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Autore: Arwen88    18/05/2012    0 recensioni
Le onde si infrangevano calme contro il bagnasciuga. Nick sospirò appena, passandosi una mano sulla testa, osservandole per cercare di non guardare ancora una volta il bambino addormentato sull'asciugamano affianco a sé. Il piccolo dormiva tranquillo e se continuava a controllarlo una volta ogni trenta secondi avrebbe finito per suicidarsi per l'apprensione.
Scritta per la Cioccolato Challenge di Fanworld.it. Deaged!Clint
Genere: Fluff, Science-fiction, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Nick Fury
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Avvertimenti: Deaged!Clint
Ok, io non sono molto pratica di fantascienza ma mi sono detta che un siero che fa ritornare piccoli... uhm, dovrebbe rientrare nel genere, sì? Spero...
Conteggio parole: 2108
Prompt della Cioccolata Challenge: Cioccolato gianduia – Mare, fantascienza, magliette ristrette.





Just for a day




Le onde si infrangevano calme contro il bagnasciuga. Nick sospirò appena, passandosi una mano sulla testa, osservandole per cercare di non guardare ancora una volta il bambino addormentato sull'asciugamano affianco a sé. Il piccolo dormiva tranquillo e se continuava a controllarlo una volta ogni trenta secondi avrebbe finito per suicidarsi per l'apprensione.
Non era sicuro se la tensione che il bambino gli metteva addosso fosse perché dopo la litigata di quel pomeriggio aveva impiegato quaranta minuti buoni per ritrovarlo dove si era nascosto o se era per le parole che il piccolo gli aveva urlato.
"Ti odio..." Mormorò, ricordando quelle poche sillabe che gli avevano rovinato la giornata.
Non era tanto non essere riuscito a fermare in tempo Clint dal bere per sbaglio un siero sperimentale, né doverlo osservare ritornare a essere un bambino di cinque anni, e certamente non era stato stargli affianco e poter osservare come fosse stato l'uomo che amava da piccolo.
Sbuffa appena, lo sguardo che segue il volo di un gabbiano. Che fosse stato una piccola peste già se lo aspettava. Ma non sentirgli dire quelle parole. Stringe le labbra, tornando a gettare uno sguardo al bambino che dormiva pacifico, ignaro di essere in spiaggia.


Nick si era passato una mano sulla faccia prima di prendere in braccio il bambino che lo guardava in piedi dentro i pantaloni di Clint, vestito della sua t-shirt che gli arrivava quasi ai piedi.
Il piccolo gli sorrise prima di iniziare a muovere le gambette, dandogli anche un calcio nel fianco prima di mettersi a ridere. Il direttore dello SHIELD si era ritrovato a sbuffare suo malgrado una risata, dandogli un bacio sulla testa.
"Non pensavo avrei passato così il mio giorno libero, ma immagino ormai non ci si possa fare niente. Cosa facciamo?"
Gli arrivò un altro calcio mentre il bimbo si illuminava tutto. "Voglio andare al mare!"
"Mare?" Corrugò un attimo la fronte prima di annuire lentamente. "Senz'altro meglio che tenerti in una casa piena di sieri e macchinari e computer tutto il giorno."

