare una
vendetta contro Lea. Per un soddisfacente quarto d’ora aveva immaginato di
sfogare la sua rabbia scagliando contro la ragazza qualche fattura che le
facesse tenere la bocca chiusa per un paio di giorni. Poi aveva considerato di
andare dritto dal portiere dei Tassorosso, un
certo Cory, e spiegargli che la sua cara amica aveva una cotta per lui
dal primo anno. Dopo aver decantato per almeno una mezz’oretta le doti della suddetta, ovvio.
Alla fine, però,
decise che, nonostante le azioni della ragazza fossero assolutamente
imperdonabili, c’era una piccola parte di lui che comunque non riusciva a
pensare di fare volontariamente del male. Per cui, optò per il trattamento del
silenzio.
Il problema vero era, però, che sebbene il trattamento
del silenzio avesse di solito effetti immediati e appaganti, con Lea si rivelò
essere del tutto contro producente.
-Oh, andiamo, Chris! Che vuoi che sia! Non ho fatto
nulla di male!-
Lui si limitò a riservarle uno sguardo sprezzante, per
poi tornare a concentrarsi sui suoi pancakes.
-E’ da ieri che non dici una parola! Non mi MERITO
questo!-
Chris non riuscì a trattenere un ghigno sarcastico.
-Ok, magari un PO’ me lo merito. Ma… ti ho fatto un
favore, no? Sono anni che dici che vuoi organizzare questo spettacolo, ti ho
solo dato una spintarella…-
Già. Perché, sebbene Chris avesse da sempre desiderato
realizzare un meraviglioso spettacolo nella sala grande che si sarebbe concluso
con una standing ovation e con tutti che avrebbero riconosciuto, finalmente, il
suo talento, non c’era nessuno spettacolo in programma. Chris fissò il piatto
che aveva davanti, certo che, se si fosse lasciato trasportare, avrebbe
iniziato a rispondere a tono alla sua “amica”.
-E poi sono certa che non ti farebbe male farti qualche
nuovo amico, voglio dire, so che sei sempre sulle tue e che non ti piacciono
spesso le persone e di solito per buoni motivi, ma questo non vuol dire che
devi precluderti certe esperienze. Quel tipo è assolutamente uno spettacolo, e
sono stra-convinta che anche tu te ne sia accorto, anche se fai finta di
niente. –
Chris deglutì, sorseggiando il suo succo di zucca e
cercando (invano) di non ascoltare il flusso di coscienza ininterrotto
proveniente dalla sua destra.
-A volte devi solo cogliere le occasioni e per me il
fatto che tu abbia trovato quel quaderno è un segno che magari dovevate
parlarvi prima che finisse l’anno, e se io mi fossi trovata in una situazione
simile mi sarei precipitata tra le braccia di Cory. Proprio ieri ne parlavamo a
divinazione: il destino è delineato ma le singole azioni servono ad
influenzarlo e tu te ne stavi lì senza dire niente e scommetto che l’avresti
liquidato con un “non preoccuparti” se io non fossi intervenuta ad aiutarti.-
Chris riconsiderò la possibilità di usare quella
fattura, dopo tutto.
-E poi.. oh, eccolo che entra! Dovresti proprio andare
a parlargli, sai? Si, si! Tra poco passerà qui vicino! Se non lo saluti, lo
farò io al posto tuo e sarà ancora più imbarazz..arghgfrt-
Con un rapido scatto, Chris aveva portato le sue mani a
coprire la bocca della ragazza.
-Ora taci, se non vuoi che ti obblighi con la magia.-
Per tutta risposta, Lea lo guardò stringendo gli occhi
in un’espressione che doveva apparire minacciosa. Poi però annuì, quasi
rassegnata.
-Se quando ti lascio andare alzi anche solo lo sguardo
verso il tavolo dei grifondoro, giuro che mi alzo, vado dritto da Cory e gli
racconto TUTTO. E con tutto, intendo anche il collage di foto sopra il tuo
letto, il mittente delle torte che si ritrova in dormitorio, e che c’è una
ragione dietro al fatto che le sue ultime due ragazze lo hanno brutalmente
scaricato da un giorno all’altro.-
Il viso di Lea venne attraversato da un’ondata di paura
e Chris, finalmente tranquillo, mollò la presa.
