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Autore: Shakechan    20/05/2012    3 recensioni
“Eh? Ma… Che stia sognando?” Il moro confuso cercò di guardarsi intorno per capire dove fosse finito e con lo sguardo ancora impastato dal sonno notò una strana figura al suo fianco
“… Pitt? ” Sena sperava con tutto il cuore che fosse il suo gatto.
Provò a toccarlo sperando di sentire il soffice pelo del suo animale domestico.
In effetti sentì del morbido, ma non era il suo gatto, ne peli, erano CAPELLI!
“UGH!” Sena si fece sfuggire un gemito. Non era il suo gatto e non era neanche casa sua quella dove si trovava ora. “E’ un sogno, è solamente un sogno…” pensava il piccolo moro mentre realizzava che nello stesso letto dove lui si era svegliato, proprio affianco a lui, c’era un’ altra persona.
[HirumaxSena]
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Sena Kobayakawa, Youichi Hiruma
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ho fatto un ritardo assurdo, perdonatemi! Ho così tante cose a cui pensare questi giorni.. Godetevi il quinto capitolo, che, personalmente, mi sono divertita molto a scrivere. Spero che piaccia anche a voi.

Buona lettura (°w°)

 

 

CAP 5

 

 

-Motel diroccati e sorprese in agguato.

 

 

Non appena Sena si voltò verso il suo salvatore, un poderoso calcio lo spedì, con estrema velocità, a due metri di distanza da dove aveva poggiato pochi attimi prima i suoi piedi.

Senza neanche avere il tempo di capire cosa era successo, Sena si sentì il fiato smorzato da un improvviso peso sulla schiena.

“Brutto nano di merda che non sei altro! Che cazzo ti metti a fare le gite quando manca pochissimo alla partita contro gli Ojo?!” gridò irato Hiruma, seduto sopra Sena.

“P-P-Perdono!” balbettò Sena spaventato.

Senza aggiungere altro, Hiruma si alzò, lasciando passare nuovamente ossigeno nei polmoni di Sena e senza esitazione, lo afferrò per la collottola, trascinandolo sul ruvido asfalto.

Dopo vari metri di faticosi tentativi da parte si Sena, di liberarsi dalla presa di Hiruma e iniziare a camminare con le proprie gambe, Hiruma si fermò improvvisamente davanti a un fatiscente edificio, lasciando andare finalmente il povero Sena.

“C-che ci facciamo qui?” chiese confuso Sena, rimettendosi in piedi e spolverandosi come poteva i pantaloni.

“Ci dormiremo nano del cazzo.” Rispose tranquillo il biondo, dirigendosi verso l’entrata del palazzo.

“EH?!” gridò incredulo Sena “Non torniamo a casa?!” gridò isterico il ragazzo.

“Non ci sono mezzi a quest’ora, piccolo cretino!” rispose Hiruma entrando dentro l’edificio.

Sena lo seguì con esitazione e quando entrò anche lui dentro a quell’edificio, si rese conto che dentro faceva addirittura più schifo dell’esterno.

Pezzi di intonaco erano sbriciolati sul pavimento, caduti da chissà quanto tempo dal soffitto. Le pareti erano ricoperte di una scolorita e rovinata carta da parati giallognola. Varie piantine secche erano state messe vicino alle finestre impolverate e accanto a una poco rassicurante scala di legno che portava al piano di sopra, una vecchia signora alta al massimo un metro e quaranta, discuteva animatamente con Hiruma, da dietro un diroccato bancone di legno.

“H-Hiruma…” provò a dire Sena, avvicinandosi al compagno, dopo aver intravisto un enorme topone grigio uscire da dietro il bancone della vecchia e rientrando dentro un buco nella parete.

“Ecco a te, giovanotto. Buona permanenza.” Disse la signora, passando un mazzo di chiavi a Hiruma e afferrando un macchiato giornale, per poi sparire dietro le sue enormi pagine una volta aperto.

Hiruma mi lanciò il mazzo di chiavi e si diresse verso l’uscita.

“Dove vai?” chiese allarmato Sena.

“Torno subito. Vai nella stanza intanto. Sta al piano di sopra.” Ordinò il biondo per poi uscire.

Sena sbiancò. Si trovava da solo un’altra volta e in un posto, che apparentemente, sembrava ancora più pericoloso della strada.

