Un
giorno, per caso…di
Dolcemaia
Disclaimer:
Ogni riferimento a fatti, luoghi e persone è puramente casuale, fatta eccezione
per Orlando Bloom, da cui ho preso in prestito solo il personaggio.
Nota
dell’autore: Le
note mi sa che è meglio non le metta più, perché non basterebbero 2000 pagine
per scusarmi del rtardo continuo con cui pubblico ogni capitolo di questa fic e
promettere di essere più continua sarebbe davvero una presa in giro da parte
mia… Mi dispiace! A mia discolpa c’è da dire, che è del tutto
involontario! ^_-
Cmq
volevo ringraziare tute le ragazze he in questo periodo mi hanno cmq spronato a
scrivere… GRAZIE!!! (Non faccio nomi, ma chi
sa….sa!! ^_^)
Il Bagatto – Quando partivano i lenti
Capitolo
14: Baci Rubati
Era
circa la duecentesima volta che guardava quella maledetta porta, come se il
destino ci si fosse messo d’impegno a farle trattenere il fiato ad intervalli
regolari, infatti, ogni volta si apriva facendo entrare qualcuno che non le
interessava.
Portò
alla bocca il grosso bicchiere di plastica rosso, pieno di liquido dalla
sconosciuta origine, nel tentativo di sopperire alla totale mancanza di
salivazione di cui era vittima, fortunatamente quella roba si prestava molto
bene allo scopo; Jen gliel’aveva rifilata esattamente cinque secondi dopo che
era arrivata, liquidandola con un frettoloso < Assaggia, è un delirio!! >
ed in effetti quella roba di essere buona, era buona, sapeva di fragola e
profumava di ciliegie, ma di frutta doveva avere ben poco, visto quanto si
sentiva più leggera dal primo sorso!
Michelle
guardò ancora, poco distrattamente l’orologio… era in ritardo, era
maledettamente in ritardo…
In
realtà, l’appuntamento che si erano dati, non aveva un orario preciso, era
stato un vago < ci vediamo stasera alla festa >, oltretutto detta in
fretta e furia, due secondi prima di entrare nell’aula per dare quel maledetto
esame e il suo pensiero non era esattamente alla festa, quindi non si poteva
parlare di un effettivo ritardo, però Orlando sapeva che lei sarebbe stata lì
alle nove, e le dieci erano passate da un po’, ma di lui nemmeno l’ombra.
Di
cosa avesse paura, non sapeva nemmeno lei, magari che non sarebbe mai arrivato,
che l’avrebbe mollata di nuovo e stavolta sul più bello, ma quei timori erano
del tutto ingiustificati, perché a meno che non avesse cambiato idea in quelle
poche ore in cui non si erano sentiti, cosa molto improbabile, a momenti quella
porta si sarebbe aperta mostrandole finalmente la persona per cui tanto stava
penando.
..
Calma, Michelle, in fondo che fretta c’è?? Ha detto che sarebbe venuto e verrà,
quindi è inutile, che ti crei paranoie, tranquillizzati e goditi la festa…
Ma
che mi frega della festa, se sono qui, è principalmente per lui… Oddio anche
per Meg e la nostra stupida tradizione, ma è lui che voglio adesso!!
Vedrai
che entro un’ora sarà qui… L’ho detto anche un’ora fa… E in tutto ciò,
comincio a soffrire di sdoppiamento della personalità!
Sono
messa proprio male…
Si
diede di nuovo un’occhiata nello specchio all’ingresso…. I capelli erano
esattamente come li aveva visti due minuti prima,… perfetti! Logico, aveva
costretto sua madre a passarle la piastra su ogni singolo capello, come non
potevano essere dritti come spaghetti, legati in parte dietro in perfetto stile
puntaspilli, proprio come voleva. Il trucco, leggero con le varie tonalità del
rosa, reggeva alla grande e i jeans nuovi, con il mini top bianco a fascia la
rendevano bellissima, peccato fosse talmente agitata, da sentirsi a disagio,
conciata in quel modo, o comunque totalmente insicura. Se non era lo specchio,
correva da Meg o da Jen a farsi rassicurare sul come stesse; sembrava proprio
una quindicenne al primo appuntamento.
