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Autore: OnlyHope    06/12/2006    13 recensioni
Tutto comincia da una fermata d'autobus una mattina di marzo. L'inizio di una nuova vita che deve in qualche modo andare avanti, nonostante il distacco, la lontananza e le paure. È la storia del coraggio di una ragazza che ama incondizionatamente un ragazzo. Questa è la storia di Sanae.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Don't Be Afraid to Fly ' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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BUTTERFLY

CAPITOLO 21

Imparare a comprendere

 

 

 

Tornare a casa...

Facciamo finta sia realmente così, anche se a me sembra più un modo di dire...
Tsubasa è rientrato in Giappone da circa un mese, ma quante volte sono riuscita a vederlo?

Si fa presto a fare i conti...

Qualche ora prima o dopo gli allenamenti.

Ma il più delle volte mai, perché era letteralmente rinchiuso in ritiro.
Dopo le partite... Rarissimamente prima

Insomma, ci saremo visti poche ore in tutto e mai da soli.
In fin dei conti è come se non fosse mai tornato, tanti erano i suoi impegni con la nazionale...

Ma ringraziando il Cielo, le qualificazioni sono terminate positivamente e ora i ragazzi stanno veramente tornando a casa!

Pronti a godersi il meritato riposo ma anche il resto delle vacanze estive, circondati da amici, parenti e soprattutto dalla propria ragazza, che di solito è lontana migliaia di chilometri.
"Allora, Sanae! Stasera che farai di bello con Tsubasa?" 

Mi volto a guardare verso Yukari, che mi sorride allegra, seduta accanto a me a bordo piscina.

"Vorrei stare un po' con lui, da soli... In fondo non c'è mai stata l'occasione!" esclamo, sospirando un po' depressa mentre i miei piedi si muovono, agitando l'acqua.
"Hai già in mente qualcosa?" 

La mia migliore amica si avvicina a me, senza nascondere uno dei suoi sorrisetti maliziosi.
Sospiro ancora, arrossendo leggermente prima di schiarirmi la voce con un leggero colpo di tosse.

"I miei saranno fuori stasera, così avevo pensato di preparare una cenetta romantica a casa mia..." ammetto, distogliendo subito lo sguardo da Yukari, che ha preso la sua classica espressione super curiosa.

"Tsubasa potrebbe raggiungermi direttamente lì, appena arrivato in città..."
"Sanae..." 

La mia migliore amica mormora il mio nome, come se mi stesse chiamando da molto lontano.

Pur sapendo dove andrà a parare ora, mi volto di nuovo a guardarla.
"Ma cosa hai in mente per stasera? In mente sul serio, intendo!" mi chiede, senza smentirsi, dando delle piccole gomitate sul mio braccio.
"Yukari, non fare la fissata!" le rispondo, facendo un po' la sostenuta.

Come se non avessi riflettuto anch'io, sulla piega che potrebbe prendere la serata...
"Beh, ma è un'ottima occasione! I tuoi torneranno sicuramente molto tardi, avrete tutto il tempo per... Al diavolo la cena!" esclama allegra, senza badare minimamente al mio imbarazzo.
"Certo che quando vuoi, sai essere una ragazza davvero ardita, Sanae!" e il suo sorriso si fa ancora più malizioso mentre mi prende in giro.

"Sembri tanto una santarellina, invece..." 
La guardo con aria di rimprovero, arrossendo vistosamente ma Yukari non sembra per niente intimorita da me, visto come se la ride alla grossa.
"L'hai già avvisato?" mi chiede poi, arcuando le sopracciglia in un moto curioso.
Scuoto la testa senza parlare mentre fisso i miei piedi, immersi nell'acqua cristallina.
"Ti conviene chiamarlo subito, allora! E se poi non c'è linea sul treno?" 
"Gli mando un SMS!" e mi alzo per andare a prendere il mio telefonino da dentro la borsa.

Quando mi siedo di nuovo accanto a lei, inizio subito a a scrivere il mio invito per Tsubasa.

Yukari intanto si mette a canticchiare una canzone, che sta passando alla radio in questo momento.
Quando invio il messaggio, mi passa un braccio intorno alle spalle, sorridendomi sempre allegra.
"T’immagini, Sanae? Il prossimo anno potresti esserci tu alla radio!" 
Annuisco, posando le mani in grembo.

Le mie dita strette intorno al cellulare, in attesa di un messaggio di risposta.
"Tu invece, hai pensato alla mia proposta? Ti va veramente di accompagnarmi nei cori, di cantare per me?" le chiedo sorridendo mentre la sua espressione si addolcisce.
"Certo, Sanae! Ne sarò felicissima!” risponde, prima di abbracciarmi forte ed io penso che sarà bellissimo averla sempre accanto, durante il cammino che ho deciso d'intraprendere.
"Ah ma allora, ci sarò anch'io alla radio!" esclama poi con la sua tipica risata contagiosa.
Annuisco proprio mentre il mio cellulare inizia a suonare.

