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Autore: Alexandra e Mac    19/05/2012    3 recensioni
La storia, quella con la “S” maiuscola, a volte riserva grandi sorprese. Fra le pieghe di un libro può capitare di trovare le cose più strane, o fra le sue righe captare qualcosa che non è detto esplicitamente ma che è volutamente lasciato intuire dall’autore o dall’autrice.
Sono specialmente le biografie del “grandi” quelle che riservano le maggiori meraviglie, e occorre un occhio attento per saper cogliere quello che, in superficie, non compare.
Questo racconto è nato così, cercando i messaggi nascosti che la Storia ha disseminato lungo il suo cammino e che alcuni più perspicaci hanno saputo cogliere e che hanno poi elaborato offrendoli al lettore.
Siamo certe che adesso anche voi cercherete fra il detto e il non detto di un volume quella zona grigia che vi spalancherà le porte di un altro mondo.
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Scritto nel Destino'
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Capitolo XVI

Invito per un tè




Non appena il Conte D’Harmòn ebbe chiuso la porta della saletta privata in cui l’aveva condotta, Lady Sarah lo aggredì come una furia:

“Come avete osato? Come avete osato far credere a tutti che… che…”

“… Che arda dal desiderio di baciarvi?” terminò lui la frase, con un sorriso divertito.

“Non intendevo questo” rispose lei, secca.

“Che desideri disperatamente far l’amore con voi?” ritentò lui, ancora più divertito.

“Oh, siete insopportabile!” proruppe lei, più infuriata di prima.

“E voi siete deliziosa quando vi arrabbiate!”

Era vero: era assolutamente deliziosa. Deliziosa, incantevole e molto seducente. André la osservò lentamente, trattenendo a fatica il desiderio di fare entrambe le cose che aveva appena suggerito. Ma non era quello il momento e, soprattutto, avrebbe dovuto desiderarlo anche lei.

“Perché non vi mettete comoda e vi gustate il vostro irrinunciabile tè, godendo della mia compagnia?”

“Perché io ero già in buona compagnia, e non avevo alcuna intenzione di trascorrere del tempo con voi.”

“Oh, questo l’avevo capito…” disse lui flemmatico mentre, avvicinatosi al tavolino su cui si trovava il servizio da tè e la teiera, iniziava a preparare due tazze d’infuso caldo.

Lady Sarah lo osservò versare il tè e, ancora una volta, si sorprese dell’eleganza dei suoi gesti, della naturalezza dei suoi modi, anche mentre svolgeva un compito più adatto ad una cameriera che ad un nobile bello come il peccato. Prima di iniziare a servire si era tolto la giacca ed era rimasto in camicia: lei osservò le sue mani, lunghe, perfette… senza rendersene neppure conto immaginò quelle mani su di sé e si sentì rimescolare tutta.

“Dove siamo?” chiese, guardandosi attorno, per placare le sue emozioni. Le era sembrato strano che si togliesse la giacca.

“Nel mio salotto privato” rispose lui, continuando imperturbabile a servire il tè.

“Che cosa?” sbottò lei, ancora più arrabbiata. Oh, dannazione a lui! Quell’uomo era di una sfacciataggine inaudita!

Forse è per questo che ti piace tanto…” le suggerì una vocina interna.

Non mi piace affatto!” cercò di tacitarla lei. Ma era inutile, lo sapeva perfettamente. Altrimenti per quale motivo aveva fatto il possibile per sfuggirgli, in quelle settimane? Per quale motivo si era imposta tanto fermamente di non pensare al bacio che le aveva dato?

“Mi avete tenuto alla larga per settimane perché preferite la compagnia di Von Webb, oppure perché temete che non mantenga fede al mio giuramento?” la voce del Conte la riscosse dai suoi pensieri e le ricordò, se mai ce ne fosse stato bisogno, quanto lui fosse acuto. Quanto sapesse leggerle nel pensiero.

“Sapete perfettamente perché devo intrattenermi con il Conte Von Webb…”

“Oh, certo. Ma so anche che, per lo stesso motivo, dovreste ‘intrattenervi’ anche con me. Invece sono settimane che mi ignorate, persino quando tento di parlarvi. Da quando vi ho baciato…”

“Preferirei dimenticare quell’episodio.”

“E perché mai? Quel bacio è stato tanto brutto? Io non lo ricordo così…” replicò divertito lui. Aveva appena scoperto quanto era bella, imbronciata, e quanto gli piacesse vederla così e aveva deciso di approfittarne ancora un po’.

