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Autore: SalazarSerpeverde    16/05/2012    9 recensioni
In un normalissimo liceo italiano arriva un ragazzo del primo anno, Claudio, non proprio nella norma. Adora poltrire, NON seguire i consigli, non studiare e raggiungere i massimi risultati con il minimo sforzo (ovviamente non riuscendoci).
La sua presenza sconvolgerà letteralmente e matematicamente la classe coinvolgendo Professori, Alunni e anche il suo Autore, che nonostante tenti di fargli sempre fare la cosa giusta, scoprirà che non sarà poi così facile.

SalazarSerpeverde
Dal Capitolo Primo:  ...Io mi chiamo Claudio Orlando Gennaro Luigi Igor Oronzo Nicola Emilio, ma per fare prima, tutti mi chiamano COGLIONE per via delle iniziali dei miei nomi...
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9  – Il demone bambino che perde dal sedere
 
I test di inizio anno erano terminati e dei risultati ottenuti non mi posso lamentare. Avevo preso 9. Bravo no?
 
Autore: “Non sta scherzando. Ha davvero preso 9. Tre in italiano, due in inglese, tre in matematica e uno in Storia e Geografia e zero in tutte le altre materie.”
 
Lo so, dareste anche la vita per essere bravo come me a scuola. Comunque, ritorniamo alla storia. Ero pronto e affiatato per il nuovo giorno di scuola...
CINUQE MINUTI PRIMA
Mamma noooooooooooooooooooooooooooooooooooooo, non voglio andare a scuolaaaaaaaaaaaaaaaaa!
 
Ad aspettarmi in classe c’era una sorpresa. Sulla cattedra c’era un bambino che gattonava sbavando e stracciando i compiti di matematica. Già mi stava simpatico, molto simpatico. Purtroppo il mio compito era per ultimo e ne uscì illeso dal tornado Bambino.
Prof. Pitagora: “Come dicevo... ah, Claudio, alla buon ora.”
Io: “Meglio tardi che mai, però, visto che si tratta della scuola... meglio MAI.”
Prof. Pitagora: “Va a sedere. Come dicevo, oggi la baby sitter era impegnata e quindi mio figlio resterà per tutta la giornata con voi.”
Io: “Cooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooosa? Quello è suo figlio?”
Prof. Pitagora: “Hehe, lo so, sei rimasto sorpreso da quanto è bello e cuccioloso.”
Io: “Veramente sono rimasto sorpreso che abbia trovato un uomo che abbia voluto accoppiarsi con lei.”
Prof. Pitagora: “Resisti all’istinto di soffocarlo con il cassino, resisti! Allora, oggi spiegheremo funzioni.”
Io (pensiero): “Finalmente, una buona dormita è quel che ci voleva.”
A quel punto, iniziai a girarmi e rigirarmi sul libro di algebra, mai vista una scomodità unica.
Io: “Ah, questi libri di algebra non sono buoni neanche per dormire. E poi, scusi professoressa, le dispiacerebbe abbassare la voce che sentire regole matematiche mentre dormo mi fa venire incubi?”
Prof. Pitagora: “Oh, ma certo, con piacere. Vuoi anche una tazza di tè caldo?”
Io: “Ma cosa dice? Un bicchiere di coca cola sarebbe molto meglio!”
Prof. Pitagora: “Basta, questa è la goccia che fa traboccare il vaso!”
Io: “A far traboccare il vaso coi fiori sulla cattedra ci ha già pensato suo figlio. Ci ha urinato dentro.”
Prof. Pitagora: “Dopo penserò a lui. Adesso va fuori!”
Autore: “Uao, record personale. Solo dopo una settimana sei stato sbattuto fuori.”
Io: “Tu pensa ai fatti tuoi.”
Autore: “Allora, che hai fatto?”
Io: “Ho detto di farti i fatti tuoi!”
Autore: “Imbecille, tu sei un mio pensiero! E... ma guarda chi è venuto qui fuori. Il figliolo della prof.”
Io: “Che idiota quella vecchia, è così impegnata a spiegare espressioni lunghe come la Salerno – Reggio Calabria, che non si è nemmeno accorta che suo figlio è gattonato fuori dalla porta. Ora vado a riportarglielo.”
A quel punto presi quel piccolo e tenero batuffolo. Dio mi maledica, perché gli ho messo la mano sotto al sedere, era sporco di cacca.
Inaspettatamente...
 
Autore: “Uao, conosci pure una parola di sette sillabe?”
 
Come dicevo *colpisce con un pugno l’autore* presi il piccolo e sporco figlio della prof. Pitagora ma lui mi morse un dito e scivolò per terra. Poi iniziò a gattonare più veloce di Schumacher ed arrivò ad una tubatura. Si arrampicò lasciando tracce di cacca lungo il tubo.
Mi avvicinai per cercare di prenderlo, ma ecco che arrivò la professoressa.
Vide suo figlio in alto al tubo e io con le mani alzate.
Poteva pensare due cose. O che io volevo prendere al volo suo figlio per non farlo cadere a terra, o che io l’avevo lanciato irresponsabilmente su un tubo dell’acqua di tre metri e mezzo.
Indovinate un poco quale delle due versioni ha creduto?
 
Autore: “Bé, per trovarti nell’aula delle punizioni, attaccato con delle manette al banco e costretto a mangiare dei lassativi senza poter andare in bagno... direi che ha creduto che tu volevi uccidere suo figlio.”
Io: “Esatto.”
Prof. Pitagora: “Autore, lascia in pace Claudio. Entro la fine dell’ora deve mangiare più lassativi possibili e finalmente poi può tornare a casa e andare in bagno.”
Io: “Ma come, adesso ha anche il diritto di sentire le conversazioni mentali tra me e l’autore?”
Prof. Pitagora: “Esattamente. E ora capisco anche perché durante le mie lezioni è così assente. Perché parla con te.”
Autore: “Haha, si sbaglia. Io non lo interrompo mai durante le lezioni, è proprio lui che non ci sta con la testa.”
  
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