Ho appena ricevuto un SMS.

Yukari mi incita subito a vedere chi sia e il mio cuore batte un po' più veloce per l'emozione, quando leggo che si tratta di Tsubasa.
“ARRIVO A CASA TUA IL PRIMA POSSIBILE! A STASERA… NON VEDO L’ORA!”

"Sanae, allora?! Tsubasa verrà da te?" mi incita la mia migliore amica, tartassandomi con la sua curiosità.
Le rispondo annuendo, muovendo la testa come fossi imbambolata.
La mia migliore amica reagisce portando le mani alla bocca prima di togliermi il cellulare di mano.

La fisso mentre lo appoggia sul bordo piscina prima di spingermi in acqua, presa dall'entusiasmo.

Di slancio, l'afferro per un braccio, tirandomela dietro.
Le nostre risate risuonano allegre, ma nessuno sembra fare caso ai nostri schiamazzi, né alla voce di Yukari, che mi incita ad andare a casa di corsa, perché devo farmi bella per stasera.

Ridendo felice, le schizzo dell'acqua addosso usando la punta delle dita poi alzo gli occhi al cielo. 
Il sole brucia alto sopra le nostre teste.
Sospirando, con il cuore carico di aspettative, prego affinché non ci metta troppo a tramontare.

 

 

 

Apro il frigorifero per mettere al fresco il dolce alla crema, che ho appena finito di preparare.
Appena richiudo lo sportello, mi fiondo a pulire la cucina da pentole, piatti e posate, usati per preparare la cena di stasera.
Con poca grazia, butto tutto in lavastoviglie prima di dirigermi in salotto.
Mi sento così piacevolmente nervosa all'idea di stasera...

Non ho mai smesso di sorridere beata, per tutto il pomeriggio...

Frugando tra i cassetti di mia madre, scelgo una tovaglia di lino bianca, che poi dispongo con cura sulla tavola.

Apparecchio, lasciando volutamente poco spazio tra il mio posto e quello di Tsubasa poi tornando a cercare nella credenza, scovo una candela bassa, da mettere dentro una coppa di vetro a centrotavola.

Finisco di decorare il tutto con tre gerbere gialle, appena colte dal mio giardino.
Certo, sarebbero state più romantiche delle rose rosse... Ma va bene anche così!

Osservo ancora per un attimo la tavola appena imbandita poi dando un'occhiata veloce all'orologio, decido di salire al piano di sopra, per farmi un bel bagno.
Non che sia in ritardo, anzi...

Tsubasa dovrebbe essere ancora in treno a quest'ora, ma voglio avere il tempo di rilassarmi, per prepararmi con cura e in tutta tranquillità.
Quando apro il rubinetto della vasca, lascio che l'acqua calda scorra, perché adoro fare il bagno caldo, anche in piena estate.
Verso poi il bagnoschiuma, abbondando nelle quantità, prima di iniziare a spogliarmi.

L'odore di pesca si propaga nella stanza mentre l'acqua sale, ricoprendosi di nuvolette bianche e spumose.
Raccolgo i capelli sulla nuca, fermandoli con una pinza.

Osservo per un attimo il mio corpo nudo, riflesso nell'ampio specchio di fronte a me.
Le mie gote diventano color porpora, perché nessuno mi ha mai vista così...
Lo mio sguardo scivola lento dal collo fino a raggiungere il seno, che non è eccessivo ma sicuramente formoso poi si posa sui miei fianchi snelli ma morbidi.
La mia pelle è leggermente abbronzata e dona al mio corpo una luce dorata, in qualche modo sensuale.
Imbarazzata, distolgo lo sguardo e senza indugiare oltre, m’immergo nella vasca.

Il tepore dell'acqua e il suo profumo dolce, mi donano immediatamente un senso di pace mentre strofino con una spugna le mie gambe, che diventano immediatamente lucide a contatto con il sapone cremoso.
Chiudo gli occhi, poggiando la nuca al bordo di porcellana, cercando di concentrarmi sul rumore dell'acqua.
Ma la mia mente non collabora...

Nella mia testa continuano a scorrere solo immagini di me e Tsubasa, persi in qualche intensa scena d'amore.

Che sciocca che sei, Sanae!

Presa dall'imbarazzo, sprofondo con il viso nella vasca, riemergendo solo qualche secondo dopo.

Il mio cuore continua eccitato la sua corsa mentre arrossisco.
Probabilmente i miei sogni più intimi, stanno per diventare realtà...




Passeggio nervosa intorno alla tavola.

Ogni cinque secondi il mio sguardo di posa sull'orologio a pendolo del salotto, strappandomi uno sbuffo impaziente dal petto.

Tsubasa dovrebbe essere qui a minuti...

Non avevamo un orario prestabilito per vederci ma credo comunque che sia in ritardo.

Cercando di rilassarmi, controllo di nuovo la mia immagine allo specchio.