Era
facile, però, ridere di quel comportamento, come far capire agli altri che
quella sera sarebbe stata importantissima, che nulla doveva andare storto, perché
doveva assolutamente riprendere con Orlando un discorso, o meglio un bacio,
lasciato in sospeso molto tempo prima; ormai non c’erano più ostacoli, non
che mai ce ne fossero stati, però a quel punto poteva ben dirsi cotta,
stracotta e felice di esserlo, quindi non mancava che il diretto interessato
sapesse tutto… peccato che lui non accennasse ad arrivare, e una certa ansia,
ancora più pressante l’attanagliava.
“Vuoi
stare tranquilla?? Vedrai che tra un po’ arriva!” Le disse Meg,
avvicinandosi a lei, mentre era impegnata a portare piatti e bicchieri già
sporchi in cucina.
“E
se poi non viene??” Rispose Michelle, veramente agitata, battendo nervosamente
il piede per terra. Meg depositò la roba che aveva in mano nel lavandino e
poggiandosi con le braccia allo stesso la guardò perplessa.
“Mi
spiegheresti per quale arcano motivo non dovrebbe venire??” domandò, con
sguardo divertito…. In realtà lei sapeva bene del motivo di quel ritardo.
Aveva parlato con Orlando, consigliandogli di tardare il più possibile, in modo
che, quando fosse arrivato, ci sarebbe stata una confusione sufficiente da
garantirgli che nessuno lo avrebbe riconosciuto, e certo quello non avevano
potuto spiegarlo a Michelle che era letteralmente in fibrillazione. Inoltre la
presenza di Elijah, non facilitava le cose…
“Non
lo so…” Il tono con cui l’aveva detto era esattamente quello di una
bambina beccata con le caramelle in mano. In effetti la sua agitazione era quasi
esasperata, non era nulla di cui preoccuparsi, però le era già capitato di
avere la felicità a così poca distanza e l’aveva persa, e stavolta non
poteva succedere la stessa cosa, non l’avrebbe permesso.
“Sono
in preda ad una crisi di panico in piena regola… E quando viene poi che gli
dico?? Che faccio? Come mi comporto??” Gesticolava troppo, segno che era
davvero tesa, ma guardarla era uno spettacolo, quando stava con Kyle, era quasi
impossibile vederla così eccitata e contemporaneamente agitata per una cosa ed
il fatto che avesse ritrovato quel suo modo di essere così solare e pieno di
vita, non poteva che farle piacere. Inoltre Meg aveva un asso nella manica,
sapeva benissimo cosa provassero entrambi, quindi non mancava che una piccola
spintarella e finalmente quei due avrebbero cominciato a definirsi qualcosa di
più di < amici >, e lei si sarebbe felicemente goduta il lieto fine…
almeno per quella sera, visto che ben presto avrebbero dovuto dirle la verità
su Orlando e sarebbe stato davvero un compito difficile!
“Michelle,
che ne dici di calmarti un attimino? Sei tesa come una corda di violino…
Nemmeno per l’esame eri così in crisi! Ma santa ragazza, sinceramente io non
vedevano dall’inizio il motivo di tutto questo tira e molla, dato che è
evidente a chilometri di distanza che siete totalmente cotti, l’uno
dell’altra, ma non ti farai venire una crisi isterica proprio ora?!” Guardò
l’orologio che aveva al polso “A minuti saranno qui, e se non riesci a
toglierti quest’ansia di dosso, sarai rigida come un merluzzo congelato per
tutta la serata e non sarai capace nemmeno di spiaccicargli A !! Guarda che è
lo stesso Orlando con cui hai studiato quest’ultima settimana e con cui hai
parlato stamattina, non è che magicamente è diventato un altro!”