-E visto che ormai mi hai obbligato a parlare, si può
sapere PERCHE’ DIAMINE vorresti
spingermi a provarci con un ragazzo non solo notoriamente etero, ma anche
fidanzato con la più bella della scuola?!-
Lea distolse lo sguardo, come per ponderare la mossa
successiva, e poi disse.
-Perché questa storia non mi quadra! Quel ragazzo ha
qualcosa di strano, e mi stupisce che tu non lo abbia notato! E’ l’etero più
gay che si sia mai visto!-
-Umpf. Perché non provi a discutere i tuoi dubbi con la
ragazza che in questo momento è mano nella mano con lui? Sai, credo potrebbe
offrirti un punto di vista interessante.-
Per tutta risposta, Lea tornò a fissarlo.
-Dirò solo una cosa per terminare questa conversazione,
e poi ti lascerò in pace. Fino a pranzo.-
Chris roteò gli occhi, appena incuriosito.
-Jonathan.-
E, come succedeva raramente, Chris restò davvero senza
parole.
********
-Sapete l’ultima? Darren ha accettato di partecipare ad
uno spettacolo!-
Alle parole di Mike, Dianna levò lo sguardo
incuriosita, un’espressione indecifrabile in volto.
-Volevo essere riconoscente! E non c’è nulla di male!-
-Che spettacolo? E perché ieri sera non mi hai detto
niente?- abbandonato completamente il giornale che stava sfogliando,
l’attenzione di Dianna ora era tutta per il ragazzo che aveva di fronte.
-Bè stavo per dirtelo ma poi mi hai chiesto di suonare
e l’ho dimenticato! Comunque c’è questo ragazzo Corvonero, Chris, che ha
trovato il mio quaderno in biblioteca e mi ha chiesto se mi andrebbe di
partecipare ad uno spettacolo che sta organizzando. E ho accettato perché,
andiamo, ha trovato il mio quaderno!-
Chord gli diede una pacca sulla spalla
-Evidentemente non sapeva quanto ci tenessi, altrimenti
avrebbe potuto chiederti molto di più in cambio!-
Dianna lo fulminò con lo sguardo
-Chord! Non è divertente!-
Darren arrossì lievemente.
**********
Chris passò il resto della giornata con una strana
sensazione. Tutta colpa di Lea.
Durante quegli anni passati ad Hogwarts, Chris si era
sempre imposto di limitare le sue fantasie. Non pochi, tra gli altri studenti,
avevano attirato la sua attenzione, una volta o l’altra. E, all’inizio, si era
ritrovato ad immaginare il loro radioso futuro insieme, per poi essere
bruscamente riportato alla realtà nel vederli infilare la lingua nella gola di
una qualsiasi bella ragazza.
Dopo una particolarmente traumatizzante esperienza che
lo aveva lasciato distrutto per un mese, durante il suo terzo anno, aveva
deciso che non ci sarebbe più cascato. Così, nonostante avesse sempre trovato
Darren molto attraente e di certo di suo gusto, lo aveva classificato come
materiale da gettare nel dimenticatoio, e, davvero, ce l’aveva quasi fatta.
L’ultimo anno sarebbe di certo volato.
Non fosse stato per quella stupida parola pronunciata
da Lea.
Ora un meccanismo distruttivo si era innescato nella
sua mente e, per quanto ci provasse in ogni modo possibile, Chris non aveva
idea di come fare a fermarlo.
***********
Il weekend, solitamente, era un’ottima occasione per
riprendere fiato, rinchiudersi in biblioteca o nel dormitorio, e non affrontare
gli insulti e gli sguardi denigratori per almeno un paio di giorni.
Però quel weekend non sarebbe andata così. Era sabato
mattina, infatti, quando Chris ricevette un appunto nell’inconfondibile
calligrafia della sua amica Amber, che lo aiutava con il giornale della scuola.
Il messaggio era breve e diceva che la ragazza aveva bisogno di incontrarlo per
discutere di un articolo che aveva intenzione di scrivere per il nuovo numero,
sul quale però aveva non pochi dubbi.