Le mie mani si posano sulle ciocche di capelli, tenute ferme da delle mollette mentre i miei occhi controllano ancora una volta il trucco.
Sistemo meglio la maglietta chiara che indosso, lasciando scoperta una spalla e leggermente la pancia poi giro su me stessa, per controllare i jeans a vita bassa, all'altezza del sedere.
L'ennesimo sbuffo appesantisce le mie spalle, proprio mentre il mio cellulare si mette a suonare.

Lo afferro velocemente e rispondo, costatando felice che si tratta proprio di Tsubasa.

I rumori che percepisco dall'altro capo del telefono, mi donano però una strana sensazione alla bocca dello stomaco.
Tsubasa mi chiede di aspettare un attimo, finché non li sento pian piano affievolire.
Mi domando incredula, se sia in un locale...
"Sanae, mi senti meglio ora?" 
Perplessa, rispondo di sì.
"Scusami se non sono riuscito ad avvisarti prima ma non ce la faccio a rientrare per stasera."
Rimango in silenzio.

Un profondo senso di delusione s'imposessa di me mentre mi siedo a tavola, come un automa.
"Sai, anche Roberto è qui in Giappone e dato che non tornerò in Brasile ancora per un po', mi sono fermato qua con l'idea di partire più tardi. Ma ora è decisamente troppo tardi!" esclama con una voce così allegra, riuscendo solo a darmi sui nervi.
Stringo un tovagliolo quando sento le lacrime agli occhi.

Il mio corpo è febbricitante dalla rabbia.
Rimango in silenzio, cercando di asciugare alla meglio il pianto, perché lui non deve assolutamente sentirlo.
"Ci vediamo domani, ok Sanae?" mi chiede ora con innocenza, non immaginando minimamente di avermi ferita con il suo comportamento.

Questo suo candore però mi fa arrabbiare ancora di più e finalmente, mi scopro capace di provare questo sentimento nei suoi confronti.
O forse era solo latente dentro di me, sommerso ogni giorno, dall'amore che provo per Tsubasa.
"Ok." rispondo lapidaria, mordendomi le labbra.

Senza dargli modo di aggiungere altro, chiudo la comunicazione e spengo il telefono, che fisso ipnotizzata mentre rimbalza due volte sui cuscini del divano.

Il mio sguardo si posa poi sulla tavola apparecchiata con tanto amore...

Inizio a piangere mentre soffio sulla candela, che si spegne lasciando solo un sottile filo di fumo, al posto della luce.

Continuo a piangere mentre sparecchio silenziosamente, preda della rabbia e della delusione.

Ma anche dell'amore incondizionato che nutro per Tsubasa...

Un amore il mio, che se fosse un po' di meno, mi creerebbe di certo minori sofferenze.
Quell’amore che mi rende viva, ma che mi regala anche amarezze come quella di stasera.
Prima di salire mestamente in camera mia, passo di nuovo davanti allo specchio.
Il pianto ha sciolto il trucco.

I miei occhi sono gonfi e rossi, come li ho visti fin troppe volte in questi anni.
Ma stasera non riesco ad accettare queste lacrime!

Così distolgo lo sguardo, posandolo sui miei capelli.

Prima di salire al piano di sopra, libero le ciocche dalle mollette, decorate con brillanti rosa e bianchi.

Quando raggiungo la mia camera, mi spoglio, lasciando poi la maglia sulla scrivania.

Slaccio i jeans, facendoli scivolare lungo le gambe, sempre senza smettere di tirare su col naso.

Il mio sguardo è catturato dalla mia immagine, riflessa nello specchio e mi sento così stupida, quando i miei occhi si soffermano sul completo intimo, scelto con tanta cura, per questa serata, che doveva essere speciale.
Sorrido amaramente, con aria sprezzante.
Che ti eri messa in testa, Sanae?

Chiedo alla ragazza riflessa nello specchio, che intanto continua a piangere.

Con un gesto nervoso, mi tolgo il reggiseno, che finisce in un angolo remoto della stanza.

Passando il dorso della mano sotto il mento, per raccogliere altre lacrime, apro con stizza il mio letto.
Quando i miei occhi si posano sulla maglia del Sao Paulo, con cui sono solita dormire, non trattengo un'imprecazione prima di gettarla a terra e infilarmi sotto le lenzuola, così come sono.
"Stupida! Sei proprio una stupida, Sanae!" ripeto tra i singhiozzi, stringendomi al cuscino.

Ora che mi ritrovo sola nel mio letto, dopo aver creduto di poter vivere i miei sogni.

In questa calda notte d'estate...

 

 

 

Sono appena arrivata al parco.

Yukari mi ha detto che i ragazzi si sono dati appuntamento proprio qui, vicino al campetto di calcio.
"Non sia mai che ci allontaniamo troppo da un pallone! Per carità!" è stata la mia risposta sarcastica, prima di raccontarle cosa non è accaduto, ieri sera a casa mia.
Yukari ha ascoltato in silenzio tutto il resoconto della mia pessima serata, senza mai interrompermi.