Ragionamento che a rigor di logica, filava liscio come l’olio, ma come lo si
faceva capire al cuore??
Non
è che lo facesse di proposito ad essere così apprensiva.
“Lui
è lo stesso, ma io no!! Fare l’esame, oltre che un peso meno, ed un'altra
casella piena sul libretto, ha disinserito il freno a mano, che in automatico mi
bloccava quando si trattava di Orlando, ed ora se non vado da lui e gli dico
cosa provo, cosa penso e come mi fa sentire, credo che potrei scoppiare!!”
Ecco… in fondo non era stato difficile… Le parole erano venute fuori da sole
ed aveva fatto capire esattamente quello che sentiva, peccato che non avesse
fatto quel discorso a lui, ma a Meg!
Ad
ogni modo, era certa di una cosa, con o senza ansia, era arrivato il momento di
mettere giù le carte.. Non che temesse che lui la respingesse, erano cambiate
tante cose, così in fretta in quell’ultimo periodo, che se all’inizio
poteva dirsi certa di piacergli, almeno quanto lui piaceva a lei, ora non era più
tanto sicura di tutto… Amici, non amici, conoscenti, qualcosa di più… In
realtà erano tutte sue congetture, perché come aveva detto Meg, era piuttosto
evidente cosa ci fosse tra i due, però nella sua testa non c’era una
definizione precisa per il loro rapporto, l’unica cosa di chiaro ed lampante,
era che si era innamorata e su quello proprio non aveva dubbi, ora sapere se lui
era dello stesso avviso, sarebbe stata un’impresa…
Se
avesse scoperto che quell’attrazione per lui si era fermata allo stato
iniziale, senza progredire, sarebbe stata davvero una tragedia, però doveva
dirglielo!!
“Avrei
dovuto registrarti… Almeno se ti blocchi avremmo potuto usare il playback!!”
Disse l’amica abbracciandola e ridendo di gusto.
“Cattiva!!”
Mise scherzosamente il broncio, Michelle. “Non si ride delle disgrazie
altrui!!” Si guardarono in faccia e scoppiarono a ridere entrambe, era
prezioso avere al proprio fianco una persona così…
Erano
talmente prese dall’assurdità del momento, che non sentirono nemmeno il suono
del citofono, e solo pochi istanti dopo, fu percettibile l’< urlo da Jungla
> di Jen che le chiamava a gran voce in tutta quella bolgia che c’era in
casa.
Fecero
giusto in tempo ad uscire dalla cucina e trovarsi davanti la porta d’ingresso
che questa si aprì mostrando il tanto agognato SOGGETTO dei desideri.
Come
al solito era bello come il sole! Indossava dei jeans scoloriti, che però gli
stavano divinamente, una maglia bianca aderente con sopra una delle sue enormi
camicie beige e bianca a quadroni grossi e, ciliegina sulla torta, giacca di
pelle nera. Aveva quello strano gusto nel vestire, a volte le si era presentato
con degli abbinamenti assolutamente improbabili, roba da fare seriamente male
agli occhi, eppure addosso a lui qualsiasi cosa, acquistava un senso… per non
dire che era spudoratamente affascinante.
Era
appena entrato in casa assieme ad Elijah, anche lui, poco inspiegabilmente,
tirato a lucido, e si stava guardando attorno, un attimo smarrito, con
un’espressione da cucciolo abbandonato e ad ogni leggero movimento della
testa, i suoi ricci ondeggiavano in maniera ipnotica.
Michelle
e Meg restarono, per motivi diversi, impietrite davanti a quella visione
celestiale, soprattutto quando i due ancora fermi davanti alla soglia le videro
a pochi metri, proprio davanti a loro.