Nel frattempo le aveva servito il tè, i dolci e le tartine che aveva fatto preparare appositamente per lei, ricordando alla perfezione i suoi gusti, e lei lo stava guardando sorpresa, quando si era accorta che i piatti contenevano tutti i tipi di leccornie che preferiva.

“E’ di vostro gradimento?” chiese con un sorriso dolce.

Alla fine si vide costretta a cedere: “Sì, grazie. E’ tutto perfetto”, rispose con un abbozzo di sorriso anche lei.

“Mi fa piacere sapere che almeno per il tè so soddisfare i vostri gusti” la stuzzicò di nuovo lui, appoggiandosi placidamente alla spalliera della poltrona di fronte a lei e stendendo le sue lunghe gambe, con aria perfettamente rilassata. La guardò intensamente al di sopra della tazza, mentre sorbiva con molta calma il suo tè; studiò l’effetto che le sue parole fecero su di lei e sorrise dentro di sé: lo sguardo che Lady Sarah gli stava rivolgendo in quel momento, mentre anche lei si portava alle labbra la tazza, era molto eloquente... e non lasciava dubbi sul fatto che fosse stato in grado di soddisfare i suoi gusti anche in fatto di baci. Era certo che quel bacio che le aveva dato l’avesse sconvolta, altrimenti non l’avrebbe sfuggito come aveva fatto. Del resto era stato così anche per lui. Persino in quel momento, ripensandoci, era in grado di riassaporare con la mente le sue labbra morbide che si schiudevano per lui e il contatto dolce e leggermente erotico delle loro lingue…

“Perché mi avete condotta qui, Conte?” questa volta fu lei a distoglierlo dai suoi pensieri.

“Devo parlarvi.”

“Riguardo a Sua Maestà?”

“Sì.”

“E’ successo qualcosa?” domandò Lady Sarah, preoccupata.

“Robert ha intercettato una lettera della Battyàny… La duchessa non sa che è il mio segretario e lo ha visto passare dalle parti dei suoi appartamenti mentre si stava occupando di una faccenda per conto mio… lo ha chiamato, credendo che fosse un servitore qualunque, pregandolo di portare una lettera in un punto ben preciso delle scuderie. Un luogo particolarmente nascosto… segreto, se così vogliamo definirlo.”.

“E…?” domandò incuriosita lei, smettendo addirittura di mangiare le sue tartine preferite, presa com’era dal racconto del Conte. Lui sorrise, vendendola tanto interessata e scoprendo in lei un altro aspetto che lo intrigava: Lady Sarah aveva una predilezione per i misteri. L’affascinavano, quasi allo stesso modo di quanto l’affascinava il cibo. André non aveva mai visto una dama a corte mangiare con tale appetito qualsiasi manicaretto come faceva lei, pur restando tanto snella. Di solito tutte le altre donne, per prima l’Imperatrice, erano ossessionate dalla linea anche se, pur nutrendosi come uccellini, la maggior parte sfiguravano al confronto con Lady Sarah. Invece lei gustava ogni cosa, dal cibo, ad una galoppata, perfino un duello di scherma, con la stessa intensità… Milady era una donna che assaporava in pieno la vita, qualunque cosa potesse offrirle. Se si abbandonava all’amore con il medesimo entusiasmo che metteva per indagare su un mistero o per qualunque altra cosa affrontasse, chissà come sarebbe stata appassionata?

“Avete scoperto qualcosa, Conte?” chiese di nuovo lei, infastidita dal fatto che, invece di continuare, era rimasto soprappensiero. Aveva osservato i suoi occhi, mutevoli come il cielo, incupirsi improvvisamente, e aveva temuto che avesse brutte notizie. E voleva saperle subito.

Mai avrebbe immaginato che il colore degli occhi di André D’Harmòn si fosse scurito mentre pensava a lei tra le sue braccia, intensa e appassionata, in una folle notte d’amore…

“Qualcosa?... Ah, sì! O meglio, no… ho letto la lettera della Duchessa, ma non sappiamo a chi fosse indirizzata” rispose lui, finalmente.

“Nessun destinatario, ovviamente” dedusse lei. “E cosa c’era scritto?” chiese poi, di nuovo.

“Poche righe: accennava brevemente al fatto che il piano numero uno era fallito e chiedeva se doveva procedere con il piano due.”

“Quindi si tratta di un piano… e la Duchessa è coinvolta, come sospettavo” disse Lady Sarah, pensierosa: si era alzata e ora camminava lentamente avanti e indietro per la stanza, con l’aria di chi riflette spesso a quel modo.

“In effetti avevate ragione” le concesse il Conte.