Di solito quando ho torto, cerca di farmi ragionare ma se tace, il suo è un segno di assenso.

Evidentemente anche lei condivide la mia delusione e il mio pessimo stato d'animo.

Non ho più sentito Tsubasa da ieri sera, perché ho tenuto il cellulare volutamente spento per tutta la mattina.

So comunque che mi ha cercata, dato che ho ricevuto i suoi messaggi, una volta riacceso il telefonino.

Cammino senza alcuna fretta mentre in lontananza comincio ad intravedere il campo.

Le voci dei miei amici arrivano distinte alle mie orecchie, ora che l'ho raggiunto.

Ovviamente, sono tutti impegnati in una partitella...

Il mio sguardo, neanche a dirlo, si posa subito su Tsubasa, che si muove veloce sul terreno, superando palla al piede, chiunque gli si pari contro.

Il suo viso è rilassato ma anche concentrato, come ogni volta che le sue gambe si muovono alla ricerca della porta.
E in questo momento, detesto con tutte le mie forze me stessa!

Perché nonostante il risentimento che provo nei suoi confronti, i miei occhi non riescono a staccarsi minimamente da lui e da ogni movimento del suo corpo.
Quando tira in porta, la palla s'insacca nella rete e lui si volta felice, riuscendo così a incrociare il mio sguardo.
Riprende subito a correre, ignorando il pallone che sta rotolando verso di lui, ma questa volta nella mia direzione.
Strano! 

Come mai?! 

Penso sarcastica, osservando la sfera di cuoio abbandonata in mezzo al campo, dal suo migliore amico.
Quando Tsubasa mi raggiunge, posso capire dall'espressione nei suoi occhi, che è veramente felice di vedermi.
"Ciao..." sussurra, sorridendomi dolcemente mentre una mano si posa sulla mia guancia.

Un paio di secondi e mi trovo stretta tra le sue braccia.

Chiudo gli occhi, lasciandomi andare per un istante, anche se so che questa volta non è così facile tornare a sorridergli come nulla fosse.

La delusione è stata troppo grande.
"Come mai avevi il cellulare spento, oggi?" chiede scostandosi da me imbarazzato, perché Ishizaki a iniziato a prenderlo in giro, gridando dal campo.
"Così..." rispondo freddamente, con un'alzatina di spalle.

Tsubasa mi fissa, sbattendo più volte le palpebre sugli occhi.

Non è abituato a non ricevere attenzioni da me, devo averlo spiazzato.
Così senza aggiungere altro, mi volto, incamminando poi per le vie del parco.

Tsubasa mi segue istintivamente, dando un'ultima occhiata furtiva al campo da calcio.
Quando mi raggiunge, circonda le mie spalle con un braccio, continuando a camminare al mio fianco.
Rimango impassibile mentre mi sorride, con l'aria di chi sta cercando di capire, cosa mi stia succedendo.
E la rabbia di ieri sera riprende a bollirmi ancora nelle vene.
"Mi dispiace per il nostro appuntamento... Sei arrabbiata?" chiede esitante, schiarendosi la voce.
Mi fermo, costringendolo ad imitarmi e arcuando le sopracciglia, fisso i miei occhi nei suoi.
"Arrabbiata? E perché dovrei?" rispondo, usando del sarcasmo mentre lo vedo sbattere ancora le ciglia, sempre più confuso. 
"In fin dei conti, non abbiamo mai avuto modo di stare insieme da SOLI... " e scandisco bene l'ultima parola.
"... Da quando sei rientrato! Dovrei essere arrabbiata perché ho passato il pomeriggio a cucinare per te? Perché ho passato due ore davanti allo specchio, per essere carina per te? O perché pensavo che noi... " non termino la frase.

Colta dall'imbarazzo, mi mordo la lingua all'idea che stavo per confessargli, che desideravo fare l'amore con lui la sera precedente, più di qualsiasi altra cosa.
"Dovrei essere arrabbiata, secondo te, per queste cose? Non ne vedo proprio il motivo!" lo incalzo, tornando a sfidarlo con lo sguardo.
"Mi dispiace..." sussurra piano.

"Non immaginavo avessi organizzato tutto questo..."
"Oh, ovvio! Ma sarebbe cambiato qualcosa se l'avessi saputo?" chiedo, alzando leggermente la voce.
"Mi dispiace davvero, scusami!" ripete ora con più convinzione, fissandomi serio.
"Cosa ti dispiace, Tsubasa? Non essere venuto ieri sera o il mettermi sempre in secondo piano?" chiedo ancora mentre sento i miei occhi farsi lucidi.
Tsubasa mi fissa stupito.

Il suo sguardo poi diventa ancora più serio.
"Questo non è vero, Sanae!" esclama avvicinandosi.