Orlando
si esibì in uno dei suoi enormi e splendidi sorrisi solo ed esclusivamente per
Michelle che ancora immobile come un blocco di ghiaccio, riuscì solo a
sussurrare:
“Meg?”
“Eh?”
Rispose l’altra che versava in condizioni non troppo diverse.
“Io
lo amo…”
“E
allora vai!”
Respirò
profondamente, poi si avviò decisa verso il ragazzo, che intuendo quali fossero
le sue intenzioni, spalancò le braccia, chiedendole “Allora??”
Michelle
gli saltò praticamente in braccio, incrociando le gambe dietro la schiena di
lui, che nonostante l’assurdità e la repentinità del gesto, la teneva ben
salda.
“Trenta…”
Disse, guardandolo fisso negli occhi, esitando un attimo “.. e lode!!”
Terminò, felice come mai lo era stata, abbracciandolo forte e nascondendo il
viso nel collo di lui.
Per
una sorta di assurda scaramanzia, o un sacrificio di specie non bene
identificata, quella mattina avevano concordato che il risultato del famoso
esame sarebbe rimasto segreto fino quella sera, quindi per evitare che al solo
guardarla in faccia, si capisse come fosse andato, nel bene o nel male, non si
erano né visti, né più sentiti, ed una certa apprensione a riguardo aveva
parecchio movimentato la giornata di Orlando.
“Ed
il bacio accademico, non te l’hanno dato??” Commentò Elijah, ridendo,
avvicinandosi ai due ed in particolare ad una certa ragazza, che tanto in quei
giorni aveva calamitato la sua attenzione.
Michelle
allontanò il viso da Orlando, in modo da guardarlo fisso negli occhi, senza però
accennare a mollare la presa.
“No,
quello lo voglio da qualcun altro!” Dopodiché gli diede un bacio a
fiordilabbra, sussurrandogli subito all’orecchio “E non è questo!”
A
quel punto, scoppiarono a ridere tutti e quattro. All’inizio di quella
pantomima, parecchi avevano rivolto l’attenzione verso di loro, ma
fortunatamente nessuno fece caso alla vera identità dei due ragazzi.
Stranamente quella serata era cominciata bene e prometteva molto meglio.
Jen,
a cui la verità era stata rivelata giusto qualche giorno prima, e ancora
stentava a credere che Orlando Bloom ed Elijah Wood, in carne ed ossa, fossero
davvero lì davanti a lei, si accostò a Meg, ancora intenta a ridere, perché
Michelle non accennava minimamente a staccarsi di dosso al ragazzo, nemmeno
fosse stata un koala, e per di più Elijah aveva cominciato a prenderla in giro
chiamandola < ragazza zainetto >, creando uno scompiglio generale, e con
aria piuttosto preoccupata le disse:
“Abbiamo
un problema!” Indicando con la testa, qualcosa, o meglio qualcuno alle spalle
dei due ragazzi. Michelle proprio in quel momento rivolse lo sguardo su Meg,
assistendo alla scena, e quasi con un riflesso involontario, girò anche lei la
testa per vedere di che si trattava, al che, quando capì, il sorriso sulle sue
labbra svanì immediatamente. Stessa cosa successe ad Orlando, quando lei gli
fece cenno di farla scendere, mentre allentava la presa con le gambe, insomma
l’unico che non ci capì nulla di quella situazione fu Elijah, che accortosi
del gelo calato, si guardava attorno piuttosto perplesso.
“Quello
è Kyle…” gli disse Meg facendo cenno ad un ragazzo che con un bicchiere in
mano, proprio dietro i loro amici, che piuttosto imbarazzati, si erano
allontanati l’uno dall’altra. “L’ex di Michelle… E’ una storia lunga
da spiegare, ma la loro rottura risale allo stesso periodo in cui ha conosciuto
Orlando; lui ha provato più volte a ricucire i rapporti, ma davanti ai suoi no,
ha cominciato a tormentarla dicendo che era colpa di un altro e chiaramente
questo ora avrà dato conferma ai suoi sospetti!”