Se le circostanze fossero state diverse, Chris avrebbe
probabilmente trovato una scusa e rimandato il tutto al lunedì. Ma teneva
davvero molto al giornale, e Amber era sempre stata pronta ad aiutarlo, ogni
volta che lui aveva avuto bisogno di qualcosa.
Per questo si ritrovò, quel sabato pomeriggio, a
dirigersi controvoglia verso l’aula del sesto piano nella quale solitamente si
tenevano le (non molto affollate) riunioni del giornale.
Stava per l’appunto avvicinandosi, felice di non aver
incrociato nessun individuo pericoloso nei corridoi, quando la sentì.
All’inizio si chiese se non fosse la sua immaginazione
(ultimamente si fidava sempre meno dei segnali inviati dal suo corpo) ma poi
capì che no, era davvero reale, ed era davvero magnifico.
Una musica sconosciuta pervadeva l’aria, insieme ad una
voce che provocò in Chris diverse reazioni, tutte difficili da identificare sul
momento. Incapace di trattenersi, si avvicinò sempre più alla porta dell’aula,
che era socchiusa (e la musica sembrava provenire proprio da lì).
Quando finalmente, con un po’ di esitazione, si decise
ad aprire la porta, quello che si trovò davanti fu indiscutibilmente diverso da
quanto si aspettava: mentre Amber DECISAMENTE non era nella stanza, fu travolto
dall’immagine di un certo Grifondoro, seduto su un banco, i capelli leggermente
scompigliati e il viso concentrato, con gli occhi socchiusi, mentre suonava una
chitarra.
Dopo aver recuperato l’uso completo del suo cervello (e
non fu un processo veloce) si schiarì la gola ed entrò nella stanza.
L’effetto fu immediato: la musica cessò, e un paio di
occhi ambrati e brillanti (sì, brillanti, e Chris ormai non capiva proprio come
fosse possibile) si alzarono a guardarlo.
-Ehi! Scusa ma non ti ho sentito arrivare!-
Chris cercò di rispondere con un sorriso
-Ehm.. non preoccuparti… che…-
-Ricordi che dovevamo incontrarci qui, oggi, giusto? Ieri
è venuta a dirmelo quella tua amica… c’è qualcosa che non va?-
Oh, sarebbe corso da Cory più veloce di un fulmine, una
volta sbrigata questa faccenda. Chris si accorse che l’altro attendeva una
risposta.
-No, no. Tutto ok. Allora, dovremmo…-
Già, quale assurda scusa aveva potuto utilizzare Lea?
Sicuramente qualcosa che avesse a che fare con il presunto spettacolo, ma cosa?
-Bè, immagino che visto che lo scopo del tutto era il
sentirmi suonare, abbiamo iniziato decisamente bene.-
Oh. Sentirlo suonare. Se solo Lea avesse usato metà
dell’impegno che stava mettendo in questa faccenda nel cercare di conquistare
Cory, a quell’ora sarebbero stati quantomeno sposati.
-Già. Sei… sei molto bravo. E anche… anche la tua voce.
Hai una bella voce.-
Chris non ebbe il coraggio di pronunciare quelle parole
guardando Darren negli occhi, altrimenti si sarebbe subito accorto del lieve
rossore che aveva invaso il viso dell’altro ragazzo.
-Grazie. Ti… ti andrebbe di ascoltare una canzone? Così
puoi farti un’idea più precisa…-
-Si! Voglio dire, molto volentieri.-
Entrambi risero leggermente, quasi con sollievo,
guardandosi negli occhi. Chris si rese improvvisamente conto che stare in mezzo
alla stanza, perfettamente immobile lo faceva apparire un’idiota. Prese una
sedia, e la posizionò leggermente defilata rispetto al banco in cui era seduto
Darren.
Il tempo di poggiare la sua tracolla a terra, e il
ragazzo aveva già ripreso a suonare. Ma Chris, per tutto il tempo, tentò di non
ascoltare. Tutto quello che riusciva a fare era ripetersi che non poteva, non
doveva farsi conquistare da quel ragazzo. Che sarebbe stata una perdita di
tempo, e che non avrebbe portato a nulla di buono. Lo guardò fisso mentre in
realtà stava perfezionando la sua vendetta contro Lea, cercando di creare una
barriera il più potente possibile che lo rendesse freddo e distaccato, anche se
quella musica e quella voce e, doveva ammetterlo, quella presenza in generale lo stavano mettendo non poco in difficoltà.