"Non è vero e tu lo sai..." aggiunge a pochi centimetri dal mio viso.
Un altro sorriso sarcastico m'increspa le labbra, è più forte di me.
"Davvero?! E cosa dovrebbe lasciarlo intendere? La tua venerazione per Roberto? Il fatto che te ne sei andato più di due anni fa da lui in Brasile?" esclamo con rabbia, senza distogliere lo sguardo.

"No! Aspetta! Sicuramente dovrei capirlo dalla tua passione, che di fatto ti ha spinto a separarti da me, andandotene a vivere in un altro continente!"
"Sei ingiusta, Sanae..." mormora, colpito nel vivo.
Ho sicuramente toccato un tasto dolente, ciò che lo fa sentire in colpa nei miei confronti.
Ma in questo momento non m'importa.

Conto solo io e i miei sentimenti feriti, che ho ignorato forse per troppo tempo.
"Io sono ingiusta?!" esclamo furiosa, indicando con il dito indice il mio petto.
"
È il tuo sogno ad essere tremendamente ingiusto con me, Tsubasa!"
"Credevo che mi amassi anche per questo!" ribatte, alzando la voce con rabbia.
"La mai passione... Sono io. Di chi ti sei innamorata allora, Sanae?" aggiunge, fissandomi con un'espressione severa che non gli ho mai visto.

Un'espressione che non ha mai rivolto a me.
La mia vista si appanna a causa delle lacrime mentre sento un dolore acuto, all'altezza del cuore.
"Ehi! Noi stiamo andando a prendere delle granite, venite anche voi o..." la voce di Taro ci sorprende, giungendo alle spalle di Tsubasa.
Fisso per un secondo il mio amico, che ci osserva stupito, perché deve aver capito che stiamo litigando.
Distolgo lo sguardo, dandogli poi le spalle, imbarazzata per la mia rabbia ma anche per la sua interruzione.
"Scusate, ragazzi! Come non detto, ci vediamo più tardi..." lo sento scusarsi, con un tono calmo.
"Non preoccuparti, Taro. Io vengo con te! Andiamo!" 
Calde lacrime mi bagnano il viso mentre Tsubasa non ha ancora finito di pronunciare l'ultima sillaba.
Mi mordo le labbra mentre li sento allontanarsi.
Mi volto solo quando sono sicura, che se ne siano andati sul serio.
Il vuoto che ha lasciato Tsubasa mi fa male come non mai...

Non avevamo mai litigato prima d'ora...

Ma nonostante il dolore, la sofferenza e le ragioni assolute che io possa avere, c'è solo una sola verità dentro al mio cuore...

Io lo amo, come se contasse più di me stessa.

 

 


Ho camminato da sola per tutto il pomeriggio, nonostante Yukari si sia inizialmente opposta con tutte le sue forze.

Non riusciva a credere che avessi avuto una discussione con Tsubasa, perché, usando le sue parole, è qualcosa di "troppo assurdo!"
Ma è proprio per questo invece, che ho bisogno di stare sola...

Non so gestire quello che è successo tra noi due.

Per l'ennesima volta, apro lo sportello del cellulare prima di sospirare amaramente.

Nessuna chiamata e una lacrima scende lenta sul mio viso mentre osservo la foto sul display.

Perché i nostri sorrisi felici, sono qualcosa di così lontano ora...

Quando abbiamo scattato questa foto eravamo seduti in spiaggia, in Brasile.
Nei miei ricordi è viva la sensazione della guancia di Tsubasa contro la mia, così come la mia voce che lo rimprovera, a causa delle risate che rischiano di far perdere l'inquadratura.
Risate che sono diventate euforia pura, dopo il primo tentativo andato male.

Nell'immagine appena fermata, si vedevano solo parte del mio seno e mezzo di torace di Tsubasa.
Ricordo poi la sicurezza con cui mi ha tolto il telefonino di mano, passando l’altro braccio intorno alle mie spalle.
E il suo viso sorridente mentre esclama che ci penserà lui, a fare una foto degna di quel nome.
Il braccio teso avanti a noi e prima di scattare, un bacio sulla mia guancia e il suo viso di nuovo attaccato al mio.
Un sorriso distende involontariamente il mio volto, ripensando ai bei ricordi.
Ripongo il cellulare nella borsa, cercando di allontanare la tristezza ma quando rialzo lo sguardo sulla strada, noto in lontananza l'unica persona che oggi non dovrei incontrare.

Takeshi Seii mi saluta con la mano mentre accelera il passo, per raggiungermi.

Cerco con tutte le forze, di sembrare il più tranquilla possibile, anche se non mi aiuta l'idea di dover affrontare anche lui, in questa pessima giornata.
"Ciao..." rispondo, evitando il più possibile di guardarlo negli occhi, ora che si trova davanti a me.