“Ma
è vero che l’ha lasciato per Orlando??”
“Assolutamente
no! La loro era una storia finita già da tempo, lei in pratica gli faceva da
ruota di scorta! Si sono lasciati, prima che ci fosse qualsivoglia genere di
contatto con Orlando… Certo sarebbe stupido non ammettere che forse la sua
presenza, l’ha aiutata a mettersi molto più serenamente e facilmente quella
storia alle spalle, però non è stato a causa sua! E lo sanno bene tutti e
tre!”
Che
situazione… Dire imbarazzante era poco! Anche se poi cosa c’era di così
imbarazzante? Kyle era ormai una storia vecchia, era il passato, ed era normale
e chiaro che lei sarebbe andata avanti e avrebbe trovato qualcun altro, che
magari non era il vero Amore, ma che in quel momento molto gli si avvicinava,
quindi perché doveva sentirsi così a disagio?
La
logica era inattaccabile, eppure la presenza del ragazzo, lì, rovinava
innanzitutto il suo perfetto quadro idilliaco, ma soprattutto la metteva in una
scomoda posizione…
Orlando
da una parte… Kyle dall’altra….
Non
c’era molto da scegliere, sapeva già esattamente cosa voleva, mai ne era
stata così certa, però ora era tutto più difficile!
Orlando
d’altro canto, si sentiva come un quindicenne scoperto a casa della
fidanzatina, in atteggiamenti equivoci, dal padre geloso…. E tutto ciò senza
contare che non stavano facendo proprio niente!!
Quel
ragazzo aveva in faccia un’espressione che non prometteva niente di buono, ma
ci era voluto un po’ per far sbloccare Michelle ed ora che finalmente erano
arrivati ad una svolta, pretendeva di sbucare dal passato e mettergli i bastoni
fra le ruote?? Non aveva proprio idea di chi fosse Orlando Bloom…
Erano
tutti più o meno intenti in questo genere di meditazioni, eppure qualcosa la si
doveva pur fare, non potevano mica restare tutti così immobili come statue di
sale.
Michelle
piuttosto impacciata alzò appena la mano, spiccicando un timidissimo <
Ciao>, a cui Kyle rispose con un cenno del capo, muovendo un passo verso di
lei.
La
situazione stava ricominciando a rientrare nella < normalità >, il
ghiaccio era rotto, eppure ora arrivava il difficile… dovevano parlare,
mettere in chiaro le cose ed evitare che altre scene del genere si potessero
ripetere; e non si trattava di cosa facile.
Jen
colse al volo l’occasione. “Ragazzi perché non andiamo a mangiare
qualcosa?” In realtà aveva capito che bisognava lasciarli soli, però non
tutti erano della stessa opinione… Orlando non aveva affatto intenzione di
lasciarla lì, con quel tipo, che obiettivamente parlando era oltretutto un bel
ragazzo, e l’ascendente che aveva su di lei, era piuttosto evidente, c’erano
due anni e mezzo di storia a legarli, chi si sarebbe fidato a lasciarli soli?
Elijah,
provò a fargli cenno con la testa di seguirlo, ma proprio non volle coglierne
il significato, non si sarebbe scollato di lì nemmeno con le cannonate… a
meno che… a meno che lei non l’avesse voluto.
Michelle
capì.
“Devo
parlargli.. Non gli devo spiegazioni, ma non voglio che finisca così…”
Perché
doveva ancora finire??
Un
brivido gli salì lungo la schiena. Orlando fissò il ragazzo in cagnesco, e
senza mai smettere di tenergli occhi negli occhi, prese Michelle, un po’
bruscamente, la baciò sulle labbra, avvolgendole la vita con un braccio, poi
pian piano la lasciò libera, allontanandosi, per raggiungere gli altri poco
lontano di lì, dopodiché sempre senza mai smettere di guardarlo si poggiò ad
un tavolo, portando alle labbra la birra che gli aveva passato Elijah.