Una volta messa a parte dell'accaduto Natasha andò da loro, sghignazzando e portando con sé dei vestiti da bambino tra cui un paio di piccoli bermuda. L'agente gli scompigliò i capelli biondi con un sorriso. "Guarda quant'eri carino da piccolo!"
Clint mise il broncio, guardandola male. "Non sono piccolo, sei tu che sei vecchia!"
Il sorriso scomparì piano dal viso della donna mentre si voltava verso Nick. "Cambialo tu, o io lo ammazzo."
Nick sospirò annuendo, prendendo i vestiti e aspettando l'agente uscisse per farlo cambiare. In effetti non ebbe molto da fare visto che il bimbo si mise da solo la magliettina e dovette giusto aiutarlo ad infilarsi il costume e a fare il fiocco per tenerlo su.
Aveva fatto un passo indietro per vedere l'effetto dei vestitini nuovi sul piccolo, chiedendosi se mancasse qualcosa o se potesse avere freddo, quando Clint alzò una mano, stringendo nel pugno la stoffa dei suoi pantaloni, strattonandolo appena, fissandolo dal basso.
"Voglio il latte. Ho fame."
Nick sorrise appena, scompigliandogli i capelli. "Anche il muffin al cioccolato se vuoi."
Il piccolo saltellò sul posto per qualche secondo, sorridendo felice, alzando le braccia per farsi prendere in braccio di nuovo. Nick lo guardò sorpreso prima di prenderlo, uscendo dall'ufficio con lui seduto su un braccio e le braccia sottili attorno al collo, i piedini nudi che oscillavano nel vuoto.
"Sei proprio alto!"
L'uomo si voltò appena a guardarlo con la fronte corrugata, portandolo in cucina.
"Be, quando cresci anche tu diventi alto..."
"Come te?"
Lo fa sedere al tavolo della cucina, annuendo, non molto certo di come comportarsi. "Mm, sì."
Recuperò il latte dal frigo, lo sguardo che passava dagli occhi azzurri al cartone freddo che teneva in mano. "Magari lo scaldo..."
Si era appena voltato verso i fornelli che la voce di Tony Stark riempì la cucina.
"Non ci credo, allora Nat diceva la verità!"
Il miliardario si abbassò affianco al bambino e gli prese una mano, rigirandosela tra le proprie, esaminandola.
Nick ringhiò a quella vista. "Non è un'esperimento, Stark."
L'uomo lasciò andare piano il piccolo. "No, no. Certo che no..."
Clint rise, infilandogli un dito nell'occhio mentre era distratto, e Tony saltò all'indietro, una mano a coprire la parte lesa. "Hei, peste! Stai cercando rendere tutti ad immagine e somiglianza di Nick?"
Il bambino rise ancora, oscillando le gambe. "Nick mi piace! Mi sta facendo il latte!"
Mentre Tony fissava le sue spalle, incuriosito, Nick ringraziò mentalmente che fosse semi impossibile capire quando si ritrovasse in imbarazzo e si versò una tazza di caffè caldo mentre spegneva il fuoco sotto il latte. L'agente Coulson entrò in quel momento nella stanza, cellulare alla mano.
"L'agente Romanoff dice che Barton..." Si fermò, fissando il bambino biondo che lo osservava a sua volta. "...Lui è Barton?"
Clint e lui rimasero a fissarsi in silenzio mentre Nick versava il latte caldo in una tazzina, portandolo a tavola insieme ad un muffin. "Mangia, dai. Poi dobbiamo andare."
Il piccolo quasi si buttò sul dolce, addentandolo con fame, ignorando di colpo l'agente che a sua volta si voltava verso il proprio capo.
"Non può lasciare la base adesso, c'è l'emergenza in Alaska e..."
Clint sollevò lo sguardo su di lui, arrabbiato, interrompendolo. "Nick è mio. Mi deve portare al mare."
Coulson lo guardò per un attimo mentre Tony usciva dalla cucina ridacchiando, una tazza di caffé in mano, e Nick sbuffava appena dietro il proprio caffé.
Coulson risollevò lo sguardo sul direttore. "Signore... temo che dovrà rimandare la partenza, abbiamo da considerare..."
Il bambino tirò fuori il cucchiaino dalla tazzina, mettendoselo in bocca, e Nick lo osservò attentamente, pronto a toglierglielo appena avesse cercato di mandarlo giù. Clint però se lo tolse di bocca e lo lanciò con forza contro l'agente in completo scuro, centrandolo dritto in mezzo agli occhi prima di mettersi a ridere e riprendere a dondolare i piedi.
"Signore..."
Nick rimase per qualche secondo senza parole prima di stringere le labbra, rivolgendosi a Clint.
"Chiedigli scusa."
Il bambino si voltò scandalizzato verso di lui. "Perché?"
"Perché non si col-" Si bloccò, rendendosi conto di ciò che stava dicendo e a chi. "...Non si colpisce la gente."
Clint mise il broncio, incrociando le braccia al petto, e Nick si passò una mano sul viso.
"Gli amici... le persone che ti sono amiche non le devi colpire, ok?"
"Ma lui ti vuole portare via!" Protestò con forza il bambino.
"Nessuno mi vuole portare via..."
Coulson decise di intromettersi. "Signore, io la vorrei semplicemente tenere qui."
A quelle parole Clint afferrò la tazzina del latte e la sollevò con tutta l'intenzione di lanciare quella, latte e tutto. Nick però ci mise prontamente una mano sopra, inchiodandola al tavolo.
"No."
Guardò truce il piccolo, forse leggermente di più di quanto avrebbe voluto, parlando col solito tono autoritario, secco.
Lo sguardo tradito che ricevette lo fece scostare appena, come se avesse ricevuto un colpo fisico, ma mai quanto vedere il bambino lasciare la presa dalla tazzina e scivolare sotto il tavolo, scappando via dalla cucina, da lui. "Cattivo! Ti odio!"
A quelle parole Nick sentì qualcosa spezzarsi dentro, la paura di sentirglielo dire un giorno anche da adulto che ritornava a sommergerlo come dopo ogni volta che succedeva qualche stronzata tra loro.
"Signore, vuole che lo fermi?"
Il direttore negò appena col capo, lo sguardo fisso sulla tazzina che ancora teneva ferma.
"Ci penso io."