Seii mi guarda perplesso, aggrottando le sopracciglia.
"Che hai fatto?" mi chiede subito, senza mezzi termini, come è tipico del suo modo di fare.
"Niente di grave... Sono solo un po' di cattivo umore!" mi giustifico, alzando le spalle e abbozzando un sorriso.
Lui continua ad osservarmi, per niente convinto dalle mie parole.
"Ho sentito dire, che i ragazzi della nazionale sono tornati in città... Non si parla d'altro in giro!" esclama, continuando a fissarmi, per testare la mia reazione.
Annuisco, sorridendo debolmente, con la speranza che questo basti a chiudere l'argomento.
"Non sarà colpa di Ozora, vero? Hai litigato con lui?" 

Seii è un osso duro, non si arrende e colpisce proprio al centro dell'obiettivo.

Sospiro, spostando lo sguardo di lato, perché non mi sembra il caso di parlare della mia relazione proprio con lui.
"Seii... Non c'è niente da dire, è tutto ok..."
Il suo volto si contrae in una smorfia irritata prima di scuotere la testa, sorridendo amaramente.
"Non ti vede mai ed è riuscito lo stesso a litigare con te..." borbotta, dando per scontato che il motivo della discussione, dipenda da Tsubasa. 
"Non dirò altro, tranquilla! Anzi, scusami per l'invadenza..." si sente di aggiunge, dopo lo sguardo cupo che gli ho rivolto.
Perché nonostante tutto, non riesco ad accettare che qualcuno giudichi Tsubasa o si permetta di screditarlo, per giunta davanti a me.
"Nakazawa, ormai sai cosa provo per te... Quindi è inutile che ti dica..." s'interrompe, distogliendo lo sguardo per andare a fissare un punto indistinto alle mie spalle.
"Scusami ancora... E cerca di tornare a sorridere... Ma sorridere veramente!" aggiunge, tornando a guardarmi.

Rimango in silenzio mentre mi saluta con un cenno della mano, tornando poi velocemente sui suoi passi.
Emetto un sospiro, vedendo la sua figura allontanarsi.

E ora mi sento anche peggio di prima.
Riprendo il cellulare in mano, per controllarlo un'altra volta...
Nessuna chiamata...

E non so più che cosa devo fare.

 

 


"Ma non avete ancora fatto pace, Sanae?!" sbotta Yukari, totalmente scandalizzata.

Mi appoggio al bancone del bar, per osservare le persone al centro della pista da ballo, ma senza vederle veramente.
"No!" le rispondo facendomi vicina al suo orecchio, a causa della musica fin troppo alta.

Ma che diavolo sono venuta fare qui?!

Mi chiedo prima di tornare a sfogarmi con la mia migliore amica.

"Tsubasa non mi ha chiamata tutto il giorno e da quando siamo arrivati qua, non ha mai nemmeno cercato di parlarmi!" esclamo mentre i miei occhi si posano proprio su di lui, che si trova dall'altra parte del locale con Ishizaki.
Lo osservo mentre parla con il nostro amico comune, la sua espressione non tradisce nessun turbamento e questo mi deprime un po'.

Evidentemente, è facile ignorarmi...

All'improvviso i nostri sguardi s'incrociamo ma i suoi occhi si spostano subito a guardare altrove, prima di girarsi, dandomi di nuovo le spalle.

E non so se sentirmi più arrabbiata o triste per questo suo atteggiamento...

Con uno sbuffo, mi volto anch'io per ripicca, roteando sullo sgabello finché i miei gomiti non si fissano sul bancone.
Yukari è sempre più sconvolta, vedo i suoi occhi spostarsi veloci da me a Tsubasa, per poi tornare ancora su di me.
"Vi state comportando come due bambini!" sentenzia al mio orecchio, portandomi a guardarla scocciata.

Il suo sorriso è dolce mentre cerca di rassicurarmi.
"Io non mi comporto di certo da bambina! E per quanto riguarda lui... Non so che dire!" rispondo con sufficienza, notando con la coda dell'occhio che qualcuno si sta sedendo accanto a me.
"La coppia perfetta è alle prese con i problemi delle persone normali!"

Mi volto di scatto verso Taro, che nel frattempo ordina qualcosa da bere, prima di girarsi sullo sgabello e poggiare le spalle al bancone, per osservare il resto del locale.
"Tsè..." borbotto seccata, portando la cannuccia del mio drink alla bocca.
"Tsubasa non è stato proprio lui, oggi pomeriggio! Non ha fatto altro che controllare il cellulare e sospirare..."
Le mie guance diventano rosse, lo avverto chiaramente.

Vorrei rispondere che non me ne frega niente ma non è così, quindi decido di rimanere in silenzio.
"Tsubasa è davvero triste, Sanae. Anche se cerca di non darlo a vedere... Come una testona a caso, qui accanto a me!" 

Taro mi sorride e a me non rimane che smettere di fingere, facendo trapelare tutta la mia tristezza.
"Non sa come comportarsi ora e credo che questo valga anche per te. Ed io vi capisco, ragazzi! Anch'io credevo che sareste morti, senza litigare nemmeno una volta!" esclama allegro, cercando di tirarmi su il morale mentre Yukari si sposta dietro alle mie spalle, per mettersi tra me e Taro.
"So... Anzi, sappiamo..." si corregge, voltandosi verso il nostro amico comune, che annuisce.