“Complimenti,
bel comportamento da troglodita testa di cazzo, stile < questa essere mia
donna e tu non toccare, se no io te staccare attributi >!!” Gli disse
l’amico in tono ironico, ma soprattutto imitando un ominide, in maniera
eccezionalmente impeccabile.
“Ha
ragione Elijah, sembravi un cane che marcava il territorio! Ti è sembra modo di
comportarsi?” Rincarò la dose Meg.
“Oh,
piantatela voi due, sempre a criticare!! Che avete fatto comunella? Sentiamo che
avrei dovuto fare?? Lasciargli il passo e dirgli < riprenditela pure
>??” Sbottò, contro i due. In effetti non aveva avuto proprio il
comportamento da vero gentleman, anzi era stato proprio da imbecille, magari un
po’ meno animale di quanto lo volessero far passare, ma sempre da imbecille!!
Che
quel tizio si fosse presentato così dal nulla e avanzasse dei diritti, anche se
poi non aveva fatto niente, solo perché un tempo era stato qualcosa di più di
un conoscente, d’accordo, era stato molto più di un conoscente, gli faceva
ribollire il sangue!
“Sinceramente
sto cominciando a stancarmi con voi due, sai??? E prima lei si fa prendere dalle
ansie, ora tu ti comporti da < marito geloso > in attesa della moglie
fedifraga… E non state ancora assieme.. Se e quando, finalmente vi deciderete
a darvi una mossa, che succederà? Andrete in giro in tre? Tu, lei ed il vostro
consulente matrimoniale?? E per lo meno vedi di prenderne uno bravo perché
starvi dietro, credimi, è davvero difficoltoso!” Orlando guardò Meg in
cagnesco, senza però perdersi una sola mossa di quello che stava accadendo ad
alcuni metri da loro.
“Lascialo
stare, fa sempre così, quando è nervoso! E cmq se ti può consolare, non sei
la sola ad aver perso intere nottate e neuroni su questa storia non ancora
cominciata!!”
“Nessuno
vi ha obbligato, ma se proprio vi sentite così vittime potete sempre pensare di
rivolgervi alla A.M.A.M. … Associazione per i Migliori Amici Maltrattati!”
Li liquidò lui, prendendo ancora un sorso della sua birra. Com’erano gentili
quei due a fare tanto gli spiritosi, quando aveva i nervi a fior di pelle e
l’unica cosa che desiderava era sapere quel Kyle dall’altra parte
dell’universo, o se proprio non si poteva, almeno guardarli in assoluto
silenzio, non con i lamenti di quei due grilli parlanti in menopausa, nelle
orecchie.
“Non
hai perso l’ironia, è già qualcosa! Dai, Orlando, piantala di fare così, io
la conosco, e so abbastanza bene quello che prova adesso, per dirti che Kyle non
è un problema, anzi non è proprio niente! Dovresti sapere com’è fatta, ha
il suo ordine mentale, non le piace avere situazioni in sospeso o poco chiare, e
posso assicurarti che se è lì, è solo per mettere una pietra sopra al
passato!!”
Nel
frattempo dall’altra parte della stanza.
“Come
stai?” Gli si era avvicinata, intrecciando nervosamente le mani. Era strano,
era estremamente strano, stare tanto tempo con una persona e riscoprirsi dopo un
po’ di tempo, quasi estranei, come se tutti i momenti d’intimità, di
complicità e di profondi sentimenti fossero stati cancellati via con una
spugna, eppure anche volendosi sforzare, non provava più niente per lui. Era
egoista pensarlo, ma questo la faceva sentire sollevata da un certo punto di
vista, era stata schiava troppo tempo dei sentimenti per quel ragazzo, il loro,
alla fine, non era mai stato un rapporto alla pari, era sempre stata lei a
piegarsi… Ormai, cmq, era un capitolo chiuso… Ora c’era altro a cui
pensare.. un altro a cui pensare… anche se si era comportato da deficiente,
però proprio perché era così, che aveva perso la testa!
