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Autore: Jaded_Mars    17/05/2012    3 recensioni
Un insolito triangolo che coinvolge Duff McKagan, Joe Perry e una bellissima ragazza venuta da lontano. Il titolo della storia è piuttosto self explaining, ma ci sarà il lieto fine questa volta?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati un po' di giorni da quella mattina in cui era corsa in ospedale lasciando Duff solo e senza parole sulla porta di casa. Se lo ricordava perfettamente con quell’espressione smarrita e la bocca aperta, non gli aveva dato tempo nemmeno di parlare o fare qualcosa tanto era agitata lei stessa. Istintivamente avrebbe voluto chiedergli di andare con lei, si sarebbe sentita più tranquilla, riusciva ad infonderle coraggio come nessun altro, ma poi si era talmente impanicata per quella chiamata e per le implicazioni che poteva avere che aveva solo pensato a correre via. Era agitata a tal punto che le tremavano le mani, era incapace di  tirare fuori dalla borsa le chiavi della macchina, guidare era completamente fuori discussione, avrebbe fatto un incidente pure lei, ammesso che fosse riuscita ad avviare il motore. Così aveva fermato l’unico taxi che fortuitamente stava passando in mezzo alla strada e c’era saltata su come un razzo col cuore che le batteva come un tamburo nel petto. Non le sarebbe  suonato strano se il tassista si fosse impressionato per il tono concitato con cui gli stava parlando, pareva matta o incredibilmente irritante con il suo costante  incalzarlo con la richiesta di sbrigarsi, ma non era nello stato mentale adeguato per rendersene conto.  

Tutto il tragitto da casa all’ospedale era stato surreale, quasi non fosse stata lei in prima persona a viverlo, ma una sua proiezione e se ne rese conto solo nel momento in cui si trovo’ nella fredda e asettica sala d'attesa da sola, aspettando di incontrare qualcuno che avesse potuto spiegarle qualcosa. Solo in quell’istante realizzò davvero cosa stava  accadendo, non solo intorno a lei ma anche dentro se stessa. Mentre giocherellava nervosamente con una fede che portava sull’indice aveva sentito la sua mancanza. C'era tale un vuoto intorno a lei che sarebbe bastata la sua presenza, per colmarlo. Averlo vicino  al suo fianco, non le sarebbe servito niente di più per sentirsi in pace e in grado di affrontare ogni difficoltà. Quel silenzio teso che l’avvolgeva in quei minuti interminabili l’aveva fatta riflettere, aveva percepito una strana sensazione, come se qualcosa fosse rimasto incompiuto.

'Credo che glielo dovrei dire...' era un pensiero pulito. Era arrivata al punto che doveva confessare quello che provava, era certo, perché dopo tutti quei mesi le cose  erano decisamente cambiate per tutti, in modo tacito e impercettibile, con la costanza delle lancette che scorrono sull’orologio, nonostante nulla fosse ancora stato svelato o chiarito, almeno non in modo cosciente.
Non le erano rimaste indifferenti le parole di Duff, certo erano state pronunciate quando si trovava  in uno stato più ubriaco che cosciente, ma il detto che si usava in quei casi era proprio “in vino veritas” e di solito era proprio vero. Stentava a credere che si trattasse di una bugia, sapeva perfettamente che quando si avevano la mente annebbiata dall’alcool si commettevano tante idiozie, ma fare una scenata del genere non avrebbe avuto alcun senso in quelle condizioni, senza contare che probabilmente non avrebbe avuto le forze per dirla o per affrontare le sue conseguenze.

La sera precedente per Simone era stata speciale, la prima in cui si era riuscita a addormentare serenamente da tanto tempo, senza preoccupazioni che affollavano la sua testa e il pensiero che fosse accaduto proprio quando era con Duff non poteva che farla riflettere, significava decisamente qualcosa.  Alla fine lo aveva ammesso, almeno con se stessa, che si era innamorata di lui, non le importava troppo che lui non fosse stato cosciente mentre gli baciava la buonanotte, desiderava che anche lui si ricordasse del momento in cui gliel’avrebbe detto. 

Sospirò. Non riusciva a non pensare a quanto avrebbe voluto essere tra le sue braccia, avvolta dal suo profumo, dirgli “ti amo” come ogni innamorato è libero di fare, o semplicemente stringergli la mano, senza doversi trattenere come ogni volta. Ecco sì, le sarebbe tremendamente piaciuto stare con lui mano nella mano, intrecciare le proprie dita alle sue in quel silenzio complice che spesso si creava tra loro e che non necessitava di essere colmato di parole senza senso, la loro sintonia andava al di là di tutto quello, era molto più profonda. 