La musica cessò, e Darren tornò a guardarlo. Come se
fosse stato qualcun altro a suggerirglielo, Chris realizzò che la canzone che
il ragazzo aveva appena cantato era tra le sue preferite.
-Allora, che ne dici? Non so che genere di musica ti
serve che suoni, ma penso di potermi adattare a tutto-
-Sei stato molto bravo. Posso.. posso chiederti, come
mai quella canzone?-
-Oh, è una delle mie preferite! Sul serio, ti è
piaciuta?-
-Moltissimo! E’ anche una delle mie preferite…-
-Davvero? Che coincidenza! –
Il che portò inevitabilmente ad una discussione di
circa un’ora su quale fosse esattamente il messaggio della canzone, durante la
quale Chris si dimenticò quasi completamente di qualsiasi barriera, freddezza
presunta o piano di vendetta.
-Non posso crederci! Pensavo che la conoscessimo solo
io e massimo altre due persone al mondo!-
-Devo essere una di quelle due persone, evidentemente.-
disse Chris , palesemente più rilassato, un sorriso sincero sul volto.
-Evidentemente! Sai, proprio ieri stavo pensando che è
assurdo, ma prima che mi restituissi il quaderno (cosa per la quale non ti sarò
mai grato abbastanza)… bè, diciamo che non sei il tipo di persona che si fa
notare!-
Chris si sentì sprofondare. Era la verità, la pura e
semplice verità. Ma sentirsela dire così…
-Considerato che passo la metà del mio tempo a cercare
di rendermi invisibile, devo considerarlo un complimento.-
Anche il sorriso di Darren svanì.
-Perché dovresti? –
-Non tutti gradiscono la mia presenza, qui. E si
divertono a farmelo notare. Anzi, credo che sia uno degli sport più di moda,
dopo il Quidditch.-
Una tristezza quasi insopportabile a vedersi aveva
riempito gli occhi di entrambi. Chris la combatteva da sempre con il sarcasmo,
ma questo non aveva reso le sue ferite meno profonde.
-Mi dispiace. Non è giusto, e io… io vorrei fare
qualcosa per aiutarti.-
Chris sorrise amaramente.
-Non preoccuparti. Anzi, forse vorrai unirti anche tu
al tutto, presto.-
-Che vuoi dire?-
Darren lo guardava interrogativo, e Chris decise che
sarebbe stato inutile continuare con quella farsa.
-Non c’è nessuno spettacolo. Avrei dovuto dirtelo
subito, lo so, sono stato un idiota e capirò perfettamente se vorrai
arrabbiarti o odiarmi. E’ solo che la mia amica si è messa in testa che avrei
dovuto parlarti, e non si è fatta gli affari suoi, e insisteva che non ti avrei
chiesto nulla quando ti ho restituito il quaderno, e ha inventato questa
storia. E ora sono solo mille volte più patetico. Scusami.-
L’espressione di Darren era indecifrabile.
-Non esiste nessuno spettacolo?-
Chris scosse la testa, lo sguardo fisso al suolo.
-Ehi, Chris. Puoi alzare la testa. Non è stata colpa
tua.-
Chris prese coraggio, e vide che c’era qualcosa di
strano, qualcosa che non riusciva a spiegarsi, nel modo in cui Darren sembrava
improvvisamente rilassato, senza alcuna traccia di rabbia. Si chiese se per
caso non soffrisse di qualche disturbo della personalità, e se di lì a poco lo
avrebbe colpito con un pugno, o si sarebbe messo ad urlare.
Ma non accadde nulla di quanto temeva.
-La tua amica forse non si è sbagliata su una cosa.
Avresti dovuto chiedermi qualcosa in cambio.-
Chris corrugò la fronte, incredibilmente confuso e
stupito (no, non stupito: letteralmente incapace di giustificare la reazione
del ragazzo che aveva davanti) per poi dire –Che cosa?-
-Avresti dovuto chiedermi di essere tuo amico.-