“Bene…”
aveva biascicato a fatica l’altro, “Ho sentito dell’esame… Brava, sono
contento per te!” Aveva detto quelle parole con un certo imbarazzo, eppure
allo stesso tempo senza particolare slancio… Ma già il fatto che le avesse
pronunciate non era < da Kyle>.
“Grazie!”
Sorrise lei sentendosi più a suo agio. “ A dir la verità, la prima volta ho
fatto buca… ma erano successe un sacco di cose, non ero propriamente
concentrata…” aveva cominciato a parlare a macchinetta, come se stesse
tranquillamente chiacchierando con un’amica, ma non era così, almeno non per
lui, anche se poi vederla così serena, con quella luce negli occhi, e
gesticolare con tanta tranquillità gli piaceva, era come se fossero tornati ai
primi tempi. “Orlando mi avrebbe ucciso se non avessi spaccato tutto…. Dopo
che l’ho costretto a fare l’after hours sui libri… poverino!” Ops…
gaffe inimmaginabile… Pessima idea parlare del tuo, forse, futuro ragazzo, con
un’ex!
“Orlando,
eh?” Rimarcò lui, il nome.
“Sì,
Orlando… Sarebbe stupido da parte mia nascondertelo… Io sto bene adesso,
Kyle e mi piacerebbe che tu capissi, che..”
“Tu
non sai niente di cosa o chi è quello!” La interruppe con tono brusco
indicando il ragazzo che li stava ancora scrutando attentamente. La verità era
lì, servita su un piatto d’argento, eppure il momento non era ancora
arrivato.
“Invece
ne so abbastanza per rendermi conto che se ci fossi stato tu al mio posto, io
sarei stata felice per te! Kyle, io sto bene con lui, e con o senza la tua
benedizione continuerò la mia vita! Non sono qui per giustificarmi con te, o
per darti spiegazioni, ti sto solo dicendo la verità, punto!”
“Ne
sei innamorata…” Disse lui, ridendo incredulo, passandosi una mano sugli
occhi, come se non potesse essere davvero possibile. “Ti si legge negli occhi
e non puoi chiedermi di essere felice per te, perché proprio posso farlo! Non
dopo poco più di un mese che ci siamo lasciati, non quando ho ancora le nostre
foto a casa e in macchina!”
“Cos’è
ti sei ricordato solo ora che esisto, Kyle? Mi dispiace la tua opportunità te
la sei giocata, anzi ti sei giocato centinaia di opportunità, ora basta! E’
arrivato il mio turno di essere felice e con una persona che spero mi saprà
capire più di te, quindi che tu lo voglia o no, è finita…. Per sempre! Vuoi
provare ad essere mio amico? Bene! Non lo vuoi? Problemi tuoi! La nostra storia
è finita molto più di un mese fa e lo sai!” Stava cominciando a perdere la
pazienza. Conosceva abbastanza bene quel ragazzo da sapere che se si metteva una
cosa in testa, quella doveva essere! E sfortunatamente ora si era convinto di
essere ancora innamorato di lei, cosa assolutamente non vera, perché altrimenti
tutto sarebbe andato in modo molto diverso!
“Cazzate,
la nostra storia è finita quando hai conosciuto lui… E si sa come vanno certe
cose… è belloccio, di successo…” Stava decisamente parlando troppo
“Vai
al diavolo!” Gli urlò contro piuttosto alterata, girando i tacchi e
andandosene via, ma lui fu ancora più veloce, l’afferrò per un braccio e
tirandola verso di sé, la baciò…
Davanti
a tutti… davanti ad Orlando…
Continua…