Il sorriso sdentato della vecchia spuntò da dietro il giornale e con sguardo malvagio, attraversò con lentezza tutto il corpo del moro.

Rabbrividendo, Sena percorse velocemente le scale scricchiolanti, ritrovandosi in un buio corridoio con una decina di porte.

Sena tentò di trovare l’interruttore del corridoio ma trovò solo un buco pieno di fili scoperti e poco rassicuranti.

Sena, strizzando gli occhi per la poca luce, tentò di leggere il numero della stanza.

Quando si accorse che il buio gli impediva di leggere, si rifiutò di scendere nuovamente al piano di sotto e rimanere nuovamente solo con quella vecchia, così decise di provare a infilare la chiave in tutte le serrature fino a trovare la porta giusta.

Dopo vari tentativi di infilare la chiave nella serratura nel buio del corridoio, sperando di non inciampare in qualche cadavere di topo lungo il corridoio, man mano che avanzava, finalmente Sena trovò la stanza, cioè l’ultima del corridoio.

Fortunatamente nella stanza, accanto alla porta, l’interruttore della luce era funzionante e senza problemi riuscì ad accedere la luce.

La stanza era meno mal messa del resto dell’hotel.

Il pavimento di mattonelle marroni, era ben pulito e senza intonaco sbriciolato.

Sena controllò subito il soffitto, accertandosi che fosse ben solido e che non crollasse durante la sua permanenza.

La stanza era piuttosto piccola, un letto matrimoniale al centro, occupava praticamente tutto lo spazio. Le pareti erano bianche con qualche macchia di umido qua e la, illuminate dalla fioca luce che entrava dall’unica piccola finestra nella stanza. Una porta di legno si apriva sulla destra della stanza, facendo accedere al bagno, luogo in cui Sena ci si fiondò immediatamente per farsi una bella doccia calda.

Le piastrelle bianche sul pavimento erano anch’esse molto pulite, ma la parete presentava parecchie macchie di umido, cose che a Sena al momento non gli interessava.

Il ragazzo aprì con forza le scricchiolanti manovelle della doccia, trovando una combinazione adeguata tra acqua calda e acqua fredda.

Si tolse con velocità la divisa sporca e maleodorante, fiondandosi subito dentro la doccia.

L’acqua calda gli rilassò i muscoli, facendogli scordare per un momento tutti i problemi che aveva avuto nella giornata.

Dopo essersi lavato accuratamente con i piccoli saponi in omaggio trovati nella doccia, Sena si arrotolò la vita con il primo asciugamano che trovò disponibile in quel piccolo bagno, nonché anche l’unico asciugamano disponibile.

La doccia lo aveva così rilassato che improvvisamente si rese conto di quanto fosse veramente stanco, così, senza pensarci, Sena si buttò sopra l’ingombrante letto matrimoniale e rigirandosi a pancia in su, si addormentò di botto.

Un leggero peso sopra di lui, fece risvegliare il moro, facendogli aprire pigramente gli stanchi occhi.

Il suo sguardo si incrociò con due sottili occhi chiusi.

Senza sapere ancora cosa stesse succedendo, Sena si rese conto che le sue labbra stavano toccando qualcosa di caldo e morbido, mentre una tranquilla aria calda gli accarezzava la parte vicino il naso.

D’improvviso il ragazzo moro capì cosa stesse succedendo e senza pensarci, provò ad alzarsi in piedi, finendo solo per sbattere la testa contro la persona che lo stava baciando.

Gli occhi che fin’ora erano rimasti chiusi, si spalancarono anch’essi e il volto che fino a poco prima stava baciando Sena, si allontanò di scatto dal ragazzo, cadendo con un tonfo giù dal letto.

Sena, confuso e disorientato, arretrò velocemente sopra il letto, ritrovandosi con la nuda schiena contro il freddo muro della stanza.

Tremante ed impaurito, Sena sperò con tutto il cuore che la persona che poco prima lo stava baciando non fosse quella vecchia sdentata del piano terra.

Una zazzera bionda si alzò dal pavimento, e con sguardo sorpreso Hiruma osservava Sena dal pavimento.

Ora il moro si sentiva più confuso che mai.

Cosa diavolo stava succedendo?!

“H-Hiruma?!” disse sorpreso Sena fissando dal letto il suo compagno di squadra, nonché amico e compagno di scuola, Hiruma Yoichi, sorpreso quanto lui di quella situazione.

  
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