In quell'istante vide passare davanti a lei un’infermiera di corsa verso chissà quale stanza e si sentì in colpa per avere completamente dimenticato il motivo per il quale si trovava lì. Aveva pensato solo a se stessa, ma almeno era giunta ad una conclusione, voleva confessare tutto, ne sentiva il bisogno, anche se prima doveva capire a chi dirlo prima. Sarebbe stato facile lasciare Joe? Che domande. A volte si soprendeva della sua stessa stupidità, era ovvio che non sarebbe stato facile dopo tutto quello che avevano vissuto assieme, dopo tutto il bene che ancora gli voleva, soprattutto dopo la promessa che gli aveva fatto e che si era fatta di aiutarlo. Non era persona da tradire la fiducia di qualcuno, men che meno di chi conosceva e che si fidava di lei. Certo era che stare insieme,  ora che finalmente aveva realizzato che amava un altro, sarebbe stato solo ipocrita, ma non riusciva a mettersi il cuore in pace per il fatto che l'avrebbe lasciato nel momento peggiore  per lui. Senza contare che non avrebbe potuto più aiutarlo in nessun modo perche' conoscendolo, sicuramente non avrebbe accettato la situazione imbarazzante che si sarebbe creata, in fondo Joe era ancora innamorato di lei, ed era anche profondamente orgoglioso. Dopotutto chi sarebbe stato il fesso che avrebbe accettato l'aiuto della ragazza che amava ma che frequentava un'altro?

"E' qui per il signor Perry?" Simone si stava arrovellando su quei ragionamenti quando venne riportata alla realtà da una donna di mezza età di fronte a lei, una dottoressa per la precisione, e aveva l'aria grave. La ragazza scrutò preoccupata per qualche secondo il suo viso teso e le venne un tuffo al cuore. Si stava figurando i peggiori scenari, quelli che mai avrebbe voluto vedere, quelli che sperava non avrebbero mai avuto luogo e che mai si sarebbero ripetuti nella vita di Joe. 
 
"Venga prego, ho bisogno di parlarle."  In meno di una frazione di secondo tutte le certezze della ragazza e le sue buone intenzioni si sgretolarono davanti a quello sguardo serio. Aveva quasi l’impressione che quella donna sapesse cosa le frullava per la testa, cosa stava per fare, quali fossero i suoi sentimenti e la sua posizione. Si sentiva spoglia e forse anche un po’ giudicata, ma ovviamente era tutto uno scherzo della sua fantasia, il fatto era che si sentiva in colpa e la sua coscienza glielo stava facendo notare in quel modo assurdo e sottilmente maligno.

Annuì alla dottoressa e la seguì lungo il corridoio poco affollato della clinica fino alla stanza in cui si trovava Joe. C’era una finestra di vetro sulla porta, un piccolo oblò su cui Simone si affacciò immediatamente. Lo riusciva a vedere supino sul letto, addormentato. Un paio di tubi trasparenti infilati nelle sue braccia pallide erano collegati a delle macchine pulsanti la cui funzione le era sconosciuta. 
Lo osservò per qualche secondo senza sapere cosa dire o cosa fare. Non aveva idea di come stesse, ma almeno era lì davanti a lei. Si girò verso la dottoressa, tentando di dire qualcosa, ma le lacrime la anticiparono, improvvisamente  scoppiò a piangere, la tensione delle ore precedenti che aveva accumulato dentro era esplosa tutta insieme in quel semplice gesto infantile.

Era confusa, combattuta e spaventata, ma date le circostanze una cosa era sicura, non avrebbe confessato niente a  Joe, almeno per un po'.

***
Eccomiiiii!! Sbucata dalla nuvola di impegni che mi hanno rapita! So che non è il massimo e che nemmeno è esageratamente lungo, non è quello che avrei voluto secondo i miei piani originari ma insomma, bisogna accontentarsi di quello che viene dall'ispirazione ballerina no?
Spero continuiate a leggermi e a lasciarmi un pensierino o un'opinione valgono moltissimo per me! 
Grazie a chi c'è e chi ci sarà! 
Mars 

   
 
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