Quell’osservazione interruppe per un breve istante la passeggiata riflessiva di Lady Sarah, la quale rivolse al Conte D’Harmòn un rapido sorriso, che lui ricambiò.

Poi, riprendendo a camminare, disse:

“Dovremo scoprire in qualche modo il destinatario della missiva. Voi chi credete che sia?”

André soppesò per un attimo le conseguenze che la sua risposta avrebbe avuto: lei si sarebbe potuta arrabbiare per i suoi sospetti. Avrebbe potuto pensare che concentrava i suoi dubbi su una certa persona solo per gelosia… ma infine decise di dirle quello che pensava, confidando nell’intelligenza di Milady.

“Von Webb.”

Lady Sarah non rispose immediatamente e sembrò riflettere con attenzione su quello che lui aveva detto. Poi, dopo alcuni minuti di silenzio, scandito solo dal lieve fruscio della seta dell’abito verde smeraldo che indossava e che ondeggiava ad ogni suo passo, rispose, voltandosi verso il Conte e scrutandolo negli occhi:

“Credo abbiate ragione.”

“Temevo mi avreste accusato di parlare così per gelosia” confessò André, piacevolmente sorpreso dalla sua risposta.

“Lo so. L’ho capito dalla vostra esitazione di poco prima…” ammise lei, con un lieve sorriso, “e vi ringrazio, Conte, per averlo comunque detto. Per non aver insultato la mia intelligenza sottovalutando la mia capacità di discernimento… qualunque altro uomo non sarebbe stato altrettanto schietto.”.

“Per quale motivo anche voi siete del mio stesso parere?” domandò lui, compiaciuto d’aver agito nella maniera giusta con lei.

“Il Conte Von Webb mi ha fatto diverse domande su chi ritenessi avesse potuto lasciare quel libro aperto sullo scrittoio di Sua Maestà e su come l’Imperatrice si sentiva ora… non sono state tanto le domande a farmi insospettire e diffidare di lui, quanto il tono e l’interesse eccessivo… neppure l’Arciduchessa Sofia, o lo stesso Imperatore, pur indagando, mi hanno rivolto tante domande. E questo pomeriggio, prima che voi… prima che voi…”

“… prima che io vi rapissi?” suggerì lui, con tono sornione.

“Prima che voi mi rapiste davanti a tutti” sottolineò lei, con lo stesso tono divertito, “il Conte mi stava domandando di nuovo del morale di Sua Maestà e se fosse ancora turbata dalle parole lette in quel libro. E sembrava quasi… come dire? Sembrava quasi sbalordito dal fatto che pareva che l’Imperatrice si fosse ripresa tanto bene dall’accaduto. Me lo stava domandando per l’ennesima volta proprio mentre siete arrivato voi a… rapirmi!” concluse con un sorriso.

“Allora ho fatto bene a portarvi via sul mio focoso destriero, principessa!” la schernì lui. “Vi ho risparmiato di morire di noia!” aggiunse divertito.

“Con voi, caro Conte, è davvero impossibile annoiarsi…”

Prima di rendersi conto di quello che aveva ammesso, le parole le erano sfuggite dalle labbra.

“Ho piacere che la pensiate così, Milady! Questo significa che non mi sfuggirete più?” chiese lui, alzandosi e andandole vicino. Troppo vicino.

“Solo se vi comporterete da gentiluomo…” rispose lei, turbata come sempre dalla sua vicinanza. “E se manterrete fede al vostro patto.”.

“Quello che mi state chiedendo è un sacrificio davvero grande…” disse lui, fissandola negli occhi e sfiorandole delicatamente una guancia. Poi, prese una decisione e tentò il tutto per tutto: “… ma sono disposto a fare il possibile per accontentarvi, se voi accontenterete me.”.

“E come dovrei accontentarvi?” chiese lei, sospettosa.

“Promettete di battervi ancora in duello con me” disse lui, prendendole una mano e portandosela alle labbra.

Al solo contatto della sua bocca, Lady Sarah sentì un brivido percorrerle la schiena. Duellare ancora con André D’Harmòn? Quell’uomo la voleva far morire… morire d’amore per lui.

“D’accordo, Conte” acconsentì, “ma solo se voi promettete che mi accompagnerete di nuovo in una galoppata tra i boschi.” Se doveva morire d’amore per il bel francese, tanto valeva godersi la vita fino in fondo!

A quella risposta lui scoppiò in una fragorosa risata:

“Sul mio onore, Milady, voi siete la donna più sorprendente che io abbia mai conosciuto, e vi adoro per questo!”

 

 

  
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