Lo cercò a lungo, conscio che Clint non lo pensava veramente, che era solo una frase detta da un bambino di cinque anni a cui aveva impedito di fare quel che voleva, ma non riusciva a non chiedersi ancora e ancora come sarebbe stato se davvero un giorno Clint si fosse stancato di lui, se fosse rimasto scottato dal suo pessimo carattere e gliel'avesse urlato seriamente. Solo a pensarci sentiva lo stomaco contorcersi. Si diede dell'idiota, risalendo dal poligono dove era sceso in automatico nel cercare il cecchino. Certamente a quell'età Clint ancora non si rifugiava tra le armi per calmarsi, e sicuramente c'era da escludere anche il tetto. Lo trovò dopo più di mezz'ora di ricerca, nella loro vecchia stanza da letto: un piccolo bozzo sotto le coperte.
"Clint?"
Le coperte si mossero appena e Nick si avvicinò al letto, sedendosi sul bordo del materasso.
"Ti ho cercato tanto, lo sai?"
Il bambino gli rifilò un calcio in silenzio e l'uomo sollevò un sopracciglio. "Hei..."
Con calma sollevò un lembo della coperta, guardando sotto prima di scoprire il piccolo per guardarlo in faccia. Clint si era raggomitolato con le braccia e le gambe strette attorno al cuscino, sdraiato laddove il materasso era più morbido. Il piccolo lo guardò arrabbiato e Nick si ritrovò a sospirare, ripetendosi di essere proprio un incapace con i bambini.
"Non dovresti correre via a quel modo, poi gli adulti si preoccupano..." E non dovresti dire certe cose, pensò, ma evitò di dirlo. "...ma sono sollevato che tu non ti sia infilato in qualche posto pericoloso."
Clint voltò la testa, sprofondando il viso nel cuscino, ancora arrabbiato, e Nick sospirò, cercando qualcos'altro da dirgli che potesse risolvere la situazione tra di loro. Piano provò ad accarezzargli i capelli. Alla fine l'emergenza in Alaska non era così pressante e aveva lasciato tutto tranquillamente nelle mani di Coulson. Anche perché quello era comunque il suo giorno libero, perciò poteva anche andarsene al mare se voleva. Abbassò lo sguardo sul bambino, trovando che si era addormentato sotto le sue carezze.
Piano, senza svegliarlo, lo prese in braccio, portandolo fuori di lì.