"... Perché avete discusso oggi pomeriggio. E tu, Sanae, hai tutte le ragioni di questo mondo! Ma..." s'interrompe un secondo, posando una mano sulla mia spalla prima di sorridermi.

"Anche per Tsubasa non deve essere facile. Non credo sia bello sapere, che le proprie scelte personali sono solo fonte di sofferenza per la persona che ami..."
Yukari ha ragione...

Un peso enorme grava sul mio cuore mentre sento salire le lacrime agli occhi.

Non voglio che Tsubasa stia male!

E non voglio nemmeno perdere altro tempo, in questa separazione forzata, che ci siamo scioccamente imposti.

Farò pace con lui, anche se non so ancora come.

Devo solamente mettere da parte l'orgoglio e tutto verrà da sé...

Sospirando, prendo coraggio e mi giro di nuovo, per cercare il mio ragazzo tra la folla.
Ma quando i miei occhi si posano su di lui, tutti i miei buoni propositi vanno allegramente in malora.
Tsubasa se ne sta lì, sorridendo allegro anche se imbarazzato, circondato da un gruppo di ragazze starnazzanti.

I miei occhi si chiudono a fessura, per mettere meglio a fuoco, lo spettacolino che ho davanti.

Quando lo vedo arrossire, firmando degli autografi e facendosi fotografare, la mia pazienza supera il suo limite naturale.

"Oh ma guardate come si dispera senza di me, poverino!" esclamo, indicando Tsubasa con la mano mentre Taro e Yukari, si voltano a guardare nella sua direzione.
Furiosa, amareggiata e sicuramente gelosa, scendo dallo sgabello con un balzo e senza esitazioni, infilo la mano nella borsa alla ricerca del portafoglio.

"Puoi pagare per me?" chiedo mollando un mucchietto di banconote nelle mani di Yukari, che mi guarda perplessa.
"Io me ne vado! Ciao!" e ignorando le sue animate proteste, mi dirigo veloce verso l'uscita del locale.

 

 

 

Appena uscita dal locale, mi sono subito pentita della mia scelta impulsiva.

Il mio orgoglio però non mi ha permesso di tornare sui miei passi, nonostante avessi deciso, che l'avrei messo da parte.

Non ho voluto darla vinta a Tsubasa, né alle sue fans, nonostante solo l'idea che possano sfiorarlo, mi mandi al manicomio.
Tanto non si sarà nemmeno accorto, che me ne sono andata...
Una lacrima scende sul mio viso, l'asciugo veloce, come per nasconderla, prima di raggiungere il ponte di legno, all'interno del mio parco preferito.

Tsubasa mi ha dato il mio regalo di compleanno proprio qui...

Dove ci siamo baciati così intensamente, l'ultima volta che abbiamo avuto del tempo per stare da soli.
Sospiro, prima di poggiare i gomiti al parapetto e il mento sul palmo delle mani.

Il mio sguardo si posa sulla luna mentre un vento caldo, gonfia le pieghe del mio vestito.

E mi sembra di non essermi mai sentita così triste...
"Che ci fai qui da sola?" 

Sussulto sorpresa e mi volto a guardare alle mie spalle.
"Ti ho vista uscire di corsa... Dove stai andando?" 
Tsubasa si avvicina, ma il suo passo è incerto, come se temesse la mia reazione.

Deglutisco, per ricacciare indietro le lacrime, mordendomi le labbra.
"A casa..." rispondo freddamente, prima voltarmi e tornare ad osservare il cielo privo di stelle.
Passano pochi secondi e Tsubasa mi raggiunge, poggiandosi poi al ponte, proprio accanto a me.
Rimaniamo in silenzio.

Abbasso lo sguardo, quando la tensione che ci separa, si fa sempre più opprimente.
E non riesco a sopportarla...

Non è pensabile che siamo proprio noi a creare questa distanza, come se non bastasse già quella fatta solitamente di chilometri!
Depongo così le armi e mi abbandono alla sua presenza, poggiando la testa sulla sua spalla.

Sempre in silenzio, senza alzare lo sguardo su di lui.
Tsubasa si irrigidisce leggermente poi i suoi nervi si distendono.

Mi circonda le spalle con un braccio prima di baciarmi sulla fronte, appena sopra una tempia.
"La nostra prima discussione..." mormora piano mentre le sue labbra mi sforano i capelli.

E bastano questi pochi gesti a farmi sciogliere completamente, perché non desideravo altro che questo.

Sospiro, perfettamente consapevole della mia debolezza.
"Io non volevo..." sussurro, stringendomi più forte alla sua spalla.
Tsubasa m’interrompe, posando due dita sulle mie labbra.
"Lo so, Sanae..." sussurra piano, scuotendo la testa, nei suoi occhi un velo di tristezza.