Clint si risvegliò acciambellato su un telo da mare. La prima cosa che notò fu il rumore delle onde e subito si rizzò a sedere, guardando affascinato la distesa d'acqua. Esclamò qualcosa di non molto chiaro mentre si alzava e correva verso il bagnasciuga, ignorando completamente l'uomo vestito di nero che era rimasto seduto affianco a lui sul telo.
Il piccolo si fermò, guardando entusiasta le onde che si muovevano verso di lui, aspettando che l'acqua gli lambisse i piedi nudi.
Nick rimase fermo a guardarlo correre avanti e indietro sul bagnasciuga, sollevando gli schizzi delle onde. D'improvviso il bambino si fermò, voltandosi verso di lui, e gli corse incontro senza fermarsi in tempo, schiantandoglisi addosso e dandogli un bacio sulla guancia. "Grazie!"
Nick lo osservò sorpreso, borbottando un figurati. Il piccolo abbassò la testa, guardandolo bene in viso. "...Sei triste perché ti ho detto che ti odio?"
Nick strinse appena le labbra ed il bambino sorrise, tendendogli la manina col mignolo sollevato.
"Non ce l'ho con te! Pace fatta?"
Ancora una volta l'uomo rimase a guardarlo sorpreso. Esitò un attimo prima di stringergli il mignolo. "Pace fatta..."
Il bambino rise e corse via, lanciandosi in acqua, maglietta e tutto. Nick sbuffò una risata, alzandosi per andare a controllare che non affogasse.
"Stai vicino alla riva."
Clint scosse appena la testa, mettendosi a nuotare a cagnolino, e l'uomo si ritrovò a sorridere, osservando il piccolo divertirsi fino a ché non fu lui stesso ad uscire dall'acqua, andandogli incontro cercando di mascherare uno sbadiglio. Nick lo osservò per un attimo prima di gettare uno sguardo attorno. La spiaggia non era molto frequentata, giusto un ragazzo che correva col cane, due signore che prendevano il sole ed una madre intenta ad asciugare i due figli. Nick strinse l'occhio per un attimo. In silenzio prese Clint per mano, portandolo all'asciugamano per cercare di tamponare un po' d'acqua con la parte che non si era sporcata di sabbia. Guardò corrucciato la maglietta zuppa, vagamente irritato per non aver pensato di dirgli di togliersela e non aver nemmeno portato un asciugamano solo per asciugarlo. O almeno un cambio.
"Dovremo tornare a casa."
Clint rimase fermo a lasciarsi asciugare, gli occhi che gli si chiudevano, oscillando appena sui piedi.
"Voglio il gelato..."
"Gelato come?"
"Cioccolato alla gianduia, cioccolato bianco... fragola..." Nick sollevò uno sguardo divertito sul piccolo, in tempo per vederlo sbadigliare ancora e sporgersi verso di lui. L'uomo lo prese tra le braccia, tenendolo su mentre quello già si addormentava.


Nick stese un asciugamano sul letto prima di poggiarci sopra il bambino addormentato. Il piccolo si limitò a mugugnare e girarsi su un fianco, addormentandosi meglio.
"Meglio trovarti qualcosa di asciutto prima che ti prendi qualcosa..."
Guardò corrucciato l'armadio, e si mise a cercare qualcosa che andasse bene, notando che al massimo poteva dargli una maglietta di Clint.
Improvvisamente dalle sue spalle provenne il rumore di stoffa che si strappava e Nick si voltò, trovandosi davanti Clint, nuovamente adulto, che si svegliava, guardandosi attorno perplesso.
"...Mi si è ristretta la maglietta?"
Nick sbuffò appena, avvicinandoglisi per baciarlo sulle labbra. "Bentornato, tesoro... Il gelato lo vuoi ancora?"




  
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