"Lo so, non sei tu a doverti scusare..." aggiunge, stringendomi forte tra le braccia.
"Scusami per l'appuntamento di ieri sera e per la cena che non ho mangiato. Scusami per tutte le volte che ti senti triste ed io non ci sono..."
Chiudo gli occhi, abbandonandomi nel suo abbraccio mentre piango, dando sfogo alle mie emozioni.
"Scusami per le mie scelte e per essere partito... Non odiarmi per questo!" esclama, nascondendo il viso nei miei capelli.
"Non potrei mai odiarti... Stupido..." mormoro sopra la sua spalla, con la voce rotta dal pianto.
"Scusami di tutto, Sanae! Di tutto!" continua a ripetere, guardandomi questa volta dritto negli occhi.
Gli sorrido tra le lacrime mentre poso una mano sulla sua guancia.
"Va tutti bene, Tsubasa..." cerco di rassicurarlo mentre poggia la sua fronte alla mia.
"Però ora dobbiamo fare la pace per bene!" esclamo asciugando le mie lacrime, veramente felice di chiarito con lui.
Tsubasa mi guarda stupito, lo invito così a chiudere gli occhi e appena le sue palpebre si sono abbassate completamente, mi alzo sulle punte per raggiungere la sua bocca.
E scopro quanto possano mancarmi le sue labbra, ora che le sento morbide contro le mie.
Tsubasa mi stringe forte, rispondendo con sensualità e trasporto al mio bacio, che voleva essere semplice e innocente.
E come ogni volta perdo qualsiasi contatto con il mondo che mi circonda, persa nel suo sapore.

Quando allontano leggermente la mia bocca dalla sua, il suo viso protende ancora verso il mio, per annullare desideroso ogni distanza.
"Torniamo al locale dagli altri?" chiedo, facendo finta di volermene andare ma facendo trapelare tutto il contrario dal mio sguardo.
Tsubasa sbatte le palpebre poi alza gli occhi al cielo, come se dovesse seriamente valutare la cosa.
Prima di abbracciarmi felice, scuote la testa, sorridendo allegramente.
"No!" mormora, baciandomi sul collo.
"No..." ripete piano, ridendo sulle mie labbra socchiuse.
"Ho capito! Ho capito!" esclamo divertita poi lo bacio.

Dimenticando così le delusioni e la sofferenza...

Persa sempre di più, nell'amore di Tsubasa...

 

 

 

 


Con questo capitolo credo di avere esaurientemente risposto a ladycecille.^^
Sanae non è una santa, che sopporta tutto in silenzio.

Spesso tende a giustificare e a mettere al primo posto Tsubasa e le sue esigenze, perché non prende nemmeno in considerazione, l’idea di farlo rinunciare al suo sogno per lei.
Non è quello che vuole, lo ama è desidera che sia realizzato e felice.
Non credo che tarpare le ali di chi amiamo con il nostro di egoismo porti alla felicità, non credo sia bello trovarsi a pensare che qualcuno che amiamo, sia infelice o abbia dei rimpianti a causa della nostra serenità.
Così si sente Sanae, assumendosi la responsabilità del suo amore per lui, tutta sulle sue spalle.
Rimane comunque una ragazza innamorata, che soffre la lontananza anche perché le sue aspettative cominciano ad essere maggiori, col passare del tempo.
Tsubasa dall’altro canto è un giovane ragazzo di diciassette anni, che ha delle aspirazioni, dei sogni e la dovuta determinazione per realizzarli.
Ma anche lui è molto innamorato e porta sulle sue di spalle, il peso di una scelta difficile: la sua partenza.
Nell'episodio di questo capitolo, ha capito quanto può essere grande la frustrazione di Sanae e quanta sofferenza può tenere nascosta nel suo cuore.
Tutto questo lo porta a riflettere, fino ad avere paura che lei possa stufarsi e mollare tutto.
In fine, il buon Takeshi.
Mi sembra chiaro che Seii, oltre ad invidiargli l’amore di Sanae, nutra un profondo disprezzo nei confronti di Tsubasa.
Un po' per le stesse motivazioni di alcuni lettori, che giudicano il personaggio egoista e poco rispettoso dei sentimenti della sua ragazza.
A differenza di Tsubasa, lui ha un carattere piuttosto diretto, per questo non si fa scrupoli a mettere bocca nella relazione tra il Capitano e Sanae..
Probabilmente perché spesso le sue intrusioni sono dettate dalla rabbia e quindi impulsive, ma essenzialmente lo fa per il bene della persona di cui si è innamorato.
Seii vorrebbe tutelare quest'ultima, peccando speso di presunzione, lui non conosce affatto Tsubasa, né i suoi sentimenti per Sanae.
Con questo termino qui, perché credo di aver superato "Brasile" per lunghezza di capitolo! E non vorrei proprio annoiarvi!^^'
Ringrazio di cuore tutte le lettrici e chi recensisce.
Un bacio, per darvi l'appuntamento al prossimo capitolo... 

Eh eh eh ^^ Non dico altro...^^
A presto, OnlyHope^^

   
 
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